Granze di Camin Padova Polo Logistico Alì 1920 ph Legambiente Padova

Nuovo polo logistico Alì a Padova. Un appello contro il cemento

38 associazioni ambientaliste chiedono di fermare la costruzione del nuovo hub su 150 mila metri quadrati di terreni agricoli, nella frazione di Granze di Camin

Sergio Lironi – Presidente onorario Legambiente Padova

Il tempo delle decisioni si avvicina. A breve verrà posta in discussione in Consiglio Comunale la delibera con cui si dovrà approvare o respingere la Variante al Piano degli Interventi che, per consentire la realizzazione di nuovo polo logistico a servizio della Grande Distribuzione Organizzata, prevede la destinazione a zona industriale/commerciale di ben 150.000 mq di aree naturali e terreni agricoli.
Dopo lo straordinario successo della manifestazione svoltasi a Granze di Camin il 5 novembre scorso con la partecipazione di più di cinquecento persone, una quarantina di associazioni ambientaliste, sostenute anche dal meteorologo Luca Mercalli, ha sottoscritto un “Appello al Sindaco ed al Consiglio Comunale” per far valere le ragioni dell’ambiente e del paesaggio e per denunciare il fatto che non si può continuare a distruggere le residue vitali risorse naturali e agricole in una città come Padova che è in testa alla classifica nazionale per consumo di suolo (49,76% dell’intero territorio comunale) e per i valori relativi all’inquinamento ambientale (PM 2,5 d’inverno e ozono d’estate).

Non solo. La Variante richiesta dalla società Alì contrasta radicalmente con gli impegni programmatici dichiarati dall’amministrazione e con tutti gli strumenti della pianificazione territoriale ed urbanistica. Nel Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia tutta l’area viene individuata come uno dei principali corridoi della rete ecologica provinciale, mentre sia il Piano di Assetto Territoriale, sia il Piano degli Interventi di Padova la indicano come componente essenziale della cintura verde periurbana, risorsa fondamentale per gli equilibri ecosistemici di tutto l’organismo urbano, per la salute dei cittadini e per far fronte ai cambiamenti climatici in atto. Il Piano del Verde, recentemente approvato, la destina a Parco agro-paesaggistico, definendone con precisione le finalità, le caratteristiche ed i criteri di trasformabilità.

Il Rapporto Ambientale presentato dalla società Alì a sostegno della propria richiesta è risultato talmente inadeguato e fallace da indurre l’amministrazione, a seguito delle proteste degli abitanti, a commissionare un nuovo più serio studio ambientale. L’incarico conferito ad uno studio professionale esterno appare però orientato più all’individuazione di possibili compensazioni che ad un effettiva valutazione dell’opportunità di consentire o meno l’intervento richiesto.
A tal proposito è doveroso osservare che preliminare ad ogni possibile ipotesi di “compensazione ambientale” (che comunque non può tradursi in una “monetizzazione” del danno ambientale prodotto) è il fatto che l’intervento proposto risponda a dimostrati motivi di rilevante interesse pubblico. Il tema della compensazione ambientale, consistente nella rinaturalizzazione di un’area di estensione uguale o superiore a quella cementificata in grado di fornire servizi ecosistemici analoghi a quelli dei suoli naturali, dovrebbe dunque essere affrontato nel caso di progetti quali quello del nuovo Polo Ospedaliero in zona San Lazzaro e non certo per il progetto di un insediamento commerciale ad esclusivo vantaggio di una società privata.

L’appello delle associazioni si conclude dunque con la richiesta di non autorizzare un intervento volto a favorire gli interessi economici di pochi a scapito della collettività: un intervento che distruggerebbe una superficie agricola e naturale pari a due volte il Prato della Valle.
E’ infine importante sottolineare come un aspetto non secondario della mobilitazione in atto è costituito dall’aver avviato la formazione di una rete regionale di associazioni che, talvolta con successo come nei casi di Monteortone, di Bassano del Grappa e di Zevio nel veronese, si stanno battendo per la salvaguardia del paesaggio e contro il consumo di suolo. Una battaglia tanto più importante oggi che i dati forniti dall’ultimo Rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) testimoniano come nel Veneto negli anni successivi alla legge regionale 14/2017, che avrebbe dovuto contrastare il consumo di suolo, in realtà il consumo annuo di suolo anziché diminuire è aumentato, passando dai 500 ettari/anno a più di 700 ettari/anno.

Lo stabilimento Alì esistente con l’adiacente terreno agricolo su cui è prevista la costruzione del nuovo polo – Google Maps

APPELLO al Sindaco ed al Consiglio Comunale di Padova

affinché non venga approvata una Variante al Piano degli Interventi
che consentirebbe l’urbanizzazione ed edificazione
di oltre 150.000 mq di terreni agricoli e risorse naturali a Granze di Camin

Il progetto presentato dalla società Alí s.p.a. si propone non tanto di ampliare i propri magazzini localizzati in via Svezia a Granze di Camin, quanto piuttosto di realizzare un vero e proprio nuovo Polo logistico per la Grande Distribuzione Organizzata, che prevede la costruzione di un nuovo mega centro di magazzinaggio e smistamento merci automatizzato a servizio di un bacino d’utenza regionale ed interregionale. Un polo logistico che richiede l’urbanizzazione e l’edificazione di un’area di oltre 150.000 mq. Un’area che vecchio e nuovo Piano degli Interventi prevedono invece venga mantenuta a destinazione agricola.
Un’area enorme, la cui estensione, per farcene un’idea, è quasi doppia rispetto a quella di Prato della Valle. Un’area di elevato valore naturalistico, che fa parte di uno dei fondamentali corridoi ecologici previsti dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), prossima alle sponde dell’idrovia Padova-Mare e nella quale è presente una casa rurale di rilevante pregio architettonico e documentale, che il progetto della società Alí si propone di demolire.
La richiesta della società Alí, ove fosse accolta dal Consiglio Comunale, comportando un rilevante consumo di suolo, sarebbe dunque in evidente, radicale contrasto con le previsioni e le strategie del Piano degli Interventi approvato il 23 febbraio 2023 e con gli stessi “Indirizzi generali di governo 2022-2027” approvati dal Consiglio Comunale il 5 luglio 2022, che affermano la necessità di “… lavorare per il consumo di suolo zero, per il controllo della densificazione della città, per il recupero dei vuoti urbani delle aree degradate dismesse”. Va in particolare ricordato che il Piano degli Interventi classifica l’area come “Zona agricolo-paesaggistica E1”, ovvero come territorio in cui assumono rilevanza primaria “… la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali e dell’ambiente e la promozione di un’agricoltura multifunzionale e generatrice di servizi ecosistemici”.
Non solo.Tra i fondamentali strumenti di pianificazione e programmazione dell’Amministrazione comunale vi è anche il “Piano del verde”, che ha conseguito importanti riconoscimenti a livello nazionale proprio in quanto dedica una particolare attenzione alle aree agricole periurbane caratterizzate da elevati valori agronomici e paesaggistici, Tra queste aree vi sono i 15 ettari interessati dalla Variante di piano richiesta dalla società Alí.
Nel Piano del Verde le aree che la società Alí vorrebbe cementificare fanno parte integrante di un ambito unitario, chiaramente perimetrato a sud est della zona industriale, che si prevede debba costituire elemento essenziale per l’attuazione del più generale progetto di “Parco agro-paesaggistico”, finalizzato – come indicato dallo stesso Consiglio Comunale con propria delibera del 30 novembre 2020 – al potenziamento dei servizi eco-sistemici, alla sicurezza idraulica, al benessere e alla salute degli abitanti, alla costruzione di un nuovo modello agro-alimentare di elevata qualità biologica, alla valorizzazione dei beni culturali e del paesaggio, alla promozione del turismo culturale e naturalistico, alla formazione di nuove attrezzature e servizi ricettivi e didattici, alle attività sociali, sportive e del tempo libero, ad un’azione di contrasto e di adattamento ai cambiamenti climatici e alla ricolonizzazione naturalistica del territorio antropizzato.
Il Rapporto Ambientale presentato dalla società Alì a sostegno del proprio progetto fa acqua da tutte le parti, in quanto trascura del tutto gli effetti dalla prevista distruzione dei fondamentali servizi ecosistemici forniti dai terreni agricoli ed arriva persino ad affermare che le attrezzature previste nelle poche aree verdi preservate e qualche filare di alberi a mascheratura parziale dei fabbricati contribuiranno “a migliorare la salute e la qualità della vita degli abitanti”. Un Rapporto a tal punto inattendibile, che la stessa Giunta Comunale, dopo le proteste degli abitanti, ha ritenuto opportuno affidare ad altro professionista la stesura di un nuovo più documentato e credibile studio ambientale.
L’incarico affidato ha però un vizio di fondo in quanto suggerisce non tanto di valutare se l’opera in relazione all’impatto ambientale debba essere realizzata o meno, quanto piuttosto di proporre delle possibili “compensazioni ambientali”. Da quanto pubblicato recentemente dalla stampa locale dette “compensazioni” potrebbero consistere nella de-pavimentazione di aree impermeabilizzate e nella messa a dimora di nuove alberature in altri contesti urbani o nella “monetizzazione del danno”, ovvero nella richiesta di un contributo monetario per la realizzazione di altre opere di pubblica utilità.
La “monetizzazione del danno”, a fronte dei cambiamenti climatici in atto ed a fronte dei gravi rischi alla salute degli abitanti che saranno l’inevitabile conseguenza del prevedibile incremento dell’inquinamento urbano e dell’isola di calore generati dall’intervento e dal traffico indotto, non è assolutamente accettabile. Anche perché il valore intrinseco della natura e degli ecosistemi risulta del tutto incommensurabile con i criteri dell’economia neoclassica, che, banalizzando la complessità per poterne determinare il valore di scambio, tende a concepire la natura stessa unicamente come merce.
Per quanto poi concerne l’ipotesi di una compensazione effettuata utilizzando il principio del “consumo di suolo netto”, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) nel “Libro bianco sulla gestione sostenibile del suolo”, dopo aver evidenziato come in un ettaro di suolo si possono trovare fino a 5.000 kg di organismi viventi facendo sì che «… sotto i nostri piedi sia concentrato il 25% della diversità biologica» e che quindi i suoli «…rappresentano il supporto e la sede di tutta l’attività biotica, compresa quella umana, presente negli ecosistemi terrestri», ricorda anche che la Commissione Europea ha chiarito nel 2016 come una compensazione per gli interventi che consumano suolo non può consistere semplicemente nel de-pavimentare aree attualmente asfaltate, in quanto «… l’azzeramento del “consumo di suolo netto” significa evitare l’impermeabilizzazione di aree agricole e di aree aperte e, per la componente residua non evitabile, compensarla attraverso la rinaturalizzazione di un’area di estensione uguale o superiore, che possa essere in grado di tornare a fornire i servizi ecosistemici forniti dai suoli naturali» (European Commission, aprile 2016).

I sottoscritti

rivolgono dunque il presente appello al Sindaco ed al Consiglio Comunale affinché non venga autorizzato un intervento che distruggerebbe una superficie agricola e naturale pari a due volte il Prato della Valle favorendo gli interessi economici di pochi a scapito della collettività.

Comitato Cittadini di Granze di Camin (PD)

Adesioni al 22/11/2023


Luca Mercalli, meteorologo

  1. Comitato Cittadini di Granze di Camin
  2. Circolo Wigwam® Il Presidio sotto il portico
  3. Legambiente Padova
  4. Italia Nostra Padova
  5. Associazione Parco Agro-paesaggistico Metropolitano
  6. Istituto Nazionale di Bioarchitettura
  7. Cooperativa agricola El Tamiso
  8. Azienda agricola Arakè
  9. Associazione per la Pace
  10. Gruppo Giardino Storico Università di Padova
  11. Adl Cobas
  12. Isde – Medici per l’Ambiente
  13. Centro Studi l’Uomo e l’Ambiente
  14. Legambiente “Sarmazza” – Saonara e Vigonovo
  15. Legambiente “Patriarcati” – Albignasego e Maserà
  16. Legambiente Medio Brenta
  17. Prandina Parco della città
  18. Fridays For Future
  19. Comitato Lasciateci Respirare Monselice
  20. A.RI.A bassanese – Associazione bassanese per il RIspetto Ambientale
  21. Comitato Spontaneo Monteortone
  22. Comitato Zona Verde Saonara
  23. Comitato civico Salboro Ferri Papadopoli
  24. Comitato Iris
  25. Associazione Intercomunale Brenta Sicuro
  26. AR/CO Architettura Contemporanea
  27. Comunità e Territorio Maserà
  28. Urbanistica e contesto
  29. Comitato Stanga
  30. Comitato Zero Pfas Padova
  31. Comitato Che aria respiriamo
  32. Comitato Palestro 30 e lode
  33. Comitato Vivere bene a San Bellino
  34. Spazio Catai
  35. Laboratorio Pontevigodarzare
  36. Comitato No quarta linea inceneritore di Padova
  37. Gruppo di Acquisto Popolare di Padova e Provincia
  38. Il Veneto che Vogliamo provincia di Padova