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Pedemontana, per Cia Centro Lombardia i danni ambientali, economici e sociali saranno incalcolabili

di Cia Agricoltori Centro Lombardia.

Cia Agricoltori Centro Lombardia si dichiara esterrefatta per l’annuncio ufficiale dell’inizio dei lavori nei primi mesi del 2024 dei cantieri per la realizzazione delle Tratte B2 e C di Pedemontana. Una celebrazione in pompa magna quella che si è tenuta venerdì a Meda in villa Antona Traversi alla presenza del ministro Matteo Salvini, un evento volutamente a porte chiuse durante il quale è vergognosamente uscita allo scoperto la volontà di privilegiare gli interessi politici di pochi sulle logiche di benessere dei cittadini, dell’economia locale e dell’ambiente.

Tante parole, tante promesse, tanti proclami, ma in fine dei conti nessuno che ad oggi abbia saputo fornire un’analisi dei costi e dei benefici di questa nuova tratta di Pedemontana, alla quale si aggiunge la famosa e famigerata tratta D Breve, che nemmeno è stata approvata dalla Bei dopo le modifiche apportate in corso di progettazione.

I danni invece ai cittadini, alle aziende, al territorio e all’ambiente sono invece drammaticamente chiari, reali e tangibili.

In primis la sparizione delle imprese agricole, che vedranno i propri terreni espropriati per costruire il tratto D, con l’inevitabile perdita di lavoro degli agricoltori e di tutti coloro che operano nell’indotto della filiera agroalimentare. Un danno economico che si tramuterà inevitabilmente anche in danno sociale: saranno molti i disoccupati che non potranno garantire un futuro dignitoso alle proprie famiglie. L’assenza di produzione agricola coinvolgerà inoltre la qualità e i prezzi degli alimenti: dall’ortofrutta ai cereali, dai latticini agli insaccati, la perdita di prodotti agricoli locali obbligherà i cittadini a dipendere ancora di più dai mercati esteri, cosa che porterà all’aumento di prezzi intaccando le tasche dei consumatori.

Per ciò che riguarda le tematiche ambientali, i danni provocati da Pedemontana saranno molti e rischiano di essere incalcolabili, oltre che irrecuperabili. L’esasperata cementificazione di un territorio, la Brianza, già devastata e privata di terreni boschivi e agricoli, con paesi che hanno più del 90% della propria superficie coperta da cemento (come ad esempio Meda stessa), non può permettersi altri scempi di questo genere. Non ci si dimentichi in tal senso che l’impoverimento del terreno causa, ad ogni pioggia intensa, inondazioni e straripamenti, con paesi interi che si ritrovano allagati, così come succede ogni qualvolta al quartiere Niguarda a Milano, con disagi ai cittadini e danni economici di ampia portata, fatti questi che rappresentano solo il primo passo prima di arrivare a situazioni drammatiche come quelle che abbiamo vissuto solo pochi mesi fa in Emilia Romagna.

La Pianura Padana è un polmone sempre meno verde, che va protetto e non ulteriormente devastato: la costruzione di un’autostrada porterà alla diminuzione di componenti arboree, all’inaridimento di terreni tra i più fertili d’Europa, all’aumento di polveri sottili ed emissioni di gas di scarico, all’estinzione di fauna selvatica, all’inquinamento delle falde acquifere. Il benessere dell’ambiente e dei cittadini sono in pericolo, ad oggi l’unica strada ben visibile a tutti è quella che porta alla distruzione dell’ecosistema.

Sarebbe quindi questa la politica green, che tanto viene decantata dai politici nazionali, ed invocata a gran voce dalla Ue e dalle istituzioni internazionali ? Anziché promuovere la mobilità sostenibile, viene costruita una nuova autostrada a 8 corsie ? Siamo alla più totale follia, un controsenso continuo che stravolge il senso di comunità, di progresso, di benessere.

Cia Agricoltori Centro Lombardia si aggiunge ai numerosi comitati che si sono schierati contro Pedemontana, e chiede con forza che le istituzioni blocchino il prima possibile la costruzione di quest’opera, e che si smetta di ragionare in funzione dell’interessi di pochi ma si pensi al bene della comunità, ovvero di fare quello che dovrebbe sempre essere il compito di chi gestisce la res publica.