di Legambiente Pisa
Comunicato stampa del 23.1.2024
In Consiglio Comunale si è discusso delle risorse economiche necessarie a realizzare la tangenziale nord est. La “nuova viabilità” dovrebbe unire la via Aurelia a Cisanello attraverso la piana a nord di Pisa con un percorso di 16 Km. Il costo previsto è di 200 milioni di euro, mentre nel 2007 era di 70 milioni. A oggi è finanziato e appaltato il primo lotto da Madonna dell’Acqua a via Pietrasantina per una spesa di 27 milioni.
Una spesa complessiva notevole per un’opera considerata “strategica” da quasi tutto il Consiglio (fa eccezione il consigliere di “Diritti in Comune”) in quanto l’opera dovrebbe favorire la mobilità veicolare nell’area pisana. Ma è una pericolosa illusione. Gli ingorghi che strangolano la città di Pisa non derivano da flussi di attraversamento, ma sono originati dai moltissimi spostamenti che penetrano a fondo nel tessuto urbano tentando di raggiungere il cuore della città, come indicato dagli studi del Piano Urbano del Traffico del 2000 e successivamente mai smentiti, anche in occasione della elaborazione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile del 2020. Si insegue l’illusione che nuove strade favoriscano la mobilità consentendo flussi più veloci. È dimostrato, invece, che l’unico modo per ridurre il traffico è ridurre il numero dei mezzi privati in circolazione, con una politica urbanistica e della mobilità che favorisca trasporto pubblico e mobilità “attiva” (bici e piedi).
Ma l’opera, oltre che costosa e inutile, è anche dannosa per molti diversi motivi.
La tangenziale sarebbe il cavallo di Troia per nuovo consumo e impermeabilizzazione del suolo: porterebbe nuovi insediamenti commerciali e residenziali lungo il suo percorso, favorendo l’esodo dalla città verso la campagna e ostacolando gli spostamenti radiali per tutti i mezzi che non fossero auto. La “città diffusa”, che allontana i cittadini da servizi, lavoro e persone, impone poi l’uso del mezzo privato: il miglior modo per aumentare il traffico pendolare. Inoltre la tangenziale aprirebbe una lunga ferita da est a ovest dividendo in due la piana, separando località ora contigue. Il taglio della pianura deturperebbe irrimediabilmente il paesaggio rurale tra Pisa e San Giuliano e ostacolerebbe gli spostamenti radiali da e verso la città.
E non dimentichiamo danni meno evidenti, ma importanti e non trascurabili. Ad esempio l’aumento dell’inquinamento acustico che, per il quartiere I Passi, potrebbe moltiplicare di 32 volte (16 decibel) i limiti di legge. O gli impatti negativi permanenti per flora e fauna previsti dalla VAS redatta per il Comune di Pisa nel 2010.
Le stesse ingenti risorse economiche destinate a questa opera dannosa potrebbero essere utilizzate per potenziare il trasporto pubblico (come ad esempio il raddoppio della ferrovia Pisa-Lucca e sua trasformazione in metropolitana di superficie e linee urbane elettrificate in sede propria) o i percorsi protetti pedonali e ciclabili. Le idee non mancano, basta abbandonare l’idea che la città sia costruita per le auto e non sia, invece, delle persone.
Legambiente Pisa
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Il progetto dovrebbe impattare anche sull’acquedotto mediceo; segui il gruppo fb