Prosegue al Senato l’iter della proposta di legge cosiddetta Salva Milano, approvata dalla Camera dei Deputati il 21 novembre 2024. L’atto, ora rubricato “Disposizioni di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia”, è in questi giorni in discussione presso la Commissione Ambiente (8a), dove si stanno svolgendo le audizioni di vari enti, associazioni e istituzioni.
All’audizione del 4 febbraio scorso ha avuto la possibilità di intervenire anche il Forum Salviamo il Paesaggio, rappresentato da Paolo Berdini (urbanista e saggista).

Qui è disponibile la registrazione della seduta (Salviamo il Paesaggio è al minuto 59’45’’).
“Quando si interviene nella città costruita, ciò avviene su una struttura in cui l’urbanistica ha definito le rendite, le altezze degli edifici, le tipologie edilizie. Non riesco a comprendere come si possano difendere interventi che attraverso una semplice Segnalazione di Inizio Attività mutano in maniera irreversibile le volumetrie e le tipologie della città costruita.” Paolo Berdini ha sottolineato che è necessario un piano urbanistico. Quest’ultimo è l’unica strada per definire correttamente le destinazioni d’uso, smettendo di favorire pochi privati e fondi di investimenti che trasformano i suoli e le città a danno della vivibilità e della città pubblica.
Inoltre, ricordando che la proprietà diffusa degli immobili in Italia supera l’80% e che la maggioranza degli interventi in edilizia avviene sul patrimonio costruito, ha evidenziato che l’estensione a livello nazionale della procedura semplificata contenuta nella proposta di legge n. 1309 esporrebbe, nel prossimo futuro, a un consistente numero di ricorsi verso la magistratura da parte delle famiglie che abitano negli edifici preesistenti e che verrebbero danneggiate.

Berdini ha chiarito: “Salviamo il Passaggio è profondamente contrario a che il Senato approvi il testo arrivato dalla Camera, speriamo che il Senato recuperi quella civiltà urbana che è legata alla legge del 1942. Le città belle si fanno attraverso le regole. È stata violata ogni regola e, soprattutto nel caso Milanese, è stata data la possibilità, attraverso una semplice comunicazione amministrativa verso il Comune, di alterare la distribuzione delle rendite”.
Anche gli urbanisti contestano il Disegno di Legge
Il 4 febbraio, oltre a Salviamo il Paesaggio, in Commissione sono stati auditi gli urbanisti (INU – Istituto nazionale di urbanisticae SIU – Società italiana urbanisti), la Rete dei comitati della Città metropolitana di Milano e Italia Nostra. Sono emersi importanti elementi che hanno smentito molte delle affermazioni fatte dal sindaco di Milano Giuseppe Sala durante la lunga audizione del 28 gennaio.
Citiamo qui solo alcuni degli aspetti sottolineati.
Secondo Michele Talia (presidente dell’INU) il nuovo provvedimento si colloca in una pericolosa deriva in corso da anni, che privilegia provvedimenti settoriali e iniziative di corto respiro, riconducendo impropriamente le trasformazioni all’edilizia e non al governo del territorio. Inoltre l’ampliamento dell’ambito di applicazione della ristrutturazione edilizia (includendo anche il cambio di funzione), non prevista dal DPR 380/2001, cerca di realizzare una improbabile sovrapposizione tra quest’ultima e la ben più ricca e complessa rigenerazione urbana.
Angela Barbanente ha espresso le forti preoccupazioni della Società Italiana Urbanisti (a cui aderiscono 40 dipartimenti universitari), per l’effetto in termini di densificazioni frammentate episodiche, il più delle volte a leva immobiliare, al di fuori di qualsiasi organico progetto urbanistico e per il fatto che la Scia, in sostituzione del Piano Esecutivo, sottrae interventi di rilevante dimensione e impatto alla valutazione non solo degli organi collegiali dei comuni ma anche di quella dei cittadini. Ha inoltre ricordato il grave problema delle scarse dotazioni di personale tecnico nei comuni italiani.
Giuseppe Natale (Rete dei Comitati della Città Metropolitana di Milano), riportando la posizione di 23 comitati di cittadinanza attiva, ha descritto la gravissima situazione vissuta dagli abitanti, in una delle aree più inquinate al mondo, dove i morti per l’aria malsana sono in aumento e la priorità dovrebbe essere la riconversione ecologica dell’economia. Chiedendo ai parlamentari di fermare quella che secondo lui, anziché Salva Milano, dovrebbe essere chiamata “Salva Abusi” oppure “distruggi Milano”, ha ricordato che si continua a costruire nonostante ci siano circa 100.000 vani vuoti in città. Ha aggiunto che occorre piuttosto occuparsi dell’obbiettivo di azzerare il consumo di suolo, riprendendo in mano le proposte di legge esistenti, e avviare con urgenza un’indagine sullo stato dell’urbanistica nei centri urbani.
Luigi De Falco (presidente della sezione di Napoli e del Consiglio regionale Italia Nostra) ha rilevato che per le problematiche di una città si vuole imporre a tutto il paese una lettura della legge statale che altrove è stata sempre interpretata correttamente, peraltro in violazione di quanto previsto dalla Corte Costituzionale, secondo la quale l’interpretazione autentica è ammessa in presenza di una grave incertezza normativa o di forti contrasti giurisprudenziali, elementi non presenti in questo caso. Secondo De Falco poi subordinare la possibilità di non rispettare le altezze degli edifici alla valutazione dell’”interesse pubblico concreto e attuale” introduce un elemento discrezionale bypassando il processo di pianificazione. Ha evidenziato inoltre le conseguenze in termini di minori oneri di urbanizzazione, che sono dimensionati in funzione del tipo di trasformazione, con un possibile danno erariale.
Consulta qui il testo del DDL 1309 cd Salva Milano.