Ph dal video di Vittorio Petrelli

Un parcheggio al posto del bosco….?!?

A Civitavecchia, un prezioso ecosistema naturale rischia di essere trasformato in una lastra di asfalto: una storia apparentemente incredibile, nel 2025, ma purtroppo drammaticamente possibile…

di Elisa Ferretti

C’è un bosco a Civitavecchia, cittadina marittima laziale molto trafficata da persone e merci di ogni tipo.

Un bosco che sta crescendo da oltre dieci anni, grazie a una destinazione richiesta dal Ministero per l’Ambiente, a parziale compensazione dei danni ambientali conseguenti all’attività della centrale termoelettrica.

Il bosco fa ciò che deve fare ogni suo simile che si rispetti: cresce, e nel farlo aumenta la propria complessità; arrivano nuovi abitanti (sia vegetali sia animali) e quello che solo pochi anni fa era una semplice zona alberata (pini, lecci, olivi) diventa un prezioso ecosistema naturale, che va tutelato, anche alla luce della recente introduzione della Legge europea sul ripristino della natura.

Oggi questo bosco rischia di essere eliminato, per fare spazio ad “aree per la logistica”.

Ma facciamo un passo indietro…

Quella di Civitavecchia (località Torre Valdaliga per la precisione) è una centrale termoelettrica storica di ENEL, che nel 1999-2000 ne chiede la conversione a carbone; tra le prescrizioni del Ministero dell’Ambiente c’è la realizzazione di un “bosco compensativo” di circa 37 ettari.

Il bosco viene realizzato tra il 2003 e il 2014, grazie alla piantumazione di oltre 11.000 alberi e 90.000 arbusti, costata in tutto 18 mln di euro (14 per la posa a dimora e oltre 4 milioni per la manutenzione).

Poiché oggi le centrali a carbone non sono più economicamente interessanti, anche quella di Civitavecchia è in dismissione, prevista verso la fine del 2025.

ENEL sta pensando a uno sviluppo industriale dell’area, attirando altri investitori e, come si legge candidamente in una sua presentazione, ha “avviato un percorso per il superamento della prescrizione a verde dell’area a monte della ferrovia, abilitandone il nuovo sviluppo industriale attraverso un progetto di valore per il territorio, energetico e/o complementare, anche in integrazione con progetti logistici”.

Giungono voci dal territorio, tuttavia, secondo le quali tale “integrazione con progetti logistici” si possa tradurre nella “realizzazione di piazzali e parcheggi per automobili”.

In pratica, ENEL sta chiedendo l’eliminazione del vincolo a bosco per asfaltare l’area, che nel tempo è diventata una riserva naturale e un ecosistema naturale molto ricco e meritevole di tutela, sia per la legislazione nazionale (che definisce “area boscata” tutte le aree superiori a 2.000 mq, le quali di conseguenza risultano sottoposte a vincolo sia forestale sia paesaggistico) sia per la normativa regionale, che ha creato un istituto ad hoc (il “Monumento naturale”) per riconoscere e proteggere le emergenze naturali.

Il Comitato “Salviamo il bosco” si è attivato per evitare la distruzione del bosco di Torre Valdaliga, chiedendo in primo luogo alla Regione Lazio di riconoscere il valore ambientale ed ecologico dell’area, mediante l‘istituzione di un Monumento naturale (ai sensi art. 6 – Legge Regionale Lazio n. 29 del 6 ottobre 1997).

Il Comitato sta cercando di raccogliere adesioni attorno alla campagna, mediante una Petizione su Change.org mirata a chiedere al comune di Civitavecchia di assumere un atto di Consiglio Comunale di tutela e immodificabilità del sito con destinazione bosco; e alla Città Metropolitana, alla Regione Lazio e al MASE, ognuno per quanto di propria competenza, di rendere immodificabile il sito e il bosco ivi realizzato.

Video sintetico sulla vicenda “Salviamo il bosco e il taglio di 14.500 alberi”.

Immagini del bosco.

Firma la Petione su change.org.

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