Anche in Piemonte si prepara una legge sul consumo di suolo

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La Regione Piemonte ha presentato lo scorso dicembre una bozza di Disegno di legge regionale dall’importante titolo “Norme per il governo sostenibile del territorio e il contenimento del consumo di suolo“, che è stata sottoposta a tutte le forze politiche, economiche e sociali come strumento efficace per intervenire su un tema che a noi sta parecchio a cuore.

Come è già capitato in molte altre Regioni, l’avvio dell’iter sembra essere permeato da buone intenzioni ma privo di quella forza che davvero dovrebbe guidare un intervento normativo così urgente e capace di orientare il comparto edile verso l’unico vero obiettivo oggi proponibile, cioè lo sviluppo delle attività di riuso e rigenerazione dell’esistente e un definitivo arresto del consumo di suolo libero.

Anche per la norma regionale piemontese si ragiona attorno al concetto di “contenimento e questo è già il primo grave limite su cui poggia il corpo legislativo.

Ma è l’intero testo del disegno di legge che pare configurarsi in larga misura più come una parziale (ma ampia) riforma delle disposizioni in materia urbanistica che come una proposta per evitare il consumo di suolo, con profonde  disposizioni di carattere urbanistico che andrebbero a creare una sorta di “legge regionale parallela” alla legge urbanistica regionale (L.R. 56/1977 e s.m.i.), pure di recente ed altrettanto ampia revisione.

I Comitati piemontesi del Forum Salviamo il Paesaggio hanno esaminato la bozza proposta dalla Regione epresentato un proprio articolato documento di “osservazioni” preceduto da una nota di commento in cui vengono espresse le numerose perplessità sulla distanza tra quanto dichiarato nel titolo dell’intervento legislativo e il suo effettivo enunciato.

In particolare, il Forum piemontese ha chiesto che il Disegno di legge regionale si concentri esclusivamente sull’arresto (e non il semplice contenimento) del consumo di suolo e proponga precise regole per l’effettivo conseguimento e riferibili alla legge urbanistica regionale vigente: se si vuole (nuovamente) intervenire nella modifica della L.R. 56/1977 e s.m.i., che si apra una sua revisione diretta e non la si “nasconda” all’interno di un provvedimento di altra natura !

L’analisi della bozza regionale rende evidente come, al di là delle affermazioni di principio, non sempre cogenti, tutto venga rimandato a successivi provvedimenti attuativi e a piani territoriali e locali senza che agli stessi vengano applicate indicazioni operative effettivamente stringenti. Viceversa una legge contro il consumo di suolo dovrebbe contenere alcune indicazioni molto forti e tali da implicare un rapido adeguamento degli strumenti urbanistici.

Secondo il Forum piemontese ci sono voluti circa 35 anni per far si che tutti i Comuni fossero dotati di un P.R.G. adeguato alla L.R. 56/1977 (e svariati Comuni ancora oggi non sono nemmeno adeguati al P.A.I.), quindi pare davvero impensabile prevedere che tutti e 1204 siano costretti a rifare i propri strumenti urbanistici generali per il tramite di quello “sdoppiamento del piano” (piano strutturale e piano operativo), operazione peraltro già proposta a suo tempo (Giunta Bresso, Assessore Conti) con il disegno di legge regionale n. 488 del 2007, mai convertito in legge per la sua non semplice applicazione e per gli alti costi da sostenersi a carico dei Comuni.

Il Forum rileva, inoltre, che nelle Regioni che tra il 1995 ed il 2000 hanno approvato leggi regionali della c.d. “terza generazione” con tale metodologia dello sdoppiamento del piano, si è solo aumentata la proliferazione dei piani a discapito della tutela dei suoli (la Regione Emilia Romagna, ad esempio, sta ritornando al piano urbanistico tradizionale).
Inoltre questa modifica procedimentale rischia di portare ad un ulteriore “scarico di responsabilità” della Regione Piemonte nel processo di formazione degli strumenti urbanistici comunali, in quanto non verrebbe nemmeno consultata dai Comuni per la formazione ed approvazione del Piano operativo.

Si sarebbe invece potuto operare esclusivamente sul fronte dell’improrogabile contrasto al consumo del suolo (lasciando perdere l’ennesima riforma urbanistica) con le vigenti disposizioni regionali, redigendo un “semplice regolamento” di raccordo tra i disposti della L.R. 56/1977 e s.m.i., degli artt. 26 e 31 del P.T.R. del 2011 e delle definizioni della D.G.R. 27/7/2015 n. 34-1915 sul monitoraggio del consumo di suolo in Piemonte, tenendo presente l’altissimo numero di abitazioni inutilizzate dichiarate dalla stessa Regione (525.699 su un totale di 1.922.099) pari al 27,35 %.

In conclusione, per il Forum piemontese la bozza presentata dalla Regione dovrebbe essere completamente rivisitata e impostata su basi molto più cogenti.

A questo link potete scaricare il documento trasmesso alla Regione, con le proposte di modifica e le annotazioni puntualmente suggerite.

Ci auguriamo che la Regione recepisca il messaggio e corregga il tiro …