A cura di Saverio De Marco, Delegato Regionale AIW Basilicata Associazione Italiana WIlderness.
La mattina del giorno 22/10/2021 su whatsapp son girate delle foto che mostrano un mega pannello solare posto nei pressi della cima del Dolcedorme (cima più alta del Parco Nazionale del Pollino), come si può rendere conto chiunque conosca bene questa montagna.
Già nei giorni scorsi alcuni escursionisti erano stati allertati da voli di elicottero che scaricavano materiale vistoso nei pressi della cima del Dolcedorme. Di fronte agli allarmi legittimi degli escursionisti, associazioni e guide, l’Ente Parco rispondeva con un comunicato sulla sua pagina facebook in cui si parlava di un “piccolo pannello solare” e di telecamere per la videosorveglianza antincendio installate sui resti della vecchia postazione meteo anni ’60, già esistente a Timpa di Valle Piana.
Tutto ciò è inesatto perché l’installazione riguarderebbe, come si capisce dalle foto, i dintorni della cima del Dolcedorme (come era del resto scritto sul progetto del Parco, costo 100.000 euro), guardando verso la cresta est.
L’Ente Parco si contraddice?
Chiediamo una spiegazione. Ci sembra pertanto fuorviante parlare di “notizie prive di fondamento” come affermato dal Parco, perché nei pressi della cima, in un’area assolutamente integra, effettivamente si sta installando un impianto fotovoltaico.
Il fatto è di una gravità inaudita: si calano dall’alto progetti senza rispetto per la natura integra delle cime, e senza rispetto per chi quei luoghi li ama e li vive, come i tanti escursionisti ed alpinisti che le montagne le vogliono conservare “forever wild“, ovvero per sempre selvagge e non imbrattate da cemento e ferraglia di vario genere. Non c’è nessuna scusante che giustifichi interventi del genere, né l’antincendio né la “messa in sicurezza del territorio”.
Un Parco Nazionale degno di questo nome avrebbe il dovere di conservare l’integrità paesaggistica e la bellezza della montagna, anche per rispetto delle generazioni future, non di contribuire a svilirla e deturparla…
Il Parco ha giustamente sospeso i lavori dopo le proteste sui social, indicando che presto sarà effettuato un sopralluogo: a parte il fatto che semmai il coinvolgimento della società civile (Guide del Parco, CAI, Soccorso Alpino e associazioni ambientaliste ecc.) andava fatto prima, i sopralluoghi previsti non serviranno a nulla se non si smantellerà l’impianto.
Si chiede pertanto il ripristino immediato dello stato originario dei luoghi e di riportare il materiale a valle con l’elicottero.
Foto di Mimmo Ippolito