A cura di Andrea Scarchilli, Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica.
E’ negativo il giudizio dell’Uncem (Unione nazionale comuni comunità enti montani) sul bando predisposto dal Ministero della Cultura nell’ambito del percorso del Piano nazionale di ripresa e resilienza che finanzierà progetti di rigenerazione dei borghi. Il miliardo di euro a disposizione è stato collocato in due linee. La prima andrà a sostenere un progetto per ciascuna regione. Le risorse della seconda (in tutto 580 milioni di euro) saranno contese da progetti per la rigenerazione culturale e sociale presentati da Comuni in forma singola o aggregata (fino a un massimo di 3) con popolazione residente complessiva che non superi i cinquemila abitanti: si conta così di finanziare interventi in 229 borghi.
Il presidente nazionale dell’Uncem Marco Bussone lo definisce “una misura iniqua e inadeguata. Sia la linea A che la linea B non rispondono alle esigenze dell’Italia, un sistema costituito da paesi: i borghi sono un’invenzione di matrice culturale sulla quale si è montata molta retorica. Sono nati attorno ad essi molti luoghi comuni facilitati anche dalla fase pandemica. In Italia ci sono molti paesi piccoli e medio – piccoli che avrebbero avuto bisogno di interventi di rigenerazione ben diversi da quelli contenuti nel bando”.
Nel dettaglio il presidente dell’Uncem ritiene che “la linea A sia persino surreale: dare 20 milioni a un solo Comune per regione ingenera tra le altre cose guerre tra vicini e sperequazioni, l’esatto contrario di quello che dovrebbe essere uno degli obiettivi principali del PNRR, l’equità. La linea A ha del resto sollevato un vespaio di polemiche praticamente senza precedenti per bandi di questo genere negli ultimi vent’anni. Di fronte a una disponibilità di risorse tanto importante avremmo auspicato un maggiore ascolto: avevamo suggerito, al limite, di concentrare le risorse piuttosto che su un singolo comune su un gruppo, su un’area omogenea. Siamo smarriti: chi ha fatto il bando non ha capito che ci potevano essere soluzioni diverse per rispondere alle esigenze delle comunità”.
Non meno duro il giudizio di Bussone sulla linea B, perché “con la previsione di 229 borghi da finanziare scatta una corsa con il coltello tra i denti nella quale i Comuni sono contrapposti. Le aspettative finiranno per essere spesso deluse e i benefici, per chi la spunterà, non risulteranno realmente efficaci per contrastare lo spopolamento. E’ impensabile infatti puntare a rigenerare lo spazio pubblico intervenendo solo con restauri e riqualificazioni fisiche: i luoghi di comunità sono tali se le comunità li costruisce. Alcune candidature sono lungimiranti, ma se vengono deluse rischia di saltare il meccanismo di impegno a causa della mortificazione ricevuta”. Non tutto il male, come si dice, viene per nuocere, perché per il presidente dell’Uncem “la polemica che è nata deve aiutarci a ripensare un sistema di assegnazione delle risorse ai luoghi rurali”.
A Bussone viene chiesta anche una valutazione, visto il suo territorio di riferimento, della risposta del Piemonte: “Ci sono state molte candidature e si stima che si finanzieranno interventi in 19 comuni. Rilevo che molti sono già poco fiduciosi sulle possibilità di vincere e si rendono conto di essere al centro di un processo che non esalta il lavoro di comunità e di alleanze ma il particolarismo. In Piemonte, caratterizzato dalla significativa presenza di piccoli comuni, è importante come e più che altrove che le reti che esistono vengano riconosciute. E’ vero che la linea B consente le aggregazioni fino a tre comuni, ma c’è il problema che è miope pensare di dovere ricomporre a ogni bando le geografie. Fino a quindici anni fa il nostro Paese vantava la presenza di 350 comunità montane, che sono state bistrattate in tutti i modi: ritengo che valorizzare quel tessuto significherebbe avere una capacità di risposta unica e univoca ai bandi. Vanno utilizzate le reti che ci sono, vanno rafforzate: il Paese ha bisogno di stabilità istituzionale”.
Tratto da: https://www.inu.it/news/la-rigenerazione-dei-borghi-nel-pnrr-il-bando-stroncato-dall-rsquo-uncem/