Situato sulla sponda sinistra del fiume Adda, sul confine tra Bergamo e Milano, Crespi d’Adda rappresenta il più importante esempio di villaggio operaio in Italia per l’esemplarità di impostazione urbanistica.
Nella seconda metà del 1800 la famiglia Crespi ha scelto di costruire la sua fabbrica tessile nel triangolo di terra delimitato dai due fiumi, territorio all’epoca non ancora antropizzato. Ha quindi edificato la sua fabbrica riuscendo a coniugare in modo egregio le esigenze pratiche, con un raffinato senso estetico e il rispetto dell’Ambiente.
Famosi in tutto il mondo sono i dettagli architettonici della facciata della fabbrica, impreziosita da rosoni decorativi e da finestre elaborate e raffinate. Inoltre Crespi ha costruito lungo un canale attiguo al fiume Adda, una centrale idroelettrica per la l’energia necessaria alla produzione tessile e per il villaggio.
Oltre ad edificare la fabbrica, Crespi, a poco a poco, ha costruito l’intero villaggio per ospitare i suoi dipendenti. Ha costruito le case degli operai, degli impiegati e dei dirigenti facendo in modo che lo stile architettonico rispecchiasse il grado gerarchico. Ha voluto la scuola, la chiesa, il cimitero, il teatro, le piscine, il velodromo,l’ambulatorio medico, i lavatoi e la pineta insomma tutti i servizi a portata di mano per i suoi dipendenti … e per se stesso ha voluto un castello!
Nel 1995 Crespi d’Adda è stato insignito dall’Unesco patrimonio dell’Umanità.
Tutto si ispirava al buon senso: le recinzioni dei giardini erano costruite con il legno dei bancali e con le “fettucce” di ferro utilizzate per imballare il cotone, materiale recuperato dalla produzione tessile.
Le case sono state pensate con un ampio giardino e sono dotate di una doppia rete idrica: una per l’acqua potabile nelle case e una per l’acqua industriale per innaffiare gli orti e i giardini.
Ma del sogno dei Crespi cosa è rimasto oggi? Purtroppo proprio nulla! Dal dicembre 2003 la fabbrica ha chiuso e questo ha comportato l’interruzione di qualsiasi intervento di manutenzione. Atti vandalici, furti e intemperie atmosferiche stanno irrimediabilmente minando la struttura della fabbrica.
Una delle bellissimi ciminiere a pianta ottagonale è pericolante e per questo da circa un anno è stato parzialmente interrotto al traffico un tratto della via principale, con una semplice transenna a cui ormai non bada più nessuno!
L’amministrazione comunale non ha fatto nulla per il villaggio: ogni anno minacciano di sospendere l’erogazione dell’acqua industriale,vietano di installare pannelli solari sui tetti ma accettano di buon grado antenne satellitari e impianti di condizionamento sulle facciate!
Per amor del vero qualcosa è riuscita a fare: lo scorso autunno, per la riqualificazione del sagrato ha tagliato i sanissimi alberi lungo la scalinata della chiesa perché… rovinavano la vista! Hanno proprio una strana concezione del significato della parola “paesaggio”!!!
Sono così sensibili alla bellezza della visuale da abbattere una ventina di alberi ma non hanno la ben che minima remora ad approvare e incentivare la costruzione di un avveniristico grattacielo di circa 100 metri in prossimità del villaggio di Crespi d’Adda, quale ampliamento del parco di divertimenti Leolandia MinItalia, a destinazione commerciale non meglio precisata.
Il tutto erodendo una quantità enorme di terreno agricolo sacrificato a beneficio di un’estesa area di parcheggi: tutti in superficie!
Non è tutto, sempre in zona, nel comune di Brembate ma contiguo a Crespi d’Adda, vi è il depuratore del fiume Brembo dove vogliono installare una centrale a biomasse e vi è una cava di ghiaia che da anni viene sfruttata senza limiti: ora all’estrazione selvaggia vogliono affiancare la produzione del catrame!!
Naturalmente Sindaco e Assessori non hanno minimamente preso in considerazione le ragionevoli rimostranze di alcune associazioni presenti sul territorio e dei singoli cittadini!
piccolo aggiornamento: il signor Percassi a rilevato tutto e trasferirà quest’anno, il 2015, le sedi delle sue società nell’ex fabbrica. inoltre con fondi europei la torre è stata ripristinata.
Condivido il dispiacere nel vedere un contesto di tale valore e bellezza abbandonato, per poter far rinascere il villaggio è necessario riportare in vita la fabbrica…speriamo che la prossima amministrazione comunale se ne occupi!!!!
ma é sempre e solo questione di mazzette o roba che ci assomiglia. I comuni potano alberi insensatamente perché la vendita di legname porta utili, persino le foglie vanno al cippato. E se non sono utili diretti vanno al cugino con la segheria. Non riusciranno a fere un centro commerciale in fabbirica perché c ‘ é di mezzo Sovrintendenza e Unesco ma soprattutto perche non ci sono quattrini perche uno investa in un CC. Peró se non sono le persone a mobilitarsi non sarà il comune a difendere i loro interessi. Il comune non difende neanche i propri ma quelli dei propri componenti. Smettiamo semplicemente di votare i cannibali.
in questa situazione resta da fare da sé, una cooperativa di gestione, un grosso condominio come in certi paesi turistici e sottrarre o rosicchiare via via competenze al Comune. O semplicemente, come al taglio degli alberi, chiudergli la strada. É un grossissimo errore aspettarsi che la mamma alias Comune faccia per noi. Fa di piú un ufficio marketing che organizza eventi e lavora a percentuale.Oggi con la disoccupazione che c’ é si rischia pure di trovarlo aggratis. Per dire: ci sono gruppi teatrali, registi, elite che a periodi ” occupano” quasi silenziosamente interi paesi. Stile Capalbio solo che si chiamano Longiano, Sant’ agata, Sant’ Arcangelo, Bertinoro, san Pantaleo e via e via…nomi probabilmente poco o mai sentiti eppure fanno ” girare” un paese. Ma anche ristoratori, scuole, corsi…in fabbrica un centro ricerche, un centro studi, laboratori, musei…Fate un concorso o una sfida fra giovani, fra gruppi…
l’ idea di un centro commerciale é robaccia da geometri del comune, scontata, vecchia, provinciale, povera intellettualmente. in un periodo senza liquidi poi arrivano cinesate..Come dici? La tangente dei cinesi vale uguale xé i soldi non hanno odore? ahhh, ecco.
Perchè nessuno (stampa, radio ecc.)parla di queste cose? Io le ho sapute da una persona che a Crespi vive con la sua famiglia.
Secondo me la cosa più esecrabile sarebbe l’ apertura di un centro commerciale nell’ area della vecchia fabbrica.
Non ci volevo credere, oggi sono andato a crespi e effettivamente ci sono due transenne con divieto di passaggio alle auto nei pressi della ciminiera pericolante, veramente sconfortante
nel nome della speculazione più bieca e di un concetto di modernità che più provinciale non si può, ci vedremo presto sovrastati da un mostro di 100 metri di altezza avanzato da un qualche progetto non realizzato a Dubai. Il tutto condito dal taglio indiscriminato di alberi sani, dal crollo quotidiano di parti della bellissima fabbrica, da strade in uno stato miserevole. Speravo che almeno la vocina timida dell’opposizione in Consiglio Comunale facesse sentire un lontanissimo e flebile mugugno, ma mi illudevo.
Gabriele
Io sono una di quelli che ha scelto di andarsene da Milano per andare a vivere a Crespi, e vi assicuro che nel giro di pochi anni ho assistito all’abbandono del paese, lasciato letteralmente andare in pezzi. Manca la semplice manutenzione delle strade, a parte il primo tratto, e il taglio degli alberi sani è stato invece contrabbandato com taglio di alberi malati, versione presa per buona anche dalle opposizioni. Il vero delitto è la fabbrica storica, in totale stato d’abbandono e disinteresse da parte dell’amministrazione che invece ha puntato tutta la sua attenzione sul megacentro commerciale di Minitalia, l’ennesimo progetto affetto da gigantismo, (si parla di polo del lusso più grande del Nord). Almeno il Comune avrebbe dovuto pretendere come compensazione un progetto per Crespi, dei finanziamenti. Zero.In attesa che l’Unesco tolga il patrocinio. E allora liberi tutti.
Gentile Paola, mi rendo conto che questo post è stato inserito un anno fa, ma l’ho trovato ora e vorrei scambiare con lei qualche opinione, essendo io una che si sta per trasferire a Crespi d’Adda. Come possiamo metterci in contatto?
Se vede questo post, e mi può dare una risposta positiva, trascriverò qui la mia email.
Grazie molte, un saluto. Cristina
Scrivimi su menelao@rocketmail.com
A Natale mi hanno regalato un libro di un fotografo bergamasco, Mario Donadoni credo, che ha ripreso l’Adda e i suoi dintorni da una mongolfiera, dai laghi fino allo sbocco nel Po
Foto fantastiche, che fanno capire quanto è ancora bella la Lombardia nonostante lo scempio cementizio degli ultimi anni e che purtroppo è ancora in atto
Uno dei posti che mi ha colpito di più è stato proprio Crespi d’Adda, la cui storia onestamente non conoscevo
Posto meraviglioso, esempio lampante della differenza di mentalità ed etica tra gli imprenditori del passato (Crespi) e gli speculatori di oggi
La cecità e l’incompetenza delle amministrazioni mi lascia sempre più basita, non riesco a credere che davanti alla bellezza del nostro paesaggio e del nostro passato, deturpata e sfregiata per sempre, ci sia tutta questa indifferenza. Queste notizie mi feriscono e mi fanno soffrire, ma c’è una cosa che voglio dire: amministrazioni incompetenti la mia generazione non darà respiro alle vostre deleterie politiche del cemento, il vostro localismo ridicolo e la vostra inacettabile mancanza di lungimiranza e furbizia nella gestione della cosa pubblica non saranno digerite, verrete messi da parte a tempo debito quando noi avremo gli strumenti per poter riparare a tutti i danni della vostra inadeguatezza
Abitavo a Milano nel 1979 e feci una gita domenicale a Crespi d’Adda. Non lo dimentico. Sono desolata per chi non potrà mai più vedere questa testimonianza di un’ Italia che non riusciamo nemmeno più a sognare
Anna Pedrini
L’articolo è inquietante.
L’aggiunte di Matteo:
>Da una indagine effettuata sono disposti a scambiare tutto questo per un centro commerciale sistemato >all’interno della fabbrica o per una strada che li colleghi con Brembate o per un garage.
lo è ancora di più.
E il fatto che il tutto si adegui ad un triste andazzo nazionale non è una consolazione!
Ma si può fare qualcosa???
I robusti alberi della scalinata della chiesa di Crespi d’Adda offrivano un bel colpo d’occhio, offrivano ombra e offrivano uno stacco tra la strada e il sagrato. Peccato li abbiano tagliati.
I pochi interventi che ho visto fare negli ultimi 13 anni a Crespi si connotano per l’inutilita’ e il cattivo gusto.
Spero che chi ha fatto interventio i n passato non metta piu’ mano a Crespi D’Adda.
Coloro i quali sono nati a Crespi, non hanno la percezione della fortuna che hanno avuto. Bellezza, tranquillita’, verde, ecc.
Da una indagine effettuata sono disposti a scambiare tutto questo per un centro commerciale sistemato all’interno della fabbrica o per una strada che li colleghi con Brembate o per un garage.
Chi compra casa a Crespi non e’ persona che cerca semplicemente una abitazione.
La bellezza del posto ha un peso notevole. La sistemazione geografica anche: siamo alla confluenza del Brembo con l’Adda, siamo nel parco Adda Nord. La tranquillita’ di un villaggio della fine ‘800, dove la mettiamo?
Questi abitanti chiedo altro, non vogliono che il villaggio si deturpi.
Taluni pensano agli interventi su Crespi come se si trattasse di una frazione, di un villaggio comune. Altri, io tra questi, pensano ad interventi straordinari per un luogo straordinario.
Vi cito solo un esempio. E’ stato ristrutturato il vecchio cine-teatro. Propietaria la parrocchia/curia di Bergamo.
Il Comune si e’ impegnato economicamente nella risistemazione.
Restera’ in gestione per 17 anni circa, poi tornera’ alla parrocchia/curia di Bergamo.
Da quando e’ stata inaugurato, alcuni anni or sono, il teatro e’ stato sotto-utilizzato. Fo un esempio: non si e’ pensato ad una stagione teatrale che rilanci il villaggio. a un happening stagionale, ad una mostra mercato. Nulla.
Chiudo sperando che altre persone decidano di scrivere di Crespi D’Adda e di porlo al centro della attenzione.
Ciao
Matteo
quella del taglio degli alberi sani e’ agghiacciante.