Si moltiplicano gli stoccaggi di gas in provincia di Cremona: il caso di Bordolano

L’area interessata dallo stoccaggio del gas metano si estende per circa 135 kmq ed interessa 16 comuni, 11 dei quali in provincia di Cremona e 5 in provincia di Brescia.

Il territorio della provincia di Cremona è già interessato da due impianti di stoccaggio, a Sergnano e Ripalta Guerina, e dal progetto per un quarto impianto nell’altopiano della Melotta, geosito di particolare rilevanza ambientale, protetto dall’istituzione di una Riserva Naturale e di un Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS). Un altro impianto è previsto poi a Capriano del Colle (BS), a una ventina di chilometri da Bordolano.

Come coordinamento locale del Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori è stata presentata un’osservazione al Piano di Governo del Territorio (PGT) del Comune di Bordolano, adottato nel mese di Maggio, al fine di chiedere approfondimenti sul progetto dell’impianto di stoccaggio nel contesto dello strumento urbanistico.

Le aree destinate agli impianti di stoccaggio gas infatti sono state classificate come “ambito di trasformazione produttivo” nel Piano delle Regole, mentre non sono considerate tali nel Documento di Piano. Questo comporta, in sede di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), l’assenza della valutazione dei potenziali conflitti tra gli impianti e le aree residenziali, con particolare riferimento ad un ambito di espansione – sempre a destinazione residenziale – che si propone di realizzare a circa 50 metri dagli impianti stessi (cluster A). Non vengono quindi forniti né gli indirizzi di attuazione di tali ambiti di espansione produttiva, né gli interventi di mitigazione previsti.

Il Piano di Governo del Territorio, inoltre, non riporta alcuna fascia di rispetto per tali impianti, classificati come soggetti a “Rischio di Incidente Rilevante”, non prendendo in considerazione i possibili conflitti tra le attività di stoccaggio del gas e le altre attività presenti nelle immediate vicinanze (agricola, agrituristica e zootecnica), oltre che le necessità di tutela delle aree ricomprese nel Parco Oglio Nord, il cui confine è situato a circa 50 metri dagli impianti.

Altro aspetto su cui si è focalizzata l’attenzione nell’osservazione presentata è quello viabilistico. Nel Documento di Piano infatti non vi sono indicazioni sulla realizzazione degli innesti sulla viabilità provinciale. In particolar modo, la presenza del cluster B implicherà un aumento di traffico su un tratto della Strada Provinciale n. 25, dal tracciato piuttosto tortuoso e dalla larghezza ridotta, i cui flussi di traffico sono attualmente di entità modesta e caratterizzati dalla presenza di numerosi mezzi agricoli e di ciclisti.

Il territorio interessato dagli impianti di stoccaggio, situato a breve distanza dall’abitato di Bordolano e posto immediatamente a monte della vecchia scarpata morfologica del fiume Oglio, in prossimità del Santuario della Madonna della Neve, si caratterizza per l’apprezzabile qualità paesaggistica, evidenziata anche dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Brescia, Cremona e Mantova (parere del 3.12.2008 e nota del 17.3.2009). Le aree interessate dagli impianti di stoccaggio inoltre sono quasi interamente classificate dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) come “ambiti agricoli strategici”, per i quali lo stesso PTCP sottolinea la necessità di valorizzazione del paesaggio agrario.

Il progetto dell’impianto di stoccaggio di gas, pur di per sé sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), non può quindi prescindere dalle conoscenze maturate in sede di Studio Geologico del territorio comunale e deve essere preso in considerazione in sede di pianificazione territoriale comunale, oltre che di pianificazione di emergenza (ad oggi assente in comune di Bordolano) e di classificazione acustica del territorio comunale.

Le polemiche sull’impianto della Stogit SpA (Gruppo Eni) si erano riaperte in occasione del sisma che ha colpito l’Emilia, avvertito distintamente anche nel Cremonese; in quell’occasione, secondo quanto segnalato dal consigliere comunale di opposizione Luisa Pea, si è continuato regolarmente a stoccare il gas metano.

Forti critiche al progetto erano state espresse, tra gli altri, dal tecnico ambientale Massimo Cerani, cha ha stimato uno spreco energetico dell’impianto pari a un flusso termico in uscita di circa 350.000 MW annui, da don Gabriele Scalmana (responsabile per l’Ambiente della Diocesi di Brescia), che ha ricordato lo scoppio di un giacimento di gas sotterraneo proprio a Bordolano, nel 1952, e dal sismologo Marco Mucciarelli, che ha parlato del rischio di sismicità indotta.

Altri aspetti che hanno suscitato perplessità sono la scelta di importare risorse non rinnovabili anziché puntare sulla produzione locale e puntuale di energia pulita e la scarsa ricaduta occupazionale a livello locale.

Approfondimenti sull’impianto di stoccaggio in fase di realizzazione a Bordolano e su quello previsto a Romanengo sono presenti sul sito di ApertaMente Soncino, che ha organizzato alcune serate di approfondimento, denunciando una scarsa trasparenza nei confronti dei cittadini:

http://www.apertamente.eu/site/archives/tag/stoccaggio-gas

Lo Studio di Impatto Ambientale (Relazione non tecnica) dell’impianto di stoccaggio di Bordolano è pubblicato sul sito del Comune di Annicco, parzialmente compreso nell’area di stoccaggio:

http://www.comune.annicco.cr.it.comuneonline.net/stoccaggio_gas.pdf

 

Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori
Coordinamento Cremonese, Cremasco, Casalasco

2 commenti

  1. Buongiorno,
    vi prego di fare molta attenzione alle notizie che date anche perchè ingenerano paure nella popolazione che sono del tutto infondate:

    – riferite dello scoppio di un giacimento di gas, tale fenomeno è fisicamente impossibile nel sottosuolo in quanto non è presente l’ossigeno in grado di innescare l’esposione, probabilmente vi riferire a qualche incidente avvenuto in superficie? Indagherei meglio.

    – riferite di sismicità indotta dallo stoccaggio. Ad oggi sono scientificamente documentati solo pochi casi di macro sismicità (avvertibile dalle popolazioni che abitano su aree soggette a stoccaggio di gas naturale). Nella maggior parte dei casi si tratta di micro-sismi non avvertibili.

    Quanto agli aspetti energetici generali, fatto salvo tutto quello che è possibile fare per mitigare l’impatto ambientale degli impianti, per il momento lo stoccaggio di gas naturale in giacimenti esauriti di metano rappresenta l’unico mezzo per far superare gli inverni in Italia senza conseguenze drammatiche. Forse se focalizzaste di più la vostra attenzione agli enormi sprechi energetici nelle nostre abitazioni (se non si hanno più di 21°C le persone sono altrettanto celeri nel lamentarsi anche se questo comporta consumi energetici ingiustificabili).
    Il cambiamento di mentalità e del tipo di investimenti deve avvenire in un quadro chiaro delle conseguenze di quanto si propone, non si può dire sempre di no a tutto e poi prendere di passare gli inverni in case con temperature subtropicali.

    Cordiali saluti.

    Giuseppe Bellentani

    1. Gentile Sig. Bellentani,
      chiaramente non è nostra intenzione generare paure nella popolazione – atteggiamento fine a se stesso – ma solamente avanzare dei dubbi.
      Riguardo all’incidente del 1952, una precisazione: si trattò dell’incendio di un pozzo di estrazione del gas, durato 25 giorni. La notizia si guadagnò la prima pagina della “Domenica del Corriere”.
      http://www.classe1952.com/1952/Domenica_17.html
      Riguardo alla sismicità indotta, ci siamo riferiti al parere del sismologo Mucciarelli ma anche a quello espresso dalla Regione Lombardia, invocando il principio di precauzione.
      Credo sia necessario agire su più piani: giustamente lei ha evidenziato gli sprechi energetici delle nostre abitazioni (aggiungerei anche di tanti uffici pubblici: io in casa tengo 18-19°C, poi vado negli uffici della Pubblica Amministrazione e mi sembra di stare in una suana!). Credo però che le scelte strategiche riguardanti le tematiche energetiche debbano essere definite sulla base di un serio piano energetico nazionale. Si ha invece troppo spesso la sensazione che gli impianti nascano qua e là, un po’ a casaccio, in base a valutazioni che hanno ben poco di tecnico e strategico.
      Cordiali saluti
      valerio gamba

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