Da anni assistiamo ai mega-convegni sul suolo e le sue problematiche che coinvolgono centinaia di esperti, politici, ONG, studiosi, ricercatori, scienziati. Dopo il fracasso mediatico, tutto torna nel silenzio, lasciando praticamente inalterate e le situazioni e le posizioni dei vari partecipanti.
Può la “Global Soil Week“ (“Settimana globale sul suolo”), che si è tenuta a Berlino dal 27 al 31 ottobre 2013, essere considerata in maniera diversa? Forse sí, ed è una speranza non legata al numero dei partecipanti (quasi 500) ma alla loro qualità.
La “Settimana” è organizzata come contributo all’azione decisa a Rio+20 sul “Global Soil Partnership” (“Partenariato Globale sul suolo”) ed ha l’ambizione di tradurre le parole in fatti concreti. Annualmente (questa è la seconda, dopo quella del 2012) riunisce attori di diverse categorie (politici, pubblico, tecnici e ricercatori) e li sollecita su tematiche specifiche al fine di concordare azioni, analisi e iniziative da intraprendere.
La presenza di organizzazioni internazionali come FAO, Commissione Europea, UNEP, UNCCD non sta a indicare un loro possibile monopolio. Al contrario, sollecita i partecipanti di paesi industrializzati e emergenti a confrontarsi pariteticamente su tematiche relative al suolo e al territorio, con lo scopo comune della loro salvaguardia per le generazioni future (le quali, ricordiamolo, non essendo a presente né consumatori né elettori, non “esistono”!).
Ricercatori e scienziati del suolo accettano così di discutere con gli altri attori del territorio, attivando un dialogo costruttivo per tutti i partecipanti. Questo punto non è trascurabile, poichè i pedologi (ricercatori dei suoli) sono stati per lungo tempo una categoria restia a “parlare” al di fuori della loro cerchia ristretta.
La Settimana 2013 ha avuto come titolo “Perdendo terreno?” (“Loosing Ground?”).
Si è voluto così attirare l’attenzione non esclusivamente sulla perdita fisica di suolo fertile, ma anche sulla percezione che molti politici e molti media hanno in merito alla gestione sostenibile di risorse come il suolo e il territorio.
Solo al momento di alluvioni, inondazioni, frane, smottamenti si parla di cattive sistemazioni idrauliche e di cattiva gestione del territorio. Sullo sfondo rimangono i suoli – come entità estranea nemica minacciosa – e i ricercatori, vere cassandre inascoltate, che ne sollecitano il riconoscimento come corpi violati, spesso irrediabilmente feriti.
Da queste premesse si puó capire perché alla Settimana 2013 il dibattito si è concentrato sui quattro seguenti filoni tematici, corrispondenti ad altrettante risposte alla perdita globale di suolo:
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problematica della trasformazione, a livello mondiale, della materia e dei cicli nutrienti;
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incremento della gestione sostenibile del territorio;
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integrazione del suolo, territorio e paesaggio negli obiettivi di sviluppo sostenibile;
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governo (governance) responsabile del territorio.
Impossibile riassumere qui i contributi delle varie sessioni e di tutti gli interventi. Ne sottolineiamo solo alcuni:
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l’aumento ed il miglioramento della comunicazione da parte dei ricercatori con i media al fine di trasmettere i contenuti e i risultati delle ricerche, in particolare per far comprendere che un degrado neutro porterà benefici per tutti e particolarmente per i più poveri e i più vulnerabili ;
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il riconoscimento di ruolo, importanza e alto valore , per suolo e territorio, dei milioni di piccoli agricoltori;
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la necessità di essere più ambiziosi e definire nonché quantificare una serie di obiettivi universali;
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la concretizzazione delle attuali opportunità attraverso l’introduzione delle questioni del suolo nei dibattiti internazionali;
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il riconoscimento delle dimensioni (politica, tecnica e socio-economica) per ottenere un mondo a degrado neutro del territorio e lavorare strategicamente per favorire una comprensione comune di questo concetto.
Tra i risultati della Settimana, l’Agenda per Azioni va considerata uno strumento “vivo” di lavoro da consultare e aggiornare regolarmente con i contributi e le esperienze di tutti gli interessati (ndr. tutta la documentazione é accessibile e disponibile solo in inglese).
Seguire (e forse partecipare) alle Settimane globali sul suolo aiuta a comprendere da e con gli altri: se, come, dove, quando agire. Il tempo ci dirà se si tratta di un’ulteriore kermesse; ma dipende anche da noi fare sì che non diventi un’altra inutile riunione di livello politico o scientifico più o meno elevato.
Rapa Nui
(pedologi per Salviamo il Paesaggio)
[…] la presenza al padiglione europeo dell’EXPO 2015 a Milano, e la preparazione della nuova conferenza della “Settimana Europea sul Suolo” prevista nella prossima primavera. Il 2015 sarà inoltre un anno particolarmente […]
Ottima iniziativa!
Buon lavoro e grazie per il vostro impegno.
Valterio