Pubblicazioni – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Sat, 06 Jul 2024 20:28:32 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.6 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg Pubblicazioni – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 Vittorio Peretto: la liberazione estetica del giardino http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/07/vittorio-peretto-la-liberazione-estetica-del-giardino/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/07/vittorio-peretto-la-liberazione-estetica-del-giardino/#respond Tue, 02 Jul 2024 08:36:56 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16634 Di Maurizio De Caro (pubblicato su One Magazine Listone Giordano)

Vittorio Peretto, nato a Milano, in una famiglia che si tramanda dai tempi del bisnonno giardiniere in una villa neoclassica di Valdagno (Vi), delle piante di Convallaria japonica. Una sorta di testimone vegetale, erbaceo, secolare, passato di padri in figli senza interruzioni fino all’attuale quinta generazione.

In dieci pagine tracciate in punta di matita con piccoli disegni, e il tratto di scrittura sicuro e pieno di grazia, l’Autore ci consegna un minuscolo e profondo trattato sull’essenza stessa del “fare giardino, del fare paesaggio”, da Originalità-Eredità, passando per lontananza fino a comunicazione-contaminazione, un viaggio pieno di stupori, denso e circostanziato.

Da molto tempo non leggevamo con tale emozione un testo, che è al contempo viaggio di formazione e pausa di riflessione.

Peretto ci racconta in poche parole quanto sia una forma di benessere psico-fisico, avere la fortuna e la piacevolezza di guardare (e forse essere guardati) da ogni essenza naturale, vivente.

Vittorio Peretto, architetto paesaggista – ph Altitudini

Respiro silenzioso del mondo, compagne delle nostra evoluzione umana e della ricerca per il futuro, nella lentezza, premio e dono presente in ogni condizione ambientale che coinvolga gli esseri umani, tutti.

In queste poche pagine si legge la passione e l’impegno dell’autore per la creazione di luoghi migliori, dove architettura e paesaggio possano finalmente convivere in uno stato di perenne scambio antropologico, in un percorso etico significativo e irrinunciabile, fino a trovare quella libertà dove l’esperienza umana raggiunge il suo punto alto.

Devo anche riconoscere la totale assenza di retorica e di facile accettazione dei percorsi più alla moda di Peretto, una visione laterale, non manieristica, non estetizzante o facile da metabolizzare, in queste righe non a caso vergate a mano, c’è l’invito a guardarsi dentro per poi poter modificare quello che c’è fuori, intorno a noi, e in questa crasi si raggiunge la perfetta sintesi di cui la contemporaneità e l’antropocene hanno bisogno.

Ecco l’attualità di questa boccata d’aria fresca, cristallina, balsamica, ed infatti Peretto afferma senza difficoltà che in natura tutto ha una logica”, e come dargli torto, se ci invita a guardare al mondo con occhi meno velati dalla nebbia costante, che non ci fa godere delle meraviglie che abbiamo ricevuto in dono (ancora per poco), senza avere alcun merito, anzi attaccando i paesaggi solo per violentarli, distruggerli, renderli insopportabilmente artificiali.

Qui le trame ordite dall’architettura moderna e contemporanea si intravedono tutte, un processo di sostituzione tra naturalità e artificio che ha impedito ai fruitori della “città dell’adesso, istantanea”, di mantenere almeno la nostalgia del paesaggio, come se fosse una contraddizione in termini con la teorizzazione del progetto urbano attuale.

I drammi epocali del pianeta hanno cominciato a farci riflettere su alcuni argomenti che non sono mai stati attuali come negli ultimi venti o trent’anni, “il paesaggio tutto contiene e tutto trattiene scritto” afferma Martin Pollack, e queste ferite sono difficili da sanare, se non troviamo le cure adatte.

Questo breve saggio, unitamente all’opera di qualche decennio di Peretto ci indica una soluzione, ci chiede, e lo chiede agli architetti, quell’attenzione che è mancata nell’affrontare i temi urgenti, grandi e piccoli, e ci chiede ad ogni rigo del suo testo di coltivare nuove meraviglie, in un progetto di vera e beuysiana “difesa della natura”, prima che sia troppo tardi.

Queste “libere riflessioni sulla libertà del giardino”, è una lettura che toglie l’ansia e produce comunque una qualche forma di serenità, che si esplicita nelle pagine bianche che sono lasciate al lettore affinché le riempia di qualche idea, di qualche silenzio, di qualche nota, insomma la parola fine è ancora lungi dall’essere scritta ma, questo non ci impedisce, di continuare ad ascoltare il silenzio frenetico del grande giardino che ci circonda.

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La lettura del paesaggio http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/05/la-lettura-del-paesaggio/ Thu, 30 May 2024 08:57:59 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16592 Segnaliamo con piacere la recente pubblicazione di un nuovo libro di Frederick Bradley (edito da Pacini Editore) dedicato al paesaggio, di sicuro interesse per molti nostri lettori.

LA LETTURA DEL PAESAGGIO

In accordo alla Convenzione del Consiglio d’Europa sul Paesaggio. Implicazioni, applicazioni e potenzialità

Frederick Bradley

Percepire il significato degli elementi che formano il territorio e interpretarlo in base alla propria conoscenza. Questo, in estrema sintesi, vuol dire leggere il paesaggio.

Un approccio alla conoscenza del paesaggio, definito cognitivo-percettivo, che supera sia la tradizionale visione umanistica, basata sulla percezione estetica, sia l’analisi tecnico-scientifica, che esamina la realtà in quanto tale.

L’ampio riscontro che questa procedura trova nella Convenzione del Consiglio Europeo sul Paesaggio ne fa il paradigma di riferimento per la sua applicazione pratica nella pianificazione e gestione del territorio, e nel coinvolgimento della popolazione a tali attività.

Il metodo di lettura proposto è oggetto di una attenta disamina volta, da una parte, a confrontarlo con la visione, spesso controversa, del paesaggio propria della società moderna, e dall’altra a evidenziarne le potenzialità come strumento di conoscenza libero e universale.

Scarica l’indice del libro.

Per informazioni e acquisti vai sul sito di Pacini Editore.

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Per una agricoltura e una Europa capace di futuro http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/05/per-una-agricoltura-e-una-europa-capace-di-futuro/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/05/per-una-agricoltura-e-una-europa-capace-di-futuro/#comments Fri, 24 May 2024 16:44:50 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16590 L’Ecoistituto della valle del Ticino ha incontrato gli agricoltori del territorio. In un quaderno monografico analisi e riflessioni, per superare le pericolose semplificazioni che hanno caratterizzato il dibattito seguito alle recenti proteste e ribadire la necessità di favorire l’ampliamento dell’agricoltura contadina virtuosa a scapito di quella estrattiva dell’agro-industria

di Oreste Magni (Ecoistituto della Valle del Ticino)

Mercoledì 6 marzo, un folto gruppo di agricoltori si è incontrato alla Cascina Caremma di Besate (Mi). Negli stessi giorni i governanti in Italia e in Europa stavano promettendo di cancellare la diminuzione dei pesticidi, la parziale messa a riposo di porzioni di terreni agricoli, l’incentivazione della rotazione delle coltivazioni, arrivando, alcuni di loro, a definire come “estremistiche ed ideologiche” queste ed altre scelte di puro buon senso che loro stessi avevano votato.

I dietrofront contraddittori dei governanti, servono a questi nostri agricoltori? Sono loro stessi a dirci di no, quelle scelte vanno invece incontro all’agro-industria e ai colossi mondiali che hanno quasi il monopolio planetario nel commercio di sementi e pesticidi e che decidono i prezzi dei prodotti agricoli. Monsanto, Bayer, Cargill, che con i loro rivenditori continueranno a vendere come prima, mentre i loro azionisti vedranno i loro guadagni assicurati.

Non è questo che chiede l’agricoltura che ha cura del territorio, e chi nel mondo scientifico si sta occupando del problema. Quelle concessioni all’agro-industria non servono né a loro né a noi cittadini, né all’economia, né al pianeta.

Nella loro lettera (vedi a pag. 6 del n 6 dei Qauderni per pensare, a cura di Ecoistituto della Valle del Ticino, supplemento a La città possibile) Gabriele, Dario, Renata, Niccolò e gli altri produttori fanno notare che gli agricoltori non sono tutti uguali. Purtroppo, fino ad oggi la politica agricola della UE ha premiato soprattutto l’agricoltura industriale, che tende a produrre enormi quantità a prezzi bassi, impoverendo sempre più gli ecosistemi e i piccoli agricoltori.

Andando in questa direzione ci perderemo tutti: la nostra salute, quella dei terreni, dei fiumi e dei mari, delle falde acquifere e dell’aria che respiriamo. Il Servizio Sanitario Nazionale, l’INPS, l’INAIL continueranno a spendere un sacco di soldi (nostri) per curare le malattie provocate dall’inquinamento, da una nutrizione troppo povera e cibi di dubbia qualità e provenienza.

Un serio dibattito sulle reali cause del disagio degli agricoltori, non va quindi indirizzato contro la protezione dell’ambiente e la lotta ai cambiamenti climaticiLa riflessione va incentrata su un sistema alimentare ingiusto, espressione degli interessi delle grandi corporazioni agroindustriali (chimiche, meccaniche, sementiere, della trasformazione alimentare), che penalizza chi produce e chi consuma.

Questo quaderno, nell’interrogarsi insieme a questi agricoltori, su cosa possiamo fare, vuole essere una piccola ma convinta voce diversa, che vada al di là alle narrazioni interessate delle lobby e dei monopoli agroindustriali.

Le registrazioni video dell’incontro del 6 marzo, le potete trovare sul nostro canale youtube digitando www.ecoistitutoticino.org alla voce media.

Oreste Magni

Ecoistituto della valle del Ticino OdV

info@ecoistitutoticino.org

Scarica qui il numero di aprile 2024 dei Quaderni per pensare, a cura di Ecoistituto della Valle del Ticino, supplemento a La città possibile

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Mezzo secolo dopo: “Roma moderna” ci parla ancora del nostro futuro http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/03/mezzo-secolo-dopo-roma-moderna-ci-parla-ancora-del-nostro-futuro/ Tue, 12 Mar 2024 19:05:35 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16418 Segnaliamo l’iniziativa di presentazione della nuova edizione ampliata del saggio “ROMA MODERNA” di Italo Insolera, che si svolgerà il 26 marzo, alle ore 17.30, presso l’associazione culturale Enrico Berlinguer, Viale Opita Oppio 24.

Comunicato di: Paolo Berdini per Roma La Città Pubblica e Anpi Cinecittà Quadraro

A marzo 2024 esce la nuova edizione dello storico insuperato saggio di Italo Insolera su Roma, curata dal collega, amico e collaboratore Paolo Berdini: ne discutiamo con lui insieme a studiosi, cittadini, associazioni, in collaborazione con l’Associazione Enrico Berlinguer, la Sezione ANPI Nido di Vespe Quadraro, il Comitato per il Pratone di Torre Spaccata; partecipa Fabio Sebastiani che cura la diretta radio web su Radio Mir.

“Molte cose succedono in cinquant’anni, scrive Italo Insolera in apertura della premessa per l’edizione di Roma moderna del 2011, l’ultima con lui ancora in vita. Succede che le città mutano il proprio volto. Succede che il clima culturale che alimenta i progetti urbani muti radicalmente.

La prima edizione del volume era uscita nel 1962. Tre anni prima era stato pubblicato un numero monografico della rivista dell’Istituto nazionale di urbanistica dedicato a Roma. Vi scrissero i migliori urbanisti e architetti italiani.

Leonardo Benevolo e Ludovico Quaroni. Mario Coppa e Michele Valori. Insolera aveva compiuto trenta anni, era il più giovane del gruppo ma svolge la parte del protagonista. (…)

Urbanistica era la rivista ufficiale dell’Inu. Ne era presidente Adriano Olivetti, morirà nel 1960. Insolera già collaborava con l’altro fondamentale periodico del pensiero olivettiano: Comunità. Nella “Città dell’uomo” Olivetti scriveva “il piano è un atto di civiltà, un atto di amore verso un paesaggio e un atto d’amore verso un gruppo di uomini”. Negli anni cinquanta, dunque, la cultura si cimenta nel tentativo di dare un volto umano, la comunità, ad una città capitale cresciuta troppo in fretta e male.

Uno dei successi più straordinari scaturito da quel contesto culturale prende forma nel 1981, (…) quando avvenne la prima chiusura domenicale di via dei Fori Imperiali. “Prima i monumenti delle automobili” si disse.

Protagonisti di quello storico risultato furono Antonio Cederna, Adriano La Regina, Italo Insolera e i due sindaci che avevano creduto alla proposta: Giulio Carlo Argan e Luigi Petroselli. La prima chiusura simbolica sembrava delineare un futuro in cui tutto sembrava possibile.

Di sogni altrettanto nobili era del resto pieno il paese. Nel 1978 venne approvata la legge Basaglia che chiudeva secoli di cultura della segregazione della malattia mentale. Nello stesso anno è istituito il servizio sanitario nazionale. Negli anni ’70 viene profondamente innovato il sistema scolastico dell’obbligo. Nel campo dell’urbanistica, alla fondamentale legge sugli standard urbanistici, e cioè il riconoscimento del diritto di ciascun cittadino ad avere verde e servizi pubblici, si accompagnarono in quegli anni le più importanti leggi di riforma.

Negli anni ’80 matura la svolta culturale che tuttora viviamo. Il sistema del welfare urbano inizia ad essere eroso, mentre le leggi di riforma urbanistica vengono sistematicamente smantellate. I piani urbanistici che tanto avevano interessato le migliori intelligenze di cui parlavamo, oggi non esistono più. Una serie di leggi derogatorie consentono infatti di intervenire nelle città a prescindere dalle regole degli strumenti urbanistici. Le città sono governate dalla convenienza economica dei protagonisti in campo, e cioè dalla proprietà fondiaria e dai fondi di investimento internazionali. Diritti collettivi, vivibilità e bellezza divengono lontane chimere. (…)

(…) In poco più di venti anni, a partire dal 2000 l’economia dominante ha diffuso nella campagna romana oltre 50 grandi strutture commerciali che oltre a contribuire alla frammentazione urbana, hanno anche causato la rarefazione del tessuto commerciale delle periferie, specie di quelle più lontane. La convenienza economica ha trasformato nel profondo la città senza che alcuna regola urbanistica potesse porvi argine.

Sempre a partire dal 2000, il fenomeno del turismo di massa ha cambiato profondamente la città storica. Dopo la parentesi Covid, a Roma giungono più di 50 milioni di presenze turistiche all’anno. 150 mila persone ogni giorno che snaturano il centro ridotto ormai ad una fila ininterrotta di locali per la somministrazione di cibo. La sera e la notte, molti quartieri sono preda di ogni tipo di degrado. Il centro storico è diventato un luna park. (…)

(…) Il ragionamento sulla cesura che si è prodotta nella cultura urbana liberale era già presente nell’edizione 2011. Appena chiusa la stesura di quella edizione era stato Insolera a sollecitare di approfondire le radici dei mutamenti culturali intervenuti. Disse che dovevamo iniziare dal pensiero e le idee per Roma capitale di Quintino Sella. Non ne ebbe il tempo. Quel percorso appena avviato è parte integrante di questa nuova edizione di Roma moderna. (…)

(…) Un ringraziamento va infine alle persone e ai gruppi che da tante zone di Roma mi hanno coinvolto nei loro sogni per una città migliore e nelle vertenze contro la famelica speculazioni. Mi hanno permesso di comprendere che l’immagine della Roma luccicante e patinata che ci viene proposta dal mercato turistico internazionale nasconde il vuoto drammatico di prospettive che vivono le periferie abbandonate a sé stesse. Roma moderna deve ancora diventare capitale.”.

(Paolo Berdini, Premessa alla nuova edizione ampliata, marzo 2024)

L’evento del 26 marzo potrà essere seguito anche in diretta streaming su questa pagina.

Per info: mariomusumeci53@libero.it / 3490974286

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L’invenzione di Milano: Lucia Tozzi svela il ruolo del “marketing urbano” http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/06/linvenzione-di-milano-lucia-tozzi-svela-il-ruolo-del-marketing-urbano/ Fri, 30 Jun 2023 06:05:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16002 Il libro di Lucia Tozzi svela il ruolo del marketing urbano e della cattura del dissenso nella creazione di una città diseguale e privatizzata

di Maria Cariota.

Da molti anni le politiche urbanistiche a Milano sono finalizzate a soddisfare gli interessi di gruppi industriali, della finanza e immobiliaristi. Nel Piano di Governo del Territorio e attraverso un uso sconfinato della perequazione e degli strumenti di urbanistica contrattata, il Comune ha assunto un ruolo di facilitatore dei processi di trasformazione proposti dai privati, attratti dalla possibilità di realizzare rendite elevatissime, anche per gli oneri di urbanizzazione spesso irrisori.

Il nuovo libro di Lucia Tozzi, “L’invenzione di Milano”, pubblicato per Cronopio nel marzo di quest’anno, racconta la “rigenerazione urbana” che ha stravolto interi quartieri di questa città, disegnata in funzione della massima valorizzazione degli immobili. Mentre sono ridotti i fondi per garantire i servizi pubblici, la manutenzione di strade, case popolari, parchi. Nelle zone ricche piscine, palestre, mercati, ambulatori, biblioteche e uffici pubblici vengono alienati, trasformandosi in uffici di lusso e centri commerciali; le zone meno ricche sono accerchiate e tendono a diventare nel tempo anche esse meno ospitali ai meno abbienti. Il ciclo è sempre lo stesso, la manutenzione della struttura pubblica viene deliberatamente lesinata, il “degrado” avanza, la chiusura incombe, spunta un privato pronto ad investire nella riqualificazione, che ne farà uno spazio di lusso non per la gente comune. Negli ultimi quarant’anni gli alloggi popolari sono stati dimezzati, l’ente gestore Aler continua ad alienare case, lasciando 17.500 famiglie senza risposta.

Esaurita la possibilità di ricostruire un tessuto produttivo, è soprattutto con l’Expo2015 che Milano ha valuto assumere l’immagine di una metropoli splendente e attrattiva, cercando di estrarre dall’evento un brand per competere con le altre grandi città. Seguendo il modello di New York e Londra, s’intende valorizzare ogni metro quadro, gentrificare tutto (centro e periferia) e mira ad una “rigenerazione” continua degli abitanti, attirando non solo turisti ma anche expat (turisti lenti) e city users o short term citizens: nomadi agiati che sono soprattutto consumatori di città e richiamano investimenti; non possedendo memoria della città non tentano di conservarla, non mirando a restarci sempre sono meno interessati alle conseguenze delle azioni politiche. Essi man mano prendono il posto dei nativi, che, se appartenenti a fasce più deboli, sono di fatto espulsi per gli affitti elevatissimi.

Chi governa la città è impegnato in una campagna di marketing senza precedenti

Lucia Tozzi cerca di disvelare le retoriche e il linguaggio usati per produrre il consenso e di studiare le ideologie forgiate dal capitale. L’amministrazione milanese ha costruito attentamente uno storytelling fondato sull’assioma per cui la collaborazione tra pubblico e privato sia necessaria, in una logica win win: gli investimenti del privato che costruisce la città del lusso consentono di avere verde urbano e spazi sistemati, oltre che, secondo loro, di portare bellezza, ricchezza e lavoro per tutti.

In una città escludente, classista, con servizi e beni privatizzati, lavoro precario, aria pessima, consumo di suolo tra i più elevati in Italia, chi la governa è impegnata in una campagna di marketing senza precedenti, finalizzata a diffondere una percezione positiva sulla qualità della vita e lontana dalla realtà. Un ipertrofico sfoggio di vitalità e di ottimismo forzato in cui le contraddizioni svaniscono. L’ “invenzione di Milano” appunto. Il marketing e la comunicazione hanno fagocitato l’agire politico, assumendo una posizione di egemonia, potente strumento per delegittimare la mediazione della critica e dell’articolazione discorsiva attraverso la semplificazione, lo svuotamento di significato, il ricorso all’emozionalità, riuscendo ad evadere qualsiasi possibilità di verifica su ciò che si asserisce. Chi osa esprimere critiche è definito retrogrado e accusato di frenare la competitività, si screditano così in partenza le sue istanze. Le porzioni di verde (di solito su soletta e di difficile fruizione) inserite nei progetti di trasformazione, ogni nuovo gruppetto di alberelli piantati di ForestaMi, le piste ciclabili disseminate qua e là, i minuscoli interventi di urbanistica tattica (area pedonali) sono oggetto di eccessiva enfasi mediatica, inaugurati in pompa magna, simulando uno sviluppo partecipato e attento alle comunità, per bilanciare la violenza delle grandi operazioni.

Anche la cultura e l’associazionismo diventano funzionali alla definizione dell’immagine di metropoli attrattiva

L’autrice si sofferma molto anche sul ruolo primario della cultura in questo processo e sulla terzosettorializzazione del sociale. La cultura a Milano è diventata una degli strumenti della valorizzazione immobiliare: dalle prime conversioni in spazi espositivi di aree dismesse di Pirelli e Prada, la cultura diventa un booster efficiente per il valore delle aree; inoltre il legame tra le trasformazioni e soggetti culturali (ad esempio Expo e teatro La Scala) crea un soft power con forte capacità di persuasione.

Allo stesso tempo le organizzazioni che raccolgono le proteste degli abitanti, che prodigano energie e servizi sul territorio sono state ingabbiate in un sistema di bandi, stimolato dalla finanza a impatto sociale o da fondi europei, che forniscono piccole entrate e un po’ di riconoscimento ad associazioni e attivisti; progetti calati dall’alto e non, come viene raccontato, mediati da una progettualità dal basso. Spesso un regime di privatizzazione di servizi e spazi allocati a privati e terzo settore, ma spacciati per tutela del bene comune. Il sistema dei bandi, ad alto tasso di burocratizzazione, sottrae energie e tempo al lavoro di ricerca e sul campo, frammenta la continuità del lavoro subordinandolo alla durata dei progetti, lo condiziona ideologicamente e avalla un generale definanziamento del welfare pubblico; oltre a neutralizzare la carica politica dei movimenti sociali. Una vera e propria cattura delle forze che potrebbero produrre attrito nel sistema e lotta alle diseguaglianze, forze usate anzi per “rivitalizzare” a livello molecolare quartieri, strade e piazze, in modo funzionale alle grandi trasformazioni.

Il meccanismo di propaganda sfugge alla percezione dei cittadini

D’altra parte i media, in cerca di sponsor e protezioni hanno allentato spontaneamente i principi deontologici, prestandosi alla grande propaganda dell’amministrazione. Propaganda che è riuscita a fare interiorizzare ai cittadini i valori che li rendono complici e subalterni, che è condivisa da una buona parte della classe media più agiata e che spesso ha convinto anche collettivi di artisti, lavoratori culturali, writers, centri sociali, che sono diventati indirettamente agenti della gentrificazione.

Milano modello da riprodurre?

La consapevolezza che il sistema di Milano incarna questa comunicazione ideologica a scala urbana, che ha sostituito quasi per intero l’intreccio dei sistemi politici, economici, sociali e culturali preesistenti, producendo una città diseguale, dovrebbe auspicalbilmente contribuire a demolire l’idea stessa che esista un “modello” da riprodurre altrove.

L’invenzione di milano. Culto della comunicazione e politiche urbane. Cronopio Ed., 2023, LUCIA TOZZI.

Lucia Tozzi è giornalista ed esperta di politiche urbane.

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Socotra. O di come nasce un libro su un’area geografica ricca di biodiversità. http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/05/socotra-o-di-come-nasce-un-libro-su-unarea-geografica-ricca-di-biodiversita/ Thu, 11 May 2023 14:21:31 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15939 di Fabio Balocco.

Quando si dice il caso. Anni fa, se non ricordo male era il 2016, ero ospite a casa dell’amico Massimo Livadiotti, nel cuore di Roma, quando, parlando del più e del meno, lui mi chiese: “ma tu che ami tanto la natura, sei mai stato a Socotra?” No, a Socotra non ero mai stato, ma, di più, non sapevo neppure cosa fosse.

Ovviamente la curiosità mi spinse a cercarla sul mappamondo: ed eccola apparire, piccolina, in pieno Oceano Indiano, vicino alla Somalia, ma Wikipedia annunciava che in realtà era “di proprietà dello Yemen”. E di raggiungerla non se ne parlava: c’era in corso la guerra tra Yemen e Arabia Saudita. Sempre tramite Massimo, conobbi Marco, suo fratello, che giusto a causa della guerra da Sana’a, capitale yemenita, era stato costretto a fuggire. Lo stesso Marco fu promotore di un evento di più giorni dedicato a Socotra all’Orto Botanico di Palermo (“Socotra in Sicilia”), a settembre del 2019, evento dove andai e dove altresì maturò l’idea di scrivere un libro su questa isola tanto importante dal punto di vista naturalistico quanto sconosciuta ai più.

Dune di Noged © per gentile concessione di Fabio Balocco

Possibile che come me tantissimi altri nulla sapessero di questo luogo con la più alta biodiversità al mondo dopo le Galapagos e che nulla di divulgativo fosse stato scritto su di essa? Fu relativamente facile trovare dei compagni di avventura, che almeno loro a Socotra ci fossero stati. Tutti convinti della bontà di scrivere il libro senza preoccuparsi di trovare un editore. “I libri si scrivono perché ci si crede, poi si cercano gli editori”. Il team così prese forma: oltre a me e a Marco, Pietro Lo Cascio, naturalista di Lipari e Elena Dacome, antropologa. Ai quali si aggiunse Robert Cowie, professore presso l’università di Honolulu, uno dei massimi esperti al mondo di estinzione di massa.

Villaggio di Qalansiya © per gentile concessione di Fabio Balocco

Perché se è vero che Socotra è ricca di biodiversità, è altrettanto vero che essa si sta rarefacendo, a causa delle conseguenze della guerra, del peso antropico, del cambiamento climatico. Non pensavamo all’editore, ma ci dicevamo che non sarebbe stato un problema trovarlo, vista l’importanza naturalistica di quella terra lontana, e visto che oggi si fa un gran parlare del verde in tutte le salse. E invece ci sbagliavamo di grosso, perché gli editori o non ci rispondevano, oppure avrebbero pubblicato se la nostra opera fosse stata una sorta di Lonely Planet. Ci convincemmo che un saggio su di una certa area geografica o era una guida turistica o non trovava sponde. Eravamo quasi sul punto di cedere le armi, quando, miracolo, una piccola, ma a questo punto la definirei anche “coraggiosa”, casa editrice di Roma, la Bordeaux Edizioni, accettò di pubblicare. Ecco dunque che il libro esce, seppure con una preoccupazione da parte nostra e dell’editore: non è che quest’opera faciliti l’afflusso di turisti nell’isola? L’ideale sarebbe leggere il libro, ammirare le foto, e starsene a casa a sognare che esiste ancora un paradiso relativamente intatto. Del resto, lo stesso editore ha pubblicato il “Manuale dell’antiturismo”. E allora non ci resta che sperare!

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La tutela della connettività ecologica a 30 anni dalla Direttiva Habitat http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/01/la-tutela-della-connettivita-ecologica-a-30-anni-dalla-direttiva-habitat/ Tue, 10 Jan 2023 16:48:31 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15750 Il 2022 è l’anno in cui si celebrano alcune tappe importanti nel cammino intrapreso per la conservazione della natura in Europa e in Italia. A livello comunitario, infatti, ricorrono trent’anni dall’emanazione della Direttiva Habitat (Dir. 92/43/CEE). In ISPRA, che nell’implementazione di questo importante strumento ha creduto sin da subito, si ricorda l’intenso lavoro che dopo dieci anni ha portato alla pubblicazione delle linee guida Gestione delle aree di collegamento ecologico funzionale per la costruzione di reti ecologiche a scala locale, che tuttora rappresenta un documento di riferimento nazionale sul tema. In ultimo, e non certo per importanza, quest’anno si celebrano i dieci anni dalla pubblicazione del primo numero della rivista RETICULA, erede del lungo lavoro portato avanti dal gruppo di lavoro “Reti Ecologiche” di cui, nel tempo, hanno fatto parte i maggiori specialisti di settore dell’intero territorio nazionale.

Questo numero monografico rappresenta quindi un momento di bilancio, non esaustivo, su iniziative attuate sul tema della connettività in Italia e, allo stesso tempo attraverso gli editoriali tematici, vuole essere anche una riflessione sulle prospettive e sulle azioni da mettere in campo, anche al fine del raggiungimento degli obiettivi che la redigenda Strategia Nazionale per la biodiversità si è posta.

Pubblicazione disponibile solo in formato elettronico

Scarica la pubblicazione (pdf 17 mb)

(L’immagine di apertura è di Paolo Baldi)

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Emergenza clima: il 2022 anno nero per il nostro paese http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/01/emergenza-clima-il-2022-anno-nero-per-il-nostro-paese/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/01/emergenza-clima-il-2022-anno-nero-per-il-nostro-paese/#comments Wed, 04 Jan 2023 13:09:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15736 A cura di Legambiente.

In Italia nel 2022 aumentano del +55% gli eventi meteo-idrogeologici rispetto allo scorso anno. Registrati 310 fenomeni meteorologici che hanno provocato danni e 29 morti. Siccità, grandinate, trombe d’aria e alluvioni quelli con l’incremento maggiore.

Il bilancio dell’Osservatorio CittàClima di Legambiente.

Il nord del Paese l’area più colpita, seguita dal sud e dal centro. Lombardia, Lazio e Sicilia le regioni più ferite. La provincia di Roma è la più coinvolta, seguita da quelle di Salerno e Trapani.

Legambiente: “Al governo Meloni chiediamo cinque azioni urgenti: approvazione e risorse adeguate per il Piano di adattamento climatico; aggiornamento del PNIEC; nuove semplificazioni per le rinnovabili; linee guida aggiornate per le Sovrintendenze; potenziamento degli uffici regionali che rilasciano le autorizzazioni”.

Il 2022 è stato un anno nero per il clima, segnato da un’accelerazione degli eventi meteo che hanno provocato tanti danni e vittime. Alluvioni, ondate di caldo anomalo e di gelo intenso, frane, mareggiate, siccità, grandinate non risparmiano ormai nessun Paese sul Pianeta. E a pagarne lo scotto è anche l’Italia, segnata quest’anno da più caldo e siccità, come ben raccontano i dati di bilancio dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato in collaborazione con il gruppo Unipol, e sintetizzati nella mappa del rischio climatico.

Nel 2022 la Penisola ha registrato un incremento del +55% di casi rispetto al 2021, parliamo di 310 fenomeni meteo-idrogeologici che quest’anno hanno provocato impatti e danni da nord a sud e causato ben 29 morti. Nello specifico si sono verificati 104 casi di allagamenti e alluvioni da piogge intense81 casidi danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 29 da grandinate, 28 da siccità prolungata, 18 da mareggiate, 14 eventi con l’interessamento di infrastrutture, 13 esondazioni fluviali, 11 casi di frane causate da piogge intense, 8 casi di temperature estreme in città e 4 eventi con impatti sul patrimonio storico. Molti gli eventi che riguardano due o più categorie, ad esempio casi in cui esondazioni fluviali o allagamenti da piogge intense provocano danni anche alle infrastrutture. Nel 2022 sono aumentati, rispetto allo scorso anno, i danni da siccità, che passano da 6 nel 2021 a 28 nel 2022 (+367%), quelli provocati da grandinate da 14 nel 2021 a 29 nel 2022 (+107%), i danni da trombe d’aria e raffiche di vento, che passano da 46 nel 2021 a 81 nel 2022 (+76%), e allagamenti e alluvioni, da 88 nel 2021 a 104 nel 2022 (+19%).

A livello territoriale, quest’anno il nord della Penisola è stata l’area più colpita, seguita dal sud e dal centro. A livello regionale, la Lombardia è la regione che registra più casi, ben 37, seguita dal Lazio e dalla Sicilia, con rispettivamente 33 e 31. Rilevanti anche i casi registrati in Toscana, 25, Campania, 23, Emilia-Romagna, 22, e Piemonte, 20, Veneto, 19, Puglia, 18. Tra le province, quella di Roma risulta quella più colpita con 23 eventi meteo-idro, seguita da Salerno con 11, Trapani con 9, Trento, Venezia, Genova e Messina con 8 casi.  Tra le città, Roma (13) e Palermo (4).

Per Legambiente i dati del bilancio dell’Osservatorio CittàClima indicano ancora una volta l’urgenza per l’Italia di un deciso cambio di passo nella lotta alla crisi climatica attraverso politiche climatiche più ambiziose e interventi concreti non più rimandabili. A tal riguardo l’associazione ambientalista, tra le azioni urgenti da mettere in campo, chiede l’approvazione in tempi rapidi del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici aggiornato e pubblicato ieri sul sito del Mase, e che ora dovrà essere oggetto di consultazione pubblica secondo quanto previsto dalla procedura di Valutazione Ambientale Strategica.

“La fotografia scattata dal nostro Osservatorio CittàClima – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – ci restituisce un quadro preoccupante di un anno difficilissimo, concluso con le notizie sulle temperature primaverili di fine dicembre in Italia, sulla tempesta artica che ha colpito il Nord America, causando decine di morti, e sull’ ondata di freddo in Giappone. Nella lotta alla crisi climatica il nostro Paese è ancora in grave ritardo, rincorre le emergenze senza una strategia di prevenzione, che farebbe risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni. Al Governo Meloni, al posto di nuovi investimenti sul gas, chiediamo cinque azioni urgenti da mettere al centro dell’agenda dei primi mesi del 2023 ad una veloce approvazione del Piano nazionale di adattamento climatico, devono seguire lo stanziamento di adeguate risorse economiche per attuarlo, non previste dalla legge di bilancio approvata; l’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) agli obiettivi europei di riduzione dei gas climalteranti del REPowerEU, dimenticato dal governo Draghi; nuove semplificazioni per tutti gli impianti a fonti rinnovabili, a partire dal repowering per gli impianti eolici esistenti; la velocizzazione degli iter autorizzativi con nuove linee guida del Ministero della Cultura per le Sovrintendenze e una forte azione di sostegno e sollecitazione alle Regioni per potenziare gli uffici che autorizzano gli impianti”.

Tutti i dati dell’Osservatorio Città Clima sono raccolti nella mappa online del rischio climatico, aggiornata nel layout e nella grafica e con un focus sul progetto europeo LIFE+ AGreeNet che ha l’obiettivo di rendere le città della costa del Medio Adriatico più resilienti al cambiamento climatico attraverso vari interventi.

Focus siccità

In questo 2022 “anno nero per il clima” l’Italia, soprattutto il centro nord, è stata colpita da un lungo periodo di siccità. Secondo i dati di Isac-Cnr, nei primi sette mesi dell’anno le piogge sono diminuite del 46% rispetto alla media degli ultimi trent’anni. Cruciale la prima parte dell’anno con cinque mesi consecutivi gravemente siccitosi, e un’anomalia, da gennaio a giugno, pari a – 44% di piogge, equivalente a circa 35 miliardi di metri cubi di acqua in meno del normale. In crescente difficoltà i fiumi, come il Po che al Ponte della Becca (PV) risultava con un livello idrometrico di -3 metri, e i grandi laghi con percentuali di riempimento dal 15% dell’Iseo, al 18% di quello di Como fino al 24% del Maggiore.

In autunno è peggiorata la situazione delle regioni del centro, soprattutto in Umbria e Lazio. Nel primo caso il deficit pluviometrico si è attestato sul 40%, il lago Trasimeno ha raggiunto un livello ben inferiore alla soglia critica, con -1,54 metri. Nel Lazio, il lago di Bracciano è sceso a -1,38 metri rispetto allo zero idrometrico. Gravi le conseguenze per l’agricoltura e per gli habitat naturali. L’11% delle aziende agricole si è ritrovata in una situazione talmente critica da portare alla cessazione dell’attività. In molte aree urbane si sono dovute imporre restrizioni all’uso dell’acqua. La siccità ha causato la perdita di produzione di energia, in particolare da idroelettrico. Nonostante i dati di Terna [1] relativi ad aprile abbiano evidenziato un record assoluto di energia prodotta da fonti rinnovabili, è mancato all’appello l’idroelettrico. La produzione di energia da questa fonte, infatti, segnava -41% per effetto delle scarse precipitazioni, che hanno portato per mesi i livelli di riempimento degli invasi prossimi ai valori minimi registrati negli ultimi 50 anni. A dicembre, il livello del Po è rimasto inferiore alla media degli ultimi 20 anni ed a preoccupare è soprattutto la situazione delle falde, con livelli tra il 35 ed il 50% in meno della media mensile.

Focus caldo e ondate di calore

Nel 2022 in Italia si sono registrate temperature eccezionali già da maggio con punte di 36,1°C a Firenze, 35,6°C a Grosseto, 34°C a Pisa e 32,8°C a Genova. Ma anche a Ustica con 33,4°C e Torino con 29,2°C. Il mese di giugno ha visto un’anomalia della temperatura media di +3,3°C se consideriamo l’Italia nel suo insieme, con punte di 41,2°C a Guidonia Montecelio (RM), 40°C a Prato, Firenze, Viterbo e Roma. A luglio record per le città lombarde: a Brescia e Cremona si sono registrati 39,5°C, a Pavia 38,9°C e a Milano 38,5°C. Ad agosto i termometri hanno segnato tra i 40 e i 45°C a Palermo, Catania e Reggio Calabria, mentre a Bari si è arrivati a 39°C. Questi livelli di caldo eccezionale, prolungati per settimane e mesi in gran parte del Paese, hanno portato a gravi conseguenze sulla salute umana. L’ondata di calore che ha impattato più duramente è stata quella della seconda metà di luglio, con un aumento di mortalità che ha raggiunto, stando ai dati di Ministero della Salute e Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, il 36% in tutte le aree del Paese, ma in particolare in alcune città del nord. Tra le città maggiormente colpite Torino che ha visto un eccesso di mortalità pari a +70%, a cui segue Campobasso (+69%), poi Bari (+60%), Bolzano (+59%), Milano e Genova (+49%), Viterbo (+48%), Firenze (+43%), Catania (+42%). Solo nel 2022 sono stati oltre 2.300 i decessi in Italia dovuti alle ondate di calore, secondo le analisi di Ministero della Salute e Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, in crescita rispetto ai 1.472 del 2021 e ai 685 del 2020 [2].

I casi più rilevanti del 2022 

In questo bilancio “clima 2022” Legambiente ricorda alcuni casi rilevanti: il 3 luglio il distacco di una grossa porzione dalla calotta sommitale del ghiacciaio della Marmolada, 11 le vittime e 8 i feriti.  Tra il 27 e il 28 luglio in Val Camonica è caduta in poche ore la stessa quantità di pioggia caduta sulla provincia di Brescia nei sette mesi precedenti. Le intense piogge hanno provocato anche delle frane che hanno colpito la Val di Fassa, in Trentino, il 5 agosto. Ad agosto a Scilla (RC), il litorale è stato investito da un’imponente massa d’acqua che ha invaso le strade. Occorre, in questo caso, evidenziare il legame con la cementificazione avvenuta negli anni e al tombamento del torrente Liurni. Il 18 agosto raffiche di vento a oltre 110 km/h hanno colpito la provincia di Massa Carrara. Quattro persone sono rimaste ferite in un camping a Marina di Massa a causa della caduta di alberi e in tutto il territorio si sono contate fino a 7mila persone senza corrente. L’evento alluvionale che ha segnato il 2022 è quello che ha colpito il 15 e 16 settembre le Marche, 13 i morti. Tra fine settembre e inizio ottobre Trapani per tre volte è stata colpita da violenti temporali ed è finita sott’acqua. Tragedia a Ischia il 26 novembre, a Casamicciola Terme (NA) dove le piogge intense hanno provocato una frana ed un’alluvione, con 12 vittime registrate. Record di pioggia, con 126mm caduti in 6 ore. Il 22 novembre, una mareggiata di forte intensità ha colpito Jesolo (VE), mentre il 3 dicembre in provincia di Messina sono stati registrati diversi danni provocati da piogge intense e frane.

>> scarica Il Bilancio dell’Osservatorio CittàClima 2022

[1] https://www.terna.it/it/media/comunicati-stampa/dettaglio/consumi-elettrici-aprile-2022

[2] https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3278_allegato.pdf

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http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/01/emergenza-clima-il-2022-anno-nero-per-il-nostro-paese/feed/ 1
Il suolo: la risorsa delle risorse. Parliamo dei diritti calpestati del suolo http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/01/il-suolo-la-risorsa-delle-risorse/ Tue, 03 Jan 2023 16:49:53 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15728 Il numero di dicembre 2022 di “Natura e Società“, trimestrale di informazione ambientalista e storico organo ufficiale della Federazione Pro Natura, dedica le sue attenzioni sulle problematiche legate al suolo. Suolo che rappresenta una delle più importanti risorse naturali, ma anche una di quelle che maggiormente viene devastata, tra l’indifferenza generale. Ma un suolo violentato reagisce e crea una serie
impressionante di disastri, come i recentissimi fatti delle Marche, di Ischia e della Sicilia hanno ben dimostrato.
Eppure, anche in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo, non solo non si fa nulla per proteggere il suolo, ma anzi si progettano interventi devastanti per la sua integrità e funzionalità. Natura e Società” si domanda: siamo sicuri che l’uomo sia davvero un essere dotato di intelligenza?…

La rivista si apre con un intervento ad ampio spettro di Alessandro Mortarino, coordinatore nazionale del Forum Salviamo il Paesaggio, ed è seguito da articoli che trattano del completamento dell’autostrada A33 Asti-Cuneo (Cesare Cuniberto), di Oro blu (Sofia Filippetti), di Ri-connessione ecologica-idraulica delle unità morfologiche fluviali laterali (Andrea Dignani), del progetto finalizzato “Campagna Romana” della Soc. Romana di Sc. Naturali (Pierangelo Crucitti et al.), di Milano-Cortina 2026: Olimpiadi sostenibili? Solo a parole… (Franco Rainini), di grandi manifestazioni sportive (Fabio Balocco), della Coalizione Cambiamo Agricoltura, di brevettabilità dei semi, di riciclo della carta, di abbandono degli animali, di parchi e alberi urbani, di oasi naturali, di escursioni, di rifiuti abbandonati, della Torino 2006-2022: cosa resta dell’eredità delle Olimpiadi dopo 18 anni (Piero Belletti) e molto altro ancora.

Il trimestrale è anche on line ed è scaricabile qui.

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Meno trasporto pubblico, più auto private: l’Italia non cambia… http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/01/meno-trasporto-pubblico-piu-auto-private-litalia-non-cambia/ Sun, 01 Jan 2023 21:05:26 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15721 A cura di Isfort.

A quasi tre anni dall’inizio della crisi sanitaria, il percorso di “ritorno alla normalità” per la mobilità dei cittadini si può dire concluso e la domanda ha ripreso a correre con una formidabile progressione soprattutto in questo 2022 che va a chiudersi. Allo stesso tempo, da inizio anno si è affacciata una seconda grande crisi pervasiva in tutti i settori dell’economia e dei consumi, ovvero la crisi innestata dal conflitto russo-ucraino che sta provocando un forte innalzamento dei costi energetici e più in generale dell’inflazione. Lo scenario che si prospetta per il breve e per il medio periodo contiene dunque, come già nell’ultimo biennio, elementi di forte incertezza.
Nel quadro confuso e caotico a cui si è accennato, il nuovo Rapporto sulla mobilità degli italiani, di cui questo documento descrive i risultati principali (in un’ampia sintesi), cerca di mantenere un filo coerente di narrazione su come cambia il modello di mobilità degli italiani, tra derive di lungo periodo e pressioni della congiuntura, tra crisi (sanitaria) ormai alle spalle e una nuova emergenza (energetica) in pieno svolgimento…

Scarica qui il 19° Rapporto sulla mobilità degli italiani.

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