Abruzzo – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Mon, 29 Jan 2024 12:01:04 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.6 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg Abruzzo – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 Gran Sasso, Zona Speciale di Conservazione. SOA e Italia Nostra: si pensi a gestire bene questo patrimonio http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/01/gran-sasso-zona-speciale-di-conservazione-soa-e-italia-nostra-si-pensi-a-gestire-bene-questo-patrimonio/ Wed, 24 Jan 2024 13:42:58 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16308 Con una Delibera del 28 dicembre 2023 la Giunta Regionale dell’Abruzzo ha approvato la designazione del Gran Sasso come Zona Speciale di Conservazione. Le associazioni SOA e Italia Nostra chiedono ora che si risponda alla sfida della gestione di questo patrimonio paesaggistico e naturalistico unico con scelte appropriate.

Riportiamo il Comunicato stampa del 23-01-2024

di STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE e ITALIA NOSTRA SEZIONE “CARLO TOBIA” L’AQUILA

GRAN SASSO, ZONA SPECIALE DI CONSERVAZIONE. SOA E ITALIA NOSTRA: POLEMICHE STRUMENTALI, SI PENSI A GESTIRE BENE QUESTO PATRIMONIO

Gran Sasso: perimetrazione della zona speciale di conservazione fondata su dati scientifici di università e massimi esperti di fauna e flora.

25 habitat di valore europeo; 9 specie di uccelli, 2 di mammiferi, 4 tra anfibi e rettili e 3 specie di piante inseriti negli elenchi comunitari delle specie con obbligo di tutela.

Stazione Ornitologica Abruzzese e Italia Nostra: ora una gestione compatibile, no ruspe per le piste da sci in epoca di riscaldamento globale ma servizi ai visitatori e programmi di turismo esperienziale tutto l’anno. Puntare sulle risorse comunitarie destinate all’ambiente e all’agricoltura sostenibile.

La Zona Speciale di Conservazione del Gran Sasso è stata individuata e perimetrata, come Sito di InteresseComunitario, nel lontano 1995 sulla base di un’enorme mole di ricerche scientifiche che hanno accertato la presenza di specie e habitat definite di particolare interesse comunitario sulla base della Direttiva 43/92/CE.

Pertanto la Stazione Ornitologica Abruzzese e Italia Nostra L’Aquila stigmatizzano le polemiche circa i confini della stessa non solo come strumentali e pretestuose ma anche del tutto infondate dal punto di vista tecnico.

Nel 1995 la Regione Abruzzo affidò a un gruppo di esperti, molti dei quali professori e ricercatori dell’Università di L’Aquila, il lavoro di individuazione delle aree aventi le caratteristiche ambientali richieste dalla Direttiva Comunitaria.

Le zone che hanno questi valori naturalistici devono obbligatoriamente essere protette secondo quanto stabilito dalle norme europee fin dal 1992. Chi parla di aree antropizzate evidentemente ignora che a pochi metri dalle piste di sci di Campo Imperatore si sviluppano numerosi habitat di prateria e di ghiaione rarissimi a livello comunitario in cui vi sono comunità vegetali sempre più minacciate. Lì vivono specie di animali di interesse comunitario.

Chi oggi contesta eventuali questioni di trasparenza e partecipazione in questo iter evidentemente non sa che già nel 2000 la Giunta regionale Pace assegnò alle province il compito di rivalutare i confini. In quell’occasione si svolsero anche partecipati tavoli di confronto con i portatori d’interesse. Alla fine in Abruzzo non solo furono confermati i confini ma si aggiunsero altri tre SIC non precedentemente individuati! Se qualcuno allora è stato disattento dovrebbe intanto fare autocritica e poi ammettere che le grandi politiche di respiro continentale non possono essere certo rimesse in discussione ogni anno.

Non basta. Nel 2013 la Regione destinò 3,5 milioni di euro per la redazione dei Piani di Gestione delle aree Natura2000. Stiamo parlando di documenti che contenevano non solo le misure di conservazione della biodiversità, cioè i vincoli, ma anche numerose misure di supporto alle comunità locali, anche per accedere a specifici fondi comunitari. Peccato che questi piani non siano mai stati approvati definitivamente per la miopia della politica regionale. Quindi sono rimasti i vincoli ma non sono state sfruttate appieno le misure di sviluppo da milioni di euro, ovviamente compatibili con questo patrimonio.

I politici che oggi parlano a sproposito attaccando i valori della biodiversità spesso sono stati i protagonisti in negativo delle occasioni perse per garantire tutela della fauna e della flora e accesso ai fondi comunitari.

Arriviamo a situazioni schizofreniche come quelle del Consigliere Pietrucci del PD che parla di necessità di ridurre le aree da tutelare sul Gran Sasso, peraltro in un Parco nazionale, quando nelle stesse settimane il suo partito a L’Aquila raccoglie le firme per contrastare il taglio dal perimetro della Riserva del Borsacchio a Roseto.

Per SOA e Italia Nostra il vero tema è quello di rispondere alla sfida della gestione di questo patrimonio paesaggistico e naturalistico unico con scelte appropriate. Al Colosseo si fa una discoteca o si promuovono eventi culturali?

Piste da sci e nuovi impianti significano ruspe e cemento che distruggono il patrimonio da proteggere, peraltro proposti in piena epoca di riscaldamento globale.

Promuovere pacchetti turistici che sfruttano il fascino e il silenzio di Campo Imperatore si può fare con una programmazione adeguata e poi mettendo sul campo personale preparato. E’ possibile che al parcheggio di Campo Imperatore ancora oggi non vi sia un’accoglienza di alto livello rivolta a chi arriva in quota, magari guide con qualche depliant anche per filtrare il turismo della domenica, a parte le problematiche della funivia che già da sole basterebbero a far capire che forse è il caso di affrontare prima le questioni di base?

Come mai se uno va a novembre in un parco nazionale in Croazia, per dire, nel mezzo della settimana trova i torpedoni dei turisti giapponesi che poi visitano l’area protetta su una semplice passerella di legno e a Campo Imperatore, a due ore da Roma, non vi è nessuno?

Evidentemente non si comprende che il silenzio e la magia di Campo Imperatore sono un valore che non può essere svilito con motoraduni, invasioni di camper e magari con un qualche DJset. Queste forme di fruizione invasive dovrebbero essere viste come una palla al piede al turismo, non certo l’obiettivo da perseguire.

Quali pacchetti vengono strutturati e offerti alla platea internazionale per presentare Campo Imperatore per quello che è, un luogo unico in Europa per paesaggio e biodiversità? Non converrebbe organizzare e indirizzare l’accesso alla piana e alle alte quote, almeno in determinati periodi e orari, con navette e guide locali come si fa in tantissime aree protette del mondo che funzionano egregiamente?

STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE

ITALIA NOSTRA SEZIONE “CARLO TOBIA” L’AQUILA

Info: 3683188739

https://www.soabruzzo.it/ _ https://www.facebook.com/soaonlus

https://www.italianostra.org/ _ https://www.facebook.com/italianostralaquila

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Un blitz notturno in Regione Abruzzo azzera la riserva naturale…? http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/01/un-blitz-notturno-in-regione-abruzzo-azzera-la-riserva-naturale/ Fri, 19 Jan 2024 07:03:27 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16291 Quasi cancellata, da alcuni consiglieri regionali di maggioranza, la riserva naturale costiera del Borsacchio: da oltre 1.000 ettari ad appena 24.

di Massimo Mortarino

Il nuovo anno sul fronte ambientalista è partito con il sit-in di protesta, organizzato proprio il 1° gennaio scorso da WWF Abruzzo nella riserva naturale costiera del Borsacchio, per denunciare il gravissimo atto della Regione che di fatto ha cancellato quasi totalmente una delle tre riserve naturali della provincia di Teramo. L’organizzazione ambientalista ha denunciato che, grazie alla presentazione di un emendamento alla Legge regionale di Bilancio (avvenuta alle 2.30 di notte del 29 dicembre, a cura di cinque consiglieri della maggioranza di centrodestra: Emiliano Di Matteo e Mauro Febbo di Forza Italia, Simona Cardinali e Federica Rompicapo della Lega e Umberto D’Annuntiis di Fratelli d’Italia, con la successiva approvazione dalla maggioranza), ha ridotto l’unica riserva regionale costiera della provincia di Teramo da oltre 1.000 ettari ad appena 24 ettari!.

Tutto questo, sottolinea il WWF Abruzzo “Senza alcun confronto pubblico, ma neppure una semplice discussione in aula, inserendo un emendamento in un provvedimento di tutt’altra natura, la maggioranza regionale di centrodestra ha tagliato un’area naturale protetta. La Riserva è stata talmente ridotta che tanto valeva eliminarla totalmente. Peraltro ora si dovrà ripartire per l’ennesima volta nella realizzazione del Piano di Assetto Naturalistico che, dopo essere stato adottato, era nella fase delle osservazioni e ora dovrà essere totalmente rivisto, considerato che la Riserva passa da oltre 1.000 a poco più di 20 ettari. Nel 2023 si dovrebbero istituire nuove aree protette e invece nell’Abruzzo di Marsilio vengono tagliate. La miopia amministrativa di questa maggioranza è senza limiti: è evidente l’incapacità di immaginare il futuro della nostra regione che vada oltre un misero tornaconto elettorale. Ma questa volta hanno veramente esagerato: i consiglieri regionali che hanno votato questa vergogna dovranno essere giudicati tra pochi mesi”. Durante il sit-in di protesta è stata ribadita la richiesta alla Regione di “bloccare subito questa vergogna, ripristinando il perimetro della riserva e approvando finalmente il Piano di Assetto Naturalistico”.

Legambiente Abruzzo ha sottolineato che la nuova perimetrazione, frutto dell’emendamento presentato e approvato dal centrodestra, “di fatto rappresenterebbe l’eliminazione dell’area protetta e l’azzeramento delle sue funzioni di conservazione e indirizzo di sviluppo sostenibile del territorio. Un atto di questo tipo, che di per sé vanificherebbe non solo il lavoro fatto in questi anni sul territorio ma anche la possibilità di una futura azione coordinata di tutela della biodiversità e sviluppo territoriale, in ogni caso non può essere presentato e votato con queste modalità, sottraendosi a un iter legislativo predeterminato. Proprio pochi giorni fa come associazione, con il Bilancio dell’Osservatorio Città Cima di Legambiente, abbiamo evidenziato come il 2023 sia stato un anno da bollino rosso per il clima e come sia necessario lavorare a tutti i livelli, dal nazionale al locale, sull’elaborazione di piani e strategie di adattamento alla crisi climatica: atti come questo, se confermato, vanno esattamente nella direzione opposta, rinunciando al doveroso compito istituzionale di supportare le comunità in una transizione ecologica giusta e condivisa”.

Una notizia positiva: il Consiglio di Stato blocca un cementificio nell’area di rispetto della Riserva Naturale Regionale Punta Aderci (Vasto)

Una magra consolazione per Legambiente e WWF Abruzzo sul fronte opposto, quello della tutela del suolo: il Consiglio di Stato, infatti, ha bloccato il Progetto per la realizzazione di un nuovo impianto produttivo di leganti idraulici e cemento sfuso e insaccato della ESCAL, nell’area di rispetto della Riserva Naturale Regionale “Punta Aderci” (Vasto), accogliendo i ricorsi in appello presentati contro le sentenze del TAR Pescara (n. 2/2023 e n. 3/2023), che avevano aperto la strada alla realizzazione dell’impianto stesso, superando i pareri negativi del Comitato di Gestione della Riserva e del Commissario ad acta, espressi nell’ambito della procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA). Secondo il Consiglio di Stato “È facoltà del privato interessato scegliere se ripresentare l’istanza con le modifiche ritenute opportune, ovvero proporre il superamento del diniego attraverso soluzioni alternative”.

L’avvocato Francesco Paolo Febbo, che ha curato il ricorso e gli appelli per le associazioni ambientaliste,  ha ricordato che “il contenzioso ha avuto inizio già nel 2018, con l’impugnativa da parte di Legambiente e WWF della VINCA favorevole al progetto emessa dal Comune di Vasto. Già allora il TAR Pescara, nell’accogliere il ricorso, con sentenza n. 203/2020, aveva decretato la necessità del parere favorevole del Comitato di Gestione”.

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Isola del Gran Sasso, ruspe devastano ettari di rarissimi habitat al Lago di Pagliara http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/11/isola-del-gran-sasso-ruspe-devastano-ettari-di-rarissimi-habitat-al-lago-di-pagliara/ Wed, 29 Nov 2023 09:46:46 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16229 La Stazione Ornitologica Abruzzese denuncia i movimenti terra e il taglio indiscriminato di alberi e vegetazione ripariale. Depositato l’esposto

STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE ONLUS

Comunicato stampa del 21 novembre 2023

Le ruspe hanno completamente devastato una delle rarissime aree umide del versante teramano del parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, il lago Pagliara a Isola del Gran Sasso, distruggendo preziosissimi habitat tutelati a livello europeo dove vivevano specie di anfibi, come i tritoni, e uccelli anch’essi protetti.

La Stazione Ornitologica Abruzzese mercoledì scorso 15 novembre ha depositato un esposto (testo qui sotto) alle autorità per chiedere l’immediata interruzione di ogni lavoro e di perseguire eventuali reati.

È desolante che in un’area protetta a livello europeo vengano rasi al suolo ettari ed ettari di rarissima vegetazione ripariale, che lo stesso parco definiva di elevatissimo valore naturalistico per la presenza di specie di piante e animali particolarmente protetti.

Non sappiamo se i lavori siano gli stessi per i quali il comune di Isola del Gran Sasso, al fine di realizzare una pozza utile per l’antincendio, aveva chiesto il nulla osta del parco che lo aveva concesso prescrivendo però una stretta tutela della vegetazione ed escludendo categoricamente lavori in alveo e movimento terra.

Se fossero proprio questi, sarebbe gravissimo sia per quelle che appaiono come palesi ed esplicite violazioni delle prescrizioni dell’Ente Parco sia perché addirittura sarebbero stati utilizzati fondi europei in totale contrasto con le direttive comunitarie che impongono la tutela di questi habitat e di queste specie.

Davanti a queste immagini di devastazione fa sorridere amaramente il ricordo delle note e surreali vicissitudini patite da un cittadino che aveva realizzato a mano e in buona fede degli stagni di pochi mq per favorire gli anfibi proprio all’interno del parco del Gran Sasso, perseguito per tale “misfatto” dalle autorità preposte fino a subire addirittura un processo penale.

Vedremo ora se gli enti preposti imporranno non solo lo stop ai lavori ma anche il ripristino degli ettari distrutti, oltre a valutare la posizione dei responsabili di tale intervento devastante.

Qui sotto l’esposto.

STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE ONLUS

ESPOSTO

Pescara, 15/11/2023 – Esposto alle autorità:

Ministero dell’Ambiente – direzione Patrimonio Naturalistico

Regione Abruzzo – ufficio parchi

Regione Abruzzo – ufficio foreste

Regione Abruzzo – servizio Valutazioni ambientali

Ente Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

Carabinieri Forestali della Provincia di Teramo

Carabinieri Forestali del Parco del Gran Sasso

Carabinieri Forestali di Tossicia

URGENTE

OGGETTO: lavori in corso nel Parco nazionale del Gran Sasso al lago di Pagliara – Isola del Gran Sasso (TE) – distruzione degli habitat presenti tutelati – distruzione di aree di riproduzione e rifugio potenziale di anfibi – mancato rispetto delle prescrizioni del nulla osta del Parco – RICHIESTA DI IMMEDIATA INTERRUZIONE DEI LAVORI

Oggi pomeriggio è pervenuta all’associazione scrivente una inequivocabile documentazione fotografica e video (raccolta oggi stesso e che qui si allega) che mostra la completa alterazione dei rari habitat del lago di Pagliara nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, nel comune di Isola del Gran Sasso (TE).

Sono visibili ampi scavi realizzati con mezzi meccanici nel sedime del lago, con conseguente distruzione di stragrande parte della vegetazione presente, compresa quella arborea.

Basta osservare le foto dell’area prima dell’intervento per comprendere il notevolissimo valore di questa area umida.

Si tratta di una iniziativa a dir poco sconcertante all’interno di un parco nazionale e in siti Natura2000

protetti dalla UE.

Un’area di estremo valore naturalistico per la presenza di specie di fauna e flora e di habitat tutelati a livello europeo; si tratta di una delle pochissime aree umide dell’intero parco (si veda la dettagliata descrizione nel documento del Parco allegato).

Dalle prime informazioni raccolte sembrerebbe trattarsi di un intervento realizzato dal comune di Isola del Gran Sasso, progetto che ha ricevuto numerosissime e altrettanto inequivocabili prescrizioni nel nulla osta dell’Ente Parco che appaiono stridere con quanto si può rilevare nelle immagini.

Tra le prescrizioni dell’Ente Parco, a mero titolo di esempio, ricordiamo:

“è assolutamente vietata la realizzazione di scavi, lavori di movimentazione terra e costruzione di nuovi manufatti all’interno del lago.

j) è vietato l’accesso in alveo con qualsiasi mezzo, considerando che il lago va inteso nella sua ampia accezione di area umida e considerando che dovrà essere presa in considerazione la massima superficie di invaso come riscontrabile nelle stagioni più favorevoli;”.

E oltre:

“qualsiasi lavorazione di riprofilatura delle sponde e di pulizia della vegetazione dovrà essere effettuata solo manualmente o comunque senza accesso di mezzi d’opera in alveo”.

Tali prescrizioni erano formulate su una prima versione degli elaborati progettuali, in quanto, testualmente secondo il Parco il progetto depositato presentava “evidenti rischi di determinare incidenze negative molto significative di alcuni degli interventi previsti, con particolare riferimento alla realizzazione di scavi, lavori di movimentazione terra, impermeabilizzazioni del fondo del lago …”.

Nel nulla osta, il Parco richiedeva altresì di svolgere, prima dell’avvio dei lavori, rilievi dettagliati della vegetazione presente e delle sponde del lago, nonché un sopralluogo per concordare con   maggiore precisione le aree su cui intervenire in maniera selettiva (al contrario di quanto si può osservare nelle immagini).

In ogni caso, il nulla osta escludeva anche la modifica sostanziale del fondo del laghetto, intervento proposto – incredibilmente, verrebbe da dire, trattandosi di alterazione completa di ambienti tutelati da numerose norme comunitarie e nazionali (a partire dai divieti della Legge 394/1991; si veda non a caso quelli richiamati nel nulla osta del Parco) – dal comune.

Aggiungiamo che abbiamo inutilmente cercato sui siti istituzionali la documentazione della Valutazione di Incidenza Ambientale svolta dal comune, nonostante i precisi obblighi di pubblicità e trasparenza dettati dalle Linee guida nazionali sulla Vinca. Addirittura sembrerebbe, a leggere il nulla osta, che sia stato effettuato il solo “screening” Vinca. Se così fosse, si tratterebbe anch’essa di una evidente violazione delle Linee guida in quanto lo stesso nulla osta del parco evidenzia potenziali (e pesanti) incidenze negative per le specie e gli habitat protetti dalla UE.

Riservandoci ogni altro intervento e approfondimento, chiediamo:

1) di fermare immediatamente i lavori in corso presso il lago onde evitare più gravi conseguenze sulla fauna, sulla flora e sugli habitat protetti a livello nazionale e comunitario;

2) se effettivamente si tratta dei lavori proposti dal comune di Isola del Gran Sasso;

3) in tal caso, di valutare tutte le inosservanze rispetto al nulla osta;

4) di valutare la sussistenza di eventuali reati, ivi compreso quello previsto dall’articolo 733bis del Codice Penale;

5) sulla base di quanto previsto dal D.lgs.33/2013 e dal D.lgs.195/2005, al solo Ente Parco: a) copia del verbale del sopralluogo svolto preventivamente ai lavori così come prescritto nel nulla osta; b) copia del parere reso in sede di V.Inc.A.; c) copia dei rilievi prescritti relativamente allo stato del laghetto; d) copia degli studi di incidenza e degli elaborati progettuali depositati dal comune; e) copia della determina del comune di Isola del Gran Sasso di conclusione del procedimento di V.Inc.A.

PS: certo davanti a queste immagini non possono non tornare alla mente le note e surreali vicissitudini patite da un cittadino che aveva realizzato a mano e in buona fede degli stagni di pochi mq per favorire gli anfibi all’interno del Parco del Gran Sasso, perseguito per tale “misfatto” dalle autorità preposte fino a subire addirittura un processo penale.

Siamo certi che ora vi sarà occasione per attivarsi anche con maggiore impegno, zelo e solerzia visto che in questo caso la rara e preziosa vegetazione preesistente, patrimonio del parco e dell’Europa, è stata devastata direttamente dalle ruspe.

CertI di un immediato riscontro, alleghiamo la documentazione citata nonché le immagini di prima (di alcuni anni or sono) e ora.

Augusto De Sanctis

Consigliere Stazione Ornitologica Abruzzese

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Le guide ambientali escursionistiche del Molise e dell’Abruzzo contro il progetto dell’Enel “Pizzone II” http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/11/le-guide-ambientali-escursionistiche-del-molise-e-dellabruzzo-contro-il-progetto-dellenel-pizzone-ii/ Tue, 07 Nov 2023 17:32:05 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16191 Comunicato stampa

Preoccupati per l’impatto sull’ambiente, sul territorio, sulla salute e delle possibili ricadute sulla sfera professionale, le guide ambientali escursionistiche esprimono il proprio dissenso e preoccupazione per il progetto dell’Enel in parte realizzato nel Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise.

L’8 agosto 2023, a ridosso delle vacanze estive, la società Enel Produzione Spa ha comunicato tramite posta elettronica ai comuni di Pizzone, Castel San Vincenzo, Montenero Val Cocchiara ed Alfedena, l’intenzione di realizzare sul loro territorio, una mega centrale idroelettrica da 300 Mw (a fronte di 94 Mw di potenza installata in tutto il Molise) denominata “Pizzone II”.

Nell’opera realizzata da Enel Green Power è prevista la costruzione di 10 km di gallerie (producendo circa 1 milione di mc di inerti), condutture forzate ed elettrodotti per diversi chilometri, in aree rientranti nel perimetro di siti di Rete Natura 2000, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e nell’area contigua dello stesso, con ripercussioni inevitabili sul benessere e l’equilibrio degli ecosistemi, sulle possibilità di sopravvivenza di specie animali e vegetali, tra cui non possiamo dimenticare l’orso bruno marsicano, endemismo simbolo del parco.

L’idea progettuale, essendo basata sullo spostamento, continuo, delle risorse idriche dal lago di Castel San Vincenzo a quello della Montagna Spaccata e viceversa, provocherà notevoli innalzamenti ed abbassamenti delle acque contenute negli invasi artificiali, rendendo le aree di ricreazione attorno ai due bacini, per motivi di sicurezza, e non solo, inutilizzabili. Tali circostanze avranno un impatto notevole sull’economia locale, già afflitta da dinamiche di spopolamento ed invecchiamento demografico, il cui potenziale di sviluppo verrebbe ridotto drasticamente.

Per fortuna, qualche giorno prima del termine di scadenza per la presentazione delle osservazioni alcuni cittadini sono venuti a conoscenza del suddetto progetto, presentando delle rimostranze e dando vita, in poco più di una settimana, ad un coordinamento denominato NO PIZZONE II per fermare sul nascere l’omonimo progetto.

Come si legge sui canali social: “il coordinamento si costituisce come entità autonoma avente l’obiettivo prioritario di contrastare il progetto di Enel Green Power per la realizzazione della mega centrale idroelettrica chiamata appunto PIZZONE ed è composto e autorganizzato da associazioni e singoli abitanti del territorio, nonché da esperti, attivisti e cittadini da tutta Italia che si battono contro ogni opera di sfruttamento e devastazione dell’ecosistema con effetti deleteri anche sulla salute.”

A ciò si aggiungono le reazioni dei comuni e di alcuni enti che, tramite dichiarazioni pubbliche, osservazioni e delibere consiliari hanno espresso parere negativo rispetto alla realizzazione del progetto. Sono state diverse le azioni e le iniziative organizzate finora dal coordinamento: si sono tenute assemblee pubbliche a Castel San Vincenzo, ad Alfedena, a Campobasso e un presidio davanti al consiglio regionale della Regione Molise. Inoltre, il coordinamento ha avuto un incontro a Pescasseroli per confrontarsi con i referenti del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e recentemente a Campobasso con il Consiglio della regione Molise per ribadire il proprio no all’opera.

L’Ente Parco, in un documento ufficiale, si è espresso il 6 settembre 2023 affermando che: “l’istanza della Società Enel Produzione Spa, presentata per l’avvio del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale del progetto, deve ritenersi assolutamente improcedibile”, per ragioni legate allo speciale regime di tutela e gestione dell’area protetta, al rischio di compromettere la salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali tutelati e in ultimo al divieto, previsto dalla legge 394/1991, di modificazione del regime delle acque. Lo stesso Cannata, presidente del PNALM, ha dichiarato: “Alla luce di quanto rappresentato, anche formalmente non ci resta che ribadire, visto lo stato attuale delle problematiche ambientali, che urge sempre più dare senso pieno e dignità alla parola sostenibilità, intendendo nella sua accezione più forte e olistica, senza previsione alcuna della piena sostituibilità tra capitali ambientale, economico e sociale. Un risultato al quale è possibile dare seguito solamente attraverso decisioni nette e azioni programmatiche chiare.

Stefano Orlandini, presidente di Salviamo l’Orso, associazione per la conservazione dell’orso bruno marsicano ha dichiarato: “Se il progetto dovesse andare avanti tutti gli impegni presi dalle Regioni e dal Ministero per quanto riguarda la conservazione dell’orso sarebbero stracciati, la sentenza della Cassazione a sezioni unite ripresa dal direttore del Parco per rigettare il progetto sarebbe ignorata, la tranquillità e il futuro turistico delle comunità di Pizzone, Alfedena e Castel San Vincenzo compromessi per sempre.”

Le guide ambientali escursionistiche e tutti gli operatori turistici del Molise e dell’Abruzzo esprimono il loro dissenso nei riguardi dell’intero progetto, ritenendo questo assolutamente contrario ai principi di tutela, conservazione e sviluppo sostenibile, principi contenuti nella carta costituzionale, in leggi nazionali, comunitarie e internazionali. Le guide manifestano la loro preoccupazione per l’entità dei lavori previsti nel progetto poiché andrebbero a modificare e devastare un territorio dove gli ecosistemi sono protetti.

La distruzione di un luogo così importante per il patrimonio naturalistico delle due regioni e delle comunità che lo vivono, ma non solo, andrebbe a incidere fortemente anche sulla qualità del lavoro svolto dai professionisti dell’outdoor in natura e lungo i sentieri del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Le guide GAE in accordo con le posizioni prese dal coordinamento NO PIZZONE II, da alcune associazioni molto attive sul territorio e dall’Ente Parco auspicano che il progetto venga archiviato e che si parli sempre più di come preservare, proteggere e sviluppare in modo lungimirante l’intero territorio.

Firme guide ambientali escursionistiche:

MOLISE

Stefano Vitale

Daniela Pietrangelo

Guglielmo Ruggiero

Michele Permanente

Luciano Di Berardino

Matteo Iannaccio

Valeria Fabrizio

Giulia Trivelli

Francesco Galasso

Pierdomenico Amodei

Diego Perrella

Erennio Amatuzio

Antonio Meccanici

Ludovic Capaldi

Rino Danilo Tucci

Giuseppe Carrino

Gaetano de Santo

Simone Carlomagno

Francesco Cimino

Ernesto Rossi

Simona Martino

Andrea Rossi

Andrea Imbrosciano

ABRUZZO

Claudia Di Sanza

Simone Bucci

Stefania Toppi

Mario Fracasso

Flavia Ranalli

Maria Cristina Vincenti

Claudio Benedetti

Riccardo D’Addario

Danny Cirone

Julien Leboucher

Pasquarelli Michela

Giada Ricci

Alessandro Cicchitti

Ivan De Ingegnis

Rocco Panetta

Enrico Lamberti

Elena De Simone

Mario Finocchi

Bruna di Giannantonio

Marco Buonocuore

Matteo Gabriele

Daniela Sales

Coordinamento No Pizzone II

Info: 3203616271

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Basta opere a rischio alluvione: stop al 4° lotto Anas della Teramo-mare http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/05/basta-opere-a-rischio-alluvione-stop-al-4-lotto-anas-della-teramo-mare/ Wed, 31 May 2023 08:17:13 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15966 a cura delle associazioni Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus, LIPU del. Abruzzo, Italia Nostra sez. riunite Abruzzo, Altura, Paliurus, Gruppo di Intervento Giuridico, Mountain Wilderness, Il Cittadino Governante.

Il cambiamento climatico ci dice che nell’area del Mediterraneo è concreto il rischio di un aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi estremi e quindi ha senso adeguare le specifiche delle infrastrutture – ponti, strade, ferrovie rendendole più performanti e meno esposte. Se sono state progettate con tempi di ritorno di 100 o 50 anni e poi l’evento si ripete invece con frequenza molto maggiore è ovvio che le opere vanno ripensate per resistere ad eventi più frequenti.” Questa frase è tratta da una dichiarazione resa alla stampa di Luca Brocca, ricercatore dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Cnr, in merito all’alluvione dell’Emilia Romagna.

Le stesse osservazioni erano state alla base di un dossier sul progetto del quarto lotto della Teramo-Mare che otto associazioni hanno inviato nei mesi scorsi a varie autorità denunciando, appunto, il gravissimo rischio idrogeologico visto che ANAS vorrebbe realizzare l’opera da 173 milioni di euro in piena area di rischio alluvione del fiume Tordino secondo le stesse carte ufficiali depositate per la Valutazione di Impatto Ambientale. L’ANAS ha infatti progettato l’opera nonostante le pregresse esperienze negative sui tratti esistenti a monte che ha visto diversi crolli del sedime stradale in caso di piene.

Il rischio alluvione

Le associazioni hanno contestato l’uso da parte di Anas di una modellazione delle piene fatta tenendo conto delle portate con tempo di ritorno di soli 200 anni quando ormai è assodato che la crisi climatica sta esacerbando i fenomeni meteo estremi. Una piena un tempo duecentenaria oggi sarà da considerarsi cinquantenaria, una millenaria praticamente uno duecentenaria e così via. Inoltre i valori delle piene sono calcolati su dati pluviometrici raccolti nel passato che non sono ormai rappresentativi dell’andamento delle precipitazioni. Basti guardare cosa accaduto sul Misa nelle Marche e in Emilia Romagna in bacini molto simili a quello del Tordino.  Facciamo notare che la portata della piena duecentenaria del Tordino è di 890 mc/s, quella cinquecentenaria di 998 mc/s. Figurarsi quella millenaria… Pertanto riteniamo molto grave questa sottovalutazione del rischio idraulico, tenuto conto non solo del rischio per l’infrastruttura ma anche per tutto quello che rileva ai fini della pubblica incolumità, sia dei fruitori sia di tutti gli altri manufatti (case, altre strade ecc.), tenuto anche conto dell’impatto dell’infrastruttura sui livelli di piena a valle.

Consumo di suolo

L’ISPRA nel suo ultimo rapporto sul consumo di suolo ha lanciato l’ennesimo allarme sulla perdita di suolo fertile in Italia. L’Abruzzo risulta essere la regione con maggiore incremento annuo di consumo di suolo. Se andiamo a osservare i dati dei comuni interessati dall’opera, che consumerà o depaupererà direttamente o indirettamente decine di ettari di una delle zone più favorevoli all’agricoltura dell’intera regione, vediamo che tutti sono ben oltre il dato medio nazionale (7%) e regionale (5%), a livelli già oggi insostenibili: Giulianova 23,2%, Mosciano S. Angelo 10,3%, Notaresco 9,7%, Roseto 14,8%.

Mobilità

Il progetto non è supportato da alcun dato circa la mobilità e la necessità di pervenire a modelli sostenibili di trasporto di cose e persone. Quante emissioni in atmosfera in più sono previste dalla realizzazione dell’opera (cantieri, flusso di materiali ecc.) e dall’uso ultradecennale della stessa?

Perché si deve ancora sostenere una enorme spesa pubblica per facilitare il trasporto privato su gomma quando il principale nodo, lo svincolo autostradale di Mosciano S. Angelo, è ormai già collegato con la dorsale trasversale verso Roma? Che impatto avrebbe sul traffico, ad esempio sul nodo di innesto con la SS16 e sul centro di Giulianova, già pesantemente colpito da ingorghi?

Sedime di cantiere

La sede delle attività di cantiere nell’area industriale di Colleranesco potrebbe ricadere in aree potenzialmente contaminate. 

Impatto paesaggistico enorme

La scelta di un tracciato in area a rischio idrogeologico che “costringe” ad andare in rilevato, la volontà di introdurre mega-svincoli assolutamente sovra-dimensionati come quello di Coste Lanciano, l’introduzioni di viadotti per superare le aree a rischio R4, determinano un impatto paesaggistico enorme sull’ultima porzione di pianura alluvionale abruzzese priva di grandi infrastrutture.

Lo stato ecologico del Fiume Tordino

Il fiume e il corpo idrico sotterraneo della pianura alluvionale presentano estese criticità. La qualità dell’ambiente fluviale è “scarsa” secondo i dati ARTA, così come “scadente” è lo stato delle acque sotterranee a cause delle molteplici pressioni antropiche totalmente insostenibili che già insistono nell’area. Aggiungere l’ennesima fonte di pressione antropica appare del tutto ingiustificabile.

Impatto sull’area archeologica di Castrum Novum a Giulianova Lido

L’opera, come è dichiarato anche nella relazione illustrativa del progetto definitivo, “potrebbe avere un forte impatto sui resti dell’antico insediamento di Castrum Novum localizzato al margine sud della città di Giulianova”.

Impatto sulla componente faunistica

Il corso del Tordino è interessato dalla presenza di varie specie di uccelli tutelati, anche a livello comunitario, quali Airone bianco maggiore, Garzetta e Marangone minore. La presenza di una strada determina un forte disturbo alla componente faunistica, come dimostrano numerose ricerche scientifiche pubblicate a livello internazionale.

L’alternativa necessaria

Davanti a una nuova opera pubblica la tentazione forte è dire in maniera semplicistica: l’importante è farla. Ciò porta troppo spesso a non considerare che si tratta di fondi pubblici – in questo caso ben 173 milioni di euro per soli 7 km alla modica cifra di oltre 20 milioni di euro a km- che devono essere allocati privilegiando una opzione rispetto ad altre esistenti.

Riteniamo che sia molto più vantaggioso, procedere a un Accordo di Programma Territoriale tra enti affinché:

1)si mantenga la SS80 nella sede attuale migliorando la fluidità del traffico (ad esempio, prevedendo una rotatoria a Bivio Bellocchio, allo sbocco cioè della SS 80 sulla SS16 per fluidificare  il traffico proprio nel punto in cui si creano attualmente i maggiori ingorghi) con l’eliminazione di semafori, la sicurezza con interventi sulla segnaletica e sui marciapiedi, mitigando gli impatti delle emissi acustiche e gassose con siepi ecc.;

2)si lavori sulle alternative trasportistiche investendo sulla ferrovia, con l’acquisto di materiale rotabile, e sulla mobilità ciclistica;

3)si assicurino le spese di funzionamento del sistema nei primi anni per facilitare la transizione da una mobilità insostenibile, quella privata su gomma, con quella più sostenibile sotto tutti i punti di vista (sicurezza dei trasporti; emissioni; impatti paesaggistici; consumo di suolo ecc).

4)si attuino interventi di risanamento ambientale sul Tordino.

Nel dossier realizzato dalle associazioni è stata fatta una prima e indicativa ripartizione economica per dimostrare che esiste un’alternativa concreta al progetto ANAS.

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Usi civici, associazioni chiedono al Governo di impugnare la nuova legge della Regione Abruzzo http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/02/usi-civici-associazioni-chiedono-al-governo-di-impugnare-la-nuova-legge-della-regione-abruzzo/ Wed, 08 Feb 2023 10:21:22 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15818 Occupazioni abusive dei terreni di uso civico, Archeoclub Pescara, SOA, LIPU e Altura chiedono al Governo di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la nuova legge della Regione Abruzzo.

Associazioni “boschi e pascoli sono un patrimonio collettivo fondamentale per la tutela di biodiversità e beni culturali, no alla deregulation sulle sanatorie degli abusi”.

Quattro associazioni di tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale hanno scritto al Governo per chiedere di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge 47/2022 varata recentemente dalla regione Abruzzo e tesa di fatto a facilitare la legittimazione delle occupazioni abusive dei terreni gravati da uso civico.

Archeoclub Pescara, Lega Italiana Protezione Uccelli, Stazione Ornitologica Abruzzese e Associazione per la Tutela degli Uccelli Rapaci e dei loro Ambienti evidenziano come le aree più pregiate dal punto di vista paesaggistico e naturalistico della regione siano proprio terreni di uso civico. Pochi sanno che quasi un terzo del territorio regionale, da Campo Imperatore ai boschi del Parco d’Abruzzo non hanno alcun proprietario unico ma sono un patrimonio collettivo in uso alle comunità.

Purtroppo nei decenni vi sono state migliaia di occupazioni da parte di privati. Dal 1927 esiste una procedura per alienare queste aree – lo fu nel 2007 quella su cui gravava l’hotel Rigopiano, ad esempio – sulla base di presupposti assai restrittivi, almeno sulla carta. Lo Stato ha affidato alle regioni il compito di seguire i relativi procedimenti amministrativi.

Ora la Regione Abruzzo con la legge 47/2022 non solo ha subdelegato i 305 comuni per lo svolgimento di tutte le pratiche ma ha anche previsto una sorta di silenzio-assenso da parte della regione. Con l’aggravante di non prevedere criteri per permettere una gestione omogenea e soprattutto all’altezza da parte di centinaia di amministrazioni comunali diverse, molte delle quali di piccoli paesi che spesso non hanno tra il proprio personale le qualifiche adeguate per trattare un tema così delicato come l’alienazione di beni collettivi.

Le associazioni hanno richiamato diverse sentenze della Corte Costituzionale che in questi anni è intervenuta bocciando leggi regionali molto simili a quella abruzzese. I giudici delle leggi hanno chiarito che sussiste “uno specifico interesse unitario della comunità nazionale alla conservazione degli usi civici” anche perché la normativa statale in materia riconosce la “consolidata vocazione ambientalista degli usi civici e dei domini collettivi“.

I giudici costituzionali hanno fatto notare che è necessario “il massimo rigore nella verifica dei presupposti sostanziali che consentono di accedere alla liquidazione degli usi civici, alla affrancazione del fondo e alla legittimazione delle occupazioni sine titulo“. Di conseguenza non può essere consentita “alcuna ingerenza da parte del legislatore regionale” rispetto alle indicazioni statali circa la gestione di questo patrimonio.

Tra le molteplici criticità indicate dalle associazioni vi è anche una clamorosa “dimenticanza” del legislatore regionale: la norma nazionale prevede – e questo fa capire la delicatezza dell’argomento – che i procedimenti di legittimazione siano conclusi addirittura da un decreto del presidente della Repubblica d’intesa con la regione interessata, pena la nullità del procedimento con tutte le conseguenze che è facile immaginare, ad esempio nella successiva compravendita degli immobili alienati. Nella norma regionale non si fa alcun cenno a tutto ciò, lasciando un patrimonio ambientale di inestimabile valore ad una gestione fondata su norme ad avviso delle associazioni incomplete e pericolose.

Qui la lettera integrale inviata al Governo.

STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE
LEGA ITALIANA PROTEZIONE UCCELLI
ASSOCIAZIONE TUTELA DEGLI UCCELLI RAPACI E DEI LORO AMBIENTI
ARCHEOCLUB PESCARA

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La Corte Costituzionale dichiara illegittima la Legge Regionale che voleva ridurre i confini del Parco Regionale Sirente Velino http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/11/la-corte-costituzionale-dichiara-illegittima-la-legge-regionale-che-voleva-ridurre-i-confini-del-parco-regionale-sirente-velino/ Tue, 29 Nov 2022 16:12:26 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15663 A cura di WWF Abruzzo.

La Corte Costituzionale si è espressa con la sentenza n. 235/2022: il taglio del Parco regionale Sirente Velino è illegittimo! Il pronunciamento salva molte migliaia di ettari di territorio protetto che la Regione Abruzzo aveva eliminato dal territorio del Parco regionale.

Le Associazioni ambientaliste (WWF Abruzzo, Lipu Abruzzo, Pro Natura Abruzzo, Italia Nostra Abruzzo, Mountain Wilderness, CAI Abruzzo, Salviamo l’Orso, Orso and Friends, Altura Abruzzo, Appennino ecosistema, Touring Club Italiano, Dalla parte dell’Orso, Comitato Salviamo il Parco Sirente Velino e altre) avevano creato una grande mobilitazione contro l’incomprensibile e scellerata decisione della Giunta regionale, lanciando una petizione on line che ha raggiunto più di 125.000 firme, raccogliendo l’appello di cinquanta personalità della scienza e della cultura abruzzesi e italiane rivolto al Presidente della Regione e all’Assessore all’ambiente, pubblicando articoli sulla stampa, anche su testate importanti a livello nazionale e portando la discussione e la richiesta di scongiurare la riduzione del Parco su un piano di attenzione più ampio di quello locale.

Nonostante questo, la Regione Abruzzo è rimasta sorda agli appelli, il Presidente Marco Marsilio non ha mai incontrato le Associazioni o sentite le popolazioni per raccogliere le istanze e confrontarsi con tutti i portatori di interesse, accampando come “volontà del territorio” delibere di consigli comunali datate di diversi anni e riferite a compagini amministrative spesso mutate.
Il WWF, poi, una volta approvata la Legge regionale con i confini ridotti del Parco, aveva presentato una richiesta al Governo di impugnativa sollevando successivamente attraverso una memoria alla Corte Costituzionale, tra le altre questioni, proprio il fatto che la riperimetrazione attuata andasse a compromettere “il nucleo minimo di salvaguardia del patrimonio naturale” richiesto dalla normativa nazionale.

Ora la sentenza della Corte Costituzionale dà una sonora batosta all’amministrazione regionale che pensa di ridurre i confini di un’area protetta, mentre gli obiettivi comunitari chiedono esattamente il contrario.
È indubbiamente una grande sconfitta far passare la decisione dei confini dell’unica area protetta regionale attraverso una diatriba giuridica, meglio avrebbe fatto la Giunta regionale ad accogliere l’invito che le Associazioni ambientaliste non hanno mai cessato di lanciare, quello della ricerca di un dialogo e di un confronto con la creazione di un tavolo di ascolto e di nuova programmazione del territorio, basato però sulla tutela del grande patrimonio naturalistico che il territorio del Parco regionale Sirente Velino custodisce.
Ora si lavori insieme per il bene dell’area protetta, il Parco ha bisogno di altro: di essere dotato di strumenti per esercitare la propria funzione, dell’approvazione del Piano di gestione, della possibilità di indennizzare velocemente i danni da fauna all’agricoltura e agli allevamenti, di un piano di rilancio che punti alla promozione turistica…

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Un Mare di Verde per Pescara. La città di Pescara e il suo Parco Centrale http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/10/un-mare-di-verde-per-pescara-la-citta-di-pescara-e-il-suo-parco-centrale/ Mon, 24 Oct 2022 07:19:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15601 A cura di Italia Nostra Pescara.

29 ottobre 2022, dalle ore 10.30 alle 20.30 circa, Dopolavoro Ferroviario nell’area di risulta: una giornata per raccontare la nuova visione di Pescara con un grande parco centrale che restituisca permeabilità al suolo e vivibilità ai cittadini.

La città di Pescara in questo momento si trova a un bivio: un’area dismessa estesa di 13 ettari, gli ex piazziali ferroviari in pieno centro, la cosiddetta “area di risulta” sta aspettando da 30 anni di diventare un grande parco, un polmone verde per tutto il centro cittadino.

Ma ora Regione Abruzzo e Comune di Pescara hanno deciso di costruire proprio in quest’area il palazzo degli uffici regionali, alti silos per i parcheggi, cemento, altri palazzi.
Si tratterebbe di un intervento di grande impatto ambientale, attrattore di traffico in una zona già caotica, un danno enorme alla città.

Abbiamo invece la grande opportunità di riportare l’area all’ idea originaria: un parco centrale che offra permeabilità al suolo, frescura ai cittadini, presidio salutare per la qualità dell’aria.
Italia nostra ha chiamato alla mobilitazione le associazioni attive sul territorio e tante personalità del mondo scientifico e culturale si stanno mobilitando per evitare tutto questo, per offrire una visione nuova ai decisori (che riprende l’antica ispirazione: già trent’anni fa la proposta di un grande parco al posto del ferro e del cemento permise l’acquisto dell’area convincendo l’Amministratore Delegato delle ferrovie ).

Il 29 ottobre a Pescara, presso il circolo Dopolavoro Ferroviario, che ha il suo ingresso proprio sull’area di risulta, prenderà vita una giornata di dibattiti, incontri scientifici, musica, arte. Una giornata intera per pensare al futuro con uno sguardo alla storia di quel luogo così maltrattato negli ultimi trent’anni. Oggi vogliamo dire forte che quel luogo è il luogo di una rinascita verde della città,

Riportiamo dalla lettera-appello lanciata dalle associazioni e che tante personalità stanno firmando:

“Pescara ha bisogno di quel mare verde, che faccia rivivere il suo cuore, che doni frescura, aria pulita, che restituisca al terreno l’acqua piovana, liberandolo dalla crosta d’asfalto, accolga in una cornice naturale la riorganizzazione dolce della mobilità.
Decidere di costruire in quest’ area nuovi fabbricati per gli uffici della Regione e per i silos dei parcheggi, comprometterà irreversibilmente la possibilità di dare un nuovo volto a Pescara facendo così dell’area il deposito delle questioni irrisolte con l’abbandono della pianificazione a larga scala.
Mentre in ogni città si delocalizzano uffici, si cercano aree da rendere verdi e vivibili per i cittadini e si organizzano degli hub periferici per i parcheggi di scambio tra le diverse modalità di trasporto, qui si pensa al contrario.

La scelta di accentrare altri uffici direzionali porterà nuovo traffico in centro, aggravando la questione dei parcheggi e soffocando le attività sociali, culturali e commerciali.
Il recupero dell’area con un grande parco centrale formato dagli alberi del nostro paesaggio, permeabile all’acqua e produttore di aria buona, disseminato di attività e luoghi di incontro, restituirà salute alla città e contribuirà al rilancio del centro cittadino, oggi in crisi.
Non servono nuovi edifici direzionali in centro. Non servono altre strade.
Si devono fare progetti che aumentino la resilienza delle città, perché non c’è più tempo, e la città ne ha bisogno.

Ci sono già i fondi pubblici per realizzare il grande parco centrale di Pescara: chiediamo che vengano utilizzati per questo, con un progetto che restituisca alla città inquinata e cementificata un grande patrimonio di naturalità.
Chiediamo questa scelta per i cittadini, per la loro salute, per il loro benessere e per il loro futuro.
L’area di risulta deve essere il nuovo mare verde per Pescara.”

Tra gli artisti che hanno aderito all’appello e si esibiranno nella giornata del 29 ottobre, in una maratona solidale con il verde, la salute, la mobilità sostenibile, ci saranno:
La grande ironia di Nduccio, le rime taglienti dei 99 Cosse, le note cantautoriali di Domenico Imperato e il rock di Miriam Ricordi; la raffinatezza scatenata dei The American Folk Tellers a chiudere alle 20.00 la giornata (con Walter Caratelli alle percussioni).

La mattina verrà inoltre aperta con le note gioiose dei Ragazzi del Mibe, giovani leve della musica che parteciperanno all’apertura degli incontri; durante la giornata gli attori del Florian Metateatro racconteranno le parole della Natura, sotto aspetti diversi, politici, e filosofici.
Tre i Talk di approfondimento previsti, che affronteranno temi cruciali per la crescita della città, con architetti, storici, esperti d’ambiente, biologi, esperti in mobilità sostenibile. In tre diversi momenti infatti si avvicenderanno sul palco per parlare di:

alle ore 11.30 “Un luogo della storia, una risorsa per la città” dialoghi sulla storia e sul ruolo dell’area nel tempo e nell’attualità con testimoni e studiosi;

alle 16.00 “Le aree di risulta per la resilienza ai cambiamenti climatici e per il benessere urbano” e alle 17.00 “Spazio pubblico e nuove centralità: per una città attrattiva ed accogliente”

Le dirette di Radio Città, l’emittente radiofonica Radio Città – network nazionale di Radio Popolare – media partner dell’evento, seguiranno tutta la giornata con lo speciale del programma LePine e con altre dirette.
L’appello Un Mare di Verde per Pescara, lanciato dall’associazione Italia Nostra, sezione “Lucia Gorgoni” di Pescara con la collaborazione de LePine, Simona Barba e Isabella Micati, e Woo_mezzometroquadro, ha raccolto le adesioni di numerose personalità oltre che delle associazioni, che in gran numero hanno firmato e sostengono una visione di città fondamentale per il nostro futuro e che oggi può essere a portata di mano.

Le personalità che hanno già firmato l’appello Un mare di Verde per Pescara:

Carlo Pozzi, già  prof. Ordinario di Progettazione Arch. e Direttore del Dipartimento di arch. dell’ Univ D’Annunzio Ch-Pe
Gianluigi Bacchetta, professore ordinario area Scienze biologiche – Università di Cagliari Massimo Angrilli, architetto, Professore Associato Progettazione Urbanistica Dipartimento di Architettura Università D’Annunzio Ch-Pe
Lia Giancristofaro, professoressa associata in Materie Demo Etno Antropologiche – Università D’Annunzio Ch-Pe
Stefano Deliperi, presidente dell’associazione ambientalista GrIG Gruppo d’Intervento Giuridico
Carlo Pagetti, già docente di letteratura inglese presso la Facoltà di Lingue dell’Università G D’Annunzio di Pescara e della Statale di Milano.
Mario Pacelli, già docente di Diritto pubblico presso l’Università “La Sapienza” di Roma
Cinzia Toto, giornalista
Adriano Ghisetti, già professore ordinario di storia dell’architettura presso il dip. di architettura Università D’Annunzio Ch-Pe
Maria Rita D’Orsogna, professoressa associata presso il dip. di matematica – California State University at Northridge, Los Angeles
Mimmo Locasciulli, medico e cantautore.
Giulia Basel, direttrice artistica e regista teatrale, Delfino d’oro 2019
Donatella di Pietrantonio, scrittrice
Giacomo Vallozza, attore
Bruno Arpaia, scrittore
Edoardo Micati, ricercatore etnografo
Antonio Del Giudice, scrittore, già direttore de Il Centro
Eide Spedicato Iengo, già professoressa associata di Sociologia Generale- Università D’Annunzio Ch-Pe
Peppe Millanta, scrittore
Maria Giulia Picchione, già Soprintendente BEAP dell’Abruzzo, dirigente MiC, membro Icomos Italia
Bartolomeo Schirone, professore ordinario in Conservazione e restauro dell’ambiente forestale e difesa del suolo-Università della Tuscia, Viterbo
Ottavia Aristone, ricercatrice di Urbanistica, dipartimento di architettura – Università D’Annunzio Ch-Pe
Piero Rovigatti, prof. associato di Urbanistica, dipartimento di architettura Università D’Annunzio-Ch-Pe
Enzo Di Salvatore, professore di Diritto costituzionale. Direttore del Centro di ricerca ”Transizione ecologica, sostenibilità e sfide globali”, Membro associato ISSiRFA-CNR – Roma
Antonio Zimarino, docente e critico d’arte
Maria Paola Morittu, giurista, esperta in Conservazione dei Beni Culturali ed in Europrogettazione
Renzo Gallerati, ex sindaco di Montesilvano, responsabile P.R. di ACAF ass.culturale amatori ferrovie – museo del treno di Montesilvano
Tino Di Sipio, già Assessore comunale, Presidente della Provincia di Pescara, della ASL, del Co. Re. Com., esperto in enogastronomia.
Paolo Berdini, Urbanista e saggista. Già assessore alla Urbanistica del Comune di Roma-Fernando Tammaro, già prof. ordinario di Botanica e incaricato di Educaz. Ambientale ed Ecologia presso l’Università. de L’Aquila; docente di botanica presso il Dip. di Farmacia dell’Università  D’Annunzio Ch-Pe
Gaetano Carboni, azienda Pollinaria
Antonello Alici, professore associato di Storia dell’Architettura presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Architettura- Università Politecnica delle Marche, Ancona.
Giovanni D’Alessandro, scrittore
Maria Pia Guermandi, archeologa, coordinatrice di Emergenza Cultura
Enzo Fimiani, professore associato  di storia contemporanea  presso il dipartimento di lingue –Università D’Annunzio, Ch-Pe
Adriana Gandolfi, antropologa
Loredana Di Giovanni, avvocato, ex assessore ai lavori pubblici al Comune di Pescara
Renato Minore, giornalista, scrittore e poeta
Gerardo Di Cola, professore di matematica e fisica, storico del doppiaggio cinematografico, Ciattè d’oro 2022
Elena La Morgia, architetto e docente di storia dell’arte
Maristella Lippolis, scrittrice
Gianni Melilla, presidente associazione Scuola Cultura ed Arte “ Fulvio Luciani”già parlamentare e consigliere regionale.
Mario Lizza, medico, presidente SISPeD Società Italiana di Medicina Pubblica e Digitale
Maria Rosaria La Morgia, giornalista, presidente dell’Associazione Culturale “Il Sentiero della Libertà – Freedom Trail”
Giuseppina (Giusi) Di Crescenzo, giornalista e insegnante
Antonio Bini, saggista, direttore di “Abruzzo nel mondo”
Maria Luisa Narcisi, insegnante
Nicola Palombaro, ricercatore, Presidente Comitato provinciale ANPI
Giorgio Pelagatti, professore associate di Istituzioni di Diritto Pubblico presso il dipartimento di Economia , Università di Foggia
Giuseppe Conte, scrittore, poeta, drammaturgo,  critico letterario.
Paola Tiberii, musicologa e lessicografa
Roberto Morizi, coordinatore nazionale ISDE- associazione medici per l’ambiente
Alfredo Mazzoni, biologo, primo Presidente del CidI (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti) Pescara
Massimo Bottini, architetto, Comitato di gestione di A.MO.DO. (Associazione per la Mobilità Dolce)
Letizia Ciliberti, già insegnante e Consigliera Circoscrizione Pescara Ovest/Villa Fabio
Paolo Iarussi, già funzionario della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Beni culturali Regione Abruzzo
Manfredi Tricca, saggista, ex Preside dell’Istituto Agrario di Alanno
Albano Paolinelli, Artista
Giorgio Caizzi, architetto, già dirigente tecnico ATER
Antonio Di Loreto, architetto, esperto d’Immagine presso Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Turismo, saggista, fotografo, Ciattè d’oro 2022

Le associazioni aderenti:

Archeoclub d’Italia
Touring club italiano
Conalpa
FIAB
GUFI
Le maiellane
Mila donnambiente
La Galina Caminante
Associazione 1000 Alberi Aps.
Salviamo viale Marconi
AIAPP. Associazione italiana architettura del paesaggio
MAZÌ ~ Arcigay Pescara
SMPP1, comitato Saline.marina.pp1 Montesilvano
La formica viola
I Colori del Territorio A. P. S. _Spoltore
Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus
Arci comitato Pescara
Buendia, Francavilla al Mare
Collettivo Zona Fucsia
Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia
Forum H2O
Oltre il ponte
Jonathan
Ordine degli Architetti di Pescara
Codacons

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Chieti: comitato V.I.A. contrario al progetto del centro commerciale Mirò http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/09/chieti-comitato-v-i-a-contrario-al-progetto-del-centro-commerciale-miro/ Tue, 20 Sep 2022 12:54:26 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15560 Bocciatura del centro commerciale Mirò a Chieti scalo vicino al fiume Pescara, S.O.A. e Forum H2O “bene verbale del comitato V.I.A., bocciatura anche nel merito per l’aggravio delle emissioni da traffico come osservato anche dalla SOA”.
Ora dare seguito alle demolizioni ordinate dal Comitato.

“Il parere negativo del Comitato V.I.A. pubblicato sul sito della Regione Abruzzo con cui si boccia la richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale “postuma” e “a sanatoria” richiesta dalla Sile Costruzioni per le opere del centro commerciale Mirò in parte già realizzate a Chieti scalo ci pare ineccepibile perché:

1) richiama la mancanza di valide autorizzazioni pregresse;

2)ribadisce che il parere di una V.I.A. postuma può comunque essere negativo, come più volte ribadito dal Forum H2O in questi mesi;

3)entrando nel merito del progetto lo censura anche dal punto di vista dell’impatto ambientale, in particolare sull’aggravio della condizione di inquinamento dell’aria derivante dal traffico generato dal centro commerciale ritenendolo incoerente con il Piano regionale della qualità dell’aria. Era esattamente uno dei punti sollevati nelle osservazioni contrarie della Stazione Ornitologica Abruzzese;

4)ordina la demolizione delle opere realizzate senza titolo.” così Forum H2O e Stazione Ornitologica Abruzzese commentano il verbale pubblicato sul sito della Regione Abruzzo che riporta la decisione del Comitato V.I.A. sfavorevole alla Sile Costruzioni.

Ora ci aspettiamo una lunga battaglia legale da parte del proponente ma un ulteriore punto fermo è stato messo.

L’emergenza climatica impone scelte conseguenti ed è già desolante dover anche solo assistere a continui e stucchevoli tentativi di riproporre modelli economici che hanno alla base il consumo di suolo, la realizzazione di grandi interventi nelle aree proprie del fiume Pescara e forti emissioni in atmosfera. Bisogna assolutamente rinaturalizzare le aree golenali del fiume Pescara e riqualificare un territorio fortemente colpito da un’urbanizzazione selvaggia del tutto insostenibile. I comuni di Chieti e Cepagatti facciano la loro parte.

FORUM H2O
STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE

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Opposizione ai tagli nella pineta di Villetta Barrea http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/08/opposizione-ai-tagli-nella-pineta-di-villetta-barrea/ Tue, 23 Aug 2022 13:55:47 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15538 A cura di Franco Tassi, Centro Parchi Internazionale.

Il Progetto che, usufruendo di Fondi Europei, punta ad effettuare tagli nella storica Pineta di Villetta Barrea, nel cuore del Parco Nazionale d´Abruzzo – il più antico d´Italia, che proprio nel corrente anno 2022 festeggia il suo Centenario – ha suscitato forti reazioni contrarie da parte del mondo scientifico, naturalistico, ecologico, ambientalista e culturale, e persino dalle stesse comunità locali, che hanno avviato un’intensa campagna di informazione, critica e opposizione, con vasta eco nei media, anche all´estero.

Il Centro Parchi Internazionale, il Centro Studi Ecologici Appenninici e il Gruppo Alberi Sacri sono stati invitati da alcune Organizzazioni sopranazionali, e da vari Osservatori stranieri, a fornire una sintetica illustrazione della situazione, che ricostruisca la vera storia della Pineta, le motivazioni dei tagli e le ragioni che inducono a escluderli. Nel presente Rapporto la situazione viene illustrata, in base a informazioni acquisite, documentazione consultata e pareri espresso da varie fonti autorevoli.

Ecco qui in sintesi quale risulta, al momento attuale, la situazione reale ed obiettiva, da noi riscontrata.

  1. La storica Pineta di Villetta Barrea, adiacente alla Camosciara, nel cuore del Parco Nazionale d´Abruzzo, non rappresenta affatto, come qualcuno avrebbe voluto far credere, uno dei tanti banali rimboschimenti piu o meno recenti di Pino nero, bensi la più importante formazione spontanea relitta di questa essenza – Pino nero della forma endemica appenninica (Pinus nigra var.italica n.Villetta Barrea), con tutta la straordinaria biocenosi ad essa legata.
  2. La presenza di questa Pineta fin dai secoli scorsi risulta ampiamente documentata dagli studi storici più attendibili, che ne attestano le passate vicende, tra parziali contrazioni dovute agli usi delle comunità, e periodiche estensioni grazie ad opportune piantumazioni con sementi locali. Per di più, la sua estrema vicinanza alla Camosciara ha fatto sì che l’intera Biodiversità ivi protetta, e quindi tutta la flora e la fauna residuali, si siano progressivamente diffuse nella Pineta, oggetto da lungo tempo di assoluta protezione.
  3. Pretendere di applicare, a questo Biotopo unico del Parco Nazionale, i consueti criteri di diradamento, normalmente adottati nelle diffuse Pinete completamente artificiali, frequenti soprattutto nelle zone planiziarie e antropizzate, sarebbe del tutto fuori luogo, e anche per questo il Progetto è stato subito motivatamente respinto dagli scienziati massimi esperti in materia, sia Botanici come il Professor Franco Pedrotti, che Forestali come il Professor Bartolomeo Aki Schirone.
  4. Va aggiunto che, ancora più decisamente, sono state respinte le motivazioni alla base del Progetto, che avrebbero voluto presentarlo come efficace mezzo di prevenzione contro il fuoco, anche se è stato ampiamente dimostrato che i tagli e l´apertura di nuovi varchi favorirebbero invece la penetrazione, il disturbo, l´abbandono di rifiuti, gli atti vandalici, il bracconaggio, e l´incendio stesso. Una valutazione negativa, su cui tutti gli esperti interpellati hanno convenuto.
  5. Stupisce comunque che le Istituzioni coinvolte nella vicenda – Ministero, Regione, Comune, Ente Parco – abbiano inteso applicare ad ecosistemi naturali rigorosamente protetti i metodi della normale selvicoltura, come se non si trattasse di ambienti all´interno di un Parco Nazionale di fama e rilievo internazionale. Ed ancor piu incomprensibili sarebbero interventi di taglio in zone acclivi e soggette a frane, a ridosso del centro abitato, con evidente aumento del rischio di frane, smottamenti e alluvioni.
  6. La storica Pineta di Villetta Barrea costituisce una parte essenziale del Paesaggio, che in linea con la Convenzione Internazionale sul Paesaggio del Consiglio d´Europa, va considerata come vero e proprio “Paesaggio vivente”, elemento storico e identitario del territorio, e delle stesse comunità che lo abitano. Va quindi rispettata anche con riferimento a questi valori, che sono stati palesemente richiamati ed espressi dalle ripetute proteste della popolazione contro i Progetti di taglio, su cui non erano state adeguatamente informate, e di cui non condividono la necessità.
  7. Ma oltre alle predette pur incisive osservazioni, il fatto dirimente che esclude ogni possibilità di attuare un Progetto del genere riguarda la totale mancanza di considerazione per la straordinaria Biodiversità custodita nella Pineta. Dove sono presenti la maggior parte delle specie vegetali e animali del Parco, tra cui: Orso bruno marsicano, Camoscio d´Abruzzo, Lupo appenninico, Cervo, Capriolo, Gatto selvatico, Martora, Scoiattolo meridionale, Gufo reale, Picchio nero, Balia dal collare, Picchio dorsobianco di Lilford, Colombella, nonchè (da confermare) Lince appenninica (Gattopardo, o Lupo cerviero). Questi dati obiettivi avrebbero dovuto indurre qualsiasi Istituzione responsabile, dotata di competenza e di buon senso, ad escludere qualsiasi intervento selvicolturale, sia pure di quella che, con ineffabile ossimoro, alcuni tagliatori vorrebbero definire “Conservazione Attiva”. Vien da pensare che le Autorità coinvolte non siano state informate, o non risultino affatto consapevoli, della importante posta in gioco.
  8. Va aggiunto che alle principali specie floro-faunistiche documentate vanno aggiunte anche molte altre presenze di endemismi, rarità, ed eccezionali entità a rischio di estinzione, protette a livello europeo. Per restare, a mero titolo di esempio, nel solo campo entomologico, la Pineta ospita Coleotteri xylofagi di grande interesse. Le ricerche, avviate dallo scrivente fin dagli anni ´50 del secolo scorso, hanno consentito infatti di redigere una importante Check-List, che passa dalla classica Anthaxia godeti alla Buprestis octoguttata riscontrata più recentemente, fino alla eventuale sopravvivenza (suggerita da alcuni indizi, ma tuttora da confermare), della leggendaria Buprestis splendens, il simbolo internazionale della Biodiversita.
  9. Appare quindi evidente che qualsiasi futuro intervento su Pini neri viventi, senescenti e marcescenti, tronchi cariati o necromassa, potrebbe compromettere seriamente la salvaguardia delle predette specie, in aperta violazione della normativa europea. Configurando l´ipotesi del reato di cui all´articolo 733-bis del Codice Penale, riguardante “Distruzione o deterioramento di habitat all´interno di un sito protetto”. Detta norma, qui indicata in calce (*), risale all´anno 2011, e benchè risulti finora assai poco applicata, potrebbe risultare decisiva.
  10. Restano infine da comprendere alcuni aspetti problematici e poco chiari di questa singolare vicenda:
    a) se l´iniziativa in questione sia in relazione con il Progetto di Impianto Termico recentemente approvato dal Comune di Pescasseroli, che prevede un ingente e costante “approvvigionamento di legname, con taglio, esbosco, raccolta ed eventuale accumulo del materiale legnoso”;
    b) se l´Ente Parco abbia autorizzato questa infrastruttura invasiva, o comunque se ne risulti a conoscenza;
    c) se si stia preparando un nuovo sfruttamento dei boschi del Parco, destinato ad estendersi a macchia d´olio nei Comuni dell´Alta Valle del Sangro;
    d) se le Istituzioni coinvolte conoscano bene le normative nazionali e internazionali vigenti in materia, e la stessa Legge quadro sulle Aree protette (1991);
    e) se dette Istituzioni siano consapevoli del fatto incontestabile che alberi, boschi, foreste e selve di un Parco Nazionale non vanno in alcun caso assoggettate alle stesse regole selvicolturali applicate nei territori esterni, non sottoposti ad alcun vincolo;
    f) se nella loro gestione abbiano ben chiaro il principio che le straordinarie risorse naturali del territorio non vanno sacrificate o sfruttate per scopi commerciali, come ad esempio i boschi per la produzione di legname da opera; g) se Ministero, Regione, Comune ed Ente Parco vogliano cortesemente fornire, in regime di totale trasparenza, complete informazioni sulla destinazione del legname ricavato dagli eventuali tagli; h) se le stesse Istituzioni abbiano compreso che la missione prioritaria di un Parco è senza dubbio la Conservazione della Biodiversità, tutelando nel modo più attento ed efficace tutti gli Ecosistemi;
    g) se il Parco abbia elaborato un adeguato Piano di protezione delle foreste, in linea con la propria Zonazione e con le direttive internazionali, intese a conservare anzitutto le selve naturali e seminaturali, e comunque le formazioni boschive delle Aree protette.

(*) Art. 733-bis – Distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto (1)
Chiunque, fuori dai casi consentiti, distrugge un habitat all’interno di un sito protetto o comunque lo deteriora compromettendone lo stato di conservazione, è punito con l’arresto fino a diciotto mesi e con l’ammenda non inferiore a 3.000 euro.

(1) Articolo aggiunto dalla lettera b) del comma 1 dell’art.1, DLGS 121/2011.

Nota: Quella qui riportata rappresenta solo la prima versione sintetica del Rapporto completo scientifico-ecologico-naturalistico, che corredato di tutti gli Allegati, sarà poi tradotto, pubblicato e largamente diramato alle Organizzazioni e ai Media internazionali.

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