Toscana – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Tue, 09 Jul 2024 21:18:35 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.6 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg Toscana – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 Rosignano Marittimo, il Comitato Bosco Urbano entra in Consiglio Comunale http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/07/rosignano-marittimo-il-comitato-bosco-urbano-entra-in-consiglio-comunale/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/07/rosignano-marittimo-il-comitato-bosco-urbano-entra-in-consiglio-comunale/#comments Thu, 04 Jul 2024 22:04:45 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16639 La maggior parte della grande area verde tra Rosignano Solvay e Castiglioncello è destinata a scomparire per realizzare servizi pubblici, residenziale e una grande struttura di vendita Coop, distruggendo un bosco urbano. La lista “Rosignano nel Cuore” vince però le elezioni di giugno e alcuni rappresentanti del Comitato spontaneo diventano consiglieri di maggioranza. Adesso cosa succederà?

Di Maria Cariota

Rosignano Solvay è sempre meno “Città-giardino” (appellativo che si era guadagnata nella prima metà del secolo scorso, per l’equilibrio tra natura e costruito).

Il Piano Attuativo relativo alla “scheda norma comparto 3-2u” del Piano Operativo prevede l’urbanizzazione dell’area di circa venti ettari di campagna e bosco che si trova tra le frazioni di Rosignano Solvay e Castiglioncello (ex area H5, compresa tra via di Lungomonte, via della Cava, via Lizzadri e la linea ferroviaria). Una trasformazione di cui si parla da tempo, ma che si è concretizzata con la Delibera del Consiglio Comunale di approvazione del Piano Attuativo del 28 luglio 2022 n 114 e con la firma della Convenzione tra proponenti e Comune, avvenuta nell’aprile 2023.

Il progetto, proposto dai proprietari dei terreni (Unicoop Tirreno e, per alcune aree, anche una privata cittadina), prevede la realizzazione di una “Cittadella dello sport” (palestra, piscina, campo da calcio, servizi), un polo scolastico, un parco urbano, edifici con destinazione residenziale (privata e sociale), una struttura turistico-ricettiva, una grande struttura di vendita e aree per il commercio di vicinato. 

A scomputo degli oneri di urbanizzazione secondaria dovuti, Unicoop dovrebbe realizzare il parco e il campo di calcio.

Per ora solo il cantiere per la costruzione del nuovo polo scolastico è attivo e il complesso è già stato realizzato.

Il Comitato Bosco Urbano Rosignano

Il Comitato Bosco Urbano Rosignano, nato all’indomani della sottoscrizione della Convenzione, ha definito questa trasformazione “una colata di cemento senza precedenti”. Il Comitato, pur riconoscendo la necessità delle opere pubbliche previste, contesta fortemente gli interventi di edilizia privata e di insediamento delle strutture di vendita, che non considera accettabili in una città come Rosignano, già pesantemente gravata da un forte impatto industriale, tra i primi cinque comuni della Toscana per consumo di suolo, con una popolazione residente in costante calo negli ultimi quindici anni e che presenta molte case sfitte o all’asta.

Il Comitato ha ripetutamente chiesto (sia all’Unicoop, in veste di soci, sia al Comune) la revisione della Convenzione e la salvaguardia del bosco esistente.

Questa lottizzazione non contiene un vero e proprio parco urbano ma solamente dei ritagli. Hanno chiamato parco urbano quello che è un botro, dove non sarebbe comunque possibile costruire, e chiamano verde pubblico anche il futuro campo di calcio sintetico”, chiarisce Susanna Masoni, promotrice del Comitato, a cui abbiamo chiesto maggiori dettagli. “Il Bosco urbano esistente, costituito da alberi adulti di varie specie (tra cui olmi, pini, cipressi), invece verrà sacrificato per fare dei condomini”.  A salvarsi sarà solo una piccola parte costituita dalla lecceta.

 “Il Comitato ha cercato di far conoscere alla cittadinanza questo pezzetto di biodiversità. Abbiamo organizzato scampagnate urbane, con osservazioni didattiche della flora e della fauna presenti”, racconta la dott.ssa Masoni. “Abbiamo incontrato Unicoop, i progettisti, il Comune. Abbiamo creato alleanze con altri comitati e associazioni, tra cui Lipu, Wwf e Legambiente”. In un documento la Lipu evidenzia che i progetti previsti distruggeranno habitat molto interessanti, dove l’associazione ha censito 32 specie di avifauna protetta, incluse alcune ormai rare e di elevato interesse conservazionistico, quali la tortora selvatica.

Ma per il Comune il Piano è necessario per “riqualificare” l’area e il consumo di suolo e i danni ambientali si possono risolvere prevedendo la dismissione della attuale piscina comunale di Mazzanta, la demolizione della Coop che si trova a poche centinaia di metri, la messa a dimora di alberi intorno ai nuovi parcheggi.

Interventi che sicuramente non sono in grado di compensare la perdita definitiva di suolo vergine, una volta destinato a vite e ulivo, e quella di alberi adulti.

Sottolinea la dott.ssa Masoni: “Dove attualmente c’è il cemento (Coop esistente) vorrebbero fare un parco e dove c’è un parco vero vorrebbero mettere cemento. Sono troppi gli aspetti che non tornano e che cerchiamo di contrastare con la protesta civile”.

Il successo delle elezioni comunali di giugno

Le richieste del comitato fino ad oggi sono rimaste inascoltate. Ma i risultati delle ultime elezioni fanno sperare in una svolta importante. A vincere le amministrative di giugno 2024 infatti è stata la lista civica “Rosignano nel Cuore” (che era nella coalizione con il Movimento 5 Stelle e la lista “Io voto io vinco”), con la vittoria al ballottaggio del sindaco Claudio Marabotti. Quattro persone attive all’interno del Comitato Bosco Urbano sono diventate consiglieri comunali. “Siamo ora rappresentati in Consiglio Comunale. È un successo molto importante perché nei comuni limitrofi non c’è stata alcuna rappresentanza dei comitati e perché abbiamo battuto il Pd che governava da decine di anni”, commenta la dott.ssa Masoni. Nella fiducia accordata dai cittadini di Rosignano ha sicuramente pesato molto la necessità di proteggere l’ambiente e il Bosco Urbano dell’ex area H5 di cui la lista “Rosignano nel Cuore” si è fatta portavoce.

Sta ora al nuovo Consiglio Comunale ripagare quella fiducia e operare al meglio per cambiare il destino delle aree naturali della città, salvandole dalla speculazione.

Segui il Comitato Bosco Urbano Rosignano su FB e IG.

Vai qui per firmare la petizione on-line.

Consulta qui gli atti relativi al Piano Attuativo.

Si ringrazia il Comitato Bosco Urbano Rosignano per le immagini.

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Val di Cornia, nuovo Comitato di giovani imprenditori agricoli contro le speculazioni energetiche nei campi http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/06/val-di-cornia-nuovo-comitato-di-giovani-imprenditori-agricoli-contro-le-speculazioni-energetiche-nei-campi/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/06/val-di-cornia-nuovo-comitato-di-giovani-imprenditori-agricoli-contro-le-speculazioni-energetiche-nei-campi/#comments Tue, 25 Jun 2024 13:28:42 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16630 del Comitato Terre di Val di Cornia – Comunicato del 21.06.2024

La Val di Cornia (LI) non vuole lasciare che le industrie delle energie rinnovabili si impossessino del suo territorio, in particolare ricoprendo i campi di pannelli fotovoltaici, e dovrà attivarsi con tutte le forze per bloccare gli impianti. È quanto è emerso dal primo incontro del Comitato Terre di Val di Cornia, fondato da un gruppo di giovani imprenditori agricoli e che ha già riscosso l’adesione di importanti realtà agricole, turistiche e produttive.

Il Comitato si è riunito martedì scorso presso il Podere San Giuseppe (zona Casalappi). Erano presenti, oltre che i fondatori Marco Bonucci, Niccolò Pini e Andrea Larini, diversi rappresentanti di aziende agricole ed agrituristiche, cooperative agricole ed esponenti politici e delle istituzioni locali. Da quest’incontro è emerso un quadro allarmante: la Val di Cornia è presa di mira da numerose società di produzioni energetiche con almeno sei progetti di mega impianti tra fotovoltaico a terra, agrivoltaico e pale eoliche. Queste imprese si rivolgono direttamente ai proprietari dei terreni offrendo somme pari a quattro o cinque volte il valore di mercato dei terreni agricoli arrivando in qualche caso a pagare fino a 170.000€ all’ettaro per realizzare stazioni di stoccaggio elettriche (impianti BESS). I progetti presentati prevedono centinaia di ettari di pannelli sparsi tra i comuni di Campiglia Marittima, Piombino e Suvereto e circa 14 pale eoliche. Uno scenario folle, che se venisse avallato porterebbe la Val di Cornia a trasformarsi in pochi anni da un territorio a forte vocazione agricola ed alto valore paesaggistico, ad una vasta zona industriale dedita alla produzione​ di ​energia ​elettrica. La situazione è molto preoccupante in quanto la normativa nazionale permette di realizzare fotovoltaico a terra anche su terreni agricoli purché si trovino nel raggio di 500 metri da una zona considerata industriale, artigianale o commerciale, nel caso della Val di Cornia ciò rappresenta una buona parte della sua superficie agricola.

Finora sono stati individuati i seguenti progetti, che rappresenterebbero uno sconvolgimento dell’agricoltura, del paesaggio e del turismo in Val di Cornia:

• Agrivoltaico, loc. Campo alla Croce, comuni di Piombino e Campiglia Marittima, 27 ettari. – Sorgenia Renewables srl.

• Agrivoltaico, loc. Alturetta e loc. Paduletto, comune di Piombino, 56 ettari. Orta Energy 14 srl.

• Eolico, comuni di Piombino e CampigliaMarittima, 8 pale eoliche San Nicola Energia srl.

• Eolico, loc. Casalappi, comuni di Piombino, CampigliaMma e Suvereto, 6 pale (?) Pellestrina srl. (Documentazione non ancora disponibile.)

• Fotovoltaico, loc. Franciana, comune diPiombino, 31 ettari. IREN Green Generation Tech srl.

• Fotovoltaico, comuni di Campiglia Marittima eSuvereto, 100 ettari. IREN Green Generation Tech srl.

Riguardo a quest’ultimo progetto del gruppo IREN, si è espresso Riccardo Guadagnini, titolare di un’azienda agricola in località San Giovanni (Suvereto), che rischia di vedersi espropriato di dieci ettari di campi e uliveti pienamente produttivi per la costruzione di una sotto-stazione dell’impianto.

Si sa che oltre ai suddetti progetti ufficialmente depositati sono in corso di progettazione numerosi altri impianti dello stesso tipo. Questi primi impianti, in particolare del gruppo IREN, sarebbero delle pericolose porte d’ingresso per una serie di progetti simili che, a cascata, potrebbero beneficiare delle infrastrutture ​già​ presenti. È intervenuto, tra gli altri, il presidente della cooperativa Terre dell’Etruria, Massimo Carlotti, che ha ribadito la sua volontà di proteggere la vocazione agricola dei campi e le sue perplessità riguardo i progetti agrivoltaici. Erano presenti anche l’assessore del Comune di Suvereto Marco Toninelli e il neo eletto consigliere di opposizione Edoardo Parello che hanno confermato l’unanime supporto del consiglio comunale di Suvereto in questa battaglia. Tutti hanno auspicato che i comuni della Val di Cornia si esprimano quanto prima contro questi progetti, facendo sentire la loro voce ai livelli superiori di Regione e Ministero.

Il presidente del Consorzio dei vini Suvereto Val di Cornia, Daniele Petricci, ha rinnovato il sostegno al   comitato,   come   altri   soggetti   imprenditori   agricoli   e   privati. La riunione si è conclusa con la nomina di Marco Bonucci come coordinatore del Comitato e la programmazione di un’assemblea pubblica nella prima settimana di luglio nella zona pedonale di Venturina Terme.

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A Crespina-Lorenzana arriva un ecomostro e lo chiamano “Cittadella della logistica” http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/06/a-crespina-lorenzana-arriva-un-ecomostro-e-lo-chiamano-cittadella-della-logistica/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/06/a-crespina-lorenzana-arriva-un-ecomostro-e-lo-chiamano-cittadella-della-logistica/#comments Tue, 25 Jun 2024 12:21:44 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16625 Di Legambiente Valdera ETS – 14.06.2024

Un cubo che occuperà la superficie di 13 campi di calcio e più alto di un normale campanile; un’area di intervento di oltre 37 ettari che verrà in gran parte cementificata, quasi quanto tutto l’abitato di Cenaia, la frazione più grande del comune di Crespina-Lorenzana (PI).

Queste le cifre della “Cittadella della Logistica”, un gigantesco Ecomostro, che dovrebbe sorgere a Lavoria e per la quale le procedure di approvazione stanno andando avanti velocemente, senza che il Consiglio Comunale si sia mai espresso sull’argomento, neanche per dettare qualche timido indirizzo, o per ricordare l’allarme dell’ultimo rapporto SNPA sul consumo di suolo, e la giornata mondiale per la lotta alla desertificazione (17 giugno).

Il progetto, sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica, “dimentica” di considerare, oltre all’enorme consumo di suolo, gli effetti sul traffico, la mancanza in tutta l’area di depuratori e di un adeguata rete fognaria, la vicinanza di vari ettari di terreni contaminanti da anni di spandimento indiscriminato dei liquami prodotti dall’allevamento intensivo di suini “Torre a Cenaia”, ancora in dismissione e mai bonificati, la vicinanza con la discarica di Gello: tutti elementi che già gravano il territorio su cui l’Ecomostro verrebbe costruito.

Inoltre, l’impermeabilizzazione di vari ettari di terreno che si avrebbe realizzando il progetto, rispetto al rischio idraulico di una pianura alluvionale a pericolosità idraulica media, si aggiungerebbe agli effetti di altre urbanizzazioni più o meno recenti, e di previsioni di piano che non intendono arrestare il consumo di suolo di futuri progetti, aspetto questo in controtendenza agli indirizzi nazionali e comunitari che impongono sempre più nei Comuni, una limitazione nell’uso e consumo del suolo.

Il progetto poi non valuta i possibili effetti inquinanti dovuti al dilavamento dei circa 10 ettari di piazzali di stoccaggio, movimentazione e manovra di mezzi pesanti e non che, senza dotazione di impianto di trattamento delle acque meteoriche o di lavaggio, verranno convogliate direttamente in vasche “con fondo inerbito”, dove si andranno a depositare tutta una serie di sostanze inquinanti quali idrocarburi, solventi, vernici e altre sostanze chimiche trasportati nella stessa acqua non trattata, che verranno quindi assorbiti dal terreno, arrivando a poter contaminare le acque sottostanti; in aggiunta a ciò, accanto alle suddette vasche sarà realizzato un impianto di smaltimento delle acque nere con trattamento di fitodepurazione e successiva dispersione dei liquami nel terreno, mentre non si fa parola dello smaltimento dei reflui derivanti da non ben precisati tipi di lavorazione. E’ questa una grave carenza, vista anche la vicinanza del campo “pozzi Cenaia” costituito da sei captazioni di acque sotterranee destinate al consumo, per il quale occorre evitare il rischio di contaminazione derivante da una inadeguata gestione degli inquinanti.

Le lavorazioni previste nella struttura così come riportate nelle varie documentazioni presenti in atti, sono descritte in maniera molto generica, vaga e incompleta, ed indicate in maniera approssimativa come attività di assemblaggio, trattamento superfici e verniciatura, ma le dimensioni della struttura, che destina 7 ettari circa di superficie alle lavorazioni e l’area di un campo da calcio alla sola falegnameria, fanno pensare ad un insieme di attività legate a processi produttivi e di finitura di importante entità, che sarebbe bene conoscere ed approfondire per poterne valutare adeguatamente gli effetti.

Il Rapporto Ambientale è stato inoltre riconosciuto come carente per molti aspetti relativi a aria, energia, acqua, rifiuti, né sono al momento note garanzie sull’eventuale fine-vita di questa mastodontica struttura: in caso di dismissione, che fine faranno i 20 ettari cementificati? E tutto il resto di apparati, come verrà recuperato e da chi?

Come Legambiente, insieme all’Associazione Orizzonte Comune, abbiamo chiesto all’Amministrazione comunale di sospendere il procedimento di Valutazione fino a quando il quadro conoscitivo e quello progettuale non saranno adeguatamente integrati e completati delle parti mancanti. Per un intervento di tale portata che impatta in maniera smisurata rispetto al territorio su cui andrà ad insistere , pensiamo che prima di assumere evidenti rischi e inconvenienti a carico della collettività che potrebbero durare e gravare la stessa per molto tempo, le istituzioni e la comunità locale debbano necessariamente approfondire gli aspetti più impattanti del progetto ed eventualmente proporre i necessari adeguamenti, senza nessuna preclusione, nell’interesse della cittadinanza tutta, compresa la possibilità di non accettare la proposta.

Non è possibile che un progetto come questo vada avanti con delibere di Giunta comunale votate da poche persone: è necessario che venga descritto e spiegato in assemblee pubbliche, consigli comunali aperti e se necessario, con un adeguato processo partecipativo.

Pontedera e Crespina, 14.06.2024

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Fotoinserimento, vista da sud. Fonte: Studio di inserimento paesaggistico-ambientale, Comune Crespina-Lorenzana
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Bocciato il futuro del Mugello e dell’Appennino http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/01/bocciato-il-futuro-del-mugello-e-dellappennino/ Mon, 29 Jan 2024 17:07:24 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16320 del Comitato Tutela Crinale Mugellano – Crinali Liberi

La sentenza del TAR non ha bocciato gli ambientalisti ma il futuro del Mugello e dell’Appennino tosco emiliano-romagnolo

All’indomani della Sentenza del TAR del 10 gennaio 2024, il Comitato per la Tutela dei
Crinali Mugellani – Crinali Liberi, esprime il massimo disappunto per le sentenze emesse: il
ricorso di Italia Nostra e del C.A.I. viene dichiarato “improcedibile” per motivi procedurali
in quanto presentato prima del pronunciamento del Consiglio dei Ministri, che nel
settembre 2022 superava il parere negativo delle Sovrintendenze e del suo stesso Ministero
della Cultura, approvando definitivamente il PAUR della Regione Toscana Impianto eolico
Monte Giogo di Villore; il ricorso del Comune di San Godenzo che viene invece “respinto”
in quanto le contestazioni riportate sono giudicate infondate a seguito dell’analisi della
documentazione avanzata dai diversi settori tecnici della Regione Toscana in approvazione
del PAUR.
In poche parole il TAR ha sposato in toto le ragioni della Regione Toscana per
l’approvazione del progetto di AGSM-AIM e per l’opposizione ai ricorsi. Nel primo caso,
infatti, evitando di entrare nel merito non ha preso in considerazione nessuna delle
consistenti ragioni per cui le associazioni ambientaliste chiedevano l’annullamento
dell’autorizzazione del PAUR; nel secondo caso ha interpretato le innumerevoli richieste
d’integrazione, la copiosa ma spesso insufficiente documentazione presentata dal
proponente, e per finire le giravolte procedurali e i numerosi aggiramenti della normativa
attuati nella Conferenza dei Servizi, come sintomo di grande accuratezza e precisione nel
voler realizzare l’opera al meglio, compatibilmente ai problemi ambientali grazie
all’inserimento di improbabili accorgimenti tecnici volti alla presunta mitigazione dei danni.
Giudizio del tutto errato per chi ha seguito passo passo tutto l’iter lungo e travagliato della
Conferenza dei Servizi e conosce bene le numerose osservazioni dei cittadini, delle
associazioni ambientaliste e quelle dei diversi enti tecnici e amministrativi, che hanno
dimostrato solo e soltanto l’inconsistenza del progetto per l’impianto eolico, la mancanza di
documentazione importante e imprescindibile (da cui l’inchiesta penale), il pericolo per la
biodiversità dell’area, i rischi ambientali per il territorio. Tutto ciò dimostra che di fatto il
dissenso consapevole – costruito sugli studi indipendenti della fauna a rischio di
estinzione, sulla biodiversità della zona, sulla presenza di acque superficiali e sotterrane a
rischio sparizione, sulle forti criticità sismiche e idrogeologiche che caratterizzano tutto
questo tratto di Appennino – non ha spazio e voce in una procedura giudiziaria
amministrativa regionale.

Per difendere l’Appennino e le sue montagne alla Regione Toscana sarebbe bastato
accogliere fin dall’inizio i numerosi pareri contrari all’impianto industriale eolico Monte
Giogo di Villore, perché è un progetto sbagliato fin dalla nascita, cioè dalla scelta della sua
collocazione. Ma chi governa la Regione l’ha voluto politicamente e l’ha fatto approvare
tecnicamente contro ogni ragionevole dubbio, contro il volere del territorio mugellano,
contro l’interesse dei propri cittadini e la propria millenaria cultura della bellezza e del
paesaggio!
Il Comitato Crinali Liberi è sempre più convinto della fondatezza delle proprie ragioni ed
esprime ancora una volta il netto dissenso rispetto al modo di procedere di forzatura in
forzatura, non solo in sede di Conferenza dei Servizi, ma anche nei lavori, fin dall’apertura
del cantiere. È “inspiegabile” come l’Amministrazione regionale abbia consentito l’inizio
dei lavori in assenza del progetto esecutivo, della relazione sismica e della relativa
autorizzazione. Altrettanto “inspiegabile” è l’assenza totale di vigilanza degli enti preposti
sull’avanzamento dei lavori, già costata alle ditte esecutrici fior di sanzioni, denunce e
“ingiunzioni al ripristino” grazie soltanto alle segnalazioni di semplici cittadini che hanno,
loro sì, attentamente osservato cosa stava succedendo, e all’intervento seguente della forza
pubblica allertata. Questo modo di fare delle imprese, nell’esecuzione di tutte le grandi
opere, è diventata ormai la norma: procedere al di fuori delle regole e pagare le penali per
i problemi causati, se individuati; tanto i soldi in ballo sono tanti e ci sono anche per questo
genere di spese. Per le imprese costruttrici è più conveniente fare così che rispettare la
normativa ambientale.
Forse anche per questo malcostume tutto italiano, insieme al clima, anche l’aria è
cambiata: tante persone in Mugello e ovunque nel nostro Belpaese si sono svegliate,
hanno aperto gli occhi sulla realtà e si sono rese conto che i “super-eroi del green”, i
decantati promotori della transizione energetica, non sono altro che avidi speculatori e
colonizzatori di territori “lontani dal loro giardino”. Sono loro i veri Nimby, espropriatori di
terre altrui, conquistadores dell’Appennino Mugellano.

Se davvero crollerà il baluardo del Giogo di Villore seguirà la colonizzazione industriale di
tutta la dorsale appenninica tosco emiliano-romagnola, come già dichiarato dal proponente
durante l’inchiesta pubblica. Alle comunità resteranno solo i danni: perdita di spazi agricoli
e produttivi, di biodiversità e di bellezza, degradazione del territorio, scomparsa e
inquinamento degli approvvigionamenti idrici, incremento del rischio di frane in montagna
e allagamenti a valle; di contro nessun vantaggio energetico fruibile. Per questo è iniziata la
collegiale e determinata battaglia dei Comitati e delle Associazioni a difesa di tutto
l’Appennino.
Il Monte Giogo di Villore è diventato in questi anni uno dei simboli toscani della lotta in
difesa della terra e dei beni comuni, della vita delle comunità montane, delle specie rare e
protette, minacciate di estinzione, che popolano i crinali e i torrenti mugellani, delle
foreste e dell’acqua, dei produttori che vivono e si prendono rispettosamente cura ogni
giorno della montagna.
La voce dei crinali si leverà sempre più forte e non si lascerà silenziare. Sappiamo bene
quanto questo progetto sottrarrà i territori alle comunità, quanto i suoi sentieri – tra cui il
Sentiero 00 Italia, GEA ed E1 Europa – verranno interdetti al passaggio dei camminatori,
quanto saranno compromessi per sempre da cemento, rumore a livello 5, infrasuoni, onde
elettromagnetiche fortissime e degrado industriale. Ogni cantiere e ogni operazione, ogni
prelievo e ogni manomissione verranno attentamente osservati, documentati e resi
pubblici.
Degli esiti di queste sentenze del TAR può esultare e rallegrarsi solo chi non vive e non
ama questi territori, vocati all’escursionismo, al turismo, alle produzioni tipiche locali, alla
conservazione e alla protezione degli ultimi ecosistemi naturali ricchi di biodiversità
autoctona. Può gioire chi non ha capito che la transizione ecologica ha in questi territori,
così come sono, i migliori alleati per la mitigazione climatica, per la presenza di boschi
secolari e sorgenti di acque di alta qualità, di pratiche di produzione virtuose e rispettose
degli equilibri ambientali per ottenere prodotti di eccellenza. Può gioire soltanto chi vuole
confondere le persone spacciando la speculazione e il land grabbing (furto di territorio)
come transizione energetica.

Per tali motivi il Comitato chiamerà a nuove forme di protesta tutta la cittadinanza e tutte le
realtà attive sul fronte dei beni comuni.

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Tangenziale nord-est di Pisa: costa molto, non migliora la mobilità, fa danni http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/01/tangenziale-nord-est-di-pisa-costa-molto-non-migliora-la-mobilita-fa-danni/ Mon, 29 Jan 2024 12:00:12 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16316 di Legambiente Pisa

Comunicato stampa del 23.1.2024

In Consiglio Comunale si è discusso delle risorse economiche necessarie a realizzare la tangenziale nord est. La “nuova viabilità” dovrebbe unire la via Aurelia a Cisanello attraverso la piana a nord di Pisa con un percorso di 16 Km. Il costo previsto è di 200 milioni di euro, mentre nel 2007 era di 70 milioni. A oggi è finanziato e appaltato il primo lotto da Madonna dell’Acqua a via Pietrasantina per una spesa di 27 milioni.

Una spesa complessiva notevole per un’opera considerata “strategica” da quasi tutto il Consiglio (fa eccezione il consigliere di “Diritti in Comune”) in quanto l’opera dovrebbe favorire la mobilità veicolare nell’area pisana. Ma è una pericolosa illusione. Gli ingorghi che strangolano la città di Pisa non derivano da flussi di attraversamento, ma sono originati dai moltissimi spostamenti che penetrano a fondo nel tessuto urbano tentando di raggiungere il cuore della città, come indicato dagli studi del Piano Urbano del Traffico del 2000 e successivamente mai smentiti, anche in occasione della elaborazione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile del 2020. Si insegue l’illusione che nuove strade favoriscano la mobilità consentendo flussi più veloci. È dimostrato, invece, che l’unico modo per ridurre il traffico è ridurre il numero dei mezzi privati in circolazione, con una politica urbanistica e della mobilità che favorisca trasporto pubblico e mobilità “attiva” (bici e piedi).

Ma l’opera, oltre che costosa e inutile, è anche dannosa per molti diversi motivi.

La tangenziale sarebbe il cavallo di Troia per nuovo consumo e impermeabilizzazione del suolo: porterebbe nuovi insediamenti commerciali e residenziali lungo il suo percorso, favorendo l’esodo dalla città verso la campagna e ostacolando gli spostamenti radiali per tutti i mezzi che non fossero auto. La “città diffusa”, che allontana i cittadini da servizi, lavoro e persone, impone poi l’uso del mezzo privato: il miglior modo per aumentare il traffico pendolare. Inoltre la tangenziale aprirebbe una lunga ferita da est a ovest dividendo in due la piana, separando località ora contigue. Il taglio della pianura deturperebbe irrimediabilmente il paesaggio rurale tra Pisa e San Giuliano e ostacolerebbe gli spostamenti radiali da e verso la città.

E non dimentichiamo danni meno evidenti, ma importanti e non trascurabili. Ad esempio l’aumento dell’inquinamento acustico che, per il quartiere I Passi, potrebbe moltiplicare di 32 volte (16 decibel) i limiti di legge. O gli impatti negativi permanenti per flora e fauna previsti dalla VAS redatta per il Comune di Pisa nel 2010.

Le stesse ingenti risorse economiche destinate a questa opera dannosa potrebbero essere utilizzate per potenziare il trasporto pubblico (come ad esempio il raddoppio della ferrovia Pisa-Lucca e sua trasformazione in metropolitana di superficie e linee urbane elettrificate in sede propria) o i percorsi protetti pedonali e ciclabili. Le idee non mancano, basta abbandonare l’idea che la città sia costruita per le auto e non sia, invece, delle persone.

Legambiente Pisa

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Il progetto dovrebbe impattare anche sull’acquedotto mediceo; segui il gruppo fb

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TAV sotto Firenze: una storia di soldi, fango e trivelle http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/12/tav-sotto-firenze-una-storia-di-soldi-fango-e-trivelle/ Wed, 20 Dec 2023 16:00:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16273 No Tunnel Tav

I lavori del Passante TAV sono iniziati di nuovo dopo molti anni di sospensione; quelli delle gallerie, che sarebbero il cuore del progetto, pare vadano avanti lentamente visti i rischi che comportano; quel che è accaduto pochi giorni fa al Ponte del Pino, con la fuoriuscita del materiale scavato che è tenuto in pressione dalla TBM (la fresa), ha solo bloccato il traffico e regalato un pomeriggio da incubo alla città; per fortuna non ci sono stati dissesti alle infrastrutture, ma è comunque il segno che i lavori non sono e non saranno così semplici come Consorzio Florentia e coro politico sostengono.

Nan sarebbe mai troppo tardi per ripensare ad un’opera che comunque sarà un danno per il sistema dei trasporti toscano.

Nonostante la mole di annunci prodotti da Ferrovie, Regione (Eugenio Giani) e Comune di Firenze (Dario Nardella) pare che ancora ci siano problemi con lo smaltimento delle terre, come accennato dall’assessore Giorgetti rispondendo ad una interrogazione. I primi metri sarebbero contaminati da additivi che non consentirebbero il trasporto a Cavriglia e pare non sia ancora disponibile una discarica pronta ad accogliere le terre che il Presidente Giani sogna scorrere veloci su nastri trasportatori dagli inferi di Firenze ai paradisi del Valdarno. Pare addirittura si voglia cambiare additivo per velocizzare lo scavo, questo dopo anni di discussioni, di fermo dei cantieri, di modifiche della normativa. Segno che problemi irrisolti ce ne sono eccome.

In questi giorni è apparsa una grossa trivella in via Cittadella, vicino al viale Belfiore, che dovrebbe preparare il cantiere dal quale si dovrebbero fare le iniezioni di boiacca cementizia sotto le fondamenta dell’edificio che deve essere consolidato. Nell’aggiornamento del progetto pare che si siano resi conto che le cose non filerebbero lisce come hanno sempre detto e conseguentemente prevedono il consolidamenti di alcuni (molti) edifici; nella zona di via delle Ghiacciaie e via Cittadella i tecnici del Comitato hanno detto fin dall’inizio che saranno molto probabili cedimenti del terreno e rischi di danni anche pesanti; lo stesso progetto lo riconosce smentendo l’ottimismo ostentato fin’ora.

Il Comitato ci tiene a ricordare che i moniti lanciati negli anni furono negati e a volte ridicolizzati; adesso qualche preoccupazione sorge anche dietro il muro di surreale ottimismo che difende l’opera sotterranea. C’è davvero da augurarsi che la ditta (in subappalto) che esegue questo lavoro di consolidamento sia competente, perché anche queste operazioni non sono esenti da rischi, soprattutto quando le iniezioni vengono fatte senza strumentare l’edificio (ci sarebbe da chiedersi: quanto boiacca verrà iniettata? Il terreno ha una sufficiente permeabilità per assorbire la boiacca iniettata?): se lo scavo di gallerie provoca perdita di volume nel sottosuolo con conseguente cedimenti superficiali dove c’è la città, le previste iniezioni sotterranee potrebbero causare aumento dei volumi sotterranei e conseguente innalzamento del terreno sul quale insistono gli edifici. Gli effetti sugli edifici sarebbero molto simili (ovvero opposti) a quelli dovuti agli scavi.

Questo progetto di sottoattraversamento si porta dietro rischi enormi e garantisce benefici minimi che sarebbero molto maggiori con il potenziamento del nodo ferroviario di superficie; il Comitato e molti cittadini continuano a chiedere il perché di scelte così poco razionali, ma ancora non ci sono risposte. La litania che “si libererebbero i binari di superficie” con la realizzazione del sottoattraversamento contrasta con la realtà che ciò si potrebbe ottenere con nuovi binari in superficie, ma con tempi minori, minimi rischi e costi infinitamente più bassi. Già! Forse sono proprio i costi bassi che non convincono Giani, Nardella, Pizzarotti, Saipem, Cosorzio Florentia; anche il consolidamento degli edifici potrebbe essere un espediente per aumentare il costo dell’intervento più che pensare alla salvaguardia del patrimonio edilizio esistente.

Buona fortuna Firenze.

No Tunnel Tav

Pubblicato su perUnaltracittà

Maggiori informazioni sul sito e sulla pagina facebook del Comitato No Tunnel Tav Firenze 

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La Montagna va in Città: 18 – 19 dicembre 2023 veglia e presidio per il Monte Giogo di Villore http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/12/la-montagna-va-in-citta-18-19-dicembre-2023-veglia-e-presidio-per-il-monte-giogo-di-villore/ Fri, 15 Dec 2023 23:26:02 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16260 Comitato per la Tutela dei Crinali Mugellani (CTCM) – Crinali Liberi

Il 19 dicembre il TAR Toscana si pronuncerà sul Ricorso al Progetto eolico industriale “Monte Giogo di Villore” che prevede l’installazione di 7 aero-generatori sui crinali appenninici mugellani fra i Comuni di Vicchio (Fi) e Dicomano (Fi).

Nonostante il Ricorso di Italia Nostra e del CAI, i lavori per l’eolico sono partiti l’8 giugno, provocando già danni irripristinabili e gravi alterazioni ai territori, realizzati da comprovati interventi irregolari, illegali, abusivi e degradanti.

Un progetto particolarmente devastante dal momento in cui i crinali appenninici di Monte Giogo di Villore sono un corridoio ecologico del Parco Nazionale Foreste Casentinesi. Vi si snodano meravigliosi Sentieri nazionali ed europei: il Sentiero 00 Italia, il Sentiero GEA Grande Escursione Appenninica, il Sentiero Europa E1 che collega Capo Nord a Capo Passero in Sicilia, in continuità funzionale con il Parco, sull’Alta via dei Parchi, paradiso del Turismo escursionistico.

Questo tratto di crinale, fin oltre la Colla di Casaglia, è un insieme di ecosistemi ricchi di biodiversità, di foreste ben conservate, prossimi a 5 Siti Rete Natura 2000 con Zone a Speciale Conservazione tra cui il sito Natura 2000 ZSC Muraglione Acquacheta. La preziosa e rara biocomplessità di flora e di fauna della zona è attestata da recenti monitoraggi di ricercatori universitari di specie protette quali pipistrelli e gamberi autoctoni bioindicatori di acque di elevata qualità. È inoltre frequentata da aquile reali – tra cui la nostra cara amica aquila Gaia – per la presenza di numerose aree aperte o praterie secondarie, ideali aree di caccia ricche di prede e di boschi con alberi vetusti e ad alto fusto.

Il Comitato per la Tutela dei Crinali Mugellani (CTCM) – Crinali Liberi propone per il giorno 18 Dicembre una veglia dalle ore 16.30 in Piazza Santissima Annunziata – Firenze sino al giorno 19, giorno del presidio davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) in contemporanea al pronunciamento della sentenza relativa al ricorso.

Durante la veglia sono previsti musica, interventi teatrali, banchini informativi e mostre fotografiche, cibo e vino, e interventi aperti.

Adesso è arrivato il momento di essere presenti tutti quanti! Adesso è arrivato il momento di stare insieme per difendere i crinali.

Venite. Venite. Venite!

Ci vediamo lì.

Comitato per la Tutela dei Crinali Mugellani (CTCM) – Crinali Liberi

libericrinali2021@gmail.com

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Qui il precedente articolo di Salviamo il Paesaggio sul progetto eolico al Monte Giogo di Villore

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Le montagne non ricrescono. Fermiamo l’estrattivismo in Apuane e ovunque http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/11/le-montagne-non-ricrescono-fermiamo-lestrattivismo-in-apuane-e-ovunque/ Sun, 19 Nov 2023 06:38:24 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16210 Il 16 dicembre 2023 manifestazione/convegno a Carrara per fermare la devastazione

Riportiamo l’appello lanciato dal CAI e dalle associazioni ambientaliste riunite nell’Assemblea per l’Accesso alla Montagna ai soggetti collettivi e ai cittadini per la partecipazione all’iniziativa nazionale del 16 dicembre a Carrara. Il Programma della manifestazione/convegno sarà il seguente:

  • ore 9.00 Convegno nella Sala della Camera di Commercio a Carrara
  • ore 14.00 Corteo manifestazione con partenza dallo Stadio dei Marmi verso il centro cittadino di Carrara.

Il 17 dicembre ci saranno invece approfondimenti e tavoli tematici in varie sedi del centro cittadino.

APPELLO

Ci rivolgiamo alle associazioni ambientaliste nazionali, ai comitati che difendono il territorio da opere inutili e invasive, ai movimenti ecologisti nazionali e internazionali, alle popolazioni montane di tutta Italia che resistono alla deriva distruttiva e speculativa in atto in questi territori.

Nei mesi passati le Apuane sono state scenario di diversi atti intimidatori da parte degli industriali del marmo e delle istituzioni che hanno tentato più volte di impedire l’accesso ad alcuni sentieri montani.

A tutto ciò si accompagna l’insoddisfacente tutela ambientale e la dubbia legalità nella gestione complessiva dell’escavazione sulle Apuane, che il Gruppo Regionale toscano del CAI ha esposto nel “Dossier Apuane”. A fronte di questa situazione, le sezioni CAI e le associazioni ambientaliste riunite nell’Assemblea per l’Accesso alla Montagna, hanno indetto un’iniziativa pubblica di sensibilizzazione e protesta.

La gravissima occupazione industriale delle Apuane non rappresenta, purtroppo, un caso isolato, ma è l’immagine di quanto già accade altrove e di quanto si appresta a diventare la nuova normalità. Basti pensare alla crescente corsa alle risorse critiche presenti nei territori montani, alla proliferazione di impianti di risalita o ancora alle follie speculative come quelle innescate dalle olimpiadi Invernali.

Il caso delle Alpi Apuane è dunque emblematico nel mostrare le aberrazioni dell’estrattivismo, ovvero un sistema di governo del territorio in cui le aspettative del mondo imprenditoriale piegano le esigenze sociali, ambientali ed economiche delle comunità che vivono il territorio stesso. Un principio che, una volta affermato e reso sistemico, produce la privatizzazione dei profitti in pochissime mani e la socializzazione dei costi sulla popolazione e sugli ecosistemi.

Non a caso Carrara è uno dei comuni più indebitati d’Italia, la cui provincia vanta tristemente un tasso di disoccupazione altissimo rispetto alla media dell’Italia centrale, ma che ospita al contempo società dagli utili favolosi.

Per questo pensiamo che dalle Alpi Apuane, e in particolare dalla città di Carrara, debba aprirsi una riflessione importante, dentro e oltre il CAI, tra le associazioni impegnate su questi temi.

L’iniziativa pubblica, che stiamo organizzando per il giorno 16 dicembre, ha una duplice modalità, un convegno e una manifestazione:

– il convegno, partendo dal caso apuano, analizzerà la tematica dell’estrattivismo inteso come paradigma da contrastare ovunque, a cui contrapporre un diverso ed equilibrato modello sociale ed economico.

– La manifestazione avrà lo scopo di materializzare la compattezza delle realtà associative nel denunciare la preoccupazione per ciò che possiamo ormai definire un vero e proprio assalto alla montagna.

L’auspicio è che questa giornata possa rappresentare un momento significativo a difesa della montagna e di chi la vive, avendone cura.

Sul sito è possibile aderire all’iniziativa e acquisire informazioni più dettagliate.

Fai girare l’evento Facebook e segui gli aggiornamenti su Instagram.

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Basta cemento a Massa. Lettera aperta al presidente della Regione Toscana http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/11/basta-cemento-a-massa-lettera-aperta-al-presidente-della-regione-toscana/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/11/basta-cemento-a-massa-lettera-aperta-al-presidente-della-regione-toscana/#comments Tue, 14 Nov 2023 16:09:32 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16203 a cura del comitato Ugo Pisa.

Egregio Presidente Eugenio Giani

p.c. Spett. Architetto Marco Carletti

Abbiamo letto le sue dichiarazioni sulla stampa del 10 Novembre 2023 e siamo rimasti positivamente colpiti. Dopo decenni che gli appelli di ambientalisti, studiosi, professori universitari sono rimasti completamente inascoltati e le politiche urbanistiche anche in Regione Toscana rispondevano più a logiche di profitto che alla difesa del territorio, quello da Lei dichiarato apre le porte certamente ad una nuova stagione.

Una stagione che non possiamo più attendere, le emergenze di questi giorni ci raccontano di un mondo che sta cambiando, un mondo in cui crisi climatiche e cementificazione sono un combinato disposto che non possiamo più permetterci.

Per questo, con questa lettera, ci rivolgiamo a Lei e ai suoi uffici, che recentemente hanno ritenuto che un progetto del Comune di Massa che comporta la cementificazione di un parco pubblico potesse avere il loro benestare. In un parco di circa 10 ettari, attualmente pineta a poche decine di metri dal mare, sono previsti quasi 3 ettari di consumo di suolo con nuove costruzioni, parcheggi, campi sportivi. Il tutto in un’area che è stata negli anni recenti oggetto di allagamenti ed esondazioni di torrenti, distruggendo una identità storica del territorio, utilizzando fondi del PNRR che tra i suoi  indirizzi principali ha la salvaguardia delle condizioni ambientali, la resilienza e l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Il costituito comitato che le sta scrivendo ha provato in molti modi ad evidenziare come tale scelta sia contraria agli indirizzi generali, sia contraria a quel concetto di “sostenibilità” troppo spesso tirato per la giacchetta e sia modulata secondo esigenze spesso poco ecologiste.

Temiamo che la nuova area impermeabilizzata prevista da questo progetto non potrà più assorbire l’acqua meteorica che oggi va in falda; siamo preoccupati, come ricordava giorni fa il tecnico ISPRA sull’alluvione in Toscana, che l’acqua vada invece a riempire quegli spazi impermeabilizzati, vecchi e nuovi, provocando conseguenze che purtroppo oggi trovano triste rappresentazione nelle immagini che i media ci fanno vedere e nelle parole di disperazione di molti Toscani colpiti dal disastro.

Vorremmo che le loro parole fossero da monito per tutti, che ciò che stanno passando oggi sia da insegnamento per tutti e possa contribuire affinché ciò che è accaduto non si ripeta.

Qua a Massa e Carrara abbiamo ancora chiare le immagini dell’alluvione del 2014, del torrente Carrione, pieno di detriti mai rimossi delle cave, che esondava e allagava tutta Marina di Carrara, a causa delle opere di cementificazione che hanno contribuito a quello che è accaduto.

Non vogliamo che si ripeta questo.

Le chiediamo pertanto un semplice atto di indirizzo della sua giunta, un atto che faccia seguito alle sue parole e porti i suoi uffici a rivedere il parere positivo espresso sulla cementificazione del parco Ugo Pisa, un atto che prenda amministrativamente coscienza che il tempo delle parole è finito e, come afferma Lei, se il passato non si può cambiare, il futuro sì.

Siamo certi di un Suo positivo riscontro e che anche in Toscana si possa immaginare di liberare suolo per il bene delle future generazioni.

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Firenze: partita la consultazione autogestita contro le norme che favoriscono i fondi di investimento http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/10/firenze-partita-la-consultazione-autogestita-contro-le-norme-che-favoriscono-i-fondi-di-investimento/ Wed, 25 Oct 2023 04:00:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16162 di Maria Cariota

Il Comitato referendario Salviamo Firenze nel gennaio 2023 ha presentato due referendum cittadini per cercare di fermare la vendita della città ai ricchi del mondo.

Da anni infatti Firenze punta tutto sull’economia turistica; grandi gruppi immobiliari e holding internazionali si stanno comprando la città, spesso acquistando edifici con rilevante valore storico-artistico; il mercato immobiliare è tutto orientato sugli appartamenti di lusso e le locazioni brevi, facendo salire alle stelle il costo al metro quadro; proliferano gli studentati di lusso (inaccessibili quindi alla maggior parte degli studenti) e che svolgono sempre di più il ruolo di alberghi, godendo di una serie di condizioni di favore. Effetto di tutto questo è l’allontanamento progressivo dei residenti e degli studenti fuori sede da ampie aree della città e la disuguaglianza nell’esercizio dei diritti fondamentali.

I referendum sono stati proposti per aprire una discussione su questi grandi temi e non assistere con passività e rassegnazione. Si tratta della richiesta di referendum consultivo su due norme comunali che facilitano i fondi di investimento internazionali: la prima è quella che permette a un fondo di rilevare una struttura che aveva funzione pubblica e, senza alcuna discussione e necessità di autorizzazione, trasformarla in studentato di lusso/ricettivo e poi usarlo anche come albergo (così sono sorte negli ultimi mesi strutture ricettive in via Mannelli e via Panciatichi); la seconda estende fino a 3 mesi l’utilizzo come albergo di uno studentato di lusso, possibilità già garantita per il 50% dell’anno dalla normativa generale.

Dopo lo stop al referendum il Comitato lancia la Consultazione autogestita

Il Comitato degli esperti a maggio aveva approvato i due quesiti. A quel punto però, il sindaco Nardella, anziché adottare il decreto che doveva dare il via alla raccolta firme, comunica di voler assumere i quesiti e raccoglierli due delibere, come auto-osservazioni al Regolamento Urbanistico, che andranno al voto in Consiglio Comunale. Il Comitato commenta: “Le ultime mosse della Giunta sono state per noi un primo grande risultato, ma non ci basta”. Infatti ancora nulla è risolto, perché non è chiaro quando e se queste norme saranno votate (fine 2023, inizio 2024, prossima legislatura) e nel frattempo, nei prossimi mesi e anni, si avranno altre decine di immobili che diventeranno finti studentati-alberghi, residence di lusso e simili. “Il Sindaco Nardella non prevedendo l’immediata attuazione delle Norme di Salvaguardia che pure ha promesso, sta regalando mesi di tempo alla speculazione, peraltro mettendo il bavaglio alla partecipazione popolare. Considerato che fino all’approvazione del nuovo regolamento urbanistico passeranno mesi, la richiesta del Comitato è quella della loro immediata operatività.

Davanti all’immobilismo della Giunta e del Sindaco il Comitato non smobilita, ma al contrario rilancia una Consultazione autogestita, che ha avuto inizio il 28 settembre e durerà fino al 18 novembre: la campagna FIRMA&FERMA chiede che le due norme dei quesiti referendari diventino immediatamente operative, garantendone l’approvazione in tempi certi come norme di salvaguardia. L’obiettivo è quello di raccogliere migliaia di firme per dare voce ai tanti residenti e persone che vivono la città che non hanno potuto esprimersi grazie alla stop al referendum. “Ci volevano a casa, ci troveranno nelle piazze della nostra città, perché ai problemi sociali non si può rispondere con espedienti burocratici”, afferma Massimo Torelli, esponente del Comitato.

Il Tar ha dichiarato il difetto di giurisdizione

Sospettando che la finalità dell’amministrazione sia stata quella di cercare di eludere in ogni maniera, con le delibere e i tempi dilatati, lo svolgimento formale della consultazione referendaria, lo scorso settembre il Comitato Referendario Salviamo Firenze ha inoltre presentato ricorso al Tar Toscana, in cui sostiene che il regolamento comunale non prevede che sia la Giunta a decidere di ritenere superati i quesiti referendari; in materia urbanistica solo le modifiche regolamentari votate dal Consiglio Comunale possono consentire al Sindaco di evitare i referendum. Il Tar ha però dopo pochi giorni dichiarato il proprio difetto di giurisdizione in favore del giudice ordinario. Il Comitato sta valutando le azioni legali più efficaci per procedere.

Trovi tutte le info relative alle iniziative del comitato referendario e per partecipare alla consultazione autogestita sul sito e sulla pagina FB.

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