Abusivismo e condoni – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Thu, 05 Oct 2023 10:50:34 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.6 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg Abusivismo e condoni – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 Il 39,8% dei reati ambientali in Italia è legato al ciclo illegale del cemento http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/09/il-398-dei-reati-ambientali-in-italia-e-legato-al-ciclo-illegale-del-cemento/ Sat, 23 Sep 2023 05:03:49 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16068 Il Rapporto Ecomafia 2023 di Legambiente fa il punto sulla criminalità ambientale nel nostro Paese e denuncia la crescita degli illeciti legati al cemento

di Maria Cariota

Le violazioni delle norme poste a tutela dell’ambiente continuano a crescere. Considerando l’anno 2022 esse sfiorano quota 100.000 (97.716 quelle contestate). Di queste i reati contro l’ambiente accertati sono 30.686, in lieve crescita rispetto al 2021 (+0,3%), alla media di 84 reati al giorno, 3,5 ogni ora. Mentre gli illeciti amministrativi toccano quota 67.030 (con un incremento sul 2021 del 13,1%). Il fatturato illegale resta stabile a 8,8 miliardi di euro. A certificarlo è il Rapporto Ecomafia 2023, realizzato dall’Osservatorio nazionale Ambiente e legalità di Legambiente sulla base dei dati forniti dalle Forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, pubblicato nel luglio 2023, edito da Edizioni Ambiente.

Ciclo illegale del cemento, reati contro la fauna e ciclo dei rifiuti sono le tre principali filiere su cui nel 2022 si è registrato il maggior numero di illeciti. A farla da padrone sono gli illeciti relativi al cemento illegale (abusivismo edilizio ed appalti) che ammontano a 12.216, pari al 39,8% del totale, con una crescita del 28,7% rispetto al 2021. In questo ambito crescono del 26,5% le persone denunciate (sono 12.430), del 97% le ordinanze di custodia cautelare (65), addirittura del 298,5% il valore dei sequestri (1.530) e delle sanzioni amministrative, per oltre 211 milioni di euro.

Campania, Puglia e Sicilia le Regioni più colpite

La Campania si conferma al primo posto per numero di reati legati al cemento (ben 1.747, pari al 14,2 % del totale nazionale, con un incremento del 31% rispetto al 2021), persone denunciate (1.855) e sequestri (283). Seguita dalla Puglia, con 1282 reati (10,5% del totale), 1.370 persone denunciate e 281 sequestri. Terza la Sicilia, con 1.057 reati (8,7% del totale), 1.036 persone denunciate e 141 sequestri. L’Emilia Romagna sale in classifica, con 553 reati accertati (+ 127% rispetto all’anno precedente). A livello provinciale Avellino si conferma quella con più reati (445), seguita da Napoli e Cosenza.

Ciclo illegale del cemento – Fonte: elaborazione Legambiente su dati Forze dell’Ordine e Capitanerie di porto

Cresce l’abusivismo edilizio

Viene stimato in crescita, da 1,8 a 2 miliardi di euro, anche il business dell’abusivismo edilizio. Una piaga che, tra costruzioni ex novo e ampliamenti significativi, produce migliaia di case ogni anno, devasta i luoghi più belli del Paese e si lega a doppio filo alle cave fuorilegge, alla movimentazione terra, al calcestruzzo e alle imprese dei clan.

Secondo il Rapporto Bes 2022: il benessere equo e sostenibile in Italia i numeri del cemento abusivo sono preoccupanti: in base alle stime del Cresme la proporzione fra nuove abitazioni abusive e autorizzate è di 15,1 ogni 100. L’abusivismo edilizio colpisce soprattutto il Sud, con 42,1 abitazioni abusive ogni 100 autorizzate (36,3 nelle Isole). Nelle regioni del Sud la maggior parte delle case illegali non viene abbattuta. Secondo l’indagine di Legambiente sulle demolizioni edilizie riportata nel dossier Abbatti l’abuso 2021 dal 2004 al 2020 è stato abbattuto solo il 32,9% degli immobili colpiti da un provvedimento amministrativo, con profonde differenze tra le regioni: in Campania, Sicilia, Puglia e Calabria sono state eseguite solo il 17,4% delle ordinanze di demolizione emesse; cioè cinque volte su sei l’abusivo ha la quasi matematica certezza di farla franca.

Mafia e corruzione

Il Rapporto Ecomafia 2023 evidenzia che ciclo illegale del cemento non vuol dire solo costruire dove non si può, ma anche appalti truccati, opere dai costi esorbitanti per alimentare giri di mazzette, corruzione e speculazioni immobiliari con le carte truccate. La distinzione tra l’operato delle famiglie mafiose tradizionali e quello dei sodalizi criminali tra grandi imprese e mala politica si è ormai fatta sempre più labile.

I numeri sulla corruzione ambientale preoccupano: considerando non solo il cemento ma anche i reati contro la fauna, quelli legati ai rifiuti, ai roghi, al settore agroalimentare e all’archeomafia Legambiente dal 1° agosto 2022 al 30 aprile 2023 ha censito 58 inchieste su fenomeni di corruzione connessi ad attività con impatto ambientale. Ma c’è anche allarme per il numero e il peso dei Comuni sciolti per mafia (nel rapporto ne sono stati analizzati 22) e la crescita dei clan mafiosi (dal 1994 ad oggi sono 375 quelli censiti).

Le decisioni di chi ha responsabilità politiche aggravano il fenomeno

Secondo Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente, questi dati “dovrebbero sollecitare risposte coerenti ed efficaci da parte di chi ha responsabilità politiche e istituzionali. Accade purtroppo spesso il contrario: deregulation, invece di semplificazioni; condoni edilizi più o meno mascherati, invece di ruspe”.  Consentendo la distruzione irreversibile di suolo e paesaggi e sottoponendo a stress ulteriore territori esposti al rischio idrogeologico o sismico.

Tra le soluzioni proposte nel Rapporto viene sottolineata l’importanza della prevenzione e del controllo (ad esempio nell’attuazione del PNRR), di un quadro normativo condiviso su scala internazionale (a fronte di una criminalità che non conosce confini), della revisione del subappalto a cascata introdotto dal nuovo Codice degli Appalti, di una tutela normativa adeguata in tema di agromafie, fauna e accesso gratuito alla giustizia.

Qui ulteriori approfondimenti.

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Acquisizione gratuita al patrimonio comunale di un immobile abusivo http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2020/03/acquisizione-gratuita-al-patrimonio-comunale-di-un-immobile-abusivo/ Tue, 31 Mar 2020 09:02:34 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=13711 A cura del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus.

Importante pronuncia del Consiglio di Stato in tema di abusivismo edilizio.

Domus de Maria, Chia, cartello di sequestro preventivo

La sentenza Cons. Stato, Sez. II, 7 febbraio 2020, n. 996 ha chiarito che l’ordinanza di acquisizione gratuita al patrimonio comunale di un’opera abusiva, in conseguenza dell’inottemperanza al precedente ordine di demolizione è un atto dovuto, privo di alcuna discrezionalità.

In proposito, sono chiare le disposizioni di cui all’art. 31 L, commi 3° e 4°, del D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.:

“3. Se il responsabile dell’abuso non provvede alla demolizione e al ripristino dello stato dei luoghi nel termine di novanta giorni dall’ingiunzione, il bene e l’area di sedime, nonché quella necessaria, secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche, alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive sono acquisiti di diritto gratuitamente al patrimonio del comune. L’area acquisita non può comunque essere superiore a dieci volte la complessiva superficie utile abusivamente costruita.

4. L’accertamento dell’inottemperanza alla ingiunzione a demolire, nel termine di cui al comma 3, previa notifica all’interessato, costituisce titolo per l’immissione nel possesso e per la trascrizione nei registri immobiliari, che deve essere eseguita gratuitamente.”

Ricorda il Consiglio di Stato che “l’ordinanza di acquisizione gratuita al patrimonio comunale di un’opera abusiva … si configura quale atto dovuto, privo di discrezionalità, subordinato al solo accertamento dell’inottemperanza di ingiunzione di demolizione ed al decorso del termine di legge (che ne costituiscono i presupposti), così che la censura di carenza di motivazione in ordine alla valutazione dell’interesse pubblico è destituita di qualsiasi fondamento giuridico, non essendovi alcuna valutazione discrezionale da compiere (e di conseguenza da giustificare) (cfr., ex multis, Consiglio di Stato, sez. V, 1° ottobre 2001, n. 5179, e 27 aprile 2012, n. 2450)”.

Chi non ottempera all’ordine di demolizione, quindi, può perdere il bene immobile abusivo e l’area dove sorge, oltre alle ulteriori sanzioni amministrative e alle sanzioni penali.

Maggiori informazioni qui.

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Abusi edilizi in quel gioiello naturalistico di Tavolara? http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2019/09/abusi-edilizi-in-quel-gioiello-naturalistico-di-tavolara/ Fri, 20 Sep 2019 09:22:31 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=13172

A cura del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus.

Sembra proprio che il cantiere edilizio con lavori in corso sull’Isola di Tavolara, in Comune di Olbia (SS), abbia forti connotati di abuso edilizio.

Il G.I.P. presso il Tribunale di Olbia ha, infatti, convalidato (13 settembre 2019) il sequestro preventivo posto (6 settembre 2019) dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania in base agli accertamenti condotti dai Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Cagliari.

Il cantiere, relativo alla radicale ristrutturazione e ampliamento di una vecchia casa, sarebbe abusivo.

La vecchia casa è stata trasformata in una villa di circa 300 metri quadrati su due piani, in corso di completamento a un centinaio di metri dal mare.

Le indagini di Procura e Carabinieri sono partite dall’azione avviata dal Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, che, su segnalazione di un gruppo di turisti, aveva inoltrato (26 agosto 2019) in proposito una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti, coinvolgendo il Ministero per i beni e attività culturali, la Direzione generale pianificazione territoriale e vigilanza edilizia della Regione autonoma della Sardegna, la Soprintendenza per archeologia, belle arti e paesaggio di Sassari, il Servizio tutela paesaggio e vigilanza edilizia per il Nord Sardegna della Regione autonoma della Sardegna, il Comune di Olbia, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale,i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, nonché informando la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania.

Abbiamo le autorizzazioni di tutti gli Enti preposti al controllo, ottenuti dopo un lungo iter. La costruzione era la casa-alloggio del custode, edificata negli anni sessanta. Anche a me piacciono le cose belle e infatti quando i lavori finiranno, la casa sarà rosa e schermata nel verde. L’ampliamento è consentito dal Piano casa regionale, dal Comune di Olbia sono già venuti a fare dei controlli e non hanno riscontrato nessuna irregolarità. Si tratta di una semplice ristrutturazione di una casa già esistente, sempre nel totale rispetto dei vincoli esistenti”,così spiegava Vittorio Marzano, il proprietario della villa in fase di ristrutturazione. E poi “dall’ufficio tecnico del Comune di Olbia certificano la regolarità delle autorizzazioni”.

Secondo i Carabinieri del N.T.P.C., invece, “la costruzione andava avanti in totale difformità rispetto alle concessioni ottenute per la ristrutturazione e ampliamento di un fabbricato già esistente. In pratica della vecchia casa non esisteva più nulla, era stato tutto demolito e ricostruito, ad eccezione di un muretto esterno che limitava la corte, e della pavimentazione interna, in dispregio delle autorizzazioni rilasciate in base al cosiddetto ‘Piano casa’“.

In contemporanea al sequestro preventivo del cantiere, “’i presunti responsabili delle violazioni sono stati denunciati, in concorso tra loro, per il reato di ‘opere eseguite in difformità dalle autorizzazioni edilizie e paesaggistiche concesse

Sulla piccola isola gallurese sono presenti una pluralità di misure di tutela: dal vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) al vincolo di conservazione integrale (art. 10 bis della legge regionale n. 45/1989 e s.m.i.), alla presenza del sito di importanza comunitaria (S.I.C.)“Isola di Tavolara, Molara, Molarotto” (direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora).

Allo stato – oltre ai rapidi accertamenti e provvedimenti adottati dalla magistratura – all’istanza ecologista è pervenuta la sola risposta da parte del Servizio Valutazioni Ambientali (S.V.A.) della Regione autonoma della Sardegna. Ed è una risposta contenente forti elementi di contraddizione o, perlomeno, scarsa chiarezza.

Infatti, in un primo momento (nota prot. n. 3552 del 19 febbraio 2015) il S.V.A., verificato che “l’intervento prevede l’ampliamento volumetrico di un fabbricato adibito attualmente a sgabuzzino per la realizzazione di una camera e un bagno, nonché la ristrutturazione di altri edifici esistenti con la realizzazione di vani seminterrati e verande” in zone con habitat d’interesse prioritario e con specie faunistiche e floristiche d’interesse comunitario “con relativo consumo di suolo e spazio a disposizione degli habitat nonché aumento del disturbo come effetto indiretto dell’aumento della fruizione dell’area”, ne disponeva l’assoggettamento a procedura di valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A.).

Successivamente (nota prot. n. 12506 del 4 giugno 2015), affermava che non era necessaria la procedura di V.Inc.A., a condizione di non effettuare ulteriori pavimentazioni e alterazioni della morfologia “rispetto a quanto previsto in progetto” (bella forza, se fossero realizzati, sarebbero abusivi…) e senza “aprire nuovi varchi nella vegetazione”.

Come mai il Servizio Valutazioni Ambientali (S.V.A.) della Regione autonoma della Sardegna ha cambiato idea dopo qualche mese? E’ forse cambiato il progetto? Non sembra.

Soprattutto, perché “qualsiasi piano o progetto non direttamente connesso e necessario alla gestione del sito ma che possa avere incidenze significative su tale sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti, forma oggetto di una opportuna valutazione dell’incidenza che ha sul sito, tenendo conto degli obiettivi di conservazione del medesimo” (art. 6, comma 3°, direttiva n. 92/43/CEE), avendo la procedura di V.Inc.A. “lo scopo di salvaguardare l’integrità dei siti attraverso l’esame delle interferenze di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l’equilibrio ambientale”.

Tutto si può dire, ma certamente una villa privata non è “connessa e necessaria” per la buona gestione del sito d’importanza comunitaria.

Di sicuro la magistratura dispone di un quadro molto più chiaro, magari, prima o poi, potremmo averlo anche noi semplici cittadini.

Per maggiori informazioni: https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2019/09/16/abusi-edilizi-in-quel-gioiello-naturalistico-di-tavolara/

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Le Terrazze: un’altra grande opera abusiva sul demanio marittimo a Portovenere (La Spezia) http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2019/02/le-terrazze-unaltra-grande-opera-abusiva-sul-demanio-marittimo-a-portovenere-la-spezia/ Tue, 19 Feb 2019 17:17:09 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=12673

Scriviamo di stabilimenti balneari e abusi, tanto per cambiare. A Portovenere (SP), in zona Olivo, abbiamo solo due stabilimenti balneari, ma nel corso dei decenni è stata accumulata una quantità/qualità di abusi incredibile. Dalla massicciata abusiva frontale allo stabilimento Sporting Beach, che tale rimane perché in sostanza insanabile, ad un’altra grande opera edilizia abusiva presso “Le Terrazze”, ora accertata con condanna penale. Rimane, però, al palo il procedimento amministrativo da parte del Comune.

Ed è proprio di questa grande opera abusiva sul demanio marittimo, frutto dei gestori de “Le Terrazze”, a Portovenere, che ora posso liberamente scrivere, data la conclusione di un incompleto (a mio avviso) procedimento penale, rapidamente terminato con un decreto di condanna voluto dal P.M. dott. Monteverde, ed emesso dal G.I.P. dott.ssa Perazzo. Peccato che non ci sia stato un processo, ulteriori aspetti e responsabilità sarebbero potute uscire allo scoperto, lo vedremo nel corso dell’articolo. Ha giocato un ruolo fondamentale anche la normativa penale, estremamente debole in ambito abusi edilizi, grazie a prescrizioni rapidissime e, per il demanio marittimo, un codice della navigazione che commina sanzioni non ridicole, di più. Insomma vedrete che abusare del demanio marittimo, e in generale, conviene e paga il più delle volte. Per il codice della navigazione, artt. 54 e 1161, se “occupate” il demanio marittimo, in genere pagherete un’ammenda assolutamente ridicola, €500 ma poi ridotti a €250. Che voi sul demanio marittimo mettiate ombrelloni, un pollaio, o un grattacielo, pagherete praticamente la stessa cifra e tanti saluti. Per questo vi invito, se non l’avete già fatto, a firmare la petizione che non verrà chiusa fino a che il Ministero dell’Ambiente, della Giustizia, dei Beni Culturali, o il governo, non ci daranno l’attenzione chiesta da tempo: https://www.change.org/p/ministero-dell-ambiente-salviamo-una-spiaggia-per-salvarle-tutte-prima-che-sia-troppo-tardi?source_location=topic_page .
Oggi siamo ad oltre 41mila firme e non ci fermeremo fino a quando il “governo del cambiamento” o altri governi, non ci ascolteranno.

Questo per quanto riguarda l’aspetto penale, meglio andrebbe dal punto di vista amministrativo, sempre che i vari enti preposti facciano il loro lavoro seriamente e senza sconti, soprattutto non meritati. Il Comune pare non abbia ancora attivato alcun procedimento, nonostante conosca il mio esposto dal novembre 2017.

Ma è solo grazie ai contributi finanziari che ho ricevuto da persone generose, che ho potuto accedere alla copia di un DVD con documenti delle indagini di cui sto per scrivervi. Se potete: contribuite, anche per tenere in vita questo blog! Pensate un po’, che voi siate persona offesa o imputato, se avete la sfortuna di imbattervi in un CD o DVD in un fascicolo penale, al quale vi serve accedervi per vostra difesa (o per informazione al pubblico), ad oggi, dovete pagare ben € 323,04. A prescindere che nel CD/DVD ci sia una foto o l’enciclopedia britannica, sempre quello è il costo, grazie ad una circolare che il Ministero della Giustizia aggiorna praticamente ogni anno. Vi pare sensato o giusto? Avete mai sentito un solo avvocato che abbia protestato per questo? No, loro si fanno rimborsare dal cliente. Allora sarà il caso di farsi sentire anche per questo, perché non c’è giustizia se non c’è trasparenza, ovvero se la trasparenza è vincolata a costi inaccessibili ai più. Ho aperto, perciò, un’altra petizione: https://www.change.org/p/alfonso-bonafede-spese-ingiuste-di-giustizia-la-copia-di-un-cd-dvd-costa-323-04/.

Qui i fatti circostanziati.

 

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Il teorema del condono e i suoi complici http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2019/01/il-teorema-del-condono-e-i-suoi-complici/ Sun, 06 Jan 2019 21:09:49 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=12568 La legalità urbanistica è stata di nuovo messa in discussione, nell’Italia in cui il 20% delle costruzioni è abusivo. I danni sono culturali.
Il commento del professor Paolo Pileri, tratto da Altreconomia 210 — Dicembre 2018.

A tutti i cittadini italiani posso dire, con orgoglio, che anche quest’anno lasciamo un paesaggio migliore e non solo un Paese migliore. Sono lieto di annunciarvi alcuni importanti risultati di cui l’attuale Governo va fiero, esito di politiche pubbliche che abbiamo fortemente voluto e che hanno accolto alcune istanze dettate dall’attualità dei tempi, dalla necessità di dare risposte a una crisi ecologica in continuo aggravamento, dal coraggioso esempio delle migliori politiche locali e dall’aver raccolto l’urgenza di porre fine, e non solo freno, al consumo di suolo. Abbiamo respinto quanti chiedevano un condono edilizio perché vogliamo lasciare a tutti voi un futuro di legalità urbanistica e di rispetto per la natura”.

È l’inizio del discorso del presidente che vorrei, ma non arriva. Al suo posto ne sono arrivati due stordendoci con la parola che dovrebbe essere proibita a qualsiasi politico italiano: condono. A marzo scorso il forum Salviamo il paesaggio proponeva al governo una legge sulla tutela dei suoli e a novembre la risposta è un condono edilizio. Questo sì che è ascoltare. Il mare blu di Ischia non è una bacchetta magica che autorizza a usare la parola condono e vomitarla sul resto di Italia. Condono è parola vietata, punto. Basta dirla ed è uno tsunami culturale. Proprio a noi, che da anni indossiamo la maglia nera dell’abusivismo (il 20% delle costruzioni in Italia è abusivo, rapporto ISTAT-BES 2017), doveva capitare un governo del (non)cambiamento così geniale? Complimenti! Ci avete davvero sorpresi. Anzi, annichiliti. Neppure i nove annegati in Sicilia il 5 novembre nella villetta abusiva lungo il fiume Milicia, hanno tappato la bocca ai governanti. Si “tira dritto”…

Continua qui sul sito degli amici di Altreconomia, che ringraziamo come sempre per il prezioso lavoro di informazione vera e indipendente: https://altreconomia.it/teorema-condono/

 

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Basta condoni edilizi! http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2018/11/basta-condoni-edilizi/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2018/11/basta-condoni-edilizi/#comments Wed, 07 Nov 2018 22:14:11 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=12372

Petizione di Italia Nostra.

Chiediamo ai parlamentari di stralciare dal Decreto Genova, in discussione alla Camera, ogni ipotesi di condono edilizio per Ischia.

La scarsa qualità dell’edificato costruito abusivamente nelle aree interessate da vincolo idrogeologico e paesaggistico dell’isola d’Ischia, ha amplificato gli effetti disastrosi dell’evento sismico del 21 agosto 2017.

L’art. 25 – inserito nel DL 109 del 28 settembre 2018 (“Decreto Genova”), in discussione al Parlamento per favorire la ricostruzione delle aree colpite dal sisma – sancisce l’ammissibilità al condono di tutte le istanze di sanatoria riguardanti le edificazioni abusive realizzate sull’isola di Ischia dal 1983 al 1993 in gran parte non suscettibili di sanatoria secondo le limitazioni della legge 724/94, e tutte quelle abusivamente realizzate dal 1993 al 2003 del tutto escluse in applicazione della legge 326/03.

Come rilevato da un sondaggio di Ipsos del febbraio 2018, il 58% degli italiani è contrario al condono edilizio. È ora di dire basta a condoni ad Ischia e nel resto dell’Italia.

Con il provvedimento attualmente in discussione al Parlamento, si vorrebbe calare una pietra tombale su tutti gli abusi perpetrati sull’isola d’Ischia, permettendo una sanatoria generalizzata delle costruzioni illegali realizzate in un’area gravata dai vincoli paesaggistici e idrogeologici, concedendo forti riduzioni delle sanzioni economiche previste dalle leggi, e così sfruttando un disastro naturale annunciato da decenni.

La norma introdotta presenta evidenti aspetti di illegittimità costituzionale, introducendo disposizioni di favore per i residenti nei territori dei Comuni di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio d’Ischia, e sopra ogni cosa, essa confligge con i principi di salvaguardia del paesaggio sanciti dall’art. 9 della Costituzione.

Si chiede a tutti i parlamentari di votare per la cancellazione della norma e cogliere l’opportunità di trasformare una tragedia annunciata in una grande occasione per il riassetto razionale del territorio, rilanciando il primato della pianificazione paesaggistica e territoriale.

Invitiamo a sottoscrivere questo appello di Italia Nostra, indirizzato a Roberto Fico, presidente della Camera dei Deputati, e a Giuseppe Conte, presidente del Consiglio dei Ministri:
https://www.change.org/p/basta-condoni-edilizi-giuseppeconteit-roberto-fico

 

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http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2018/11/basta-condoni-edilizi/feed/ 2
WWF: Pronti a un esposto per danno erariale sul condono di Ischia http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2018/11/wwf-pronti-a-un-esposto-per-danno-erariale-sul-condono-di-ischia/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2018/11/wwf-pronti-a-un-esposto-per-danno-erariale-sul-condono-di-ischia/#comments Tue, 06 Nov 2018 14:31:44 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=12358 La sanatoria alla case abusive a seguito del terremoto del 2017 a Ischia oltre a consentire di bypassare i vincoli paesaggistici rischia anche, con una regolarizzazione affrettata degli abusi edilizi, di legittimare e perpetuare il danno erariale per il mancato pagamento delle imposte locali e delle sanzioni per l’omessa demolizione delle case abusive.
Lo denuncia il WWF che annuncia di essere pronto a fare un esposto alla Corte dei Conti e chiede (a questo punto al Senato) cambiamenti sostanziali del decreto legge che consentano al Commissario governativo di intervenire, mantenendo severi criteri di inammissibilità delle domande di condono e consentano di procedere all’esecuzione delle domande di demolizione.

Il WWF evidenzia 4 rilievi sul testo attuale e indica una soluzione per modificare il provvedimento.
Secondo il WWF il testo del decreto legge governativo:

Non si limita ad accelerare la definizione delle istanze di sanatoria pendenti, ma consente di definirle tutte eludendo i vincoli paesaggistici sulla base del condono tombale del 1985 e non sulla base dei due successivi condoni edilizi del 1994 e del 2003 che, invece, escludevano la sanatoria di opere abusive in aree, come i comuni di Casamicciola Terme, Forio d’Ischia e Lacco Ameno, sottoposte a vincolo

Non ha nulla a che vedere con le esigenze di ricostruzione post-terremoto. Infatti, la ricostruzione dei volumi condonati a spese dei costruttori svela che si tratta di un condono per le ville e le seconde case di villeggiature: chi ha le risorse economiche per farlo, dopo aver costruito illegalmente immobili danneggiati dal sisma del 2017, li potranno ricostruire legittimamente a proprie spese

– Costituisce la peggiore risposta alla recentissima sentenza della Corte costituzionale n. 140 del 5 luglio 2018 con la quale, proprio con riferimento all’abusivismo edilizio campano, è stato affermato il principio fondamentale della necessaria demolizione degli immobili abusivi.

Legittima e perpetua il danno erariale di fatto avallato da anni dai Comuni ischitani, che, non definendo i procedimenti di condono del 1994 e del 2003 con istanze di inammissibilità, non dichiarando la intervenuta acquisizione di tali immobili abusivi al patrimonio comunale, consentendo ai costruttori abusivi di continuarli ad occupare illegalmente e, magari, senza versare alcuna imposta locale, non percependo il canone per l’occupazione abusiva, non applicando le sanzioni pecuniarie per l’omessa demolizione.

Per risolvere i problemi dell’abusivismo edilizio a Ischia il governo avrebbe dovuto fare una norma che prevedesse semplicemente di commissariare i comuni omissivi e procedere con provvedimento di inammissibilità delle istanze nel rispetto dei criteri stabiliti nel secondo e nel terzo condono e alla dovuta esecuzione delle ordinanze di demolizione. È questa la modifica sostanziale dell’articolo 25 del decreto legge n. 109/2018 che il WWF chiede (a questo punto al Senato). Invece, si è scelto di utilizzare una strumento vecchio e dannoso, introducendo di fatto il quarto condono edilizio, peraltro, in un’area interamente sottoposta ai vincoli paesaggistici e a fenomeni sismici dove invece sarebbe necessario decostruire per mettere in sicurezza la popolazione.

Ricordiamo che anche il Forum Salviamo il Paesaggio aveva ricevuto dalla Commissione Trasporti della Camera la richiesta (in extremis…) di esprimere un proprio parere sulla delicata questione del Decreto Genova, che ha deciso di lasciare alle competenze delle associazioni ambientaliste nazionali, limitandosi alla formulazione di tre sintetici richiami.

Questo il testo inviato dal Forum il 10 ottobre alla Commissione Trasporti della Camera:

All’attenzione della Segreteria della IX Commissione
Trasporti, Poste e telecomunicazioni della Camera

Oggetto: Vostra richiesta memorie scritte su Atto Camera C. 1209 – DL Genova

A nome del Forum nazionale Salviamo il Paesaggio, desidero innanzitutto ringraziarVi per la Vostra richiesta di contribuire all’analisi del DL in oggetto.

Il ristretto margine temporale accordatoci (abbiamo ricevuto la Vostra richiesta nel tardo pomeriggio di lunedì 8 ottobre con scadenza entro la giornata odierna, mercoledì 10 otttobre) non ci consente, purtroppo, di poterVi produrre un documento analitico: il nostro Forum nazionale è composto da oltre 1.000 organizzazioni e da decine di migliaia di persone e un collegiale studio comporta per noi tempi di maggior respiro.

Ci limitiamo, pertanto, a indicarVi unicamente qualche sintetico spunto di riflessione, augurandoci che possa esserVi di aiuto nella valutazione complessiva del lavoro normativo in atto.

1. GENOVA. A nostro parere le misure previste per il sostegno alla città in questo difficile momento dovrebbe essere «vincolato» dalla richiesta all’amministrazione comunale di predisporre urgentemente un Piano della mobilità urbana ed extraurbana che definisca una visione moderna capace di integrare i mezzi di trasporto tra loro e disegnare una mobilità sostenibile e progettata per contribuire anche al contrasto del cambiamento climatico in atto (che interesserà particolarmente tutte le località a ridosso del mare) . Dunque non solo limitare l’intervento alla ricostruzione del ponte Morandi, ma ripensare complessivamente i flussi e spostarli, con l’ausilio di mezzi alternativi all’auto privata.

2. ISCHIA. Riteniamo errata la formulazione del DL, in quanto prevede (articolo 25 del provvedimento) un condono per gli immobili distrutti o danneggiati dal sisma del 2017, facendo venire meno le norme in materia di tutela paesaggistica e idrogeologica oggi vigenti. Tale disposizione favorirebbe la sanatoria per edifici posti in aree a rischio che, addirittura, sarebbero beneficiari del contributo al 100% della ricostruzione post sisma e consentirebbe anche agli edifici danneggiati in maniera lieve, ma caratterizzati da abusi parziali, di avviare i lavori di recupero.

3. IMPIANTO COMPLESSIVO DEL DL. Come per precedenti situazioni, osserviamo che un DL elaborato per formulare disposizioni urgenti legate ad un preciso evento drammatico, dovrebbe essere dedicato esclusivamente al suo oggetto, in questo caso la città di Genova, e non contenere altre misure che meriterebbero interventi normativi ad hoc.

RingraziandoVi per l’attenzione e restando a Vostra disposizione, inviamo le nostre più vive cordialità.

Alessandro Mortarino per Forum nazionale Salviamo il Paesaggio

 

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Abusivismo: per il WWF la sentenza della Consulta sulla legge campana è una vittoria della legalità http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2018/07/abusivismo-per-il-wwf-la-sentenza-della-consulta-sulla-legge-campana-e-una-vittoria-della-legalita/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2018/07/abusivismo-per-il-wwf-la-sentenza-della-consulta-sulla-legge-campana-e-una-vittoria-della-legalita/#comments Mon, 09 Jul 2018 14:56:05 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=12110 La sentenza della Corte costituzionale (n° 140/18) che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme campane che consentivano ai comuni di non procedere alle demolizioni e di affittare o, addirittura, alienare l’immobile abusivo allo stesso costruttore abusivo, non solo rappresenta un successo per tutti coloro che si battono contro l’abusivismo edilizio e per curare le ferite del territorio, ma è una vittoria della legalità e del buon senso.

La sentenza della Corte Costituzionale conferma e rafforza un elemento di chiarezza sull’abusivismo edilizio che, in quanto reato penale, riguarda tutti i cittadini di tutte le regioni, senza alcuna distinzione. Ne consegue, quindi, che la competenza sull’abusivismo edilizio non può che essere statale come il WWF aveva segnalato nelle argomentazioni inviate prima alla Regione Campania e poi al Governo per chiedere che fosse impugnata la legge regionale.

Le norme dichiarate incostituzionali rischiavano di essere un pericolosissimo precedente, dando un possibile avvio a sanatorie regionali “fai da te”, incentivando inevitabilmente nuovi abusi per dinamiche a tutti note e stradocumentate.

Con la sua decisione la Corte Costituzionale non solo ha introdotto un elemento di tutela per il territorio campano, già ampiamente devastato dal cemento illegale e criminale, ma lancia un forte monito per tutte le altre regioni rispetto alla gestione del territorio e alla necessità di azioni di contrasto all’abusivismo “in considerazione della gravità del pregiudizio recato all’interesse pubblico”.

Questo il commento del WWF Italia che aveva immediatamente contestato la legge regionale 22 giugno 2017, n. 19 ritenuto dall’associazione un pericolosissimo passo indietro sul cemento illegale.

Gli immobili abusivi, dunque, una volta entrati nel patrimonio dei comuni, devono essere demoliti e solo in via eccezionale – attraverso una valutazione caso per caso – possono essere conservati.

 

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Campania, De Luca vuole sanare 70mila case abusive http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2017/05/campania-de-luca-vuole-sanare-70mila-case-abusive/ Sun, 14 May 2017 20:46:48 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=11465

“La Giunta regionale, nella seduta di oggi, ha approvato una proposta di disegno di legge sul tema dell’anti-abusivismo edilizio in Campania. Si tratta di linee guida per il governo del territorio, a supporto degli enti locali che intendono utilizzare misure alternative alla non avvenuta demolizione di immobili abusivi. Le linee guida, non vincolanti e ferma restando l’autonoma valutazione dei Consigli comunali sull’esistenza di prevalenti interessi pubblici rispetto alla procedura di demolizione, consentono all’ente locale di acquisire al patrimonio il bene per inottemperanza all’ordine di demolizione, e di locare lo stesso con preferenza per gli “occupanti per necessità”.

Quindi, il 14 marzo è una data storica per la Campania? Sì, ma tutt’altro che da ricordare. Nella terra nella quale l’abusivismo è una assodata consuetudine, ora esiste una misura alternativa all’abbattimento. L’acquisizione dell’immobile, e quindi la possibilità di locarlo. Con una sorta di diritto di prelazione per gli “occupanti per necessità”.

Stupirsi è legittimo, ma fuori luogo. Il presidente della Regione, Vincenzo De Luca non ha mai fatto mistero di non essere un paladino dell’antiabusivismo.

Da vice ministro alle Infrastrutture e sindaco di Salerno, nel marzo 2015, era stato chiaro: “In Campania ci sono 80mila alloggi abusivi, soprattutto nell’area napoletana e casertana: c’è qualcuno in grado di demolirli? Se la risposta è sì, allora demoliamoli. Se, come appare certo, la risposta è no, si faccia un altro ragionamento da persone serie … Se l’abuso riguarda un quartiere periferico di una città, il ragionamento deve essere diverso: si impegnino i Comuni a fare piani di recupero e a mettere ordine rispetto a queste forme di abusivismo; in questo caso si dovrà far pagare una forte penale, ma si deve arrivare a una sanatoria, non c’è alternativa”.

Per De Luca non c’è alternativa. Da poco eletto governatore, spiega: “Ci vuole una sanatoria, si tratta di buon senso”. E poi: “Se c’è un povero cristo che nell’entroterra campano, senza danneggiare nessun paesaggio, ha fatto l’abuso, lo si sana perché non abbiamo alternative”. Sembra quasi di sentirlo il governatore nella parodia televisiva di Maurizio Crozza. E farebbe ridere se non fosse tutto vero.

In una Regione nella quale circa il 70% dei Comuni è privo di un Piano regolatore e, ad esempio, la zona rossa intorno al Vesuvio è intensamente popolata, sarebbe servito qualcosa di diverso. Sarebbe servita una ridefinizione delle regole, troppo frequentemente infrante. A guadagnarci forse non sarebbero stati quegli 80mila “poveri cristi” dell’entroterra, evocati dal presidente, ma l’intera Regione. Liberata finalmente da se stessa, dai suoi abusi. Già, perché in questa terra che dovrebbe fare del suo paesaggio inimitabile un brand, proprio l’abusivismo è il nemico da sconfiggere. Non solo lungo l’arco litoraneo, imbruttito da costruzioni di ogni tipo. E neppure in prossimità o addirittura a ridosso di aree aree archeologiche e parchi naturalistici. Ma ovunque. In ogni spazio che si possa raggiungere con lo sguardo.

Ma evidentemente in Campania la pensano diversamente. Almeno di avviso contrario è il Pd in Regione, che vota un disegno di legge che dà la possibilità di sanare 70mila abusi edilizi. Accade quasi in coincidenza con la Giornata del paesaggio, celebrata il 15 marzo. Mai come in questa circostanza i due eventi sembrano davvero in aperta contraddizione.

Rif: http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/03/16/campania-de-luca-vuole-sanare-70mila-case-abusive/3456587/

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Pioppi, colata di cemento nella capitale mondiale della “dieta mediterranea” http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2016/02/pioppi-colata-di-cemento-nella-capitale-mondiale-della-dieta-mediterranea/ Sat, 27 Feb 2016 16:32:33 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=11186 pioppi

Nella località Porto del Fico nel comune di Pollica, in pieno Parco nazionale del Cilento e V.D., è stata sequestrata un’area, con annesso complesso edilizio, di 16,800 metri quadrati. Si tratta di una piccola ma suggestiva piana a pochi metri dal torrente Mortella, che era rimasta ancora libera e coltivata con orti e frutteti ai piedi delle colline ormai sature di case residenziali. 

Ecco quindi che costruttori senza scrupoli, senza tener alcun conto dei vincoli paesaggistico ed idrogeologico, costruiscono 25 mini appartamenti che occupano 10.800 mq di questa piana ad un centinaio di metri dal paese di Pioppi, capitale mondiale della Dieta mediterranea e insignita delle 5 vele di Legambiente e pertanto meta privilegiata per i Vip, che certo non soffrono per problemi di crisi economica. Tanto è vero che i prezzi degli affitti e delle vendite di case si dice siano lievitati del 100%.

Ebbene, con il sequestro avvenuto il primo febbraio da parte della procura di Vallo della Lucania, sono finiti in nove sul registro degli indagati: 5 sono indagati “eccellenti” come il direttore e il funzionario del Parco, ingegnere De Vita e architetto Alfano, l’ex e l’attuale soprintendente dei Beni Architettonici e Paesaggistici di Avellino e Salerno e il responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Pollica, Domenico Giannella. Parco e Comune sono quindi nei guai.

A Porto del Fico non è la prima volta che viene sequestrato un complesso edilizio, ovvero la così detta “scuola di vela”, a una decina di metri dal mare. Complesso, di cui mi occupai a suo tempo, sequestrato e adesso dissequestrato ed entrato in funzione. Tuttavia Peppe Tarallo, ex presidente del Parco, ci fa sapere che per quanto riguarda i manufatti sul mare , in funzione come centro velico, (e questa è una nota positiva) “ vale la pena verificare presso la Procura lo stato dell’arte del procedimento che a Vallo si era chiuso con non luogo a procedere ma che la Cassazione ha riaperto su ricorso della Procura…non tutto è perso!”.

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Ma Peppe Tarallo, che spesso si è scontrato verbalmente con il sindaco Pisani, ci fa ancora sapere che sebbene “questa lottizzazione camuffata ed approvata come “progetto convenzionato” da tutti gli enti competenti (dal comune al parco alla soprintendenza all’autorità di bacino che invece avrebbero dovuto far rispettare le norme vigenti) sia iniziata ben 3 anni fa, ma solo oggi si è avuto il sequestro consentendo di fatto che i manufatti fossero quasi completati”. Gli enti non si sono sentiti in obbligo di adottare, conclude Tarallo, “un provvedimento di annullamento in autotutela come pure avevo chiesto prima di passare alla denuncia alla magistratura ( dopo aver atteso 1 anno una risposta che non c’è mai stata)”.

Pertanto, e questo fa cadere le braccia e venire la voglia di attaccare l’ambiente al chiodo, come suol dirsi, nessuno di essi ha vigilato sui lavori, consentendo di realizzarne ben i 2/3 in più rispetto a quanto autorizzato). Così un’altra consistente parte di suolo fertile è stata consumata, in barba – si potrebbe dire – all’esigenza irrinunciabile della difesa del paesaggio e del territorio, contro cioè l’abusivismo edilizio e la distruzione degli ecosistemi.

Sembra proprio che la tanto decantata “green economy”, che dovrebbe rappresentare un processo di ripresa economica dell’Italia, si scontra molto spesso non solo con il ceto politico ma anche con le popolazioni locali che lo selezionano. Questa tendenza mi sembra ancora più grave e preoccupante proprio in un parco nazionale dove si dovrebbe, a mio avviso, sperimentare un rapporto nuovo tra uomo e natura.

Paolo Abbate

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