www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Sun, 19 Jan 2025 09:10:39 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.6 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 Milleproroghe millecatastrofi. Il decreto uccide l’ambiente ed è a rischio infrazione UE. Il governo si fermi! http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2025/01/milleproroghe-millecatastrofi-il-decreto-uccide-lambiente-ed-e-a-rischio-infrazione-ue-il-governo-si-fermi/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2025/01/milleproroghe-millecatastrofi-il-decreto-uccide-lambiente-ed-e-a-rischio-infrazione-ue-il-governo-si-fermi/#respond Sun, 19 Jan 2025 08:56:15 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16970 ll decreto Milleproroghe non ripristina e spazza via le norme che tutelavano gli ulivi in Puglia. Un ecocidio che diventa così permanente

Comunicato di: Associazione “Attuare la Costituzione” _ Comitato Ulivivo _ Associazione “Terra d’Egnazia” del 10.01.2025

Addio alla Puglia degli ulivi, dell’olio e della terra. Con il “milleproroghe”, il Governo ha deciso di distruggere definitivamente un territorio già martoriato da un decennio di leggi scellerate che, con il pretesto del batterio Xylella, hanno consentito l’abbattimento di migliaia di ulivi, secolari e monumentali, la devastazione di un ecosistema già fragile e la distruzione di un’economia locale florida.

Tantissimi cittadini, associazioni e agricoltori, attendevano con trepidazione il ripristino delle normative sospese esclusivamente grazie alla cosiddetta emergenza. Normative che impedivano l’abbattimento degli ulivi e tutelavano così un paesaggio unico al mondo. Oggi, grazie al decreto milleproroghe, quelle leggi vengono spazzate via per sempre, insieme al territorio pugliese.

All’art. 19 della bozza del decreto “milleproroghe” si fa riferimento infatti al Decreto 27/2019 art. 8 e seguenti (poi trasformato nella Legge 44/2019) che prevede la possibilità per sette anni di procedere all’estirpazione degli olivi in zona infetta con una semplice comunicazione alla Regione e «in deroga a ogni disposizione vigente, comprese quelle di natura vincolistica» (incluse VIA e VAS).

Un ecocidio legalizzato che ora, da tempo determinato, rischia di diventare permanente. Abrogando la dicitura “per un periodo di sette anni”, infatti, si da definitivamente spazio, a tempo indeterminato, ai loschi appetiti dei molteplici speculatori che stanno uccidendo la terra di Puglia.

Chi vorrà potrà abbattere ulivi anche monumentali senza dover dimostrare né la presenza del batterio né, tanto meno, il disseccamento. Questo significherebbe portare a compimento la completa riconfigurazione della regione Puglia, “liberando”, come qualcuno da tempo auspicava, i terreni dagli ulivi “obsoleti” (così definiti da alcune associazioni di categoria) e consegnarli alla speculazione del superintensivo e degli impianti agro-fotovoltaici.

Tutto ciò in evidente e imbarazzante violazione della normativa europea, essendo la verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale (VIA) di diretta attuazione della Direttiva europea n. 2011/92/UE (così come modificata dalla Direttiva 2014/52/UE) sia per quel che concerne l’impatto ambientale di progetti pubblici e privati, sia per quel che riguarda gli “interventi sull’ambiente naturale o sul paesaggio”.

Pertanto, prevedere una deroga a vita alla normativa sulla Valutazione di Impatto Ambientale comporterà l’attivazione di una procedura d’infrazione per violazione della normativa comunitaria, che verrà pagata dai cittadini e, quindi, oltre al danno la beffa.

Qualora tale abrogazione fosse confermata, l’Associazione “Attuare la Costituzione”, insieme al Comitato Ulivivo e all’Associazione “Terra d’Egnazia” valuteranno la possibilità di procedere anche sul piano legale.

Associazione “Attuare la Costituzione”

Associazione “Terra d’Egnazia”

Comitato Ulivivo

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Collegamento Colere – Lizzola: ne abbiamo davvero bisogno? http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2025/01/collegamento-colere-lizzola-ne-abbiamo-davvero-bisogno/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2025/01/collegamento-colere-lizzola-ne-abbiamo-davvero-bisogno/#respond Sun, 19 Jan 2025 00:38:38 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16965 Il progetto di collegamento delle stazioni sciistiche di Colere e Lizzola (BG) interviene pesantemente su una pregiata porzione di territorio, con la creazione di piste, impianti, un traforo e un bacino per l’innevamento artificiale. Il collettivo TerreAlt(r)e e molte altre realtà hanno elaborato un manifesto per chiedere di fermare il progetto

del Colettivo TerreAlt(r)e

Di cosa si tratta?

RSI srl intende collegare la stazione sciistica di Colere con la stazione di Lizzola, occupando la Val Conchetta e l’alta Val Sedornia, ad oggi non ancora antropizzate.
Il progetto prevede il livellamento del terreno per la creazione di tre nuove piste, l’inserimento di tre nuovi impianti a fune e una funicolare nel tunnel di 450 metri ricavato nel Pizzo di Petto.
Si prevede inoltre un bacino di accumulo dell’ acqua e innevamento artificiale per tutte le piste.

Le tre seggiovie di Lizzola verrebbero dismesse e sostituite da un’unica cabinovia.

Ad oggi le piste di Colere si trovano fra 1600 e 2200 m, mentre quelle di Lizzola fra 1500 e 2000 m. I nuovi impianti si collocherebbero tra i 1800 e 2200 m.

Il costo dell’opera è di 70 milioni di euro, di cui 50 pubblici. I costi successivamente precisati per il versante di Lizzola indicano un incremento del 36%, con conseguente espansione del contributo pubblico.

Apertura completa prevista: dicembre 2026.

Ha ancora senso investire nello sci da discesa?

Le proiezioni a 50 anni prevedono il 40% di giorni di neve in meno e un innalzamento di 500 metri della copertura nevosa stagionale, causando una crisi notevole sotto i 2000 metri per quanto riguarda spessore e persistenza del manto nevoso. L’innevamento artificiale diventa imprescindibile e costoso: per innevare 1km di pista sono necessari 40/50mila euro a stagione (fonti: Radio24, Nevediversa).
È un’industria che necessita di fondi pubblici per sopravvivere: oltre 60 milioni di euro stanziati negli ultimi 10 anni solo per le stazioni bergamasche.

Perchè non investire i soldi pubblici in beni pubblici?

Crediamo in uno sviluppo economico alpino che va oltre la monocultura dello sci da discesa; che garantisce i servizi essenziali per restare a vivere in montagna, come il diritto di cura, studio e mobilità; che interviene sulle aree a rischio idrogeologico, tutelando chi vive nelle aree montane.

Il turismo dello sci non risponde al problema dello spopolamento

L’industria del turismo di massa rischia di sostituire le comunità di montagna con turisti intermittenti, dove il costo della vita per i residenti si alza. I posti di lavoro stabili sono presenti nelle comunità dove sono state inserite attività industriali, artigianali, agricole e di turismo diffuse, parsimoniose e attente al contesto.

Rifiutiamo di concepire la montagna come un luogo da ingolfare di turisti

L’unicità di un territorio viene svalutata dagli standard del turismo di massa. L’accesso dalla Val Seriana e dalla Via Mala è problematico e il traffico sarà ulteriormente congestionato, poiché non è prevista nessuna miglioria alla viabilità. Meglio valorizzare l’esistente e differenziare l’offerta sulle 4 stagioni includendo gli attori locali.

Perchè il collegamento non è una risposta

Il comprensorio dovrà affrontare la forte concorrenza di aree sciistiche vicine che hanno ben altra offerta sciistica e di servizi.
I chilometri di piste non aumenteranno in quanto alcune piste di Lizzola verranno chiuse.
La fruizione delle strutture in quota sarà destinata a una élite: boutique hotel, campeggio glamour, sci gourmet.La “destagionalizzazione” del progetto si riduce a introdurre il downhill a Colere.
Quanto è veramente accessibile questo progetto?

I costi per il collegamento sono spropositati

La quota di risorse pubbliche richieste è sproporzionata rispetto all’investimento privato, perdendo il requisito di redditività che dovrebbe caratterizzare l’attività degli imprenditori.
Viene valutata la fattibilità economica considerando solo i costi riferiti alla Val Sedornia + Lizzola, escludendo quelli implicati per il collegamento in Val Conchetta.
In questi 60 anni di concessione, il conto economico esteso al 2084 non prevede i costi per la sostituzione degli impianti e le cauzioni destinate allo smantellamento a fine vita di strutture, impianti e piste. 

Lizzola ci guadagnerà davvero?

Rifugi sfavoriti dall’unica cabinovia Lizzola-Mirtillo, aumento della cementificazione e dei costi delle case, aumento del costo dello skipass. Lizzola diventerebbe il parcheggio per gli impianti di Colere.

Quale altro futuro per Lizzola?

Chiediamo alle Amministrazioni locali una visione più lungimirante e rispettosa dei territori, e il coraggio di sostenere nuove proposte per valorizzare l’esistente: rifugi, escursionismo invernale e estivo o l’eventuale rinnovamento degli impianti esistenti, con costi molto più contenuti rispetto a quelli ipotizzati per il collegamento.

Il progetto è intrinsecamente insostenibile

Impianti più capienti e veloci ed innevamento artificiale significano più dispendio di energia elettrica e carburante.
Prevedere l’innevamento artificiale su tutte le piste è una implicita dichiarazione che il progetto non ha prospettiva.
L’impatto antropico interesserà valli ora incontaminate che saranno irreparabilmente danneggiate da sbancamenti e scavi.

Il progetto ignora l’ambiente

Tutta l’area interessata dal progetto rientra nella Zona Speciale di Conservazione (ZSC) Val Sedornia – Val Zurio – Pizzo della Presolana, un Sito RETE NATURA 2000 (codice IT2060006) all’interno del Parco Regionale delle Orobie Bergamasche (fonti: Provincia di Bergamo, Regione Lombardia, Parco delle Orobie Bergamasche).
Gli impianti e le strutture previste sono paragonabili a quelli di un insediamento industriale. L’impatto ambientale dell’afflusso di migliaia di persone è simile a quello di un centro commerciale, ma in un contesto remoto e fragile, con conseguenze negative per flora e fauna.
Il terreno carsico è naturalmente incompatibile con la creazione di bacini di raccolta, che richiederebbero isolamento con materiali plastici destinati a diventare inquinamento da macro e microplastiche. I pannelli solari previsti saranno posizionati a nord-est e saranno esposti a neve e gelo.

Qui è possibile firmare la petizione on line.

Per sottoscrivere il manifesto, scrivici a: infocomp@insiberia.net

Segui TerreAlt(r)e sulla pagina FB e approfondisci sul sito.

Hanno sottoscritto questo manifesto:

terreAlt(r)e

OrobieVive

Legambiente Bergamo

APE Bergamo

CAP24020

Lipu Bergamo

Flora Alpina Bergamasca – APS

Mountain Wilderness Italia – Lombardia

LoMu – Museo Civico Scienze Naturali Lovere

Legambiente Valle D’Aosta

Collettivo 5.37

Cà di Ach

Il Contatto APS-ETS

Federazione G.I.A.N. – A.P.S.

Comitato Amici del Torrente Grigna

Yogami

Fior di Roccia

CAI Lovere

CAI Valle di Scalve – Consiglio Direttivo Sottosezione

TAM dei CAI della Valcamonica – Commissione Tutela Ambiente Montano 

Albino in Transizione

Agostino Agostinelli – Consiglio direttivo Federparchi, Esperto in gestione delle aree protette

Gabriele Rinaldi – botanico, naturalista

Luca Rota – blogger, scrittore

Alberto Paleari – Milano Montagna

Davide Sapienza – scrittore

Claudio Trentani – Rifugio Carlo Medici ai Cassinelli

Gogna blog

Alpinismo Molotov

Deborah Durando – Il Giardino dell’Anti Eden Blog

Immagini: Collettivo terreAlt(r)e

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Riapriamo le porte degli immobili fantasma http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2025/01/riapriamo-le-porte-degli-immobili-fantasma/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2025/01/riapriamo-le-porte-degli-immobili-fantasma/#respond Wed, 15 Jan 2025 22:39:27 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16960 Campagna nazionale per l’acquisizione al patrimonio comunale dei beni di proprieta’ privata in stato di abbandono

Fra pochi giorni il Forum Salviamo il Paesaggio avvierà una nuova campagna nazionale per suggerire a tutte le amministrazioni comunali italiane la possibilità di utilizzare uno strumento normativo in grado di fronteggiare il fenomeno degli immobili abbandonati nel proprio territorio e, allo stesso tempo, incidere su una situazione che vede quasi un terzo degli edifici esistenti in Italia in condizione di inutilizzo o degrado, a fronte di Piani urbanistici che prevedono nuove edificazioni e, dunque, nuovo consumo di suolo.

Tale strumento si compone di un Regolamento comunale basato su una corretta applicazione dell’articolo 42 della Costituzione Italiana relativo alla “funzione sociale” che la proprietà privata deve assicurare alla collettività.

Con la consulenza di Paolo Maddalena  – Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale – e la collaborazione del Sindaco di Terre Roveresche (PU) – comune marchigiano che ha adottato il regolamento già dal 2017 – abbiamo provveduto a sintetizzare i passi che ognuna delle nostre amministrazioni comunali potrebbe effettuare.

Il Forum nazionale trasmetterà a tutte le amministrazioni comunali un sintetico Vademecum che indica anche il link per scaricare il Regolamento vigente a Terre Roveresche. Il vademecum è disponibile qui.
Questa azione ha lo scopo di diffondere tra gli amministratori pubblici un’informazione che riteniamo importante e segnalare un possibile esempio da imitare.

Per rendere questa campagna nazionale ancora più efficace e tentare di conquistare un diritto di cittadinanza in grado di restituire l’utilizzo di beni immobili inutilizzati (e il conseguente minore ricorso a nuove edificazioni che incrementano il consumo di suolo), invitiamo tutte le persone che ricevono questo messaggio a volersi attivare a livello comunale in maniera rapida e semplice:

– inviando a proprio nome il messaggio sotto riportato al proprio Sindaco e a tutti i consiglieri comunali;

– diffondendo questo comunicato ai media locali;

– inoltrandolo a tutte le persone, associazioni e comitati con cui intrattenete rapporti.

SE CONCORDATE CON NOI E VOLETE UTILIZZARE I DETTATI COSTITUZIONALI PER INTERVENIRE SU UNA SITUAZIONE CHE VEDE GLI STRUMENTI URBANISTICI PREVEDERE NUOVE EDIFICAZIONI PUR IN PRESENZA DI UN INGENTE STOCK EDILIZIO ESISTENTE MA INUTILIZZATO,

ORA TOCCA A VOI!…

Qui è possibile consultare la Delibera del consiglio comunale n 10 del 15.03.2022 di Terre Roveresche e il Regolamento.

Qui trovate la registrazione del webinar organizzato dal Forum il 25 marzo 2024, con la “lectio magistralis” di Paolo Maddalena e un intervento finale di Antonio Sebastianelli, Sindaco di Terre Roveresche.

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Di seguito il testo del messaggio da inviare ai Comuni (lo trovate anche qui):

All’attenzione del Sindaco e dell’Amministrazione comunale

Siamo lieti di informarVi che da pochi giorni il Forum nazionale Salviamo il Paesaggio ha avviato una nuova campagna nazionale.

RIAPRIAMO LE PORTE DEGLI IMMOBILI FANTASMA

CAMPAGNA NAZIONALE PER L’ACQUISIZIONE AL PATRIMONIO COMUNALE

DEI BENI DI PROPRIETA’ PRIVATA IN STATO DI ABBANDONO

per suggerire a tutte le amministrazioni comunali italiane la possibilità di utilizzare uno strumento normativo per fronteggiare il fenomeno degli immobili abbandonati nel territorio e, allo stesso tempo, incidere su una situazione che vede quasi un terzo degli edifici esistenti in Italia in condizione di inutilizzo o degrado, a fronte di Piani urbanistici che prevedono nuove edificazioni e, dunque, nuovo consumo di suolo.

Tale strumento si compone di un Regolamento comunale basato su una corretta applicazione dell’articolo 42 della Costituzione Italiana relativo alla “funzione sociale” che la proprietà privata deve assicurare alla collettività.

Con la consulenza di Paolo Maddalena  – Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e la collaborazione del Sindaco di Terre Roveresche (PU) – comune marchigiano che ha adottato il regolamento già dal 2017-abbiamo provveduto a sintetizzare i passi che ognuna delle nostre amministrazioni comunali potrebbe effettuare (Vademecum allegato)

Questa nostra azione ha lo scopo di diffondere tra gli amministratori pubblici un’informazione che riteniamo importante e segnalare un possibile esempio da imitare.

Nel ringraziarVi per l’attenzione e auspicando il vostro interessamento all’iniziativa, restiamo a disposizione e porgiamo cordiali saluti.

Per ogni approfondimento potete contattare direttamente il nostro Alessandro Mortarino – alessandro.mortarino@libero.it – 333 7053420.

Forum Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori

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Stanno distruggendo un giardino storico. Vogliono distruggere Gubbio http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2025/01/stanno-distruggendo-un-giardino-storico-vogliono-distruggere-gubbio/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2025/01/stanno-distruggendo-un-giardino-storico-vogliono-distruggere-gubbio/#respond Wed, 15 Jan 2025 11:04:42 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16954 di Paolo Berdini

La riflessione più amara che viene di fronte alle immagini che testimoniano della devastazione del giardino storico di piazza dei Quaranta Martiri a Gubbio, è l’arroganza con cui la precedente amministrazione del sindaco Stirati ha portato avanti ad ogni costo un progetto sbagliato.

Quando l’opinione pubblica eugubina fu portata a conoscenza del progetto del nuovo parco ci furono delle misurate e argomentate critiche alla proposta. Si chiuse la porta ad ogni dialogo. Il progetto era meraviglioso e il “popolo” non aveva il diritto di disturbare il manovratore. Trenta anni della legge di riforma delle autonomie locali che dal 1993 ha dotato il sindaco-eletto-dal-popolo di ogni prerogativa e di scarsi contrappesi istituzionali, hanno prodotto un drammatico scollamento tra l’opinione pubblica e i governi locali.

C’è da dire che l’ex sindaco Stirati ha pagato cara la sua arroganza, condannando le forze democratiche di Gubbio ad un inedito disastro. Ma i guasti di quella giunta non sono ancora terminati come testimonia la violenta devastazione del parco.

L’ex assessore ai lavori pubblici della giunta Stirati, ribadì più volte che i lavori erano necessari per adeguare piazza dei 40 martiri agli standard moderni e per valorizzarne il potenziale turistico.

A Gubbio si e voluto dunque mettere a repentaglio un giardino d’autore di fine ottocento per “valorizzarne il potenziale turistico”. I lavori hanno tanto valorizzato il parco e la piazza che per realizzare orrendi muretti sono state tagliate le radici degli alberi, aumentato il cemento invece delle aiole e alle piogge di dicembre si è allagato il portico della Loggia dei tiratoi. Eccellente risultato, viene da dire.

I lavori di devastazione del parco. In basso le radici degli alberi tagliate
Le logge allagate

Ma non è neppure questo il punto maggiormente dolente, purtroppo.

Torniamo alla questione nodale. Si decide di intervenire su un giardino storico, amato e frequentato dagli abitanti, per alimentare il segmento turistico e spendere inutilmente soldi per migliorare l’attrattività turistica del luogo. Ma quel luogo rappresenta una forte identità della popolazione eugubina e, va sottolineato, le attività turistiche sono fiorenti proprio grazie alla complessiva qualità urbana della città e non hanno alcun bisogno del giardino di piazza dei Quaranta Martiri.

La bellezza della piazza; sullo sfondo il palazzo dei Consoli

Intendiamoci, chi scrive non è contrario ad interventi di miglioramento della qualità urbana e della vita nelle città. Sono molti gli esempi in tante città italiane –Gubbio compresa- in cui le comunità insediate hanno saputo perfezionare l’assetto e il funzionamento delle città. Per cimentarsi in questa difficile sfida occorre però munirsi almeno di due virtù: conoscenza storico critica dei luoghi e cultura urbana in grado di delineare un futuro migliore per tutti.

E invece oggi, sempre sulla spinta della valorizzazione turistica, sono molte le città che distruggono memoria e cultura storica per strizzare l’occhio alla volgarità imperante. Un solo recentissimo esempio. A piazza San Giovanni a Roma, con la scusa del Giubileo sono state create una serie di orribili fontane a terra stile Dubai. Eppure quel luogo è identitario dell’intera città.

Per tornare a Gubbio, si potrebbe pensare a due grandi obiettivi. Migliorare lo slargo davanti alla chiesa di San Francesco, tutt’oggi irrisolto dopo le manomissioni del secolo scorso e cancellare il parcheggio pubblico esistente. Quest’area di sosta ha innegabilmente contenuto lo svuotamento del centro storico ma oggi ci sarebbero le condizioni per eliminarlo e fare della piazza un luogo di bellezza straordinaria, come merita Gubbio. Sono obiettivi più volte sostenuti da Salviamo il Paesaggio e dalle meritorie associazioni eugubine.

E, in conclusione, a pensar male talvolta ci si azzecca. Non sarà che la monocultura del turismo che accomuna gran parte della politica dominante vuole prendersi la rivincita sulla cocente sconfitta del sindaco Stirati appena eletto che voleva chiudere le Logge dei tiratoi?

Rileggiamo gli avvenimenti. Si giustificò un intervento inammissibile sotto il profilo storico e culturale perché –ancora una volta- avrebbe portato nuova attrattività turistica. Stirati sconfitto dalla protesta popolare si prese in articulo mortis una triste rivincita imponendo un progetto di violenta devastazione del parco storico. E oggi c’è chi vuole mettere a frutto questa triste eredità.

Su Vivo Gubbio si legge infatti che: “Infine, la giunta Fiorucci intende fare accordi con i privati per favorire interventi, come la riqualificazione delle Logge dei Tiratori di proprietà della Fondazione Perugia (Massimo Boccucci, Piano delle opere pubbliche, la giunta Fiorucci porta avanti i progetti di Stirati,  7 gennaio 2025).

Gli orrori non sono dunque finiti. Dopo le violenze al parco si tenterà di violentare le Logge dei tiratoi. E allora non solo va fermato al più presto lo scempio del parco ma deve essere ancora ribadito che le logge non si toccano.

Paolo Berdini è urbanista e saggista. Il suo ultimo lavoro è l’aggiornamento di Roma Moderna. Due secoli di storia urbanistica, di Italo Insolera.

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Nature Restoration Law: un primo sguardo al regolamento europeo http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2025/01/nature-restoration-law-un-primo-sguardo-al-regolamento-europeo/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2025/01/nature-restoration-law-un-primo-sguardo-al-regolamento-europeo/#respond Wed, 08 Jan 2025 15:58:59 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16949 Il Forum Nazionale Salviamo il paesaggio il 16 dicembre 2024 ha organizzato un Webinar sulla Nature Restoration Law, approfondendo gli aspetti relativi agli ecosistemi urbani. Ecco quanto è emerso

La Nature Restoration Law (NRL) è un regolamento europeo che prescrive il ripristino degli ecosistemi degradati in Europa collocandosi nel più ampio quadro di politiche e strategie di sostenibilità come pilastro fondamentale per raggiungere ambiziosi obiettivi entro il 2030. È entrato in vigore il 17 agosto 2024 e non richiede recepimenti da parte degli Stati membri.

La NRL riguarda tutti gli ecosistemi, da quelli terrestri a quelli marini.

Il Forum Nazionale – Salviamo il paesaggio ha organizzato il 16 dicembre 2024 un webinar sulla NRL con un focus specifico di approfondimento dedicato solo agli ecosistemi urbani cui hanno partecipato come relatori Michele Munafò e Angela Cimini dell’ISPRA.

Riportiamo di seguito i concetti fondamentali emersi nella discussione.

Obiettivi principali della NRL riguardo agli ecosistemi urbani

La legge mira a:

  1. Azzerare la perdita netta di superfici naturali e di copertura arborea all’interno degli ecosistemi urbani dal 2024 al 2030.
  2. Garantire l’incremento della copertura arborea e delle superfici naturali a partire dal 2031.
  3. Definire le azioni di ripristino degli ecosistemi attraverso un piano nazionale di ripristino da presentare alla Commissione Europea entro il 1° settembre 2026.

Questi obiettivi si inseriscono in una strategia più ampia del Green Deal europeo, che considera la tutela ambientale non solo un obbligo morale, ma una necessità per mitigare i cambiamenti climatici e migliorare la salute umana.

Consumo di suolo

Il consumo di suolo è un tema cruciale nella NRL, in quanto rappresenta la principale causa della perdita di superfici naturali. Questo regolamento introduce una metodologia standardizzata a livello europeo, basata sullo stato di fatto del territorio, anziché sulle destinazioni d’uso pianificate.

  1. Definizioni chiave: La NRL stabilisce concetti specifici per “centri urbani”, “agglomerati urbani” e “zone periurbane”, evitando ambiguità che caratterizzano alcune normative nazionali e regionali.
  2. Dati di monitoraggio: Il regolamento stabilisce che, per monitorare la perdita di superfici naturali e di copertura arborea, gli Stati possono avvalersi di dati prodotti in ambito nazionale o del servizio europeo Copernicus.
  3. Ecosistemi urbani: La protezione delle aree verdi urbane e della copertura arborea rappresenta una priorità, stabilendo che tali superfici non possano diminuire tra il 2024 e il 2030.

Mappatura del territorio e metodi di analisi

La NRL richiede agli Stati membri di effettuare una mappatura dettagliata degli ecosistemi urbani, utilizzando strumenti cartografici scientificamente validi e in linea con la metodologia prevista dalla normativa.

  1. Metodologia Eurostat: La mappatura degli ecosistemi urbani si basa sulla metodologia DEGURBA (“degree of urbanization”), che classifica il territorio in base a soglie di densità di popolazione, popolazione totale e criteri di contiguità geografica.
    • La griglia Eurostat (1 km) è lo standard di riferimento, mentre l’Italia, grazie a ISPRA, ha sviluppato una mappa più dettagliata con risoluzione a 10 metri utilizzabile per il piano nazionale di ripristino.
  2. Classificazione territoriale: Gli ecosistemi urbani oggetto della normativa riguardano tre categorie principali: grandi centri urbani, nuclei urbani densi e aree periurbane o suburbane. Questa classificazione è fondamentale per stabilire le aree soggette agli obblighi di legge.
  3. Strumenti cartografici nazionali: ISPRA ha sviluppato due prodotti principali:
    • Continuum urbano-rurale: è una mappatura dettagliata a 10 metri che segue la metodologia di classificazione del DEGURBA ed è in grado di cogliere con maggiore dettaglio tematico e spaziale le specificità territoriali italiane.
    • DEGURBA 2021: è una mappatura conforme alla metodologia Eurostat basata sulla griglia a 1km, necessaria per individuare gli ambiti amministrativi comunali soggetti a obblighi di legge.

Ecosistemi urbani

Gli ecosistemi urbani sono considerati ambiti fra i più vulnerabili ai cambiamenti climatici a causa della crescente urbanizzazione. La NRL introduce specifiche misure di tutela:

  1. Azzeramento della perdita netta di superfici naturali e di copertura della volta arborea: dal 17 agosto 2024 gli stati membri devono provvedere perché non si registri alcuna perdita netta della superficie nazionale totale degli spazi verdi urbani né di copertura della volta arborea. Dal 2031 prevede un incremento progressivo di queste superfici.
  2. Piantumazione di alberi: Gli Stati membri devono contribuire all’obiettivo di piantare 3 miliardi di alberi entro il 2030, anche con il contributo delle missioni di forestazione urbana del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
  3. Monitoraggio continuo: ISPRA e il Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA) monitorano annualmente il consumo di suolo e la perdita delle aree verdi e della copertura arborea, garantendo  elevati livelli di accuratezza.

Gli ecosistemi urbani non includono solo parchi e giardini pubblici, ma anche spazi privati con vegetazione significativa. La NRL non considera la distinzione tra proprietà pubblica e privata, concentrandosi sul valore ecologico delle superfici allo stato di fatto.

Sfide e opportunità

La NRL è considerata quasi “rivoluzionaria” per il sistema normativo italiano, ma la sua applicazione presenta alcune criticità:

  1. Scelte politiche: Gli Stati membri devono decidere se applicare la legge a tutto il territorio comunale o solo alle porzioni urbane come stabilite dalla normativa. Questa decisione influenzerà notevolmente l’efficacia del regolamento.
  2. Monitoraggio accurato: L’utilizzo dei dati europei può introdurre errori significativi ed è necessario utilizzare i dati ufficiali di riferimento prodotti in ambito nazionale da ISPRA e dal SNPA per migliorare l’affidabilità delle analisi.
  3. Coinvolgimento degli enti locali: La sensibilizzazione dei comuni e delle regioni è essenziale per garantire un’applicazione efficace del regolamento.

La Nature Restoration Law rappresenta un passo fondamentale nella lotta al consumo di suolo e nella promozione della sostenibilità urbana. Grazie alla mappatura dettagliata e al monitoraggio continuo, offre strumenti concreti per preservare e ripristinare gli ecosistemi urbani, migliorando la qualità della vita dei cittadini. Tuttavia, il successo del regolamento dipenderà dalla capacità degli Stati membri di adottare scelte coraggiose e basate su evidenze scientifiche. ISPRA, con le sue competenze tecniche e i dati dettagliati, che costituiscono riferimento ufficiale e vincolante per le attività di competenza delle pubbliche amministrazioni, gioca un ruolo chiave nel supportare queste decisioni.

Si tratta di un primo passaggio di apprendimento sulla NRL che è molto vasta, contiamo di ritornarci a breve con ulteriori momenti di formazione. Nel frattempo, vi invitiamo ad inviarci proposte e commenti scrivendo a:

segreteria@salviamoilpaesaggio.it

Per chi volesse approfondire:

versione inglese della NRL e traduzione italiana.

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Salviamo il bosco di via Falck http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2025/01/salviamo-il-bosco-di-via-falck/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2025/01/salviamo-il-bosco-di-via-falck/#respond Wed, 08 Jan 2025 14:40:20 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16946 È attiva la raccolta fondi per supportare le azioni legali del Comitato Popolare per la difesa del bosco di via Falck di Milano

Nell’area dell’ex “Casa del Giovane” di via Falck a Milano nel tempo si è sviluppato un vero e proprio bosco, con più di seicento alberi ad alto fusto e molteplici specie di uccelli e altra piccola fauna. Un polmone fondamentale in una città in cui ogni spazio libero viene fagocitato dalla speculazione edilizia, anche violando le norme urbanistiche, come racconta la cronaca recente.

La Curia di Milano, proprietaria dell’area, e il Comune non vogliono ascoltare la richiesta di moltissimi cittadini di salvare il bosco, su cui si abbatterà l’ennesima colata di cemento, con l’abbattimento di gran parte degli alberi. Sono previste dieci torri alte fino a 16 piani e alcuni edifici più bassi, per realizzare residenziale e social housing. Il Comitato sta ora organizzando le iniziative legali, per le quali è necessario l’aiuto di più persone possibili.

Riportiamo di seguito il comunicato del Comitato Popolare per la difesa del bosco di via Falck.


Ormai da oltre due anni e mezzo stiamo lottando per impedire lo scellerato abbattimento di alberi del Bosco, autorizzato per far posto ad una speculazione edilizia spregiudicata.

Finora tanto è stato fatto, anche grazie alle oltre 32.000 firme raccolte, ma, nonostante ciò, il Comune di Milano continua ad ignorare le nostre proteste e proposte e ci considera degli scocciatori che non meritano ascolto.

Perciò adesso, per far sentire la nostra voce, dobbiamo usare avvocati e marche da bollo, per cui abbiamo attivato una raccolta fondi per coprire i costi da sostenere per impedire che questa spregiudicata speculazione edilizia distrugga questo prezioso ecosistema di Milano.

Questo è il link.

GRAZIE AL TUO CONTRIBUTO, ANCHE SE MINIMO, POTREMO CONTINUARE A DIFENDERE IL PREZIOSO BOSCO DI VIA FALCK PER POTERLO LASCIARE IN EREDITÀ ALLE GENERAZIONI FUTURE.

Comitato popolare per la difesa del Bosco di via Falck

Segui il Comitato sulla pagina Fb e sul profilo IG.

Firma la Petizione se non lo hai ancora fatto.

Per scrivere al Comitato l’indirizzo è: comitatopopolareboscofalck28@gmail.com

Foto: Comitato popolare per la difesa del Bosco di via Falck

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Sos alberi, dalle parole ai fatti. Il 18 gennaio il primo convegno di ONDA http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2025/01/sos-alberi-dalle-parole-ai-fatti-il-18-gennaio-il-primo-convegno-di-onda/ Tue, 07 Jan 2025 23:51:56 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16942 Focus sulla gestione conservativa di alberi urbani e foreste nell’interesse di tutti

Il 18 gennaio si svolgerà il primo convegno organizzato da ONDA (ORGANISMO NAZIONALE DIFESA ALBERI), coordinamento di Gruppi e Comitati italiani attivi per la salvaguardia degli Alberi, nato da pochi mesi.

Di seguito il Programma.

SOS ALBERI: DALLE PAROLE AI FATTI

Focus sulla gestione conservativa di alberi urbani e foreste nell’interesse di tutti

Bartolomeo SchironeGestione delle foreste e corretta comunicazione

In collegamento Teodoro Andrisano e Teodoro PaceTutelare alberi e foreste è nell’interesse del consumatore

Daniele ZanziSOA: formazione, competenze e criteri decisionali nella valutazione degli alberi

Fabrizio CinelliGli alberi nelle città: il pino, fra orgoglio e pregiudizio

Marco DinettiLongevità e benefici degli alberi, “Respiro del mondo” in ambito urbano

Alessandro BottacciForeste complesse e cambiamenti climatici

Ugo Corrieri“Serva me, servabo te”: salviamo gli alberi, che salveranno noi

In collegamento Stefano DeliperiLe tutele del patrimonio arboreo e come migliorarle

Simona Bertini e Gianluca StefaniModeratori dell’evento

Il convegno durerà dalle 14:00 alle 18:00 e si svolgerà presso la Sala ex Leopoldine Piazza T. Tasso 7, Firenze

Segui la Pagina FB di ONDA per maggiori info e per rimanere aggiornato sulla eventuale diretta streaming dell’evento

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Ponte sullo Stretto: Legambiente, Lipu e WWF presentano ricorso al Tar del Lazio http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2025/01/ponte-sullo-stretto-legambiente-lipu-e-wwf-presentano-ricorso-al-tar-del-lazio/ Thu, 02 Jan 2025 07:02:21 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16939 Per le associazioni il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina ha  un impatto ambientale gravissimo e irreversibile, non mitigabile né compensabile. Presentato il ricorso al Tar del Lazio contro il parere favorevole con prescrizioni rilasciato dalla Commissione VIA

di Legambiente, Lipu e WWF

Comunicato del 20.12.2024

Legambiente, LIPU e WWF Italia hanno notificato il ricorso al TAR Lazio contro il parere favorevole con prescrizioni sulla Valutazione d’Impatto Ambientale riguardante il Ponte sullo Stretto di Messina, nonostante il parere negativo della Valutazione di Incidenza.  

Nel ricorso, firmato dagli avvocati Daniela Ciancimino, Elio Guarnaccia, Enrico Mantovani e Aurora Notarianni, si evidenzia l’illogicità del parere rilasciato dalla Commissione VIA che presenta importanti carenze di analisi: la valutazione d’incidenza negativa  pregiudica il parere positivo rilasciato, mentre le analisi e gli approfondimenti richiesti – in particolare su mitigazioni e compensazione – si sarebbero dovuti presentare già con il progetto definitivo essendo irragionevole chiederli per il progetto esecutivo dopo l’affidamento per la realizzazione dell’opera. Peraltro, un unico progetto esecutivo, a cui fanno riferimento le prescrizioni, non ci sarà avendo il Parlamento approvato una norma che consente la cantierizzazione per stralci a cui corrisponderanno altrettanto progetti esecutivi che non consentiranno una visione d’insieme su applicazione, efficacia e ottemperanza delle prescrizioni. 

Il Ponte sullo Stretto di Messina rimane un progetto dall’impatto ambientale gravissimo e irreversibile, non mitigabile né compensabile come ammette la stessa Commissione VIA che, relativamente alla Valutazione d’Incidenza , evidenzia: “Le medesime analisi del proponente conducono a ritenere che per alcuni siti della Rete Natura 2000 non è possibile concludere che il progetto non determinerà incidenze significative, ovvero permane un margine di incertezza che, per il principio di precauzione, non permette di escludere effetti negativi su detti siti” (pag. 635 del Parere).  

La Commissione fissa ben 62 prescrizioni e il quadro che emerge dalla loro lettura è che il progetto si sarebbe dovuto bocciare. Ma evidentemente è prevalsa la volontà di procedere in ogni caso, anche se ciò ha fatto sorgere una serie di illogicità del parere rilasciato che sono state puntualmente evidenziate nel ricorso e che sono riassunte a seguire. 

Piano procedurale. Sono mancate l’analisi dell’effetto cumulo e sinergico degli impatti (obbligatoria ai sensi della normativa sia comunitaria che italiana) e l’applicazione del principio di precauzione relativamente alle problematiche sismiche (le prescrizioni della Commissione reiterano richieste di approfondimenti sulle faglie attive e capaci) e strutturali (non sono stati effettuati i test preliminari sulle prove da fatica dei cavi che reggono il Ponte).  

Cantierizzazione. Proprio le prescrizioni della Commissione VIA chiedono di compensare gravi mancanze quali: indagini geologiche, idrogeologiche, geotecniche, potenziale impatto del particolato sui corpi idrici, piano di mobilità/viabilità, esatta indicazione dei punti e delle modalità di approvvigionamento idrico, contenimento dei rumori e delle vibrazioni, simulazioni e mappature previsionali per il monossido di carbonio e il benzene,   Piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo non ancora compiutamente definito, aggiornamento dei programmi di calcolo della dispersione degli inquinanti nei bassi strati dell’atmosfera.  

Tutela della costa. Lo Studio sulla morfodinamica delle linee di riva nei versanti Calabria e Sicilia doveva già essere presentato ed è illogico prescriverne la presentazione a parere positivo rilasciato in particolare imponendosene una cadenza di circa due anni. È sempre la stessa Commissione VIA ad affermare che, nonostante l’utilizzo del sistema digitale utilizzato per l’analisi della costa, i dati presentati non sono sufficientemente precisi ed accurati: si tratta di un elemento ostativo ai fini di una corretta valutazione ambientale a maggior ragione se poi si chiede anche di aggiornare gli scenari di intervento per i singoli tratti di ripascimento.  

Approvvigionamento idrico. Il tema dell’approvvigionamento idrico per la gestione del cantiere è di enorme delicatezza in un contesto territoriale, soprattutto in relazione a Messina, dove ancora l’accesso all’acqua per i cittadini non è costantemente garantito. La Commissione dispone numerose prescrizioni che però sono inerenti ad elementi incerti che si sarebbero dovuti constatare e quindi verificare in sede di progetto definitivo

Tutela delle acque. La Commissione VIA chiede di considerare le metodologie del Piano Stralcio di Bacino dell’Assetto Idrogeologico della Regione Calabria, aggiornare i dati tramite la banca dati del Servizio Informativo Agrometereologico della Regione Siciliana, considerare il trasporto di materiale solido delle portate in alveo, seguire le metodologie regionali per stabilire la compatibilità delle opere con i Piani di Assetto idrogeologo, aggiornare la caratterizzazione idrologica dell’area interessata dalle opere in progetto e dell’area vasta, avere un congruo e aggiornato numero di rilievi piezometrici  per definire meglio gli impatti della realizzazione delle gallerie. Sempre la Commissione richiama la necessità di avere certezza rispetto ai corpi idrici recettori e all’interferenza possibile degli interventi su una serie di torrenti: tutte richieste alle quale si sarebbe dovuto rispondere prima di avere un parere favorevole.  

In relazione ai Laghi di Ganzirri e Faro la Commissione chiede di aggiornare la stima dell’interazione con le acque di mare, gli scambi di acqua superficiale nei laghi e nella falda anche in riferimento alle variazioni del livello del pelo libero dell’acqua nei laghi, nonché gli scambi tra i due laghi attraverso il canale Margi. Questa prescrizione è la prova della sostanziale inottemperanza di due analoghe richieste che la Commissione aveva precedentemente avanzato. Il proponente non è stato in grado di dimostrare la sostenibilità dell’impatto rispetto l’area, come per altro sostenuto anche dal competente Ente gestore della Riserva di Capo Peloro e Ganzirri. La certezza di una possibile soluzione di questa problematica è dirimente ai fini del parere positivo: la Commissione, invece, rimanda illogicamente al progetto esecutivo.  

Impatto sulla migrazione degli uccelli. La Commissione prescrive di aggiornare il piano monitoraggio della  componente faunistica, sia di vertebrati che di invertebrati, e in particolare chiede che vengano fornite maggiori informazioni riguardo la migrazione degli uccelli, rispetto alla quale la stessa Commissione rileva un impatto elevato e irreversibile. Non è comprensibile come si possa rilasciare parere positivo quando è accertato che l’opera avrebbe un’incidenza su una delle rotte di migrazione degli uccelli più importante d’Europa, rispetto alla cui tutela il nostro Paese ha una enorme responsabilità. 

Impatto sul mare. La Commissione prescrive aggiornamenti di monitoraggi e analisi sulle comunità planctoniche e sui movimenti di pesci e cetacei per un anno intero ante operam. La Commissione chiede, inoltre, interventi di restauro ecologico attivo di Pinna nobilis, Posidonia oceanica e coralligeni assumendoli, evidentemente, come compensazione e mitigazione. Ma la definizione dell’intervento e delle aree dove questo si ritiene possibile è un elemento di valutazione del progetto definitivo e non può essere una disposizione per quello esecutivo.  In pratica, si ipotizza una compensazione di cui si sa pochissimo, tant’è che rispetto alla Posidonia la Commissione chiede di identificare e caratterizzare le praterie riceventi, la descrizione del materiale biologico che si intende utilizzare, il dettaglio di prelievo della prateria donatrice, con trapianti pilota della durata di almeno un anno. Ma come fa la Commissione, in assenza di questi dati, a stabilire che gli interventi proposti costituiscano una compensazione ambientale? 

Piano di monitoraggio ambientale. La Commissione, consapevole dell’impatto dell’opera, chiede l’aggiornamento per diversi habitat del Piano di monitoraggio ambientale di almeno un anno da eseguirsi ante operam, ma l’illogicità delle prescrizioni è evidente: dette analisi, proprio perché “ante operam” e relative al ciclo di vita di un intero anno, erano essenziali al fine della corretta valutazione del progetto definitivo che dunque è stato giudicato nella carenza di questi elementi. Identico approccio illogico rispetto alla fauna sia dei vertebrati che degli invertebrati per cui si chiede ante operam un monitoraggio che copra un anno intero che riguardi anche le specie migratorie prendendo in considerazione altre fasce orarie rispetto a quelle analizzate. È evidente che gli studi prodotti non sono sufficienti, per cui non si comprende su quali basi la Commissione abbia potuto rilasciare parere favorevole

Legambiente – Lipu – Wwf

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Massimo Soldarini, storia di un volontario nato per volare http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/12/massimo-soldarini-storia-di-un-volontario-nato-per-volare/ Fri, 27 Dec 2024 22:29:03 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16936 “Storia di un volontario nato per volare” è il titolo del video che LIPU Riserva Naturale Palude Brabbia ha dedicato a Massimo Soldarini, scomparso il 14 dicembre, a soli sessant’anni.

Una perdita immensa non solo per la sua associazione, ma per tutto l’ambientalismo italiano. Soldarini, con grande passione e competenza, ha dedicato la vita intera alla protezione degli uccelli selvatici, alla conservazione della biodiversità, alla costruzione quotidiana di un mondo in cui essere umani e natura possano finalmente tornare a vivere in armonia.

Ricordiamo con grande affetto e riconoscenza l’intervento che Massimo Soldarini fece nell’ambito dell’assemblea nazionale del Forum Salviamo il Paesaggio (dal min 4.26 al min 19.55) che si è svolta a Verbania il 12 maggio 2024. In quell’occasione Soldarini illustrò gli effetti negativi sulla biodiversità della speculazione energetica legata alle rinnovabili, espose le mappe di rischio delle aree sensibili per gli uccelli realizzate dalla Lipu e commentò i ritardi del Restoration Law, che prevede l’effettivo ripristino delle aree degradate e la tutela degli ecosistemi. Il regolamento europeo è stato successivamente approvato e da oggi il nostro impegno per la sua applicazione avverrà anche per portare avanti ciò per cui Massimo Soldarini si batteva.

Pubblichiamo il video dell’intervista realizzata a luglio di quest’anno nella Riserva Naturale Palude Brabbia, grazie alla quale Soldarini ha potuto iniziare a formarsi come naturalista e per cui fornì un contributo fondamentale per il riconoscimento dell’oasi. Sotto riportiamo il comunicato della Lipu.

Il ricordo più bello è l’entusiasmo con cui siamo partiti, tipico dei volontari; un professionista pensa prima a recuperare i soldi per fare le cose, il volontario non ragiona così, fa le cose e poi se per caso si trovano anche i soldi bene altrimenti in qualche modo si farà” (Massimo Soldarini).


Comunicato della Lipu del 16.12.2024

Massimo Soldarini, pilastro della Lipu

La notizia è arrivata sabato 14 dicembre scorso, al termine di una lezione della Sdam, la Scuola di formazione Danilo Mainardi della Lipu. Massimo Soldarini, il responsabile dell’Ufficio Volontariato e Progetti della Lipu, ci ha lasciati.

Per la nostra associazione, Massimo Soldarini è stato un pilastro. Quarant’anni di Lipu, prima da volontario, poi da consigliere, infine da membro di staff come responsabile del Volontariato e dei Progetti, due uffici distinti ma accorpati in un’unica struttura sotto la sua guida. Quarant’anni di impegno e passione, per gli uccelli e la biodiversità, e di grandi competenze messe al servizio della missione della Lipu.

Massimo ha seguito progetti nazionali e internazionali di profilo altissimo (reti ecologiche su tutto, con i colleghi dell’Area Conservazione della natura), si è interfacciato con le amministrazioni, ha rappresentato la Lipu in sedi politiche e istituzionali, si è relazionato con il mondo delle associazioni e degli stakeholders, ha coordinato azioni politiche come quella di Malpensa, a difesa della sua amata brughiera. E ha curato il vasto mondo del volontariato della Lipu, 1500 attivisti che in gran numero hanno reagito con commozione, regalandogli enormi testimonianze di gratitudine e affetto.

Vorremmo salutare Massimo con un volo di rondini, un cielo di migratori, una zona umida ripristinata e piena di vita, la brughiera di Malpensa salvata dalla distruzione.

Massimo Soldarini è nella storia della Lipu e la Lipu lo ricorderà, lo celebrerà, continuerà ad impegnarsi, ancora di più, anche per lui.

Grazie, Massimo.

LIPU


Sito Lipu

Pagine FB di Lipu e di LIPU Riserva Naturale Palude Brabbia

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No alla superstrada Ozzero-Magenta http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/12/no-alla-superstrada-ozzero-magenta/ Thu, 26 Dec 2024 23:36:11 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16933 Raccolte più di 100 firme per l’appello al Consiglio di Stato

Dei Comitati No Tangenziale del Parco del Ticino e Parco Agricolo Sud Milano

Comunicato del 19.12.2024

C’eravamo, ancora una volta, a raccogliere le firme per appellarci al Consiglio di Stato, e vorremmo ringraziare tutte le Associazioni, i cittadini e gli agricoltori, supportati dal circolo di Legambiente Terre di Parchi e dall’Associazione per il Parco Sud Milano, che si sono ritrovati nella sala del Consiglio di Albairate, alla presenza dell’avvocata Veronica Dini, lo scorso martedì 17 Dicembre 2024.

Persone che ci hanno accompagnato negli anni e ci credono ancora, nella speranza che i diritti della terra vengano finalmente riconosciuti.

Non dimentichiamo che, nel Febbraio 2023, la Commissione Unesco ha provveduto a informare il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza Energetica delle preoccupazioni esposte dal Comune di Cassinetta di Lugagnano rispetto alla necessità di tutelare la Riserva della Biosfera Ticino Val Grande Verbano. Infatti, con la realizzazione del Progetto Anas, si correrebbe il rischio di perdere il riconoscimento di riserva Mab Unesco.

Amore e passione per il territorio abbiatense, sempre più violato dal cemento e governato da interessi speculativi, ci uniscono da sempre in questa battaglia contro il Progetto Anas Ozzero Magenta: ci appelliamo all’intelligenza, alla cultura, alla difesa dei Beni Comuni e del paesaggio agricolo dei nostri due Parchi.

All’appello al Consiglio di Stato hanno aderito anche Città Metropolitana di Milano, Parco Agricolo Sud Milano e i Comuni di Albairate e Cassinetta di Lugagnano.

Ringraziamo tutti anche per le donazioni ricevute finalizzate a contribuire alle spese legali.

Comitati No Tangenziale del Parco del Ticino e Parco Agricolo Sud Milano

Qui il sito e la pagina FB dei comitati

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