5G – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Sat, 13 Jun 2020 20:29:46 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.6 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg 5G – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 “Spiacente, ha sbagliato numero”… http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2020/06/spiacente-ha-sbagliato-numero/ Sat, 13 Jun 2020 20:14:06 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=13849 A cura di Gabriella Lalìa.

Anni ‘40, i telefoni sono a disco, le comunicazioni passano da un centralino.

Una donna è a letto ammalata, in attesa del ritorno dal lavoro del marito che continua a cercare senza ricevere risposta. Per un contatto errato ascolta una conversazione tra due sconosciuti che progettano l’omicidio di una donna sola in casa. Preoccupata, segnala la cosa alla centralinista, poi alla polizia, senza essere presa sul serio.
Quando riesce a parlare con il marito l’uomo crolla, ammette di aver commissionato l’omicidio e sollecita la donna a fuggire, ma ormai è troppo tardi. Nella casa squilla il telefono. Al marito che pentito richiama, risponde una voce maschile con la battuta che dà il titolo al film: “Spiacente, ha sbagliato numero.” [Sorry, Wrong Number, film del 1948 di A. Litvak].

I telefoni sono cambiati, ma i cattivi copioni sono ancora di moda e chi segnala un pericolo continua ad essere ignorato.
Ho letto la lettera che i medici ambientali di ISDE Italia hanno scritto al Presidente del Consiglio, al Ministro della Salute e al Ministro dell’Ambiente evidenziando come all’art. 82 del decreto “Cura Italia” si autorizzino le Compagnie di telecomunicazioni allo “svolgimento di ogni utile iniziativa per potenziare le infrastrutture di comunicazioni elettroniche” concedendo di fatto un potere illimitato alle multinazionali delle telecomunicazioni che facilita la realizzazione del programma 5G. Quelle stesse Compagnie telefoniche che nel silenzio presso che totale hanno attuato atteggiamenti ricattatori (espropriazione di terreni e/o modifiche unilaterali al ribasso i contratti in corso) in coincidenza della impossibilità di difendersi durante la chiusura dei Tribunali e degli Studi legali.

Triste e preoccupante conferma delle valutazioni giuridiche e costituzionali redatte dal Prof. Michele Carducci: «Gli ultimi sviluppi della operazione 5G permettono di rilevare, ancora una volta, che si continua a non attribuire alle informazioni scientifiche ad oggi disponibili il giusto rilievo al fine di orientare le decisioni verso la migliore e doverosa tutela possibile della salute pubblica; eppure mai, come nel corso dell’attuale pandemia da Covid 19, sentiamo ripetere dai decisori politici che “prima viene la salute e poi l’economia”».

Ricordando l’articolo pubblicato da questo Forum in data 18 marzo 2019, chiedo venga diffuso il testo completo dell’ISDE, sollecitando anche ogni presenza e intervento del Forum in materia.


Ecco il documento dell’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia

Chi sostiene l’innocuità delle esposizioni a campi elettromagnetici ad alta frequenza e del 5G non utilizzi la scienza a sostegno di argomenti che le evidenze scientifiche non sono in grado di confermare.

La corposa spinta commerciale e pubblicitaria al 5G viene accompagnata da ampie rassicurazioni sull’innocuità dell‘esposizione alle radiazioni non ionizzanti ad alta frequenza (RF-EMF) emesse dagli impianti già presenti sui territori e da quelle che emetterà la rete 5G in fase di implementazione, nonostante le evidenze scientifiche disponibili appaiano tutt’altro che univoche e confortanti.

In situazioni caratterizzate da ampia incertezza, scambiare l’assenza di evidenza scientifica certa per evidenza dell’assenza di certezza è una operazione errata e densa di responsabilità da parte di chi sposa questo approccio. Su tecnologie ad elevato potenziale di rischio occorre molta precauzione. Il 5G ha queste caratteristiche, perché rischi seppure molto bassi ma applicati ad un numero enorme di persone hanno la possibilità di creare danni rilevanti alla salute.
Di questo non sembrano rendersi conto interventi e documenti, come quello recente dell’ANCI (1).

Anziché procedere per rassicurazioni, peraltro non basate su evidenze scientifiche perché ancora insufficienti a prendere decisioni, sarebbe necessaria un’iniziativa adeguata per favorire il dibattito pubblico e una posizione ufficiale da parte del Ministero della Salute. Un’iniziativa in tal senso, programmata per il 22 aprile dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), è purtroppo slittata a data da destinarsi a causa della pandemia da COVID-19.

Abbiamo espresso critiche al recente rapporto dell’ISS (2) che, pur segnalando un certo grado di incertezza sugli effetti a lungo termine legati ad un uso prolungato del telefono cellulare e ad un’eventuale maggiore vulnerabilità dell’infanzia e auspicando “approfondimenti scientifici” per chiarire “quesiti irrisolti”, non si esprime sull’opportunità di utilizzare evidenze disponibili, incertezze, prudenza e buon senso per tutelare al meglio la salute pubblica. Come osservato, il rapporto ISTISAN offre una sintesi parziale delle evidenze disponibili nel valutare le possibili ricadute sanitarie, non elabora alcuna proposta operativa e non utilizza mai le parole precauzione, cautela, responsabilità (3).

Si deve anche rilevare che la quasi totalità dei sostenitori dell’assenza di possibili rischi sanitari da RF-EMF e 5G è rappresentata da figure non mediche che, a giudicare dal contenuto degli interventi, non mostrano un’adeguata conoscenza della letteratura biomedica di settore.
Già nel 2017 un gruppo internazionale di oltre 350 medici e scienziati (tra i quali numerosi ricercatori esperti in RF-EMF) lanciava un appello alla prudenza rispetto alla prevista installazione della rete 5G (http://www.5gappeal.eu/the-5g-appeal/), successivamente ripreso anche da autorevoli istituzioni internazionali.

Lo SCHEER (Scientific Committee on Health, Environmental and Emerging Risks), organo scientifico consultivo del Parlamento Europeo, inserisce il 5G fra i principali rischi ambientali e sanitari emergenti a livello continentale (4).
Il Parlamento Europeo, in riferimento al 5G, sottolinea le incertezze sui possibili effetti ambientali e sanitari, la carente diffusione di informazioni adeguate sui rischi, il problema dei limiti normativi, il richiamo alla prudenza della European Environment Agency (EEA) e la possibile alternativa, più sostenibile, della fibra ottica. (5)

I difensori del 5G, nella maggior parte dei casi, fanno appello a “evidenze scientifiche” quasi mai documentate o documentate in maniera incompleta, distorta e strumentale.
La classificazione IARC delle RF-EMF nel gruppo 2B (“possibile cancerogeno”) viene frequentemente riportata come prova di innocuità. È banale ricordare che se la IARC avesse considerato le RF-EMF certamente innocue per la salute le avrebbe classificate nel gruppo 3 (“certamente non cancerogeno”). L’agenzia ha ritenuto, invece, che gli studi prodotti dimostravano una possibile relazione causale tra uso del cellulare e insorgenza di glioma cerebrale e di neurinoma del nervo acustico. Successivamente sono stati prodotti ulteriori studi sulle relazioni epidemiologiche tra utilizzo del cellulare e tumori intracranici omolaterali al lato di utilizzo del cellulare, durata di esposizione (>10 anni) e tempo di utilizzo (3,6-10).

Evidenze sperimentali hanno confermato la capacità delle RF-EMF di promuovere cancerogenesi in cellule di derivazione gliale (11-14). Un recente e autorevole studio, finanziato dall’American Cancer Society e dal National Institute of Health, ha anche dimostrato, nell’essere umano, un elevato rischio di cancro alla tiroide, proporzionale a durata e frequenza di utilizzo del cellulare, in presenza di specifici polimorfismi genici (15).
Numerose relazioni fisiopatologiche e di rischio sono anche emerse tra esposizione a RF-EMF e alterazioni riproduttive, neurologiche, metaboliche, microbiologiche (16). Tali evidenze, tuttavia, vengono costantemente ignorate.

In riferimento al 5G, inoltre, viene spesso presentata in maniera inadeguata l’argomentazione dell’assenza di studi specifici sugli effetti biologici e sanitari delle onde millimetriche (MMW).
Una revisione della letteratura pubblicata nel 1998 contava già 724 pubblicazioni internazionali sugli effetti delle MMW, molti dei quali indipendenti dagli effetti termici (17).
In epoca più recente, ulteriori evidenze hanno confermato che le MMW sono in grado di alterare l’espressione proteica, di alterare il profilo metabolico dei cheratinociti umani, di stimolare la proliferazione cellulare, di alterare le funzioni di membrana e dei sistemi neuro-muscolari, di modulare la sintesi di proteine coinvolte in processi infiammatori e immunologici )16). L’esposizione a MMW è anche in grado di indurre aneuploidia e alterazioni cromosomiche in fibroblasti umani fetali e adulti, eventi riconosciuti come predisponenti alla trasformazione cellulare maligna (18).

In questo contesto, la tutela della salute pubblica dovrebbe essere garantita dalla specifica normativa di settore e dalle effettive capacità tecniche di monitoraggio dell’esposizione. Al momento attuale, tuttavia, entrambi appaiono ampiamente inadeguati ad affrontare il 5G per i seguenti motivi:

  • La normativa vigente non considera gli effetti “non-termici”, quelli derivanti da esposizioni croniche, né i diversi gradi di vulnerabilità individuale e, dal 2012, non prevede la valutazione degli “sforamenti” puntuali (come prevedeva la normativa precedente) ma solo le medie giornaliere di esposizione.
  • Le tecniche di monitoraggio ed i regolamenti che le disciplinano sono calibrati sulle attuali modalità di trasmissione radiotelefonica (3G-4G) e non sulle caratteristiche tecniche del nuovo network (ad es. MIMO, small cells, beamfoaming, mix di differenti frequenze), che genera esposizioni non ancora misurabili con criteri oggettivi e condivisi, in maniera efficace e
    concretamente utile alla valutazione del rischio sanitario.

Secondo recenti studi della Georgia Southern University le modalità di trasmissione proprie del network 5G potranno generare, specie in fase di downlink (onde che si dirigono dall’antenna verso l’utente), esposizioni notevolmente superiori a quelle attualmente prodotte dalla rete 3G-4G, con considerevoli rischi sanitari (19,20). Per altri autori, esposizioni da 5G compatibili con le linee guida ICNIRP non sarebbero neanche in grado di evitare adeguatamente danni termici secondari ad esposizioni acute (21) .
La realtà è che, in questo momento, nessuno al mondo è in grado di sostenere con argomenti scientifici adeguati che le esposizioni attuali siano innocue e, ancor meno, che lo saranno quelle (aggiuntive, non sostitutive) al “nuovo” network 5G. Si ricorda che questo, secondo stime AGCOM (22), vedrà connessi alla rete circa un milione di dispositivi per Km (2), con incremento delle esposizioni globali e mediante utilizzo addizionale di frequenze (le MMW) mai utilizzate prima su così larga scala.

Dunque, la rete 5G è attualmente in fase di avanzata implementazione in contesti urbani caratterizzati dalla crescente esposizione negli anni a RF-EMF, senza che si abbia ancora piena consapevolezza delle possibili conseguenze sanitarie, in presenza di una normativa in parte inadeguata e in assenza di strumenti tecnici idonei al monitoraggio delle esposizioni prodotte dal nuovo network.

Nessuno è contrario allo sviluppo tecnologico ma senza dubbio la realizzazione del network 5G appare del tutto prematura e avventata, sulla base delle informazioni disponibili. Inoltre, la rincorsa alla sua realizzazione sulla sola spinta di interessi commerciali non appare giustificabile. Avrebbe dovuto esserci un adeguato approfondimento scientifico preliminare al suo impiego su larga scala e la disponibilità di adeguati strumenti normativi e di monitoraggio avrebbe dovuto precedere la sua implementazione su scala nazionale e in aree densamente urbanizzate.
In questo contesto assumere posizioni di cautela, come sta accadendo nel caso di molti Sindaci Italiani, appare del tutto giustificabile dal punto di vista scientifico ed etico.

Al contrario, chi sostiene la posizione della “rassicurazione a tutti i costi” dovrebbe assumersi la responsabilità personale delle proprie affermazioni e, soprattutto, dovrebbe evitare di forzare la mano su evidenze scientifiche non così univoche e confortanti come si vorrebbe far credere.
A questo riguardo non condividiamo la posizione dell’ANCI (1), che sembra voler quasi esautorare i Sindaci dal loro ruolo di responsabili della salute, arrivando ad affermare che: “alcuni regolamenti comunali […] fissano in modo ingiustificato limiti alle emissioni elettromagnetiche e di potenza, in difformità rispetto ai limiti stabiliti dalla normativa nazionale […]. A tale riguardo, si rileva che i valori delle emissioni da rispettare sono fissati dal D.P.C.M. 8 luglio 2003, ispirato ai principi di minimizzazione alle esposizioni e di precauzione.” Nel documento ANCI si forniscono rassicurazioni inopportune e non adeguatamente documentate, banalizzando le preoccupazioni che centinaia di Sindaci, raccogliendo le istanze che giungono non solo dalla comunità scientifica ma anche dal mondo giuridico (23), hanno tradotto in atti amministrativi volti ad impedire l’avvio di tale tecnologia sui loro territori.

Riteniamo infine assai grave che su una tecnologia, che non solo potrà arrecare rischi per la salute e l’ambiente – influendo negativamente ad esempio anche sugli insetti impollinatori (24) – ma che porterà anche profondi cambiamenti nell’organizzazione sociale e nella vita dei singoli individui, sia mancato qualunque tipo di confronto e dibattito, sia per quanto attiene gli effetti biologici, che le ricadute di ordine più generale.

Rinnoviamo pertanto la richiesta di confronto, da estendersi anche al Ministro della Salute e al Consiglio Superiore di Sanità, ed avanziamo formale richiesta che nell’attesa di tale chiarimento si attui una moratoria, come già successo in altri Paesi.

Bibliografia

  1. ANCI. Nota informativa sulla tecnologia 5G. 2020. http://www.anci.it/wp-content/uploads/Nota-informativa-su-5G.pdf (accessed 17 Maggio 2020.
  2. Lagorio S, Anglesio L, d’Amore G, Marino C, Scarfì MR. Radiazioni a radiofrequenze e tumori: sintesi delle evidenze scientifiche. Roma: Istituto Superiore di Sanità 2019.
  3. Di Ciaula A, Terracini B. [Why we do not agree with the reassuring conclusions of the report on radiofrequencies and cancer of the Italian National Institute of Health]. Epidemiologia e prevenzione 2019; 43(5-6): 314-6.
  4. Scientific Committee on Health Environmental and Emerging Risks (SCHEER). Statement on emerging health and environmental issues (2018). Luxembourg: European Commission, 2018.
  5. Karaboytcheva M. Effects of 5G wireless communication on human health.: European Parliament, 2020.
  6. Bortkiewicz A, Gadzicka E, Szymczak W. Mobile phone use and risk for intracranial tumors and salivary gland tumors – A meta-analysis. International journal of occupational medicine and environmental health
    2017; 30(1): 27-43.
  7. Prasad M, Kathuria P, Nair P, Kumar A, Prasad K. Mobile phone use and risk of brain tumours: a systematic review of association between study quality, source of funding, and research outcomes. Neurological sciences : official journal of the Italian Neurological Society and of the Italian Society of Clinical Neurophysiology 2017; 38(5): 797-810.
  8. Yang M, Guo W, Yang C, et al. Mobile phone use and glioma risk: A systematic review and meta-analysis. PloS one 2017; 12(5): e0175136.
  9. Cardis E, Armstrong BK, Bowman JD, et al. Risk of brain tumours in relation to estimated RF dose from mobile phones: results from five Interphone countries. Occupational and environmental medicine 2011; 68(9):
    631-40.
  10. Momoli F, Siemiatycki J, McBride ML, et al. Probabilistic multiple-bias modelling applied to the Canadian data from the INTERPHONE study of mobile phone use and risk of glioma, meningioma, acoustic neuroma, and parotid gland tumors. American journal of epidemiology 2017.
  11. NTP. TR 595: NTP Technical Report on the Toxicology and Carcinogenesis Studies in Hsd: Sprague Dawley SD Rats Exposed to Whole-Body Radio Frequency Radiation at a Frequency (900 MHz) and Modulations (GSM and CDMA) Used by Cell Phones. : National Toxicology Program, US Department of Health and Human Services., 2018.
  12. NTP. TR 596: NTP Technical Report on the Toxicology and Carcinogenesis Studies in B6C3F1/NMice Exposed to Whole-Body Radio Frequency Radiation at a Frequency (1,900MHz) and Modulations (GSM and CDMA) Used by Cell Phones. : National Toxicology Program, US Department of Health and Human Services,
    2018.
  13. Falcioni L, Bua L, Tibaldi E, et al. Report of final results regarding brain and heart tumors in Sprague-Dawley rats exposed from prenatal life until natural death to mobile phone radiofrequency field representative of a 1.8GHz GSM base station environmental emission. Environmental research 2018; 165: 496-503.
  14. Lerchl A, Klose M, Grote K, et al. Tumor promotion by exposure to radiofrequency electromagnetic fields below exposure limits for humans. Biochemical and biophysical research communications 2015; 459(4): 585-90.
  15. Luo J, Li H, Deziel NC, et al. Genetic susceptibility may modify the association between cell phone use and thyroid cancer: A population-based case-control study in Connecticut. Environmental research 2020; 182: 109013.
  16. Di Ciaula A. Towards 5G communication systems: Are there health implications? International journal of hygiene and environmental health 2018; 221(3): 367-75.
  17. Pakhomov AG, Akyel Y, Pakhomova ON, Stuck BE, Murphy MR. Current state and implications of research on biological effects of millimeter waves: a review of the literature. Bioelectromagnetics 1998; 19(7): 393-413.
  18. Franchini V, Regalbuto E, De Amicis A, et al. Genotoxic Effects in Human Fibroblasts Exposed to Microwave Radiation. Health physics 2018; 115(1): 126-39.
  19. Nasim I, Kim S. Adverse impacts of 5G downlinks on human body. 2019 SoutheastCon; 2019: IEEE; 2019. p. 1-6.
  20. Nasim I, Kim S. Mitigation of human EMF exposure in downlink of 5G. Annals of Telecommunications 2019; 74(1-2): 45-52.
  21. Neufeld E, Kuster N. Systematic Derivation of Safety Limits for Time-Varying 5G Radiofrequency Exposure Based on Analytical Models and Thermal Dose. Health physics 2018.
  22. AGCOM. Indagine conoscitiva concernente le prospettive di sviluppo dei sistemi wireless e mobili verso la qunta generazione (5G) e l’utilizzo di nuove porzioni di spettro al di sopra dei 6 GHz ai sensi della delibera
    n.557/16/cons. Rome: Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), 2017.
  23. Carducci M. Schemi di orientamento costituzionale della vicenda 5G. 2020. https://www.isde.it/wp-content/uploads/2019/07/RevCarducci-su-5G.pdf (accessed 17 Maggio 2020.
  24. Thielens A, Bell D, Mortimore DB, Greco MK, Martens L, Joseph W. Exposure of Insects to Radio-Frequency Electromagnetic Fields from 2 to 120 GHz. Scientific reports 2018; 8(1): 3924.
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Al via la sperimentazione della tecnologia 5G http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2019/03/al-via-la-sperimentazione-della-tecnologia-5g-in-questi-120-ignari-piccoli-comuni/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2019/03/al-via-la-sperimentazione-della-tecnologia-5g-in-questi-120-ignari-piccoli-comuni/#comments Mon, 18 Mar 2019 22:21:45 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=12788

di Alessandro Mortarino.

Sto per toccare un tema un tantino scabroso e controverso, di quelli che difficilmente riescono a trovare concordi quanti credono che la tecnologia – e qualunque tecnologia – rappresenti una conquista “malgré tout” e quanti ritengono che occorrano, innanzitutto, cautela e il rispetto del principio di precauzione prima di ogni scelta innovativa di forte impatto sull’ambiente e sulle persone. Oltretutto l’argomento riguarda più la sfera della salute che quella della tutela paesaggistica e potreste, quindi, ritenere questo contributo “fuori tema“. Bene, se le mie considerazioni vi turbano, chiudete e passate ad altre letture. Se, viceversa, anche per voi la salute e qualunque rischio sanitario vengono prima di ogni altra cosa, allora procedete: sto per aprire una (preoccupata) finestra sul futuro…

La notizia è che alcune “smart cities” (Milano, Prato, L’Aquila, Matera e Bari) saranno i primi sperimentatori dell’esposizione della popolazione alle tre bande della tecnologia 5G, una rete wireless di nuova generazione (ribattezzata “l’internet delle cose“) che renderà possibile le connessioni mobili superveloci: antenne, modem che verranno implementati sugli smartphone, base station che sui tetti diffonderanno il segnale.
E 120 piccoli comuni d’Italia sono stati individuati in un apposito elenco che determina la fascia di popolazione che per prima dovrà essere “coperta” dal nuovo servizio.

Non è fantascienza ma realtà. E non è solo un fatto di velocità di connessione ma un passo avanti della tecnologia applicata alle comunicazioni che potrebbe permettere di superare le prestazioni dell’attuale ADSL e favorire l’utilizzo di servizi di streaming (video in particolare) soppiantando le connessioni in fibra. Potremo così giocare online senza la necessità di disporre di macchine potenti, essere sempre connessi senza più passare continuamente da Wi-Fi a rete mobile, videosorvegliare, guidare droni o auto senza conducente, leggere i sensori dei cassonetti dell’immondizia per sapere quando svuotarli, telecomandare i robot senza bisogno di cavi, consentire ai medici di curare un paziente anche a distanza, indicare i prodotti scaduti presenti nei nostri frigoriferi, permettere ai nostri orti di richiedere di essere annaffiati e chissà che altro.

Tecnologia al servizio dell’uomo.

Ma senza rischi?

Secondo il giornalista Maurizio Martucci, autore del libro “Manuale di autodifesa per elettrosensibili” (Terra Nuova Edizioni), l’esposizione massiccia della popolazione a livelli di elettrosmog destinati ad aumentare a dismisura, con mini-antenne (ogni 10-12 case nelle aree urbane) collocate ovunque e persino sui lampioni della luce, rappresenta un rischio da non sottovalutare.
Il 5G viaggerà su frequenze altissime e mai usate finora, fino a 27,5 GHz (mentre con il 4G si arriva al massimo a 2,6 GHz): un’energia 11 volte superiore, ma che ha una “durata” di viaggio limitata. Queste onde vengono infatti facilmente assorbite dal terreno e sono “riflettenti”, non attraversano i palazzi. Per poter connettere tra loro fino a un milione di oggetti per chilometro quadrato, bisognerà installare migliaia di piccole antenne che rilanceranno il segnale proveniente da un’antenna base più grande.
L’esposizione umana alle onde elettromagnetiche aumenterà così in modo esponenziale e i rischi per la salute aumenteranno altrettanto esponenzialmente, favorendo la possibile alterazione del funzionamento delle cellule: la prestigiosa rivista scientifica Lancet ha presentato uno studio importante che dimostra gli effetti biologici e sulla salute causati dall’esposizione dell’uomo ai campi elettromagnetici con un aumento “statisticamente rilevante” del numero dei tumori, rarissimi schwannomi, al cervello e al cuore.
Anche in Italia l’Istituto Ramazzini di Bologna ha sviluppato la stessa ricerca, giungendo alle medesime conclusioni.

Più di 180 scienziati e medici provenienti da 37 paesi hanno da tempo diffuso un appello per avvertire dei potenziali gravi effetti del 5G sulla salute umana e richiesto una moratoria: fermiamo lo sviluppo del 5G finché gli scienziati indipendenti non potranno garantire che 5G e il livello totale di radiazioni causati da RF-EMF (5G insieme a 2G, 3G, 4G e WiFi) non siano dannosi ai cittadini dell’UE, in particolare a neonati, bambini e donne in gravidanza, nonché all’ambiente.
La preoccupazione tra i cittadini sta crescendo e la neonata “Alleanza nazionale STOP 5G” ha organizzato lo scorso 2 marzo a Vicovaro (Roma) il primo meeting nazionale per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema e chiedere con forza una moratoria.

A fronte dei rischi, occorre registrare un’ulteriore situazione particolarmente sorprendente: i 120 comuni selezionati a far da “cavie” non ne sanno nulla. E’ quanto stiamo scoprendo in Piemonte (la Regione con più comuni prescelti), dove diversi nostri aderenti hanno ricevuto da noi la notizia che il loro comune di residenza risulta inserito nella lista degli sperimentatori. Allarmati, sono corsi a chiedere lumi ai loro Sindaci e Tecnici comunali e si sono sentiti rispondere “non ne sappiamo nulla“. Nessuna comunicazione pare essere loro arrivata da AGCOM o dal Ministero dello Sviluppo Economico e questo sembra essere il motivo per cui le amministrazioni non hanno preventivamente discusso con i propri concittadini la convenienza di appartenere al club dei comuni “cavie”.
Il nostro comitato locale della provincia di Asti non si è accontentato di ricevere risposte “a voce” dai Sindaci e ha anche trasmesso via posta elettronica certificata una richiesta di accesso a tutti gli atti in possesso dei comuni astigiani. Altrettanto ha fatto Italia Nostra, sezione di Alba, nei confronti dei comuni delle Langhe.
Le prime risposte confermano il “non ne sappiamo nulla“.

Franca Biglio, sindaco di Marsaglia e anche presidente dell’Associazione dei Piccoli Comuni di Italia, assieme ai colleghi primi cittadini di Paroldo e Roascio, ha dichiarato che «le nostre amministrazioni non hanno mai chiesto né di essere inserite nella sperimentazione 5G, né dato alcuna disponibilità in tal senso. Inoltre ad oggi non è pervenuta alcuna comunicazione ufficiale da parte delle autorità competenti e qualora ciò si verificasse, sarà nostra cura e premura acquisire le dovute informazioni tecniche al fine di verificare i pro e i contro a difesa dell’ambiente e dell’imprescindibile tutela della salute dei nostri cittadini. Tale importante decisione verrebbe, in ogni caso, assunta solo ed esclusivamente di concerto con la cittadinanza».

Questa risposta ci è stata riportata integralmente anche dal comune di Vigliano d’Asti attraverso una formale risposta, verbalmente riassunta anche da tutti gli altri sindaci astigiani.

Ma ora queste amministrazioni comunali sono informate e hanno fonti scientifiche di riferimento su cui riflettere.

Possiamo quindi attenderci una loro rapida azione nei confronti delle Autorità competenti per – quanto meno – discutere dell’avvenuto inserimento del loro territorio nell’elenco dei Comuni “sperimentatori” e un conseguente momento di riflessione/decisione con i cittadini?

E non pensate che sia utile una vostra azione formale nei confronti di tutti i Sindaci dei comuni compresi nell’elenco?

Se mi avete seguito fino a qui, credo siano opportune ancora due segnalazioni: la prima è – ovviamente – l’elenco dei comuni individuati dall’AGCOM per le prime “coperture” (e tenete in mente che nei prossimi anni tutti i comuni saranno nelle stesse condizioni!) e una serie di articoli/siti di riferimento per approfondire la questione. Trovate tutto a seguire.

Una raccomandazione finale: non prendetela con leggerezza, perchè se “prevenire è meglio che curare“, allora il principio di precauzione deve essere il nostro faro…

Elenco dei comuni pertinenti all’obbligo di cui all’art. 12, comma 4 della Delibera AGCOM n. 231/18/CONS:

ABRUZZO:
1 Gagliano Aterno L’Aquila
2 Civita d’Antino L’Aquila
3 Morino L’Aquila
4 Castiglione a Casauria Pescara
5 Brittoli Pescara
6 Canistro L’Aquila
7 Introdacqua L’Aquila
8 Barete L’Aquila
9 Tossicia Teramo
10 Montebello di Bertona Pescara
11 Fresagrandinaria Chieti

CALABRIA:
12 Sorbo San Basile Catanzaro
13 Sorianello Vibo Valentia
14 Canolo Reggio Calabria
15 Capistrano Vibo Valentia

CAMPANIA:
16 Letino Caserta
17 Savignano Irpino Avellino
18 Raviscanina Caserta
19 San Gregorio Matese Caserta
20 Montecorice Salerno

EMILIA ROMAGNA:
21 Vernasca Piacenza
22 Bore Parma
23 Ventasso Reggio Emilia

FRIULI VENEZIA GIULIA:
24 Pontebba Udine Friuli
25 Tramonti di Sopra Pordenone
26 Bordano Udine
27 Resiutta Udine
28 Lauco Udine
29 Ragogna Udine
30 Comeglians Udine

LAZIO:
31 Nespolo Rieti
32 Pozzaglia Sabina Rieti
33 Rocca Sinibalda Rieti
34 Pico Frosinone
35 Varco Sabino Rieti
36 Petrella Salto Rieti
37 Trivigliano Frosinone
38 Cittareale Rieti
39 Santopadre Frosinone
40 Morro Reatino Rieti

LIGURIA:
41 Nasino Savona
42 Zignago La Spezia
43 Prelà Imperia
44 Vendone Savona
45 Rezzoaglio Genova
46 San Colombano Certenoli Genova
47 Valbrevenna Genova

LOMBARDIA:
48 Cergnago Pavia
49 Oltressenda Alta Bergamo
50 Tartano Sondrio
51 Val di Nizza Pavia
52 Rosasco Pavia
53 Tornata Cremona
54 Canevino Pavia
55 Bianzano Bergamo
56 Crotta d’Adda Cremona
57 Brallo di Pregola Pavia
58 Santa Margherita di Staffora Pavia
59 Mezzana Rabattone Pavia
60 Rognano Pavia
61 Comazzo Lodi
62 Lanzada Sondrio

MARCHE:
63 Genga Ancona
64 Monte Grimano Terme Pesaro e Urbino
65 Montegallo Ascoli Piceno

MOLISE:
66 Conca Casale Isernia
67 San Pietro Avellana Isernia
68 Fossalto Campobasso
69 Pietracupa Campobasso
70 Cercemaggiore Campobasso
71 Pizzone Isernia

PIEMONTE:
72 Sambuco Cuneo
73 Isasca Cuneo
74 Sabbia Vercelli
75 Valloriate Cuneo
76 Falmenta Verbano-Cusio-Ossola
77 Rossa Vercelli
78 Valmala Cuneo
79 Campiglia Cervo Biella
80 Cortandone Asti
81 Celle Enomondo Asti
82 San Giorgio Scarampi Asti
83 Villaromagnano Alessandria
84 Solonghello Alessandria
85 Paroldo Cuneo
86 Prasco Alessandria
87 Druogno Verbano-Cusio-Ossola
88 Premia Verbano-Cusio-Ossola
89 Brondello Cuneo
90 Trezzo Tinella Cuneo
91 Cerretto Langhe Cuneo
92 Pontestura Alessandria
93 Ricaldone Alessandria
94 Revigliasco d’Asti Asti
95 Avolasca Alessandria
96 Roascio Cuneo
97 Vigliano d’Asti Asti
98 Marsaglia Cuneo
99 Montemarzino Alessandria
100 Gabiano Alessandria
101 Montabone Asti

SARDEGNA:
102 Segariu Medio Campidano
103 Pompu Oristano
104 Noragugume Nuoro

SICILIA:
105 Sclafani Bagni Palermo

TOSCANA:
106 Monteverdi Marittimo Pisa

TRENTINO ALTO ADIGE:
107 Valfloriana Trento
108 Sover Trento
109 Castel Condino Trento
110 Terragnolo Trento

VALLE D’AOSTA:
111 Bionaz Aosta
112 Perloz Aosta
113 Cogne Aosta

VENETO:
114 Laghi Vicenza
115 San Germano dei Berici Vicenza
116 La Valle Agordina Belluno
117 Cinto Euganeo Padova
118 Bevilacqua Verona
119 Gambugliano Vicenza
120 Vallada Agordina Belluno

Qualche Fonte per approfondire:

TERRANUOVA

IL CAMBIAMENTO

NOGEOINGEGNERIA

IL FATTO QUOTIDIANO

OASISANA 1

OASISANA 2

ALTRITASTI

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http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2019/03/al-via-la-sperimentazione-della-tecnologia-5g-in-questi-120-ignari-piccoli-comuni/feed/ 14