agro romano – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Tue, 26 Feb 2019 07:47:38 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.6 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg agro romano – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 Agro romano, salviamo il paesaggio di Pasolini. Facciamolo diventare patrimonio Unesco http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2019/01/agro-romano-salviamo-il-paesaggio-di-pasolini-facciamolo-diventare-patrimonio-unesco/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2019/01/agro-romano-salviamo-il-paesaggio-di-pasolini-facciamolo-diventare-patrimonio-unesco/#comments Sun, 20 Jan 2019 22:30:22 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=12614

di Manlio Lilli.

Totò Innocenti, alias Totò, e suo figlio Ninetto, alias Ninetto Davoli, si fermano al bar Las Vegas. A breve distanza via di Torre Maggiore, sterrata, e all’orizzonte la sagoma della torre medievale di Torre Maggiore. Ovunque c’è campagna nel trailer di Uccellacci e uccellini, film epico del 1966 di Pier Paolo Pasolini. Non esistevano i complessi industriali, né quelli commerciali. Tanto meno i palazzi di Santa Palomba. Roma non era arrivata qui. E neppure alla Bufalotta, nel quadrante nord-est. Tanto meno a Tor Pagnotta, a sud. Neppure il peggior sindaco della città avrebbe immaginato municipi che sarebbero arrivati a saldarsi con i territori dei comuni limitrofi. Anche per la crescita insana inseguita pervicacemente dagli amministratori di quegli stessi comuni.
Invece è accaduto. L’agro romano di tanti pittori, poeti e scrittori è stato metabolizzato. Progressivamente, ma senza pause. Da luogo simbolico a spazio indistinto. Da “verde” spontaneo, disseminato di testimonianze materiali del nostro passato migliore, a dedalo di strade a delimitare isolati di nuovi complessi abitativi. Colture storiche, come quelle di viti e ulivi, quasi scomparse. Sostituite da nuovo cemento. Con la complicità di amministratori locali senza scrupoli e governi centrali del tutto disinteressati alla questione ambientale e alla tutela dei luoghi e dei resti antichi conservati, il disastro si è andato delineando

Si calcola che attualmente, dei circa 71mila ettari di agro, ben tre metri quadrati al minuto siano mangiati dal cemento, persi per sempre e che da qui al 2030 (anno di attuazione delle previsioni del Piano Regolatore) nella campagna romana il consumo di suoloarriverà a circa 161 ettari ogni anno. Un prezzo altissimo per la perdita di paesaggio, di patrimonio agricolo e culturale, di biodiversità, di salute per i cittadini e di costi per la collettività”.

La petizione lanciata da Salviamo il Paesaggio Roma e Lazio e indirizzata al Mibac(t), oltre a fornire i numeri dello scempio, prova a scrivere una nuova storia. Un tentativo. Forse l’ultimo possibile di arrestare il consumo scriteriato di “ciò che rimane di questo splendido tesoro che ancora (ma per quanto ancora?) il mondo ci invidia”. Firmare è probabile che non sia mai stato così importante. Firmare “per poter rivolgere una formale richiesta all’Unesco affinché l’Agro Romano diventi Patrimonio dell’Umanità, al fine di sottrarlo per sempre alla rapina della speculazione”.

Qualcuno potrà pensare che sia una delle solite campagne ambientaliste contro qualcosa. In sostanza una petizione contro il progresso. Perché “la campagna è bella” e i resti archeologici “interessanti”. Ci mancherebbe! Però servono anche nuovi palazzi, strade e autostrade. Anzi sono necessari. Quindi, dolersi un po’ del sacrificio di parti di quell’ambito geografico è ammesso. Ma poi si deve procedere. Per cui, spazio a ruspe e gru. Il problema è proprio questo, probabilmente. Finora ragionamenti e proteste hanno creato un ostacolo. Talvolta, non sempre e peraltro spesso, provvisorio. La petizione promossa da Salviamo il Paesaggio Roma e Lazio vorrebbe trasformare quell’ostacolo in un solido recinto con il quale assicurare l’Agro. Tutto e per sempre.

Fà ddieci mijja e nun vedé una fronna! / Imbatte ammalappena in quarche scojjo! / Dapertutto un zilenzio com’un ojjo (…) Dove te vorti una campaggna rasa / come sce sii passata la pianozza / senza manco l’impronta d’una casa!“. S’intitola allusivamente Er deserto il sonetto del 1836 di Giuseppe Gioachino Belli. Da allora uno tsunami si è abbattuto sull’agro. Osservare inermi la distruzione contribuisce alla sua prosecuzione.

Dove va l’umanità? Boh!”, si chiede a un certo punto il corvo parlante che accompagna nel film di Pasolini, padre e figlio. Non sembri fuori luogo pensare che una risposta a quella domanda potrà venire proprio dall’esito della petizione. Siamo giunti a un bivio e bisogna decidere. Fare dell’agro romano un luogo Patrimonio dell’Umanità oppure una terra di conquista. Per i soliti affaristi e politici senza qualità…

Già pubblicato su: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/18/agro-romano-salviamo-il-paesaggio-di-pasolini-facciamolo-diventare-patrimonio-unesco/4896138/

Questa iniziativa a tutela dell’Agro Romano nasce dall’originale intuizione di Massimo Livadiotti, artista amante della bellezza di Roma e dell’unicità del suo paesaggio, tra i fondatori dell’associazione Respiro Verde Legalberi che ha recentemente conseguito il risultato – perseguito ostinatamente per oltre 8 anni di intenso lavoro, attraversando tre differenti amministrazioni comunali in una perenne altalena di delusioni ed emozioni – di ottenere l’approvazione del regolamento del verde e del paesaggio urbano di Roma.
La sua sensibilità ed energia ha progressivamente contagiato tutti i “difensori” della bellezza e ora eccoci dinanzi a questa nuova importante sfida per raggiungere il riconoscimento dell’Agro Romano come Patrimonio dell’Umanità…

Ecco il testo della petizione on line, che vi invitiamo a sottoscrivere:

Quando nel 1786 Goethe visitò Roma e le colline intorno, rimase incantato, tale era la bellezza che gli si parava dinanzi agli occhi. Di quella Roma restano solo frammenti come di un mosaico in pezzi. La città ha perso gran parte della sua armonia, preda di una urbanistica incoerente e caotica. L’Agro Romano con le sue colline, i boschetti, i prati, le torri, gli acquedotti, i suoi casali coi pascoli, i grandi alberi solitari, i fossi e le antiche dimore forma ancora in parte una meravigliosa cintura verde attorno alla Città Eterna.

Ma gli speculatori sono sempre in agguato, purtroppo. Si calcola infatti che attualmente dei circa 71.000 ettari di Agro ben 3 metri quadrati al minuto siano mangiati dal cemento, persi per sempre e che da qui al 2030 (anno di attuazione delle previsioni del Piano Regolatore) nella campagna romana il consumo di suolo arriverà a circa 161 ettari ogni anno. Un prezzo altissimo per la perdita di paesaggio, di patrimonio agricolo e culturale, di biodiversità, di salute per i cittadini e di costi per la collettività. Un luogo dell’anima per sempre perduto…

Da questa realtà e da queste previsioni nasce impellente la necessità di tutelare ciò che rimane di questo splendido tesoro che ancora (ma per quanto ancora?) il mondo ci invidia. Per questo vi chiediamo di firmare: per poter rivolgere una formale richiesta all’Unesco affinché l’Agro Romano diventi Patrimonio dell’Umanità, al fine di sottrarlo per sempre alla rapina della speculazione. Forse siamo ancora in tempo!

Firmiamo tutti per preservare la bellezza!

https://www.change.org/p/ministero-dei-beni-e-delle-attivita-culturali-agro-romano-patrimonio-unesco

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Agro Romano meridionale: i comitati chiedono di salvare 446 ettari dal cemento http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2018/03/agro-romano-meridionale-i-comitati-chiedono-di-salvare-446-ettari-dal-cemento/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2018/03/agro-romano-meridionale-i-comitati-chiedono-di-salvare-446-ettari-dal-cemento/#comments Fri, 16 Mar 2018 21:30:50 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=11810 E’ l’area compresa tra il parco dell’Appia Antica e la riserva Acqua Acetosa Ostiense.

di Fabio Grilli.

Dalla riserva statale di Castel Porziano fino al parco dell’Appia Antica. Un grande polmone verde, nel quadrante meridionale della Capitale. E’ questo l’obiettivo verso cui tendono alcune associazioni di Roma sud. Per riuscirci puntano a estendere le necessarie tutele a quello spazio che, ad oggi, costituisce un elemento di cesura. Si tratta dell’area compresa tra i fossi della Cecchignola e quello di Forano. Per tutelarli, comitati ed associazioni del “Gruppo territorio ambiente” hanno redatto un corposo progetto da sottoporre al Ministero dei beni e delle attività culturali. La proposta, articolata in un documento di oltre 100 pagine, prevede il riconoscimento alla Cecchignola dello status d’area di “Notevole interesse pubblico“.

446 ettari di Agro Romano Meridionale
Il progetto inviato al Mibact è corredato di cartografie, analisi territoriali, ambientali, storico-archeologiche, paesaggistiche, ecologiche ed urbanistiche. Dati noti e documenti inediti per convincere il Ministero ad assumersi l’onere di realizzare la proposta. “L’intento – spiegano gli attivisti del gruppo territorio ambiente – è di completare la protezione dell’Agro Romano Meridionale estendendone la tutela alla sua porzione settentrionale e di valorizzare la sua funzione di cerniera fra il Parco dell’Appia Antica e la Riserva naturale Laurentino Acqua Acetosa“. L’area da salvaguardare, compresa tra i fossi della Cecchignola e di Forano, è pari a 446 ettari. Grosso modo due volte e mezzo l’estensione del parco della Caffarella; esattamente il doppio di quello di Tor Marancia.

Una compensazione ambientale
I sei comitati aderenti al GTA ricordano che nel quadrante sta per arrivare un’importante colata di cemento. Si parla di una cifra compresa tra 1,2 e 1,5 milioni di metri cubi. Per questo l’intervento verrebbe letto come una sorta di “compensazione in termini ambientali“. Perchè sia possibile realizzarla, è però necessario ottenere il riconoscimento del “notevole interesse ambientale“. Uno status che comunquenon sostituirebbe” la richiesta di dichiarazione di Monumento naturale già in itinere presso la Regione Lazio. Quest’ultima infatti, muove dalle stesse finalità ma è limitata alla più ristretta area del Fosso della Cecchignola. Per queste associazioni che ringraziano esplicitamente Paolo Berdini per la condivisione e la spiccata sensibilità verso gli obiettivi ed i contenuti” della loro proposta, la partita è appena incominciata. L’obiettivo è ambizioso. Ma la determinazione non sembra da meno.

Tratto da: http://eur.romatoday.it/altre/cecchignola-lettera-mibact-riconoscimento-area-interesse-.html

 

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120.000 loculi per 6 mila abitanti: il mega-cimitero di Gallicano nel Lazio (RM) http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2017/06/120-000-loculi-per-6-mila-abitanti-il-mega-cimitero-di-gallicano-nel-lazio-rm/ Wed, 28 Jun 2017 22:15:45 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=11490

Un grande cimitero da 120.000 loculi per un paese che conta circa 6 mila abitanti. Un’opera contestata: il consumo di suolo colpisce uno degli ultimi angoli di paesaggio agricolo alle porte di Roma

Abbiamo fatto qualche domanda sulla vicenda a Mario Galli, candidato sindaco al Comune di Gallicano nel Lazio nel 2013 poi consigliere comunale, referente di Salviamo Passerano, comitati e associazioni riuniti a difesa dell’integrità territoriale dell’ultimo polmone verde alle porte di Roma Est

Immagine in evidenza tratta dal blog: Salviamo la tenuta di Passerano

Partiamo dall’origine della proposta e dal suo avanzamento

Ormai questo mega-cimitero è più che una semplice proposta. Sebbene manifestazioni e consiglio comunale aperto abbiano dimostrato in modo lampante che la popolazione è contraria a questo tipo di progetto e di “sviluppo” del territorio, la politica comunale non ha voluto ascoltare ragioni, ma si è trincerata dietro scuse talmente false e bugiarde che per la loro gravità non voglio nemmeno ripetere per non rischiare qualche denuncia”.

La palla è in mano ai privati

Trattandosi poi di project financing, la consequenzialità degli atti da porre in essere è in mano al privato proponente il progetto. Il comune ha assunto l’impegno dell’interesse pubblico, la qual cosa non connota affatto la valenza pubblica dell’opera, sia chiaro. Che vi sia interesse pubblico è stato smentito in ogni sede, che l’opera sia pubblica è da vedere, visto che per 30 anni i proventi del cimitero andranno a chi investirà i capitali“.

Sono diverse le problematiche collegate al progetto: a partire da quelle ambientali.

L’area prevista per la costruzione di questo mega-cimitero è quella della Tenuta Agricola di Passerano, all’interno della quale si innalzano le mura di una fortezza del sec. XI appartenuta alle famiglie Colonna, Pallavicini e Rospigliosi: il Castello di Passerano. Quasi 1000 ettari di Agro Romano Antico, uno dei paesaggi più belli e caratteristici della campagna romana, un “unicum” da preservare per la sua natura agricola e storico culturale. Olio, latte, ortaggi e carne sono solo alcune delle produzioni di questa tenuta agricola; per non parlare del patrimonio storico ed archeologico in essa presente e che la natura ha preservato da duemila anni: può essere sostenibile sventrare qualcosa di unico ed irripetibile per far posto al cemento? Il mondo intero ci invidia questi paesaggi, queste produzioni agro alimentari e noi cosa facciamo? Li copriamo di cemento? Questo è il nostro petrolio e dobbiamo sfruttarlo per quello che rappresenta, non per quello che potrebbe diventare“.

Ci sono critiche, come già detto, anche sulla partecipazione e coinvolgimento dei cittadini. Cosa è successo?

” Il comune di Gallicano nel Lazio non ha mai reso partecipi i cittadini della scelta di costruire il mega-cimitero su Passerano. L’interesse pubblico è stato deliberato dal Comune nel 2013, a 40 giorni dalle elezioni comunali e senza che prima vi fosse mai stato un confronto pubblico con la popolazione. In tal modo, l’Ente, ha contravvenuto alla convenzione europea di Aarhus che (firmata dalla UE e dai suoi stati membri nel 1998) è stata approvata a nome della Comunità. La convenzione, in vigore dal 30 ottobre 2001, parte dall’idea che un maggiore coinvolgimento e una più forte sensibilizzazione dei cittadini nei confronti dei problemi di tipo ambientale conduca ad un miglioramento della protezione dell’ambiente”.

Oggi quali scenari si presentano?

Il comune ad oggi è stato commissariato. Da un lato troviamo l’azienda agricola di Passerano, che si è sempre opposta ad ogni tentativo di cementificazione. Dall’altro ci siamo noi associazioni ed organizzazioni che stiamo lottando contro questo scempio che si profila e che stiamo studiando e proponendo modelli di sviluppo alternativi. Poi ci sono i privati che hanno l’unico interesse di portare a termine il progetto“.

Dal Comune alla Regione, dove è stato proposto di istituire un vincolo di monumento naturale, la questione è arrivata  anche in Parlamento:

“Fino ad oggi, finché il sottoscritto è stato consigliere comunale di opposizione a Gallicano nel Lazio, non una pietra è stata posta in terra. La politica è la grande assente su questo tema. Da Zingaretti a Raggi nessuno si è mai espresso ufficialmente su questo progetto, eccezion fatta per i ragazzi del Movimento 5 Stelle e di Fratelli d’Italia della Regione Lazio che attraverso interrogazioni hanno dato battaglia insieme a noi e grazie ai quali è stato approvato un ordine del giorno per istituire il vincolo di monumento naturale a tutta la tenuta; grazie poi a Federica Daga, deputato 5 Stelle che ha presentato una interrogazione parlamentare su questo tema, ma alla quale non abbiamo ancora ricevuto risposta”.

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Aeroporto Fiumicino: un progetto alternativo è possibile preservando il territorio http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2016/08/aeroporto-fiumicino-un-progetto-alternativo-e-possibile-preservando-il-territorio/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2016/08/aeroporto-fiumicino-un-progetto-alternativo-e-possibile-preservando-il-territorio/#comments Wed, 03 Aug 2016 23:21:47 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=11332 Immagine

Tecnicamente realizzabile per soddisfare gli obiettivi di incremento passeggeri e al tempo stesso preservare l’Agro e il litorale Romano. Il comitato FuoriPISTA, insieme ad esperti del settore, ha elaborato una proposta, alternativa a quella originaria, di potenziamento e maggior efficienza, descritta in una lettera inviata a Salviamo il Paesaggio

Il progetto originario

Il progetto originario di raddoppio delle piste dell’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino comprendeva opere che secondo il comitato risulterebbero inutili e dannose per l’ambiente e la salute dei cittadini. Un intervento altresì problematico perché sarebbero compromessi 1300 ettari di Agro Romano originati dalla bonifica idraulica dello Stagno di Maccarese. Terreni che per di più ricadono nella Riserva Naturale Statale del Litorale Romano e che sono dichiarati alluvionabili dall’Autorità di Bacino del Fiume Tevere ma edificabili secondo il piano regolatore. Due fasi di progetto dai costi elevati: 2,5 miliardi di euro per la zona sud, 10 miliardi per quella nord.

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Il progetto alternativo

Supportati da analisi e simulazioni, il progetto alternativo consegnato dal Comitato FuoriPISTA ad Aprile al Ministro Del Rio, porterebbe al raddoppio del numero di passeggeri anno (da 40 a 80 milioni) senza la necessità di realizzare nuove piste. “Più efficiente non più grande” concetto che è diventato il motto del Comitato. Risultato possibile intervenendo sulle procedure di atterraggio e decollo, realizzando infrastrutture nelle aree interne del sedime attuale e riorganizzando i voli low cost. Un’idea che è andata anche oltre i confini dell’aeroporto perché sottolinea le possibilità di connessione veloce utilizzando in gran parte le strutture ferroviarie esistenti.

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La vicenda

Con una lettera trasmessa a Salviamo il Paesaggio, il Comitato riassume la vicenda e presenta gli elementi chiave della proposta che si possono approfondire sulle pagine del sito. Il Progetto di potenziamento è stato fatto proprio dal Sindaco di Fiumicino ed è stato consegnato come già detto al Ministro dei Trasporti oltre che al Presidente della Regione Lazio. La vicenda ha avuto rilevanza nazionale quando ANAC è intervenuta riguardo alle concessioni per la ristorazione (con una relazione al senato e una delibera) proprio su sollecitazione del comitato. Comitato che ora ha chiesto anche un’audizione alla Commissione Trasporti della Camera.

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L’Agro Romano a rischio scomparsa: Alemanno vuole costruire 66mila case http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/06/lagro-romano-a-rischio-scomparsa-alemanno-vuole-costruire-66mila-case/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/06/lagro-romano-a-rischio-scomparsa-alemanno-vuole-costruire-66mila-case/#comments Mon, 04 Jun 2012 21:41:58 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=4717

Sono oltre 2mila gli ettari di campagna che potrebbero essere presto cancellati: aree adiacenti a parchi e riserve (Marcigliana, Appia Antica, Veio). Il sindaco: “Servono 25700 alloggi per le fasce deboli”. Ma offre spazio per un numero molto maggiore. Legambiente: “Progetto da fermare subito”.

Da ilfattoquotidiano.it – di Gabriele Paglino | 29 maggio 2012

L’Agro Romano – la vasta area a vocazione agricola intorno alla Capitale – rischia di scomparire definitivamente.

A preoccupare sono i risultati di un bando promulgato dal sindaco Gianni Alemanno ad inizio legislatura per la selezione “di nuovi Ambiti di riserva a trasformabilità vincolata, finalizzati al reperimento di aree per l’attuazione del Piano Comunale di housing sociale e di altri interventi di interesse pubblico”. In poche parole: nuovi terreni da rendere edificabili.

Delle 334 proposte pervenute – numerosi i proprietari di terreni agricoli che hanno partecipato – ben 160 sono ammissibili. Queste le valutazioni della Commissione istituita ad hoc nel 2008 (composta dal direttore dell’Ufficio per le Politiche Abitative e dai direttori dei Dipartimenti Urbanistica, Patrimonio, Mobilità, Ambiente e Riqualificazione delle periferie).

Sommando le 160 aree ritenute compatibili con i requisiti fissati dall’invito pubblico, sono complessivamente 2.381 gli ettari di campagna romana (già in parte fagocitata negli anni da grandi capannoni industriali, ville e palazzoni) che presto potrebbero essere cancellati da una nuova colata di cemento. Aree bellissime sottoposte a vincoli, adiacenti alla Riserva del Litorale, a quella Marcigliana, ai parchi dell’Appia Antica, di Veio e tanti altri.

Legambiente Lazio commenta sconcertata la cartografia dei nuovi insediamenti proposti, diffusa dal Dipartimento Urbanistica di Roma Capitale : “Il progetto di Alemanno va fermato subito – lancia l’allarme Lorenzo Parlati, presidente dell’associazione ambientalista – la giunta non può approvare questo scempio, l’assemblea capitolina tanto meno”.

Entro l’estate infatti la giunta potrebbe dare il via alla maxi variante del piano regolatore (i tecnici sono già a lavoro per la stesura della delibera). Perché l’emergenza abitativa va affrontata: “Servono 25.700 alloggi – spiegava qualche mese fa il sindaco – di cui 6mila in edilizia agevolata e 19.700 in housing sociale. In questo modo potremmo offrire abitazioni con mutui e affitti a prezzi molto più bassi di quelli che si sono mai potuti vedere in questa citta”. Quelle fasce deboli, a cui si riferisce il sindaco, la possibilità di accendere un mutuo (ancorché piccolo) non ce l’hanno di certo.

Ma sarebbe comunque uno spreco, se si considera che a Roma gli immobili non utilizzati, vuoti, sfitti, sono 245mila (ultimo dato disponibile, riferito al 2009).

A tal proposito va segnalato l’invito del forum “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori” al sindaco di Roma (così come ai sindaci degli altri 8100 Comuni d’Italia) a partecipare alla campagna per il nuovo censimento degli edifici sfitti o non utilizzati. Manco a dirlo, nessuna risposta.

Su 2.381 ettari, però, si possono costruire quasi 23 milioni di metri cubi di superficie edilizia. Corrispondenti non a 25.700 alloggi, ma ad oltre 66mila (il dato è fornito dalla stessa commissione).

“Bisogna offrire ai privati terreni edificabili in cambio di nuove metropolitane – spiega l’assessore all’ Urbanistica, Marco Corsini – e poi ci sono delle compensazioni edificatorie ancora da riconoscere”. Cioè tutte quelle cubature che sono state sottratte dal Comune ai privati, in presenza di aree di pregio ambientale, e che vengono compensate dando la possibilità di costruire altrove. Non a parità di metri cubi bensì di valore immobiliare. “E comunque quelle 160 aree sono state selezionate – sottolinea Corsini – non scelte. Ciò vuol dire che alla fine saranno di meno”.

Esprime però le sue “perplessità” anche l’Istituto Nazionale di Urbanistica: “Già nel 2008 avevamo criticato i criteri del bando, in particolare il fatto che si rendessero disponibili aree agricole, che fosse stabilita una distanza troppo grande dalle fermate del trasporto pubblico. E sul perché non venivano utilizzate le aree edificabili messe a disposizione dal Piano regolatore, né venivano attuati i ben 35 piani di zona per l’edilizia residenziale pubblica già approvati”.

E Legambiente rincara la dose: “Utilizzare la scusa dell’ housing è ridicolo e patetico. La verità è che Alemanno, dopo l’acqua, vorrebbe cedere ai privati anche l’Agro Romano”.

Insomma una strumentalizzazione per dar vita a nuove anonime periferie senza servizi. L’ennesimo regalo – dopo quelli di Rutelli e Veltroni – a chi muove voti. D’altronde, come dice il presidente di Legambiente Lazio, “la campagna elettorale è già aperta”.

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