Bioeconomia – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Fri, 28 Oct 2022 09:26:30 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.6 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg Bioeconomia – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 La Strategia di bioeconomia è sostenibile? Territori, impatti, scenari http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/10/la-strategia-di-bioeconomia-e-sostenibile-territori-impatti-scenari/ Tue, 25 Oct 2022 07:26:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15603 Da alcuni anni nel mondo della politica e dei media, avanza incalzante l’idea della bioeconomia come nuova frontiera dell’economia ‘verde’, la panacea capace di coniugare lavoro e ambiente.

Ma è davvero così? Cosa sono le Strategie di bioeconomia europea e italiana?

Tali Strategie sono in sintonia con la teoria bioeconomica di Georgescu Roegen fondata sull’idea di un’economia compatibile con la vita e le leggi della natura?

Tali Strategie rappresentano un’opportunità o un rischio per le economie locali?

Che effetti produrranno sul paesaggio e i patrimoni territoriali? Sugli assetti socio-ecologici? Come incideranno sulle dinamiche ad effetto climatico? Quali impatti produrranno sulle matrici vitali, sulla salute e sulle comunità territoriali? Quali gli scenari geopolitici connessi?

Queste sono alcune fra le domande a cui un gruppo multidisciplinare di storici, geografi, economisti, urbanisti, biologi, biologi forestali e medici afferenti all’Osservatorio Interdisciplinare sulla Bioeconomia, prova a dare risposta, approcciando la problematica da diversi punti di vista. Il risultato del lavoro è una visione d’insieme della Strategia di bioeconomia, con letture e analisi focalizzate sulle relazioni e sulle dinamiche soggiacenti, nonché sugli effetti della sua implementazione a diversi livelli.

Inoltre, essendo il lavoro destinato al più vasto pubblico, si è scelto di utilizzare una struttura e un linguaggio divulgativo, ‘accessibile’ anche a chi non possiede competenze specifiche. L’obiettivo che ci si pone, infatti, è quello di mettere la ricerca scientifica e il sapere territoriale ‘al servizio’ della cittadinanza e, più in generale, della società, nella consapevolezza che la popolazione all’origine di ogni potere, motivo per cui è in essa che risiedono le capacità di cambiamento. Pertanto, data l’elevata intensità trasformativa e la notevole pervasività spaziale (oltre che settoriale) della Strategia di bioeconomia – centrale a livello europeo così come di molti altri Paesi – diventa impellente la diffusione della sua conoscenza e la presa di coscienza individuale e collettiva dei processi in corso.

Il testo è pubblicato dalla Società dei Territorialisti Edizioni (Collana “Ricerche e studi territorialisti”) ed è liberamente scaricabile dal suo sito a questo link.

Per informazioni: info@osservatoriobioeconomia.it

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Necessario rielaborare e adeguare la Strategia Europea di Bioeconomia http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2020/10/necessario-rielaborare-e-adeguare-la-strategia-europea-di-bioeconomia/ Fri, 09 Oct 2020 20:14:08 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14053 La conferenza multidisciplinare dello scorso 25 settembre apre la riflessione all’interno del mondo scientifico e accademico e un dialogo con le istituzioni: la “Strategia Europea di Bioeconomia” risulta dipendente da risorse non sostenibili, non rinnovabili e dalle importazioni.

La conferenza multidisciplinare “La Strategia europea di Bioeconomia: scenari e impatti territoriali, opportunità e rischi” – patrocinata da società scientifiche e università [1] – ha raccolto i contributi di storici, geografi, economisti, urbanisti, costituzionalisti, biologi, biologi forestali e medici [2] le cui analisi hanno messo in evidenza una serie di criticità sulla base delle quali si può asserire che la Strategia di Bioeconomia della Commissione Europea (del 2012 aggiornata nel 2018) e la conseguente Strategia Italiana siano piuttosto distanti dall’idea originaria di Bioeconomia teorizzata da Georgescu Roegen, ovvero una bioeconomia compatibile con la vita e le leggi della natura.

Difatti, la Strategia di Bioeconomia – promossa come la nuova frontiera dell’economia “verde” e basata sulla sostituzione delle fonti fossili con la biomassa – presenta forti contraddizioni rispetto agli stessi obiettivi che si pone, ovvero la riduzione dell’uso di fonti non sostenibili e non rinnovabili e della dipendenza dalle importazioni. Infatti, la mera sostituzione delle fonti (che non prenda in considerazione anche la riduzione dei consumi di energia, materia e acqua) non solo non è sufficiente ma può essere dannosa.

Questa si basa sulla produzione di biomassa su larga scala – e, quindi, sulla necessità di suolo fertile (sottratto anche alle foreste), acqua e input chimici – prodotta secondo il modello (e le logiche) dell’agro-industria che, come ampiamente dimostrato in letteratura, ha un forte impatto su ambiente, biodiversità ed economia territoriale. La Strategia, fondandosi sulla produzione energetica prevalentemente via combustione di sostanza biologica, compromette il recupero di questa per la compensazione dei suoli incidendo, così, sul clima a causa de bilancio di CO2 sfavorevole.

Con riferimento all’Italia, è stata rilevata una stretta connessione fra la Strategia di Bioeconomia e il Testo Unico Forestale (TUF) del 2018, il cui impatto sul patrimonio forestale e la biodiversità appare piuttosto negativo. Con l’aggiornamento del 2018, la Strategia di bioeconomia si connette strettamente al processo di digitalizzazione (adeguamento alla Nuova Strategia di Politica Industriale 2017) aumentando esponenzialmente il fabbisogno di minerali essenziali alla produzione di alta tecnologia, come le terre rare che – oltre a non essere rinnovabili – sono fortemente impattanti per l’ambiente e la salute (ad esempio, la produzione di una tonnellata di terre rare genera fra 1 e 1,4 tonnellate di rifiuti radioattivi) e rendono, inevitabilmente, l’UE dipendente dalle importazioni (considerato che oltre il 90% delle terre rare sono prodotte in Cina). Pertanto, la Strategia di bioeconomia risulta dipendente da risorse non sostenibili, non rinnovabili e dalle importazioni, motivo per cui richiederebbe una rielaborazione sistematica partendo dall’imprescindibile adeguamento alla Strategia sulla biodiversità.

La conferenza ha riscontrato grande interesse non solo all’interno del mondo scientifico, accademico, della scuola e dell’associazionismo, ma anche delle istituzioni. Al riguardo, si segnala l’interesse dimostrato dal Gruppo di coordinamento Nazionale per la Bioeconomia della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha partecipato all’evento e da diversi Senatori e Deputati che hanno aderito all’iniziativa. In entrambi i casi è stato assicurata attenzione ai risultati emersi che ci auguriamo possa trovare concretizzazione.

Il Comitato scientifico, come preventivato, oltre alla pubblicazione degli atti e di un documento divulgativo, elaborerà un documento di valutazione della Strategia che esprima osservazioni e raccomandazioni da inviare alla Commissione europea e al governo italiano.

Comitato Organizzatore:
Dott. Massimo Blonda (CNR Bari), prof.ssa Margherita Ciervo (Università di Foggia), prof.ssa Daniela Poli (Università di Firenze).

NOTE:

[1] AGeI, Associazione dei Geografi Italiani; AIIG, Associazione Italiana Insegnanti di Geografia; Associazione “Dislivelli”; ISDE, International Society of Doctors for the Environment; SdT, Società dei territorialisti e delle territorialiste; SGI, Società Geografica Italiana; SIGeA, Società Italiana di Geologia Ambientale; SIRF, Società Italiana di Restauro Forestale; SIU, Società Italiana degli Urbanisti; SSG, Società di Studi Geografici; CEDEUAM, Centro di Ricerca Euro Americano sulle Politiche Costituzionali, Università del Salento; Corso di Laurea in Scienze della Montagna, Università della Tuscia; Dipartimento di Architettura, Università di Firenze; Dipartimento di Economia, Management e Territorio, Università di Foggia

[2] BLONDA Massimo, IRSA-CNR, già Direttore Scientifico ARPA Puglia, Fondazione di Partecipazione delle Buone Pratiche; CALABRESE Angelantonio, IRSA-CNR; CARDUCCI Michele, Università del Salento, Coordinatore CEDEUAM-RED CLACSO; CELI Giuseppe, Università di Foggia; CIERVO Margherita, Università di Foggia; CLEMENTE Alida, Università di Foggia; DAMIANI Giovanni, Presidente Gruppo Unitario perla Difesa delle Foreste Italiane, già Direttore Generale ANPA e Direttore Tecnico ARTA; GENTILINI Patrizia, ISDE; PARASCANDOLO Fabio, Università di Cagliari; POLI Daniela, Università di Firenze, Comitato Scientifico Società dei territorialisti e delle territorialiste; SCHIRONE Bartolomeo, Università della Tuscia, Società Italiana di Restauro Forestale; TAMINO Gianni, Comitato Scientifico di ISDE.

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