Campagna – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Thu, 15 Feb 2024 10:08:07 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.6 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg Campagna – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 Se la campagna umbra diventa un motocross http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/02/se-la-campagna-umbra-diventa-un-motocross/ Fri, 09 Feb 2024 10:24:25 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16355 Motori nei sentieri, Borletti Buitoni (Fai): “Danni al turismo. Siamo il cuore verde”

di Gabriella Mecucci

Articolo del 6.2.2024 pubblicato su Passaggi Magazine

La Regione dell’Umbria fa come Penelope: di giorno tesse la tela del turismo e di notte la disfa. Mentre alla Bit di Milano l’Umbria veniva scelta come “capofila del turismo lento”, quello cioè che si fonda sulla ricerca di luoghi poco conosciuti, su una natura e un ambiente intatti, su prodotti genuini, a Perugia centinaia di persone scendevano in piazza per protestare contro un emendamento leghista, già votato dall’assemblea regionale, che consente di attraversare i sentieri di campagna e persino le mulattiere con moto rombanti e inquinanti. Il risultato è un ossimoro: il turismo lento, grazie a questo provvedimento, diventa stressante e persino pericoloso.

A Milano Agabiti presentava il progetto “cammini aperti” che valorizzerà gli itinerari religiosi e naturalistici, di cui l’Umbria è ricchissima, ma intanto a Perugia si era già provveduto a togliere ogni protezione a quegli itinerari. Uno strabismo totale. Contro l’autorizzazione ad una sorta di motocross pervasivo, il Cai ha organizzato, insieme ad altre associazioni, una protesta che sta montando nei borghi e nelle campagne della regione.

Ilaria Borletti Buitoni, vicepresidente nazionale del Fai, giudica il provvedimento regionale “in totale contraddizione con l’intera e fruttuosa campagna di promozione turistica che si fonda sullo slogan ‘Umbria cuore verde d’Italia’, e che assegna un ruolo centrale ai cammini religiosi e naturalistici”. E ancora: “L’ambiente di questa piccola regione è tanto prezioso quanto fragile”. Borletti Buitoni ribadisce l’appoggio del Fai alla campagna contro l’emendamento: “Una condivisione e un sostegno aggiunti ad un grazie all’impegno del Cai”. Quell’emendamento – prosegue – rappresenta un “cedimento a interessi di piccole lobby”, mentre, nell’affrontare questioni che attengono al patrimonio collettivo, “occorrerebbe avere una visione più ampia, in grado di interpretare interessi più generali, di cui fanno parte a pieno titolo la difesa dell’ambiente e del turismo”.

Gianluca Angeli, presidente del Cai annuncia che sono già una venticinquina, e continuano a crescere, le associazioni che hanno aderito alla protesta. Fra queste si contano il Fai, Legambiente, il Wwf, l’Agesci, solo per fare qualche nome. La spinta è forte. Angeli spiega le ragioni dell’opposizione del Cai al provvedimento così: “Innanzitutto ci sono problemi di sicurezza. Nei sentieri, nelle mulattiere popolate da motori e motorette aumentano notevolmente i pericoli per chi fa passeggiate. Il numero degli incidenti rischia di crescere”. E prosegue. “Si sta mettendo in piedi una sorta di demarketing, con tanto di difficoltà per il turismo”. Ancora: “Non è nostra intenzione contrapporci né ai cacciatori né ai motociclisti, ma le scelte fatte produrranno seri danni al turismo”. Il Cai si occupa della manutenzione di quattromila chilometri di percorsi di campagna dell’Umbria. “Come si fa –domanda Angeli – a motivare i volontari a custodirli e a tenerli in buono stato, se si consente ad altri di danneggiarli liberamente?”.

Sarà possibile un’intesa fra la Regione e le associazioni che consenta di preservare i sentieri? Sembra che la Lega tenga duro, mentre Forza Italia e Fratelli d’Italia sarebbero più disponibili a qualche correzione. Il consigliere regionale del Carroccio Manuela Puletti ha detto di aver invitato “al tavolo” gli oppositori del provvedimento. Gianluca Angeli la smentisce e spiega che il Cai chiede che venga “chiuso l’accesso ai percorsi con bandierina biancorossa”.

Puletti ha affermato che in due importanti regioni d’Italia, la Lombardia e il Veneto, sarebbe già stata approvata l’apertura al transito dei motori nei sentieri silvopastorali. Ad una lettura delle leggi in questione, questo non sembra esatto: in Lombardia il potere decisionale è stato trasferito ai Comuni, mentre in Veneto è possibile il passaggio solo per alcune e specificate ragioni. In tutte le altre regioni è vietato. L’Umbria può diventare un luogo di scorribanda anche da parte di chi proviene da altri territori. Una rumorosa e inquinata pista da motocross.

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Il paesaggio nel rapporto città-campagna http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2020/03/il-paesaggio-nel-rapporto-citta-campagna/ Mon, 23 Mar 2020 09:04:28 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=13675

Scuola di paesaggio «Emilio Sereni», XII edizione della Summer School Storia del Paesaggio agrario italiano: 25–29 agosto 2020, Istituto Alcide Cervi, Gattatico (Reggio Emilia).
Tema di questa edizione: Il paesaggio nel rapporto città-campagna.

La Scuola di Paesaggio intitolata a Emilio Sereni, importante storico del paesaggio agrario italiano, è una delle più consolidate esperienze formative sui temi paesaggistici. Allestita nella sede dell’Istituto Cervi, dove è conservato anche il patrimonio librario e archivistico di Sereni, essa costituisce una feconda occasione d’incontro fra università, scuola e governo del territorio. Con una impostazione pluridisciplinare, la Scuola è rivolta a coloro che sono impegnati nei diversi campi dell’istruzione e della formazione, della ricerca, dell’amministrazione pubblica, delle professioni, dei musei e dell’associazionismo culturale e ambientale. L’edizione di quest’anno, dedicata al “Paesaggio nel rapporto città-campagna”, riprende un tema classico della storia italiana per affrontare la crisi delle relazioni tra mondo rurale e mondo urbano e per elaborare strategie e linee di intervento finalizzate alla necessaria ricostruzione di questo rapporto, che trova nelle dinamiche del paesaggio una delle espressioni più eloquenti.

Il paesaggio è l’esito visibile dei processi storici di territorializzazione, nei quali l’interazione città-campagna assume un ruolo determinante. Nel corso del tempo queste due componenti territoriali fortemente distinte (la campagna e la città) hanno dialogato tra di loro, producendo paesaggio: i circuiti del lavoro e del cibo (cioè dell’energia), con i loro profondi risvolti culturali e politici (cioè del sapere e del dominio), sono stati gli elementi base di questa relazione incessante e problematica, economica e antropologica al tempo stesso, ma anche filosofica e religiosa. La storia ci dice che spesso l’urbano ha matrici rurali e viceversa (Sereni parlava di “supremazia”).
Il rapporto città-campagna è un tratto caratteristico della storia d’Italia. Anche i divari regionali, spesso ricondotti ad una visione dualistica nord-sud, riflettono il diverso grado e modalità di tale rapporto, che si è rivelato nettamente più marcato e duraturo al centro-nord, più flebile (anche se non assente) nel Mezzogiorno. La città ha significato presenza di una molteplicità di funzioni sul territorio, autonomia politica e vicinanza (Italia comunale) o lontananza (Italia meridionale) del potere, organizzazione di contadi e di sistemi agricoli in funzione dell’approvvigionamento alimentare e un frequente contatto culturale degli abitanti della campagna con la vita urbana.

Profondi legami che non hanno impedito una chiara distinzione dei ruoli e dell’immagine urbanistica. In un sistema unico, la città doveva fare la città e la campagna la campagna. Il paesaggio rifletteva questa diversità. Per stare insieme e perché il sistema funzionasse i ruoli dovevano essere chiaramente distinti e come tali percepiti. Contavano le relazioni e l’integrazione delle funzioni. E da queste derivava l’organizzazione, più o meno resistente, del paesaggio, “l’orma visibile” di cui parlava Sereni.
L’urbano e il rurale, che compongono da secoli l’identità profonda di molte regioni italiane e non solo, avevano imparato a dialogare, diversi ma insieme, mentre nell’età contemporanea questo rapporto si è venuto affievolendo; si è perso anche il confine fisico (le mura) tra la città e la campagna e il dialogo ha preso altre forme, talvolta interrompendosi del tutto. La dispersione urbana non si è verificata soltanto intorno alle grandi città, ma anche in molte aree del Paese, sommandosi all’abbandono delle zone interne.

Con i processi di industrializzazione e di globalizzazione, la progressiva distruzione del locale e del rurale ha determinato un bypass: la città sembra poter vivere senza la sua campagna e la campagna può morire senza più alcun rapporto con i centri urbani di riferimento. Non si è trattato solo di una crisi dell’urbanistica, ma della fine di un modo di intendere la politica, della capacità dei pubblici poteri di dare risposta al disagio per la condizione urbana e del territorio. Per questo appare necessario superare la contrapposizione e costruire (o ricostruire) un’alleanza tra città e campagna. Nuove relazioni devono essere prodotte, non in senso gerarchico ma funzionale, che partano dal cibo, dal tempo libero, dal paesaggio, dagli stili di vita… con l’obiettivo d progettare un nuovo circolo virtuoso, che rimetta al centro l’agricoltura e i legami tra la multifunzionalità rurale e i contesti urbani e che si rispecchi nella qualità del paesaggio come contenitore di armonie, anziché di separazioni.

Qui trovate tutte le informazioni necessarie e le modalità di partecipazione.

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