gasdotto – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Mon, 30 Jan 2023 10:55:23 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.6 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg gasdotto – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 Gasdotto “Linea Adriatica”: osservazioni in merito alla consultazione pubblica sull’analisi costi-benefici http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/01/gasdotto-linea-adriatica-osservazioni-in-merito-alla-consultazione-pubblica-sullanalisi-costi-benefici/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/01/gasdotto-linea-adriatica-osservazioni-in-merito-alla-consultazione-pubblica-sullanalisi-costi-benefici/#comments Fri, 20 Jan 2023 09:06:39 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15774 Il Forum nazionale Salviamo il Paesaggio aderisce e fa proprie le osservazioni contenute in questo documento tecnico, qui di seguito riportate in sintesi.

1) CRISI CLIMATICA
In piena crisi climatica per rispettare gli impegni dell’accordo di Parigi bisogna evitare di puntare su nuove opere fossili. L’analisi di Snam non tiene conto di tutti i costi connessi all’impatto sul clima. Basti pensare alle emissioni clima-alteranti connesse a questo gasdotto e alla centrale di Sulmona che ovviamente hanno dei costi, tra l’altro sempre più alti, sia in termini di CO2 prodotta dalla combustione sia in termini di emissioni dirette di metano, che è un potentissimo gas serra. Per non parlare dei danni dei disastri ambientali causati dai cambiamenti climatici (in ultimo, Ischia; fiume Misa; ghiacciaio della Marmolada) che qualsiasi modello economico dovrebbe introiettare. In un’analisi costi-benefici ovviamente tali costi devono essere integrati nell’analisi. Inoltre non viene fornita un’analisi delle emissioni derivanti dai lavori di costruzione e gestione dell’opera.

2) SOVRA-CAPACITA’ DI IMPORTAZIONE A SCALA NAZIONALE
I dati di SNAM confermano che al 2030, rispetto a consumi previsti di metano di meno di 60 miliardi di mc, avremo secondo le proposte SNAM, impianti, senza gasdotto Linea Adriatica, per una capacità di ben 105 miliardi di mc, a conferma dell’inutilità del gasdotto in questione del costo di 2,4 miliardi di euro per i consumatori (visto che SNAM chiede di scaricare il costo in bolletta).

3) SOVRACAPACITA’ DI APPROVVIGIONAMENTO DEL NORD
Secondo lo schema disegnato da SNAM la capacità di approvvigionamento del nord con trasporto da sud e immissione direttamente da impianti settentrionali sarà di 88/89 miliardi di mc rispetto a un fabbisogno di 50 miliardi di mc mentre con il gasdotto Linea Adriatica la capacità arriverà a ben 98/99 miliardi di mc, del tutto sovradimensionata in entrambi i casi.

4) DATI SNAM-TERNA DI IMPORTAZIONE DA SUD NEL 2030
Snam-Terna prevedono, al 2030, un fabbisogno massimo di importazione da sud di 44 miliardi di mc. evidentemente tenendo conto dei consumi del sud di circa 10-12 miliardi di mc. Pertanto secondo le stesse società di questi 44 miliardi solo 32-34 dovranno andare verso nord, cosa già oggi possibile visto che la capacità di trasporto alla sezione del centro Italia è di 44 miliardi di mc. A conferma dell’inutilità del gasdotto.

5) ESPORTAZIONI
Snam prevede di esportare gas verso il nord Europa per circa 3,5 miliardi di mc. Nel 2022 abbiamo già esportato circa 3,2 miliardi di mc. Pertanto SNAM prevede di esportare nel 2030 al massimo 7 miliardi di mc, contro una capacità attuale di esportazione di ben 22 miliardi di mc. Anche in questo caso i dati confermano l’inutilità dell’opera.

6) V.A.S. E V.INC.A.
Il Piano decennale SNAM, essendo attinente alla materia ambientale, secondo le norme europee deve essere sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica e Valutazione di Incidenza Ambientale, come avviene da anni per i piani di TERNA. Che SNAM sia un privato non cambia nulla in quanto fornisce servizi essenziali di rete e per le linee guida europee su VAS e V.Inc.A. ciò comporta l’obbligo di assoggettare i documenti alle due procedure di valutazione ambientale.

7) CONVENIENZA DELLE RINNOVABILI
L’analisi costi-benefici dovrebbe considerare anche le alternative esistenti sul mercato. Attualmente i costi di produzione dell’energia da fotovoltaico ed eolico sono la metà di quelli del metano. Non si comprende, quindi, perché dovrebbe essere vantaggioso per gli utenti scommettere su una fonte fossile da realizzare nel 2028 quando già oggi sono depositati per la V.I.A. al Ministero dell’Ambiente oltre 600 progetti per rinnovabili (e altre centinaia presso le regioni) per decine di migliaia di MW di potenza.

8) I COSTI AMBIENTALI E TERRITORIALI
L’analisi SNAM non tiene conto dei costi ambientali per la realizzazione di centinaia di km di piste, tracciati ecc., con esbosco di alberi, movimento terra, occupazione di suolo permanente, occupazione di suolo temporanea, sottrazione di habitat a specie quali l’orso bruno. Inoltre non comprende i costi sociali come la trasformazione permanente e le limitazioni alla gestione di usi civici e aree agricole, anche di pregio. Infine non tiene conto dei costi sanitari legati alle emissioni in atmosfera di particolato. Tutti elementi che devono essere calcolati e inseriti nell’analisi costi-benefici.

9) VERSO UN INVESTIMENTO IMPRODUTTIVO (STRANDED ASSET)?
L’analisi non tiene in alcun conto che questo investimento, che impegnerà il paese (cioè gli utenti) per decine di anni, diventi da subito o entro una certa data un investimento improduttivo/incagliato (quindi un mero costo). Secondo i dati sulla sovracapacità e le analisi sul sistema italiano pubblicate sulle riviste scientifiche la forte concorrenza delle rinnovabili e la necessità di abbandonare quanto prima le fossili per la crisi climatica, determinano l’auspicabile messa fuori mercato delle infrastrutture legate alle fossili che, quindi, diventeranno investimenti improduttivi, anzi, costosi.

10) I PICCHI
Le stesse analisi di SNAM evidenziano che neanche in condizione di picco giornaliero di uso del metano vi sarebbero criticità già con la rete attuale. Anche per queste evenienze si conferma l’inutilità dell’opera.

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Trivelle e Gas, bocciato dal MITE il progetto relativo al più grande giacimento onshore d’Europa in Abruzzo http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/10/trivelle-e-gas-bocciato-dal-mite-il-progetto-relativo-al-piu-grande-giacimento-onshore-deuropa-in-abruzzo/ Sat, 16 Oct 2021 21:31:12 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14758 A cura di Forum H2O e SOA-Stazione Ornitologica Abruzzese.

Forum H2O e Stazione Ornitologica Abruzzese esprimono grande soddisfazione per l’ennesima vittoria contro un progetto petrolifero in Abruzzo, quella relativa a quello che è stato definito “il più grande giacimento” di gas in terraferma in Europa.

Il Ministero della Transizione Ecologica, sommerso da osservazioni di comuni, regione e associazioni, non ha potuto che esprimere un parere negativo su un progetto che era stato già pesantemente censurato dalla V.I.A. regionale e dal Consiglio di Stato. Dobbiamo dire che il comportamento del Ministero è stato comunque grave visto che ha permesso di riaprire un procedimento che in realtà doveva essere considerato chiuso.

Nel parere negativo della commissione VIA nazionale del marzo 2021 si può leggere “Nonostante il tempo avuto a disposizione e la numerosità ed abbondanza delle produzioni operate dal Proponente, dette criticità per le ragioni sopra evidenziate, tutte qui richiamate, non sono state superate, in quanto è mancata l’analisi degli impatti, diretti e indiretti, di cantiere, di realizzazione, di esercizio, di dismissione, sulle matrici rilevanti.
Tra i più gravi, la mancata adeguata valutazione della localizzazione dell’opera, definita anche nel corso dell’audizione tecnica del 19.3.2021, come “….il più grande giacimento di gas naturale
onshore in Europa……” in corrispondenza di una complessa situazione tettonica e a ridosso di una diga in terra battuta che sbarra un invaso di 4 milioni di metri cubi di acqua, diga completata nel 1962 quando ancora non era stata rilevata la complessità geologica della zona.”

Da subito avevamo sottolineato nelle osservazioni i rischi per la presenza di faglie attive nell’area e di terremoti indotti.

La comunità abruzzese tutta ha dato un altro contributo concreto all’abbandono delle fossili. Per l’ennesima volta lottare porta a risultati concreti per il territorio e per l’ambiente.

Qui il provvedimento del MITE: https://va.minambiente.it/it-IT/Comunicazione/DettaglioUltimiProvvedimenti/2762

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Tap pronta? Pronta un tubo… http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2020/11/tap-pronta-pronta-un-tubo/ Thu, 26 Nov 2020 21:49:32 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14137 A cura del Movimento No TAP/SNAM della Provincia di Brindisi.

“Il Tap è entrato in funzione: porterà in Europa il gas azero” intitolava qualche giorno fa il Sole24ore, “la multinazionale Tap annuncia che il gasdotto è operativo”.

Gli abitanti di Melendugno ci riferiscono invece che i cantieri di TAP lì fervono ancora di lavori; e anche a Matagiola, dove dovrebbe arrivare l’interconnessione TAP/SNAM, ci sono ancora gli scavi aperti… E comunque, come riferisce Il Sole 24ore, è già stato fatto il testing dei tubi.
Ci chiediamo: tutto il gas immesso in un tubo da 1400 millimetri di diametro per 54 KM dove è finito, visto che a Brindisi si ferma tutto e non c’è ancora il collegamento con la Rete Adriatica SNAM?

Si, perché a Matagiola non c’è nessun gasdotto che collega la stazione SNAM con la Rete Adriatica SNAM, che parte da Massafra col gasdotto Massafra-Biccari.

Eppure a Matagiola arrivano o partono per ora 6 gasdotti, oltre a TAP: arriva dalla Sicilia attraverso Bernarda il 42 pollici (1050 mm di diametro) che porta in Salento il metano che consumiamo, compreso il rifornimento per la centrale a turbogas di EniPower nella zona industriale di Brindisi, che consuma 1 milardo di metri cubo l’anno di gas; e poi parte un 18 pollici (450 mm) verso Palagiano, che rifornisce i paesi sulla via Appia.
Ma nessun 48 pollici che possa interconnettersi alla Rete SNAM a Massafra.

Tale megagasdotto di 80 km è una priorità sul sito di SNAM ed è programmato per il 2026: è addirittura un Progetto d’Interesse Comune approvato dal Parlamento Europeo con il finanziamento della Banca Europea degli Investimenti. Ma non è stato presentato a Minambiente ancora neanche lo Studio d’Impatto Ambientale o altra documentazione per l’iter autorizzativo.

Per cui, il gas di questa entrata in funzione, una volta arrivato a Brindisi, dove va a finire? Lo useremo noi di Brindisi la mattina per farci il caffè? Stiamo assistendo in questi giorni a Brindisi a un forte odore acre la sera: non vorremmo fosse dovuto a inopportune perdite del gasdotto…

E il gas di TAP come sarà portato in Europa, visto che da Brindisi manca l’interconnessione con la Rete Adriatica SNAM di Massafra, e visto che tale rete è stata realizzata solo a metà e mancano interi tronchi, come il Biccari – San Salvo, il PRT di Sulmona, il tratto Sulmona – Foligno che dovrebbe attraversare Norcia e le zone terremotate (????), e poi il Foligno – San Sestino, tutti tronconi della Rete SNAM ancora in fase autorizzativa?
Come ammesso dalla stessa SNAM, tale rete sarà completata per il 2025, data spostata poi al 2026: e intanto a Brindisi ne dovremmo bere di caffè per smaltire il gas di TAP…

Inoltre TAP doveva entrare in funzione un anno fa, e durante la fase Covid ha continuato a lavorare, eppure sono in ritardo di un anno, dicono per le proteste della popolazione e per il Covid…

Nella stessa nota TAP sottolinea che in tutto il lavoro non ci sono stati “incidenti di percorso”: ricordiamo che il 26 maggio 2020 moriva Simone Martena, operaio di 34 anni, schiacciato dai tubi a Vernole a causa dell’inosservanza della normativa sulla sicurezza da parte della azienda subappaltatrice Max Streicher.

E i vertici di TAP sono indagati dalla Procura di Lecce per disastro ambientale: la seconda udienza doveva tenersi proprio questo venerdì, il 20 novembre, ma è stata spostata al 29 gennaio 2021 causa Covid. Questo, mentre il processo contro gli oltre 100 attivisti NoTAP per reati minori e spesso ridicoli, va avanti malgrado il Covid.

L’annuncio della inverosimile entrata in funzione di TAP proprio a ridosso dell’udienza dei suoi vertici davanti ai giudici di Lecce sembra una strana coincidenza. Probabilmente la società svizzera vuole passare all’incasso anticipato dei finanziamenti europei (un miliardo e mezzo di euro) ed evitare le penali verso i partner commerciali (Enel, Hera ed Edison) per il ritardo nella fornitura del gas, se il gas non può arrivare al nord o in Europa…

Intanto il consigliere regionale PD Fabiano Amati si è prodigato in questi ultimi mesi per mettere a posto alcune malefatte di SNAM a Tuturano, prontamente denunciati dal Movimento No TAP/SNAM di Brindisi: nella posa dei tubi per il gasdotto TAP/SNAM, a fine maggio, SNAM aveva intercettato la falda di San Paolo, acqua meteorica in un territorio sotto vincolo idrogeologico, che portava acqua ai pozzi dei 400 abitanti della frazione di Torre Rossa e poi sfociava nel Canale di Siedi che alimenta la riserva regionale del Bosco di Cerano, causando un altro disastro ambientale. Amati si è prodigato per far avere ai 400 abitanti l’allaccio all’acquedotto: ma quando gli abitanti han visto che dovevano pagare diverse decine di migliaia di euro per regolarizzare le loro abitazioni, hanno rinunciato, e ancora oggi continuano ad avere i pozzi asciutti e la riserva del Bosco di Cerano è rimasta senza acqua…

Altra battaglia di Fabiano Amati: far avere ai comuni del brindisino le “compensazioni di TAP”. Ma Amati dimentica che l’interconnessione che attraversa il brindisino fino a Matagiola, che è Comune di Brindisi, è un gasdotto di SNAM, non di TAP. E SNAM ha previsto nell’autorizzazione all’opera solo l’incremento della offerta di servizi abbinati al gas: cioè qualche stazione di servizio in più per il metano per auto…

Mentre Commissione Europea e BEI hanno deciso di non finanziare più il gas metano e l’Italia ha firmato l’accordo di Parigi per uscire dai fossili e ridurre le emissioni di CO2, Brindisi vuol diventare “hub del gas” d’Europa. Siamo proprio ritardati…
E come succede da decenni, Brindisi continua ad essere terra di conquista di multinazionali che inquinano e fanno disastri senza scrupoli per il loro profitto e noi brindisini abbiamo le bollette di corrente e metano tra le più alte d’Italia e il tasso di tumore al seno e tumori alle vie respiratorie più alto d’Italia.
Poveri noi fessi….

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Diffida al Governo e richiesta di revoca della convocazione della conferenza di servizi per l’approvazione del gasdotto “Rete Adriatica” (tronco Sulmona – Foligno) http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2018/03/diffida-al-governo-e-richiesta-di-revoca-della-convocazione-della-conferenza-di-servizi-per-lapprovazione-del-gasdotto-rete-adriatica-tronco-sulmona-foligno/ Sat, 31 Mar 2018 20:20:04 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=11909 di Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha inoltrato (30 marzo 2018) un atto di invito formale al Presidente del Consiglio dei Ministri dimissionario Paolo Gentiloni affinchè adotti i provvedimenti necessari per la revoca della convocazione della conferenza di servizi  (art. 14 quater della legge n. 241/1990 e s.m.i.) per il superamento del dissenso manifestato da regioni per l’approvazione del tronco Sulmona – Foligno del progetto di gasdotto appenninico “Rete Adriatica” della Snam Rete Gas s.p.a.

Coinvolti anche i Presidenti delle Regioni Abruzzo, Lazio, Umbria.
Questa attività politico-amministrativa, carica di ingenti conseguenze ambientali e sociali sui territori appenninici, esorbita chiaramente da quei canoni di “ordinaria amministrazione” e del “disbrigo degli affari correnti” propri di un Governo attualmente dimissionario fin dal 24 marzo 2018 e, quindi, non nella pienezza delle funzioni, come richiesto dall’art. 94, comma 1° cost.
Inoltre, giova ricordare che gli stessi provvedimenti conclusivi dei procedimenti di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) dei tronchi Sulmona – Foligno e Foligno – Sestino del progetto di gasdotto “Rete Adriatica” sono tuttora oggetto di ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica effettuati nel 2011 (ricorrenti Provincia di Perugia, Comune di Gubbio, Mountain Wilderness Italia, Lega per l’Abolizione della Caccia, Federazione nazionale Pro Natura, interveniente Gruppo d’Intervento Giuridico onlus).

Il progetto di gasdotto “Rete Adriatica”. Gli impatti ambientali e socio-economici.

Il progetto Snam di gasdotto “Rete Adriatica” ha caratteristiche pesantemente impattanti: una lunghezza complessiva di km. 687 (tubazione di diametro 1.200 mm. a mt. 5 di profondità, servitù di mt. 40), un unico tracciato dal Sud (Massafra, Prov. Taranto) fino all’Italia settentrionale (Minerbio, Prov. Bologna).

Un progetto suddiviso in cinque tronconi (Massafra-Biccari; Biccari-Campochiaro; centrale di compressione Sulmona; Sulmona-Foligno; Foligno-Sestino; Sestino-Minerbio) che attraversa ben dieci Regioni (Puglia, Basilicata, Campania, Molise, Abruzzo, Lazio, Umbria, Marche, Toscana, Emilia-Romagna), interessando aree di rilevante importanza naturalistica (3 parchi nazionali, 1 parco naturale regionale, 21 siti di importanza comunitaria), aree a gravissimo rischio sismico (Abruzzo, Lazio, Umbria, Marche) e idrogeologico, senza che sia stato effettuato un unico procedimento di valutazione di impatto ambientale (direttive n. 85/337CEE e n. 97/11/CE) come richiesto da normativa e giurisprudenza comunitaria (vds. es. Corte di Giustizia CE, Sez. II, 28 febbraio 2008, causa C-2/07) né una procedura di valutazione ambientale strategica (direttiva n. 01/42/CE). Disattese anche altre disposizioni normative specifiche relative al procedimento di V.I.A. e alla corretta redazione dello studio di impatto ambientale.

Avverso tale progetto sono stati presentati vari ricorsi alla Commissione europea da amministrazioni pubbliche (Province di Pesaro-Urbino e di Perugia, Comunità Montana Catria e Nerone, Comune di Gubbio, Comune di L’Aquila), associazioni ecologiste (Gruppo d’Intervento Giuridico, Comitato “No Tubo”, Federazione nazionale Pro Natura, WWF, Italia Nostra, Mountain Wilderness, Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona, Comitato civico Norcia per l’ambiente, La Lupus in Fabula) e venatorie (Arci Caccia – Perugia).

Non solo. Sono stati numerosi gli atti di sindacato parlamentare in sede comunitaria e nazionale, dove l’VIII Commissione permanente “Ambiente” della Camera dei Deputati aveva approvato il 26 ottobre 2011 all’unanimità la Risoluzione n. 7-00518 presentata il 15 marzo 2011 (prima firmataria on. Raffaella Mariani, P.D.) che impegnava il Governo alla modifica del tracciato del gasdotto appenninico “Rete Adriatica”.

Risoluzione tuttora inattuata, come gli analoghi atti approvati in varie occasioni dai Consigli regionali di Abruzzo, Umbria e Marche. Anzi Governo Gentiloni, pur dimissionario, e Gruppo Snam vogliono chiudere la partita quanto prima con il rilascio dell’autorizzazione definitiva.

Infatti, Il Consiglio dei Ministri, nella seduta di venerdi 22 dicembre 2017,  ha deciso “la condivisione dei pareri favorevoli, con condizioni, espressi in conferenza di servizi nel procedimento di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio nella Regione Abruzzo della Centrale di compressione gas di Sulmona, proposta dalla società Snam Rete Gas S.p.a. La delibera tiene in considerazione la rilevanza energetica e il carattere strategico dell’opera, necessaria per la sicurezza degli approvvigionamenti energetici a livello italiano ed europeo”.

Alla deliberazione collegiale è seguito il decreto Ministero dello sviluppo economico (D.G. Sicurezza approvvigionamenti e infrastrutture energetiche) del 7 marzo 2018 di approvazione definitiva del progetto di centrale di compressione del gas naturale di Sulmona e connessione alla rete esistente (il campo di stoccaggio gas in sotterraneo ‘Fiume Treste Stoccaggio’, situato nel vicino Comune di Cupello, già collegato alla Rete Nazionale dei Gasdotti tramite i metanodotti ‘Vastogirardi – San Salvo’ e ‘Campochiaro – Sulmona’).

Il progetto della centrale di compressione del gas di Sulmona è una parte del gasdotto “Rete Adriatica”, il ben noto gasdotto dei terremoti,  ed è pesantemente contestato dalla popolazione.

L’area è fortemente a rischio sismico, come l’intero Appennino fra Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche.

E anche qui – insieme a comitati, associazioni, residenti – il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus continuerà a battersi, fino in fondo.

Il prossimo 21 aprile 2018 a Sulmona si terrà una manifestazione nazionale contro il folle progetto di gasdotto e tutti i cittadini di buon senso sono chiamati a far la loro parte.

Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

Per ulteriori informazioni:  http://gruppodinterventogiuridicoweb.com

 

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Il metanodotto della Snam Rete Gas deve proprio passare nel Parco del Cilento? http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2014/07/ma-il-metanodotto-della-snam-rete-gas-deve-proprio-passare-nel-parco-del-cilento/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2014/07/ma-il-metanodotto-della-snam-rete-gas-deve-proprio-passare-nel-parco-del-cilento/#comments Tue, 15 Jul 2014 22:32:51 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=9997 fiume-bussento

La Snam Rete Gas intende attraversare il Parco del Cilento con un metanodotto lungo il fiume Bussento (in gran parte inserito in zona di protezione speciale), e con l’abbattimento stimato di quasi 30.000 alberi.

Il progetto prevede che un metanodotto proveniente dalla Libia attraverso la Sicilia si immetta sulla terraferma in prossimità della foce del fiume Bussento con due condotte da 80 cm di diametro, pressione 215 bar sino a giungere ad una stazione di decompressione. Da qui riparte una tubatura da 120 cm di diametro trasportante gas metano a 90 bar di pressione, e risale fino ad arrivare a Montesano sulla Marcellana lungo il fiume Bussento nel Parco del Cilento e Vallo di Diano e Alburni e sue aree contigue, che sono siti di Interesse Comunitario e Zone di Protezione speciale di rilevante interesse per i corridoi ecologici del mediterraneo.

La tubatura darà origine alla creazione di un asservimento del territorio attraversato nel primo tratto (2,8 km) di 74 m e nel secondo (41,3 km) di 48 m.

Si stima che l’opera di attraversamento del Parco, comporterebbe l’abbattimento di 28.600 alberi lungo 18 Km di aree boschive ed attraversamenti di ruscelli e torrenti che alimentano il fiume Bussento in gran parte inserito in Siti di Interesse Comunitario e Zone di protezione Speciale.

La denuncia è partita da oltre un anno dal comitato dei cittadini rappresentanti del Comitato COSTA acronimo di COntro Sealine TirrenicA. Il sodalizio, presieduta da Rolf J. L. Mueller – cittadino tedesco trapiantato da molti anni a Tortorella già protagonista di diverse battaglie in difesa del territorio – raggruppa cittadini, tecnici e persone di scienza, che si oppongono al tracciato delineato dalla “ ENI/Snam Rete gas” per il passaggio del gasdotto “Sealine Tirrenica” nel Golfo di Policastro.

Il Comitato persegue due finalità: denunciare i danni irreversibili all’ambiente soprattutto sotto il profilo idrogeologico e faunistico, e quindi particolarmente allo sviluppo turistico, che il tracciato determina; ottenere che il Golfo di Policastro sia tenuto immune dal passaggio della condotta.

L’associazione svolgerà le sue attività d’intesa con la maggior parte dei Comuni i cui territori sono interessati dal tracciato, e che hanno già manifestato enormi perplessità nonché osservazioni molto critiche nei confronti del progetto della Snam.

Lo scorso 1 luglio a Sapri le autorità locali si sono incontrate dichiarando la volontà di recuperare il gap di informazione accumulato in questi mesi in merito alla vicenda discussa, in particolare informandosi sullo stato dell’iter autorizzativo dell’opera presso i Ministeri interessati e gli Enti locali interessati (Regione Campania e Provincia di Salerno) e si sono dati un appuntamento nei prossimi giorni, ciascuno nel frattempo impegnandosi, nel proprio Comune e nelle proprie convinzioni, di deliberare nel proprio Consiglio comunale una dichiarazione di contrarietà alla realizzazione del metanodotto SNAM Sealine Tirrenica.

Il Comitato locale del Forum Salviamo il Paesaggio del Cilento e Vallo di Diano partecipa alla mobilitazione, condividendo una proposta alternativa che escluda le aree del Parco del Cilento e VDA, ma soprattutto contro ogni prevaricazione e imposizione rispetto alle giuste proposte e valutazioni dei cittadini interessati.

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