Monza – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Mon, 10 Oct 2022 09:14:49 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.6 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg Monza – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 Monza: grattacieli di San Fruttuoso, sia data la parola alla cittadinanza e alla consulta di quartiere http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/10/monza-grattacieli-di-san-fruttuoso-sia-data-la-parola-alla-cittadinanza-e-alla-consulta-di-quartiere/ Mon, 10 Oct 2022 09:14:45 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15578 A cura del Comitato San Fruttuoso Bene Comune.

A mezzo stampa abbiamo saputo che la proprietà dell’area di via Ticino, nel quartiere San Fruttuoso, sulla quale dovrebbero sorgere tre grattacieli sta facendo pressione sul Comune per avviare l’iter attuativo del piano tutt’ora fermo alla fase istruttoria.

Il Comitato SFBC, impegnato da tempo alla salvaguardia dell’area, unitamente a Legambiente di Monza ha depositato alla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali della Regione Lombardia la richiesta di vincolo sull’intera area, data la sua importanza storico/paesaggistica documentata di area pertinenziale della Villa Torneamento (bene sottoposto a tutela).

L’area ha anche rilevanza ambientale, essendo non edificata da secoli, “libera”, con verde spontaneo e in parte storico, con visuale prospettica sulle montagne più vicine.
L’obiettivo del Comitato SFBC, oltre al vincolo, è quello di poterla trasformare a parco cittadino/di quartiere, inseribile nel complesso del PLIS del Parco GruBria, dotandola di strutture per giochi, percorso vita, area cani libera. In buona sostanza rendere l’area fruibile dalla cittadinanza pur mantenendo la sua naturalità, in una zona lasciata attualmente alla marginalità e che invece potrebbe essere valorizzata ridando quel respiro di spazio e di veduta intorno alla Villa Torneamento come era nel passato, ricostituendo quel legame, eliminando gli errori del passato (come l’edificazione di una fabbrica a lato della Villa e di due capannoni industriali quasi di fronte).

Non solo: riteniamo che il Documento di Piano del PGT sia scaduto nel maggio del 2022 e che pertanto quell’area (AT 05) sia ora da considerarsi nei fatti inedificabile. Chiediamo quindi che, così come scritto nel programma elettorale del Sindaco Pilotto, venga celermente avviata le variante generale al PGT a “consumo di suolo negativo”.

Quindi siamo a chiedere, prima di qualsiasi trattativa con la proprietà, che l’A.C. coinvolga la Cittadinanza e la Consulta di quartiere per raccogliere i bisogni, le esigenze e le opinioni del territorio e a confrontarsi al fine di identificare l’interesse pubblico da perseguire.

Riteniamo questo percorso di confronto indispensabile in un momento come quello attuale in cui devono essere prese delle decisioni importanti di adattamento climatico che escludono il consumo di suolo libero, risorsa scarsa, la creazione di isole di calore, l’aggravio di mobilità, una urbanizzazione non necessaria, e in positivo il recupero di spazi liberi fruibili nella città.

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Monza: i comitati cittadini uniti contro il cemento http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/06/monza-i-comitati-cittadini-uniti-contro-il-cemento/ Thu, 03 Jun 2021 21:09:28 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14574

La battaglia dei comitati monzesi contro la turbo urbanistica prosegue. Dopo la manifestazione congiunta dello scorso 13 maggio, resta alta l’attenzione nei quartieri e sono previste nuove iniziative.

L’ingiustificato consumo di suolo a Monza, capoluogo della provincia più urbanizzata d’Italia, non accenna ad arrestarsi. I cittadini sono scesi in piazza contro le discutibili e dannose scelte urbanistiche dell’attuale amministrazione comunale, senza dimenticare gli errori del passato e soprattutto chiedendo, in vista delle ormai prossime delle elezioni comunali previste nel 2022, un cambio totale di visione sulla città.

Associazioni e comitati si sono dati appuntamento il 13 maggio 2021 per un sit in sotto le finestre del municipio al grido “più verde e basta cemento”. Testimonianze ed interventi si sono svolti in successione di fronte ad una numerosa cornice di partecipanti muniti di cartelli. Il risultato è stato quello di un messaggio forte e chiaro: dal 2010 sono stati approvati da 3 amministrazioni diverse, piani attuativi per oltre 1 milione di metri cubi. Un’insensata accelerazione del consumo di suolo e di cementificazione che risulta inaccettabile.

Sono state scelte chiaramente insostenibili di fronte alle quali l’unione fa la forza. Non è stata la prima occasione di coordinamento e collaborazione tra i comitati che già 10 anni fa scesero in strada con un corteo nelle vie del centro. E non sarà sicuramente l’ultima.

Perché sono veramente tante le situazioni “a rischio cementificazione” che preoccupano: l’area di pregio storico dell’Ex Buon Pastore di via Cavallotti, l’ex Feltrificio Scotti di viale Cesare Battisti, le torri che incombono sull’area di Via U. Foscolo, le aree verdi in pericolo al quartiere Cazzaniga e a San Fruttuoso. I problemi ambientali del quartiere di S.Albino, la mancata adesione di Monza al Parco sovracomunale del Grubria ed altre ancora a cui si aggiungono le vicende legate alla gestione del Parco e della Villa Reale

Tante gocce che fanno traboccare un vaso già pieno. Negli anni i comitati non hanno fatto mancare osservazioni e proposte: è stata chiesta una variante al PGT con obiettivo zero consumo di suolo, la creazione di nuovi parchi e la salvaguardia su tutte le aree libere.

Con una popolazione che da tempo è stabile intorno ai 120.000 ab e diverse aree da recuperare, è evidente la necessità di puntare su ristrutturazione e valorizzazione dell’esistente, conservando e, perché no, recuperando dove possibile la naturalità dei suoli. “Più suolo, Più vita” recitava uno degli striscioni presenti, affiancato da la “transizione ecologica non è cementificazione” e ovviamente “stop al consumo di suolo”.

Quando e perché nasce il coordinamento delle associazioni e dei comitati? Ci risponde Giorgio Majoli, portavoce del coordinamento.

Il Coordinamento di Monza è nato più di dici anni fa, promosso da Legambiente e Italia Nostra. nel corso degli anni ha visto ingrossare le proprie file e oggi conta ben 14 Comitati sparsi in tutta la città.

E’ nato per contrastare la proposta di edificare 1,7 milioni di metri cubi sulla aree agricole di Monza con una variante al PGT. La manifestazione seguita allora (2011) ha visto la partecipazione di 350 persone che scesero in piazza contro quel Piano di Governo del Territorio.

Quali saranno le prossime iniziative?

Le prossime iniziative si svolgeranno nel mese di giugno, con l’iniziativa “Qui Monza” La voce dei Comitati. Quattro serate in diretta Facebook e YouTube durante le quali ciascun Comitato racconterà le proprie critiche e le proprie proposte alternative ai progetti di cementificazione portati avanti dall’attuale Amministrazione di centro destra.

Il Coordinamento non mancherà inoltre di pubblicare il 3° Libro Bianco sulla città, che seguirà quelli redatti nel 2015 e nel 2018.

Luca D’Achille @LucaDAchille

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Monza: Triante, un quartiere da salvare! http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/03/monza-triante-un-quartiere-da-salvare/ Sun, 21 Mar 2021 21:45:45 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14406 A cura di Consulta di Triante.

Triante è uno dei 10 attuali quartieri di Monza. Attualmente conta circa 15.000 abitanti su una superficie di circa 2 kmq, con un’alta densità abitativa (circa 8000 abitanti/kmq).

Il quartiere Triante è sempre stato caratterizzato da ampie aree verdi, pubbliche o private, alcune agricole, ma negli ultimi anni si è assistito ad un impoverimento di queste aree e al loro posto sono sorti e sorgeranno edifici residenziali o aree commerciali.

Monza non ha bisogno di altri appartamenti o supermercati: in città esistono almeno 4000 appartamenti vuoti e la popolazione non cresce da 40 anni.

Il PGT approvato nel 2017 e la sua variante, peggiorerà la situazione e apporterà ancora cemento su tutta Monza, Triante compresa, con ulteriore consumo di suolo e aumento delle aree impermeabilizzate (suolo consumato a Monza nel 2018 circa 15 %, secondo i dati ISPRA).

Ricordiamo l’area dell’ex-Buon Pastore (AT07), di circa 30000 mq, comprendente anche un parco secolare, vincolata dalla Soprintendenza delle Belle Arti, il cui progetto prevede 3 edifici residenziali per un totale di circa 240 appartamenti e 350 box, con un consumo di suolo di 5913 mq, il P.I.I. l dell’area ex-Colombo in piazzale Virgilio, dove si prevede anche una media struttura commerciale, oltre a diversi permessi di costruire convenzionati in diverse piccole aree del quartiere.

Al contrario, il verde pubblico o privato è in continua diminuzione ed è inferiore ai 3 mq a testa, molto al di sotto della media dei 9 mq richiesti dalla normativa.

Alcune aree verdi pubbliche sono state messe in vendita, come le aree in Via Meda, ad uso privato. di 370 e 490 mq, il terreno agricolo incolto di Via Gondar/Macallè, di 980 mq.

Pochi i servizi. Non sono stati incrementati i percorsi ciclopedonali, non esiste una piazza, un centro di aggregazione giovanile o per anziani. Non esistono piani di edilizia residenziale pubblica.

Monza ha aderito al Green City network nel 2019.

Richiediamo che nel quartiere Triante:

  • venga reintrodotto il Parco di Viale Europa, area centrale del quartiere, previsto dal vecchio PGT
  • non vengano cedute le due aree verdi di via Meda, utilizzabili come piccole aree verdi ‘aperte’, definibili ‘aree di confort’ necessarie a mantenere l’equilibrio climatico,
  • non venga ceduta l’ultima area agricola del quartiere, situata tra via Macallè e via Gondar, utilizzabile per orti civici e/o per realizzare un parco agricolo,
  • vengano introdotte nuove piste ciclabili,
  • vengano rispettate le linee guida delle Green City,
  • vengano rispettati gli standard normativi per l’estensione del verde pubblico.

Qui potete sottoscrivere una petizione on line a tutela del quartiere Triante.

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Abitare a Monza 2. Appunti sulla turbourbanistica http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/02/abitare-a-monza-2-appunti-sulla-turbourbanistica/ Wed, 10 Feb 2021 09:37:49 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14307

Un’autoproduzione FOA Boccaccio 003, con la partecipazione del Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni di Monza e Friday For Future Monza.

Nel 2013 la realizzazione di “Abitare a Monza 1” si inseriva a supporto delle lotte per il diritto all’abitare nel pieno dell’emergenza sfratti di quel periodo. Oggi “Abitare a Monza 2” si colloca invece in continuità con le mobilitazioni contro i provvedimenti urbanistici della Giunta Allevi di questi mesi.

Piani attuativi, rigenerazione urbana, variante normativa: abbiamo provato a capirci qualcosa, tradurre norme e progetti nel linguaggio di chi abita i quartieri, condensando tutto in una ventina di minuti. Siamo giunti alla fase cruciale dell’approvazione di molteplici delibere che intendono consegnare Monza alla speculazione, alla privatizzazione, all’esclusione sociale.

Questi “Appunti sulla turbourbanistica” vogliono essere un promemoria per le prossime mobilitazioni contro la realizzazione di un modello di città basata esclusivamente sul profitto di pochi.

Dopo l’approfondita mappatura delle “ferite aperte di Monza”, due critical mass, una massiccia campagna social sulle singole vertenze, l’uscita di questo breve documentario segna uno spartiacque verso una nuova fase di conflitto, che non lasci spazio ad alcuna rassegnazione, ma sia occasione di rilancio e affermazione di quei valori di giustizia sociale e climatica calpestati dal disegno della Giunta.

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Monza: l’ombra di 3 alti casermoni sul vialone storico della Villa Reale http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2020/07/monza-lombra-di-3-alti-casermoni-sul-vialone-storico-della-villa-reale/ Mon, 06 Jul 2020 09:43:14 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=13893

L’ultima variante del progetto che interessa l’area storica dell’ex feltrificio Scotti su Viale Cesare Battisti a Monza prevede un aumento delle altezze. Più appartamenti, più traffico e una profonda ferita al patrimonio storico a cui si oppongono cittadini e comitati, anche con una petizione online.

Giornate intense di mobilitazione e azione

Subito dopo la pubblicazione della documentazione che ha reso noti i contenuti della variante al Programma Integrato di Intervento (P.I.I.) dell’ “Ex Feltrificio Scotti” di via C. Battisti a Monza, i cittadini si sono mobilitati. Dal passaparola ai banchetti, la consapevolezza del rischio incombente e la determinazione dei residenti più vicini all’area in questione, ha fatto nascere il Comitato Residenti Area Scotti che ora cresce raccogliendo numerosi cittadini interessati a collaborare e appoggiare le iniziative del gruppo. La segnalazione è arrivata anche alla nostra redazione e diversi giornali hanno iniziato ad occuparsi della vicenda.

Un primo successo, forse inaspettato e per questo ancora più incoraggiante , è quello della petizione NO AI CASERMONI SU VIALE CESARE BATTISTI DI MONZA lanciata lo scorso 28 giugno che, in una settimana ha superato le 1.800 firme. Un numero che può crescere perchè è ancora possibile firmare su change.org a questo link.

Durante la conferenza stampa del 3 luglio 2020 Antonella Gaddi, referente del comitato, ha sottolineato la criticità di un progetto, ormai avviato da tempo, su cui però si può ancora intervenire chiedendo, molto chiaramente, una riduzione del numero dei piani.

Cosa sta succedendo?

L’iter del Programma Integrato di Intervento (P.I.I.) è iniziato nel 2015. Nel 2018 alcune modifiche proposte avevano iniziato a cambiare la fisionomia dell’intervento che era già stato approvato in consiglio comunale. Ora con la modifica dello scorso maggio si propone un aumento della superficie residenziale, riducendo quella per il terziario e il commerciale. Ma soprattutto si staglia all’orizzonte un aumento considerevole delle altezze degli edifici che da 4 passano a 5 e “crescono” rispetto a quanto inizialmente previsto. 5 casermoni, così sono già stati giustamente ribattezzati, di cui 3 da oltre 32 metri, con più di 140 nuovi appartamenti.

L’intervento previsto porterà quindi più appartamenti e sicuramente più guadagno per i proponenti, ma senza dubbio meno sostenibilità e meno rinaturalizzazione, principi che in realtà dovrebbero prevalere per la salute dei cittadini e per l’interesse pubblico. Ma ci saranno soprattutto conseguenze preoccupanti sulla vivibilità e sul traffico (auto in ingresso e in uscita si concentreranno su un’unica via) in una zona già congestionata che lo stesso Rapporto Preliminare definisce come un contesto che risulta “molto denso e urbanizzato“.

In più verrà profondamente modificata un’area dall’importante valore storico e paesaggistico. Perché, come si ricorda nella petizione, il viale Cesare Battisti, o meglio il vialone, “è vincolato con decreto ministeriale del 1965, è parte fondamentale della storia di Monza e ne verrebbe completamente snaturato il suo significato oltre che la sua forma e la visione prospettica di collegamento ideale con Vienna secondo i disegni originali del Canonica“.

I cittadini residenti nella zona ma non solo, hanno compreso da subito il rischio di “una ferita al patrimonio storico culturale e paesistico della città, che ne cambierà per sempre l’immagine“. E’ vivo il ricordo di un’altro intervento che 10 anni fa circa aveva già profondamente cambiato quella zona come ancora oggi si può vedere: il centro commerciale Auchan del Rondò dei Pini

Rischia di sparire anche la memoria storica di un’area, quella dell’ex feltrificio, caratterizzata dalla presenza della ciminiera, che per il comitato è un bene storico da mantenere e recuperare insieme ai capannoni. Di questo elemento, che da sempre caratterizza la zona, era inizialmente prevista la conservazione. La variante prevede invece l’eliminazione quasi totale.

Ci chiediamo: ben venga il recupero di un’area degradata, ma questo deve per forza coincidere con un’inopportuno sovrasfruttamento? Con la motivazione di risolvere una situazione di degrado e abbandono, si può giustificare questa corsa verso l’alto? Crediamo proprio di no. Così facendo non si arresta il consumo di suolo. Lo si riduce, solo formalmente, rispetto alla precedente proposta, pagando però questa scelta in termini di impatto visivo e sostanziale. Sarebbe più opportuno tener conto del notevole patrimonio immobiliare sfitto e dei tanti progetti incompiuti, alcuni di questi ricordati dal comitato in conferenza. In più l’effettivo andamento demografico cittadino non giustifica, dal punto di vista dell’interesse pubblico, questo aumento.

Non c’è solo l’area Scotti

Per l’intervento in questione è stata avviata la procedura di verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica. Entro il 28 luglio quindi c’è un’altra fase importante, quella della presentazione delle osservazioni al Programma Integrato di Intervento su cui il comitato e gli ambientalisti sono già al lavoro.

Il nuovo Comitato Residenti Area Scotti si aggiunge ad una realtà di movimenti, molto attivi e ben coordinati sia a livello cittadino che provinciale.

Perchè le minacce al paesaggio e al territorio sono tante. Lo ricorda Giorgio Majoli del coordinamento delle associazioni e dei comitati. «Ci sono altri piani in itinere, molti caratterizzati da questa corsa verso il cielo, insostenibile dal punto di vista paesaggistico e ambientale» aggiunge Majoli «Dai 50 m (16 piani) del bosco verticale previsto in Via Ugo Foscolo ai 12 piani sull’area dell’ex Buon Pastore di via Cavallotti, vincolata dalla Soprintendenza come bene monumentale». Solo per citare due delle tante “vertenze urbanistiche” che interessano il capoluogo della provincia più urbanizzata d’Italia.

Da qualche settimana è in corso un’altra importante battaglia che da Monza interessa i comuni limitrofi e, per i benefici ambientali che potrebbe avere, tutta la provincia. Quella per l’adesione del Comune di Monza al Parco Locale di interesse Sovracomunale Grubria. Si tratta di aree agricole, verdi e libere minacciate da interventi di cementificazione come il deposito della futura linea metropolitana M5.

Luca D’Achille@LucaDAchille

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Comitati, gruppi e associazioni ambientaliste chiedono al comune di Monza di aderire al nuovo parco locale GruBria http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2020/03/comitati-gruppi-e-associazioni-ambientaliste-chiedono-al-comune-di-monza-di-aderire-al-nuovo-parco-locale-grubria/ Tue, 10 Mar 2020 22:07:56 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=13647

Sono 24 i soggetti riuniti nell’appello diffuso in questi giorni a sostegno del nuovo parco locale nato dall’unione Grugnotorto-Villoresi e Brianza Centrale. Non può mancare il capoluogo di provincia, che temporeggia da tempo su un’adesione già approvata nel 2016. C’è anche una petizione online con cui i cittadini possono sostenere questa richiesta.

Perchè Monza  non è nel parco locale di interesse sovracomunale (PLIS) GruBria? E’ questa la domanda che offre il titolo al comunicato dello scorso 6 marzo con il quale il Coordinamento di Associazioni e Comitati di Monza e il Coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di MB vogliono sostenere il nuovo parco che sta muovendo i primi passi.

Per la città, ma anche per la provincia, l’obiettivo dichiarato del raggruppamento di comitati e associazioni è rendere partecipi i cittadini per la valorizzazione del Parco, considerato “un importante tassello per la salvaguardia dei territori liberi dalla cementificazione, per la realizzazione dei corridoi ecologici e di un sistema verde a nord di Milano”.

Ai dieci comuni già consorziati (Bovisio Masciago, Cinisello Balsamo, Cusano Milanino, Desio, Lissone, Muggiò, Nova Milanese, Paderno Dugnano, Seregno, Varedo) che garantiscono 2.063 ettari di terreno vincolato, manca il contributo del Comune di Monza.

Eppure nel 2016 l’adesione ad uno dei due parchi che oggi costituiscono il PLIS GruBria, quello del Parco del Grugnotorto-Villoresi, era già stata approvata dal Consiglio Comunale. Ma i  218 ettari individuati ancora mancano così come la convenzione e il versamento delle quote previste. Aderire è fondamentale per proteggere le aree verdi e agricole come quelle della Boscherona, della parte ovest di San Fruttuoso (due fasce di spazi aperti), e del Casignolo (a sud di viale Campania). 

Quale futuro attende queste aree se non entreranno nel parco? “Non si può escludere che potrebbero verificarsi interventi di cementificazione, come il deposito della linea metropolitana M5 previsto nel relativo studio di fattibilità” conclude il comunicato ricordando che la Provincia di Monza e Brianza “è capolista nella triste classifica delle province d’Italia con il più alto indice di consumo di suolo”. 

Il testo del comunicato Perchè Monza  non è nel parco locale di interesse sovracomunale (PLIS) GruBria? e la petizione on line Monza deve aderire al Parco Grugnotoro Villoresi e Brianza Centrale (Grubria).

Luca D’Achille@LucaDAchille

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Proposte per Monza: sviluppo sostenibile e zero consumo di suolo http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2019/07/proposte-per-monza-sviluppo-sostenibile-e-zero-consumo-di-suolo/ Sun, 28 Jul 2019 06:08:15 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=13078 Il Coordinamento di Comitati e Associazioni di Monza promuove una raccolta firme per fermare il consumo di suolo, recuperare le aree dismesse rispettandone i valori storici e ambientali, potenziare la mobilità sostenibile.

A Monza ci sono le condizioni per fermare il consumo di suolo, in quanto:

1) la superficie urbanizzata è al 68,82% comprensiva di larga parte del Parco (DUSAF 2012);

2) il patrimonio delle aree dismesse è circa 650.000 mq;

3) gli alloggi sono in totale 58.117, ed il 12% (circa 6980) di questi risultano non occupati (ISTAT dicembre 2016).

Nonostante ciò, nella nostra città il consumo di suolo purtroppo continua ad avanzare! Da gennaio 2012 a maggio 2019, sono stati approvati 27 Piani Attuativi (di cui 16 su aree libere) e altri interventi edilizi (titoli abilitativi) sempre su aree verdi e agricole. I quartieri interessati dal maggior numero di interventi di consumo di suolo, sono Triante e San Biagio-Cazzaniga, che hanno rispettivamente 4 piani attuativi ciascuno, a cui si aggiungono altri tipi di interventi urbanistici su aree libere in alcuni quartieri (Cazzaniga, …).

Il 20/12/2018 la Giunta ha avviato la redazione della Variante al Piano di Governo del Territorio (PGT) che è principalmente normativa. Tale scelta è assai riduttiva, perché non risolve le criticità del PGT vigente (consumo di suolo, previsione eccessiva di nuovo residenziale).

In data 08/03/2019 (e poi in data 11/03/2019) il Coordinamento di Associazioni e Comitati di Monza ha consegnato in municipio una serie di proposte alla variante PGT tramite le quali si chiede, in sintesi:

  • restauro di Villa e Parco alla loro vocazione originaria;
  • bonifica delle aree inquinate;
  • ampliamento del Parco Est Cave, creazione di un Parco periurbano;
  • riqualificazione di aree dismesse con riduzione della destinazione residenziale favorendo altri usi (scuole, servizi, produttivi, aree verdi);
  • potenziamento della rete ciclabile;
  • modifica partecipata del tracciato della metropolitana M5 a servizio della parte occidentale.

Inoltre è necessario un provvedimento di salvaguardia su tutte le aree libere (allegato 1), per evitare ulteriore cementificazione di aree verdi ed agricole, sino all’approvazione di una Variante PGT a ZERO CONSUMO DI SUOLO, e portando avanti interventi sul patrimonio edilizio esistente (recupero aree dismesse, riqualificazione energetica edifici, assegnazione alloggi non occupati).

Chiediamo all’Amministrazione Comunale di tenere conto delle suddette proposte del Coordinamento, sia nell’immediato che in fase di elaborazione della Variante PGT.

Il Coordinamento: Legambiente Circolo di Monza, CCR Gruppo ambiente e territorio, Comitato Parco di Monza A. Cederna, Comitato Bastacemento, Comitato via Boito–Monteverdi, Comitato via della Blandoria, Comitato Triante, Comitato quartiere S. Albino, Comitato quartiere San Donato, Comitato quartiere San Carlo e San Giuseppe, Comitato Buon Pastore.

Allegato 1
PROPOSTE PER MONZA: SVILUPPO SOSTENIBILE E ZERO CONSUMO DI SUOLO
Nel Piano di Governo del Territorio (PGT) approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n.8 del 06/02/2017 molte aree libere sono classificate come edificabili. Alcune di queste, purtroppo, sono state edificate oppure in costruzione tramite vari interventi di cementificazione (piani attuativi, titoli abilitativi). Le rimanenti invece sono ancora libere ed è urgente e necessario tutelarle con un provvedimento di salvaguardia sino all’approvazione di una Variante PGT a ZERO CONSUMO DI SUOLO, la quale preveda che le aree verdi vengano inserite nel Piano dei Servizi con una loro destinazione a Verde (art. 10 delle norme del PdS) mentre le aree agricole vengano inserite nel Piano delle Regole con una loro destinazione ad attività agricola (art. 22 delle norme del PdR). Di seguito si riporta a titolo di esempio, un elenco di aree libere da salvaguardare.

DOCUMENTO DI PIANO
Ambiti di trasformazione – AT
AT_05 | VIALE LOMBARDIA-VIA TICINO
Tale ambito contiene un’area verde da tutelare.
AT_07 | VIA CAVALLOTTI, EX BUONPASTORE
Tale ambito contiene un’area verde da tutelare.
AT_09 | VIA MONTE OLIVETO
Tale ambito contiene un’area verde da tutelare.
AT_10.a/b | VIA SOLONE-VIA DE PRATI
Tale ambito contiene aree verdi da tutelare.
AT_13 | VIA PHILIPS-VIA GUERRAZZI
Tale ambito contiene un’area verde da tutelare.
AT_26.a/b | PIAZZA CAMBIAGHI, EX CAMBIAGHI
Tale ambito contiene un’area verde da tutelare.
AT_27 | VIA NIEVO
Tale ambito contiene un’area agricola da tutelare.
AT_35.a/b | VIA GIOVANNI CIMABUE
Tale ambito contiene un’area agricola da tutelare.
AT_42 a/b |VIA DON MINZONI-VIA BOCCACCIO
Tale ambito contiene un’area verde da tutelare.

Ambiti compatibili con la trasformazione – AcT
AcT_1 | BETTOLA – PARCO DEL CASIGNOLO
Area coltivata da tutelare.
AcT_2 | VIA DELLA TACCONA OVEST
Prato da tutelare.
AcT_3 | VIA DELLA TACCONA EST
Area verde da tutelare.
AcT_4 | VIA DELLA GUERRINA
Area agricola da tutelare.
AcT_7 | VIA LOVERA
Tale ambito contiene una parte agricola e boschiva da tutelare.
AcT_8 | VIALE DELLE INDUSTRIE
Tale ambito contiene aree boscate e aree a prato da tutelare.

PIANO DELLE REGOLE
Comparti residenziali di completamento – Aree C
N.2 Via Boito – Pergolesi
Prato alberato da tutelare.
N.3 Via Perosi – Birona
Campo agricolo da tutelare.
N.8 Via Sarca
Area verde da tutelare.
N.10 Via Longarone
Aree verdi da tutelare.
N.11 Viale Europa – Marsala
Prato da tutelare.
N.7 Via Scrivia
Aree verdi da tutelare.

Aree per attività economiche – Aree D
Aree D1 perimetrate
Ex Piano Particolareggiato industriale Stucchi-Pompei-Ercolano
Aree verdi e agricole da tutelare.
Aree D2 perimetrate di riordino urbano e ambientale
Via San Damiano (in prossimità del confine urbano)
L’area contiene spazi verdi da tutelare.

PIANO DEI SERVIZI
Parco di Monza
Tutelare anche le aree libere dell’autodromo.
Area della Reggia
Contiene aree libere da tutelare.

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A Monza procede il progetto per trasformare aree verdi in fabbricati alti fino a 32 metri http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2019/07/a-monza-procede-il-progetto-per-trasformare-aree-verdi-in-fabbricati-alti-fino-a-32-metri/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2019/07/a-monza-procede-il-progetto-per-trasformare-aree-verdi-in-fabbricati-alti-fino-a-32-metri/#comments Wed, 03 Jul 2019 20:29:56 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=13018 Lo scorso anno avevamo raccontato una petizione promossa dai cittadini monzesi con cui si chiedeva all’amministrazione comunale di Monza di ripensare l’uso delle aree abbandonate intorno al polo scolastico Frisi-Mosè Bianchi-Hensemberger, in particolare l’area Buon Pastore: una superficie di circa 28.000 mq, oltre la metà della quale occupata da area verde.

Le ultime notizie sulla vicenda non sono affatto positive; a breve l’area dell’Ex Buon Pastore verrà sottoposta ad una pesante edificazione e ristrutturazione che, in variante al piano regolatore vigente, prevede la costruzione di circa 150 appartamenti distribuiti su 4 fabbricati con altezza fino a 32 metri (9 piani); si prevedono circa 42 mila metri cubi di nuova edificazione, di cui 80% ad uso residenziale ed i restanti a terziario – commerciale, con un consumo di suolo di quasi 6.000 mq, su quello che era un giardino storico!
Prevede inoltre l’insediamento di non meglio indicate attività commerciali all’interno della Chiesa Panottica.
Il progetto attuativo non è ancora pubblico in quanto sottoposto ad una verifica di VAS (Valutazione Ambientale Strategica), ma è noto che la Giunta Comunale ha valutato positivamente la proposta dell’Impresa costruttrice, accettando che l’incremento in altezza della costruzioni sia giustificato da una maggiore superficie delle aree verdi e compensato dalla realizzazione in altra area di Monza (da definirsi) di una struttura per il pattinaggio sportivo a rotelle.

Questo insediamento, che per effetto dei suoi volumi comporterà la costruzione di parcheggi sotterranei per centinaia di auto, provocherà l’aumento:

  • dell’inquinamento dell’aria e del rumore
  • della paralisi viabilistica specialmente nell’ore di entrata ed uscita dalle scuole
  • dei volumi dei rifiuti solidi urbani

per non parlare dei maggiori carichi sul sistema fognario, sul sistema idrico ed elettrico.

Monza è purtroppo ricca di obbrobri architettonici e paesaggistici voluti da precedenti amministrazioni di differente colore politico. Quello che ora i cittadini chiedono è che l’amministrazione Comunale operi prioritariamente per il bene dei cittadini di Monza e non assecondi acriticamente le richieste di investitori di passaggio.

Basta deroghe al piano regolatore!” è la richiesta del Comitato Buon Pastore, di Legambiente Circolo di Monza, del Comitato Triante e del Comitato San Carlo che invitano tutti coloro che sono interessati a tenere sotto controllo l’iter di approvazione del progetto e/o vogliono presentare osservazioni e suggerimenti a contattarli direttamente (buonpastoremonza@gmail.com).

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http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2019/07/a-monza-procede-il-progetto-per-trasformare-aree-verdi-in-fabbricati-alti-fino-a-32-metri/feed/ 3
Tre parchi a confronto: la vera ricchezza è la conservazione del paesaggio e della cultura http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2018/07/tre-parchi-a-confronto-la-vera-ricchezza-e-la-conservazione-del-paesaggio-e-della-cultura/ Tue, 03 Jul 2018 20:08:52 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=12071

Vocazione, contesti, scelte gestionali ed esperienze dall’esito differente. Central Park di New York, il Parco Nord Milano e il Parco di Monza sono stati messi a confronto a Monza in una serie di incontri dal titolo “Paesaggio, natura e cultura nei parchi in città”.

Bianca Montrasio, portavoce del Comitato per il Parco di Monza, ci spiega quando nasce l’idea del confronto e con quali obiettivi.

Da tempo crediamo nella necessità di scambiare informazioni tra diverse realtà. Ci siamo già confrontati in passato con il collettivo Save Albert Park di Melbourne. Abbiamo potuto scoprire cosa hanno fatto e trarne importanti suggerimenti per migliorare la tutela del nostro parco dove quello che manca è un indirizzo generale, una visione che non sia quella dei mega eventi che hanno svilito il complesso monumentale della Villa e del Parco”.

Chi ha contribuito e come sono state scelte le realtà da mettere a confronto?

Grazie alla collaborazione dell’Associazione Amici dei Musei è stato possibile realizzare questi 3 incontri. Abbiamo già organizzato importanti eventi anche in collaborazione con il Museo di Storia Naturale di Milano. Non abbiamo voluto mettere a confronto Monza con realtà che potrebbero sembrare più simili per valenza storico-paesaggistica come Schonbrün e Versailles. Abbiamo invece sviluppato un confronto sugli aspetti gestionali e le scelte di visione, scoprendo le eccellenze di Central Park e soprattutto quelle del più vicino Parco Nord Milano”.

Origine e caratteristiche dei tre parchi

I tre parchi, seppur con elementi comuni, sono caratterizzati da origine e vocazione differente. Il Parco di Monza, che nasce dalla volontà reale per il completamento del complesso monumentale di Villa e Giardini, è il più antico. Proprio per la sua origine e specificità, deve essere considerato un parco storico. Traggono origine da un’iniziativa pubblica gli altri due parchi che si differenziano dal primo per vocazione. Central Park nasce come parco urbano per creare un’isola verde nell’edificato. Il Parco Nord come parco sovracomunale periurbano.

Il visitatore di Central Park si trova davanti una ricostruzione del paesaggio americano” ha spiegato Matteo Barattieri, relatore del primo incontro. In un’area che in prima fase era utilizzata come pascolo, sono stati successivamente realizzati interventi creando zone con rocce, labirinti e, più tardi, i giardini ”formali”.


Il Parco Nord si sviluppa e si caratterizza grazie a continue opere di piantumazione: sono 500.000 gli alberi messi a dimora. Sono addirittura state piantumate aree in attesa di edificazione per “guadagnare”, anche temporaneamente, un po’ più di natura. È presente anche una parte agricola, quella della Balossa. C’è molto di più nel Parco di Monza: una vera e propria composizione armonica di viali, monumenti, aree boscate e prati.

L’elemento acqua è presente in tutti e tre i parchi ma anche in questo caso con funzioni differenti: i laghi di Central Park sono stati originariamente pensati come fondamentale riserva d’acqua. Sono aree funzionali alla regimazione delle acque meteoriche quelli del Parco Nord. In questo secondo parco c’è anche un corso d’acqua principale, il Seveso, anch’esso recuperato. Laghetti, rivoli e cascatelle si trovano anche al Parco di Monza, anch’esso caratterizzato dal passaggio di un fiume: il Lambro.

Se il parco americano può mostrare solo qualche testimonianza di antiche fortificazioni, in quello milanese è interessante il recupero dei bunker Breda. Ma il valore del complesso monumentale del Parco di Monza, formato dalla villa, dai giardini reali e dalle ville Mirabello e Mirabellino è di gran lunga superiore: alle scenografie naturali si aggiunge un notevole patrimonio architettonico che negli altri due parchi non è presente.

Utilizzo delle aree e ruolo nel contesto territoriale

E’ sostanziale la differenza di ruolo che queste aree assumono rispetto al territorio circostante: Central Park è considerato un’isola verde in un’area fortemente edificata, senza particolari assi prospettici: i progettisti vincitori del concorso hanno puntato sui dettagli. Al contrario il Parco Nord si identifica proprio come elemento di connessione dei territori rimasti liberi, allargandosi e proponendo prospettive di ampio raggio, verso il Monte Rosa e il Resegone. Anche il Parco di Monza, seppur rencitato da subito, è qualcosa che va oltre la città di Monza e si apre con visuali che si sviluppano sui viali esterni.

Come sono utilizzate e quanto sono frequentate queste aree? Central Park e il Parco di Monza vengono chiusi di notte, il Parco Nord, sia per conformazione che per scelta, no. Sono 42 milioni all’anno i visitatori del parco newyorkese che hanno a disposizione 5 centri visita e spazi liberi, oltre che per correre e pedalare, anche per pescare e praticare birdwatching. Superano i 2 milioni all’anno i frequentatori del Parco Nord che possono usufruire di un recente centro ristoro, un’estesa rete di percorsi ciclabili con passerelle per collegare e superare agevolmente strade e autostrade e tante iniziative di carattere ambientale. Ha meno visitatori il Parco di Monza nonostante le potenzialità.

Non ci sono concessioni private a Central Park, è un luogo democratico e condiviso, gratuito. Il Parco Nord si origina intorno a grandi strutture esistenti (aeroporto, ospedale, scuole) senza generare conflitto ma, al contrario, sviluppando elementi di valorizzazione. Un parco che punta a diffondere natura e cultura, che si espande piantando alberi e che si fonda sulla solidarietà e collaborazione dei comuni aderenti. Il Parco di Monza storicamente si apriva per le celebrazioni di corte. Oggi la frequentazione è libera ma sono troppe le recinzioni interne: diverse aree, anche di pregio, sono state concesse ai privati (autodromo, golf, tennis) e sono molte le parti, anche di pregio, interessate da grandi eventi incompatibili.

Governance e sostenibilità economica 

I numeri e le esperienze illustrate dimostrano che un parco non sopravvive grazie a usi differenti dalla sua vocazione di area naturale e pubblica: la sua ricchezza può essere conservata e valorizzata al meglio con scelte differenti. Sono più di 7.000 gli eventi a Central Park, ma in forma ridotta, di valore culturale e formativo. “Al Parco Nord” ha detto il direttore Riccardo Gini durante la seconda serata “non abbiamo voluto grandi concerti e campi da golf”. Hanno scelto laboratori di sostenibilità con scuole e aziende, imprenditoria giovanile ed educazione ambientale, orti comuni e fattoria didattica, campi da baseball liberi. Tutte azioni attuate ricordando sempre l’obiettivo di tutela naturalistica dell’area e quello di utilità collettiva. Il velodromo, unica area a pagamento gestita da un’associazione, è stato realizzato intorno ad un laghetto che è in realtà una vasca di laminazione per piogge intense. In più le aziende intervengono per realizzare laghi e finanziano la piantumazione degli alberi. Anche il Vaticano ha compensato la visita del Papa con nuove aree piantumate.

Altrettanto importante per scoprire buone pratiche “esportabili” è stato l’approfondimento sull’organizzazione e il finanziamento dei tre parchi. Sono differenti le strutture organizzative e di governo. A Central Park è dagli anni 80 che alla gestione pubblica si è aggiunto un gruppo di gestione privato in convenzione. Sono consorzi il Parco Nord (riconosciuto come parco regionale sovra-comunale) e il Parco di Monza costituito da 5 enti differenti: comune di Monza, di Milano e Regione Lombardia (che sono proprietari di alcune parti), la Camera di Commercio e Confidustria Monza e Brianza.

Come attuare un’efficace protezione del paesaggio sostenibile economicamente? È qui che il confronto fa emergere gli spunti più significativi. A Central Park il 75% delle spese è coperto con fondi privati. Con soldi pubblici sono state acquistate le aree del Parco Nord ma anche qui è in corso un progetto di donazioni che sta dando buoni risultati. Sono gli enti pubblici coinvolti a sostenere economicamente il Parco di Monza. L’apporto privato è rilevante solo in termini di concessioni, cioè di parti del patrimonio sottratte all’uso pubblico in evidente contrapposizione con la tutela dello stesso.

È essenziale inoltre il contributo delle persone impegnate. Sono più grandi per estensione rispetto al parco d’oltre oceano, ma il Parco Nord e il Parco di Monza presentano una grossa differenza in termini numerici di personale dedicato alle attività del parco. A Central Park per “soli” 341 ettari ci sono oltre 200 dipendenti e circa 4000 volontari. Anche al Parco Nord ai dipendenti fissi si aggiungono 140 guardie ecologiche e anche volontari, giovani del servizio civile e associazioni attivamente coinvolte. Il Parco di Monza, che supera come il secondo i 700 ettari, si limita a soli 19 dipendenti. 

Le carenze gestionali e le scelte discutibili illustrate nel terzo incontro dai referenti del comitato per il parco di Monza “Antonio Cederna” appaiono, dopo questo confronto, ancor più marcate. La conservazione del paesaggio e della ricchezza naturale e culturale di questi parchi, urbano, sovracomunale o storico che sia, necessita di un ruolo centrale ben definito. Sono indispensabili strutture con personale e competenze tecniche adatte: solo così si può puntare realmente agli obiettivi sperati. In due casi questi obiettivi, anche se diversi, si possono considerare raggiunti. Central Park è da tempo modello di sostenibilità, esempio di professionalità e fonte di ricchezza per il quartiere come per tutta la città di New York. Il Parco Nord è una realtà partecipata, conosciuta, un’infrastruttura verde di gran lunga meno costosa di quelle autostradali, in continua espansione positiva in una delle aree più urbanizzate d’Italia. Per quanto riguarda il Parco di Monza, la strada per diventare un monumento di importanza internazionale, traguardo raggiungibile considerando la sua unicità, sembra essere ancora lunga.

Luca D’Achille @LucaDAchille

 

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No alla speculazione edilizia sull’area ex-Buon Pastore di Monza http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2018/05/no-alla-speculazione-edilizia-sullarea-ex-buon-pastore-di-monza/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2018/05/no-alla-speculazione-edilizia-sullarea-ex-buon-pastore-di-monza/#comments Tue, 01 May 2018 20:08:24 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=11946 Una petizione per lasciare alle generazioni future un quartiere più vivibile, con più verde, più spazi alla scuola e alla cultura, più servizi sociali, senza dimenticare il passato!

Si chiede all’attuale Amministrazione di ripensare l’uso delle aree abbandonate intorno al polo scolastico Frisi-Mosè Bianchi-Hensemberger, in particolare l’area Buon Pastore, a servizio anche delle scuole stesse, invece di destinarle (come attualmente previsto dal PGT approvato dall’Amministrazione precedente) prevalentemente a edilizia residenziale e commerciale.
Si chiede inoltre l’azzeramento del consumo di suolo, tutelando l’area verde e storico-artistica del Buon Pastore.

L’immensa area situata nella zona centrale di Monza, tra Via F. Cavallotti e via Pellettier, immersa nel verde di ex-giardini e orti, sembra da anni abbandonata.

Fu venduta dall’Istituto religioso Buon Pastore nel 2004 ad un privato, che aveva avviato dei lavori all’interno della struttura, in attesa di approvazione del progetto di ristrutturazione dell’area. L’ex convitto religioso verrà completamente deturpato e si presenterà con un’area “per terziario/commerciale, residenziale” (residenziale 80% e compatibili 20%), oltre ad un parco, che dovrà essere ceduto al Comune di Monza insieme alla villa storica completamente restaurata, con l’approvazione della Soprintendenza delle Belle Arti.

Secondo i progetti approvati, la chiesa annessa alla villa gentilizia del XIX secolo diventerà uno splendido negozio, tra palazzi, uffici e spazi commerciali!…
In particolare si prevede il riuso delle aree attualmente edificate per una superficie pari a 14.192 m2, di cui 2.903 m2 sono di nuovo consumo di suolo.

Un po’ di storia…

Quest’angolo di Monza, poco conosciuto dai monzesi, è un angolo storico di particolare rilevanza, tutelata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio. All’interno dell’ampia area verde, si trova infatti l’antica Villa Uboldi, soprannominata anche Villa Angela.
“La dimora fu fatta costruire intorno alla metà del XVII secolo dalla famiglia nobile dei Pollastri … caratterizzati dalla presenza di affreschi sul soffitto”.

La villa venne ceduta dagli Uboldi all’Istituto Buon Pastore di Milano, che l’affidò a Giuseppina Milani. Questa, in religione Suor Maria della Santa Famiglia, religiosa della congregazione di Nostra Signora di Carità del Buon Pastore, fondo’ l’istituto Buon Pastore di Monza, per accogliere le giovani senza famiglia.
In seguito, probabilmente nel 1868, fu acquistato a poco prezzo un edificio, posto vicino a quello già esistente acquistato dagli Uboldi, e qui il Buon Pastore negli anni successivi potè accrescersi, nonostante la morte della sua fondatrice, avvenuta il 19 dicembre 1881.

All’interno del complesso, venne costruita anche una Chiesa, voluta fortemente da Suor Maria, che ricevette la consacrazione il 3 luglio 1913 dal Cardinal Ferrari, arcivescovo di Milano.

Negli anni più recenti, intorno al 1980, la parte che probabilmente corrispondeva alla zona per la servitù di Villa Uboldi, ma utilizzata da suor Maria per dare ricovero alle sue ragazze, venne completamente ristrutturata dall’Istituto religioso e utilizzata ancora come sede di una comunità per bambine e ragazze in difficoltà e senza famiglia. Il corpo centrale, su due piani, presentava al piano terra un portico che si affacciava sul bellissimo giardino interno, diverse salette e una sala più grande, chiamata “salone delle feste“, una nuova chiesetta annessa al porticato del piano terra, utilizzata anche per le funzioni quotidiane delle Suore.
Al di sopra della chiesetta, gli alloggi delle suore. Il piano superiore dell’ala centrale era diviso in due settori speculari, con due scalinate d’accesso distinte ed era il “regno” delle piccole ospiti.
L’Istituto collaborava con diversi enti locali, alcune bambine erano affidate a famiglie, in attesa di adozione, le grandi venivano inserite nel mondo del lavoro e venivano seguite fino a quando non acquisivano una completa autonomia.

Una parte del parco, rimasto incolto per anni, veniva utilizzato da chi ne faceva richiesta alle religiose, come orto. Altre ali dello storico edificio hanno avuto diversi utilizzi nel corso degli anni. Dal 1965-1968 si erano tenuti i corsi CRACIS istituiti dal Provveditorato agli studi di Milano.
Nel 1972 l’Istituto Buon Pastore concesse al Comune di Monza un corpo del complesso sito in via Cavallotti (sul lato ovest prospiciente via Minerva) per ospitare la sede staccata della Scuola elementare Mantegazza e successivamente della Scuola media Zucchi e della Scuola elementare Marche, fino al 1983. Anche l’istituto Mosè Bianchi utilizzò una parte degli edifici del Buon Pastore, quella nell’attuale via Pellettier, come succursale dell’istituto tecnico commerciale.
Questa vecchia struttura già adibita a scuola negli anni ’70-‘80, potrebbe quindi essere ristrutturata per essere destinata ad aule, palestre e spazi per le scuole, di cui sono carenti.
La scuola Hensemberger, per esempio, ha aule in locazione in via Magenta, il Mosè Bianchi ha “in prestito” spazi nella sede della Provincia, con conseguenti spese di importo rilevante (uno spreco enorme di fondi della Provincia), il Frisi occupa praticamente tutte le aule disponibili, ed entrambi gli istituti non possono accettare ulteriori studenti.

Oggi l’area è occupata da senzatetto, segnata da un continuo degrado e da continui incendi che stanno devastando l’area di interesse storico, in attesa che l’immobiliare, il Comune e la soprintendenza arrivino ad un accordo…

Non perdiamo questo prezioso angolo di Monza!

Villa Uboldi nel 2016 è stata segnalata dal FAI nel censimento de “i luoghi del cuore“, uno dei siti abbandonati da non dimenticare, da proteggere e salvare con azioni concrete.

La petizione può essere sottoscritta qui.

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