Pineta – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Tue, 23 Aug 2022 13:57:15 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.6 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg Pineta – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 Opposizione ai tagli nella pineta di Villetta Barrea http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/08/opposizione-ai-tagli-nella-pineta-di-villetta-barrea/ Tue, 23 Aug 2022 13:55:47 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15538 A cura di Franco Tassi, Centro Parchi Internazionale.

Il Progetto che, usufruendo di Fondi Europei, punta ad effettuare tagli nella storica Pineta di Villetta Barrea, nel cuore del Parco Nazionale d´Abruzzo – il più antico d´Italia, che proprio nel corrente anno 2022 festeggia il suo Centenario – ha suscitato forti reazioni contrarie da parte del mondo scientifico, naturalistico, ecologico, ambientalista e culturale, e persino dalle stesse comunità locali, che hanno avviato un’intensa campagna di informazione, critica e opposizione, con vasta eco nei media, anche all´estero.

Il Centro Parchi Internazionale, il Centro Studi Ecologici Appenninici e il Gruppo Alberi Sacri sono stati invitati da alcune Organizzazioni sopranazionali, e da vari Osservatori stranieri, a fornire una sintetica illustrazione della situazione, che ricostruisca la vera storia della Pineta, le motivazioni dei tagli e le ragioni che inducono a escluderli. Nel presente Rapporto la situazione viene illustrata, in base a informazioni acquisite, documentazione consultata e pareri espresso da varie fonti autorevoli.

Ecco qui in sintesi quale risulta, al momento attuale, la situazione reale ed obiettiva, da noi riscontrata.

  1. La storica Pineta di Villetta Barrea, adiacente alla Camosciara, nel cuore del Parco Nazionale d´Abruzzo, non rappresenta affatto, come qualcuno avrebbe voluto far credere, uno dei tanti banali rimboschimenti piu o meno recenti di Pino nero, bensi la più importante formazione spontanea relitta di questa essenza – Pino nero della forma endemica appenninica (Pinus nigra var.italica n.Villetta Barrea), con tutta la straordinaria biocenosi ad essa legata.
  2. La presenza di questa Pineta fin dai secoli scorsi risulta ampiamente documentata dagli studi storici più attendibili, che ne attestano le passate vicende, tra parziali contrazioni dovute agli usi delle comunità, e periodiche estensioni grazie ad opportune piantumazioni con sementi locali. Per di più, la sua estrema vicinanza alla Camosciara ha fatto sì che l’intera Biodiversità ivi protetta, e quindi tutta la flora e la fauna residuali, si siano progressivamente diffuse nella Pineta, oggetto da lungo tempo di assoluta protezione.
  3. Pretendere di applicare, a questo Biotopo unico del Parco Nazionale, i consueti criteri di diradamento, normalmente adottati nelle diffuse Pinete completamente artificiali, frequenti soprattutto nelle zone planiziarie e antropizzate, sarebbe del tutto fuori luogo, e anche per questo il Progetto è stato subito motivatamente respinto dagli scienziati massimi esperti in materia, sia Botanici come il Professor Franco Pedrotti, che Forestali come il Professor Bartolomeo Aki Schirone.
  4. Va aggiunto che, ancora più decisamente, sono state respinte le motivazioni alla base del Progetto, che avrebbero voluto presentarlo come efficace mezzo di prevenzione contro il fuoco, anche se è stato ampiamente dimostrato che i tagli e l´apertura di nuovi varchi favorirebbero invece la penetrazione, il disturbo, l´abbandono di rifiuti, gli atti vandalici, il bracconaggio, e l´incendio stesso. Una valutazione negativa, su cui tutti gli esperti interpellati hanno convenuto.
  5. Stupisce comunque che le Istituzioni coinvolte nella vicenda – Ministero, Regione, Comune, Ente Parco – abbiano inteso applicare ad ecosistemi naturali rigorosamente protetti i metodi della normale selvicoltura, come se non si trattasse di ambienti all´interno di un Parco Nazionale di fama e rilievo internazionale. Ed ancor piu incomprensibili sarebbero interventi di taglio in zone acclivi e soggette a frane, a ridosso del centro abitato, con evidente aumento del rischio di frane, smottamenti e alluvioni.
  6. La storica Pineta di Villetta Barrea costituisce una parte essenziale del Paesaggio, che in linea con la Convenzione Internazionale sul Paesaggio del Consiglio d´Europa, va considerata come vero e proprio “Paesaggio vivente”, elemento storico e identitario del territorio, e delle stesse comunità che lo abitano. Va quindi rispettata anche con riferimento a questi valori, che sono stati palesemente richiamati ed espressi dalle ripetute proteste della popolazione contro i Progetti di taglio, su cui non erano state adeguatamente informate, e di cui non condividono la necessità.
  7. Ma oltre alle predette pur incisive osservazioni, il fatto dirimente che esclude ogni possibilità di attuare un Progetto del genere riguarda la totale mancanza di considerazione per la straordinaria Biodiversità custodita nella Pineta. Dove sono presenti la maggior parte delle specie vegetali e animali del Parco, tra cui: Orso bruno marsicano, Camoscio d´Abruzzo, Lupo appenninico, Cervo, Capriolo, Gatto selvatico, Martora, Scoiattolo meridionale, Gufo reale, Picchio nero, Balia dal collare, Picchio dorsobianco di Lilford, Colombella, nonchè (da confermare) Lince appenninica (Gattopardo, o Lupo cerviero). Questi dati obiettivi avrebbero dovuto indurre qualsiasi Istituzione responsabile, dotata di competenza e di buon senso, ad escludere qualsiasi intervento selvicolturale, sia pure di quella che, con ineffabile ossimoro, alcuni tagliatori vorrebbero definire “Conservazione Attiva”. Vien da pensare che le Autorità coinvolte non siano state informate, o non risultino affatto consapevoli, della importante posta in gioco.
  8. Va aggiunto che alle principali specie floro-faunistiche documentate vanno aggiunte anche molte altre presenze di endemismi, rarità, ed eccezionali entità a rischio di estinzione, protette a livello europeo. Per restare, a mero titolo di esempio, nel solo campo entomologico, la Pineta ospita Coleotteri xylofagi di grande interesse. Le ricerche, avviate dallo scrivente fin dagli anni ´50 del secolo scorso, hanno consentito infatti di redigere una importante Check-List, che passa dalla classica Anthaxia godeti alla Buprestis octoguttata riscontrata più recentemente, fino alla eventuale sopravvivenza (suggerita da alcuni indizi, ma tuttora da confermare), della leggendaria Buprestis splendens, il simbolo internazionale della Biodiversita.
  9. Appare quindi evidente che qualsiasi futuro intervento su Pini neri viventi, senescenti e marcescenti, tronchi cariati o necromassa, potrebbe compromettere seriamente la salvaguardia delle predette specie, in aperta violazione della normativa europea. Configurando l´ipotesi del reato di cui all´articolo 733-bis del Codice Penale, riguardante “Distruzione o deterioramento di habitat all´interno di un sito protetto”. Detta norma, qui indicata in calce (*), risale all´anno 2011, e benchè risulti finora assai poco applicata, potrebbe risultare decisiva.
  10. Restano infine da comprendere alcuni aspetti problematici e poco chiari di questa singolare vicenda:
    a) se l´iniziativa in questione sia in relazione con il Progetto di Impianto Termico recentemente approvato dal Comune di Pescasseroli, che prevede un ingente e costante “approvvigionamento di legname, con taglio, esbosco, raccolta ed eventuale accumulo del materiale legnoso”;
    b) se l´Ente Parco abbia autorizzato questa infrastruttura invasiva, o comunque se ne risulti a conoscenza;
    c) se si stia preparando un nuovo sfruttamento dei boschi del Parco, destinato ad estendersi a macchia d´olio nei Comuni dell´Alta Valle del Sangro;
    d) se le Istituzioni coinvolte conoscano bene le normative nazionali e internazionali vigenti in materia, e la stessa Legge quadro sulle Aree protette (1991);
    e) se dette Istituzioni siano consapevoli del fatto incontestabile che alberi, boschi, foreste e selve di un Parco Nazionale non vanno in alcun caso assoggettate alle stesse regole selvicolturali applicate nei territori esterni, non sottoposti ad alcun vincolo;
    f) se nella loro gestione abbiano ben chiaro il principio che le straordinarie risorse naturali del territorio non vanno sacrificate o sfruttate per scopi commerciali, come ad esempio i boschi per la produzione di legname da opera; g) se Ministero, Regione, Comune ed Ente Parco vogliano cortesemente fornire, in regime di totale trasparenza, complete informazioni sulla destinazione del legname ricavato dagli eventuali tagli; h) se le stesse Istituzioni abbiano compreso che la missione prioritaria di un Parco è senza dubbio la Conservazione della Biodiversità, tutelando nel modo più attento ed efficace tutti gli Ecosistemi;
    g) se il Parco abbia elaborato un adeguato Piano di protezione delle foreste, in linea con la propria Zonazione e con le direttive internazionali, intese a conservare anzitutto le selve naturali e seminaturali, e comunque le formazioni boschive delle Aree protette.

(*) Art. 733-bis – Distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto (1)
Chiunque, fuori dai casi consentiti, distrugge un habitat all’interno di un sito protetto o comunque lo deteriora compromettendone lo stato di conservazione, è punito con l’arresto fino a diciotto mesi e con l’ammenda non inferiore a 3.000 euro.

(1) Articolo aggiunto dalla lettera b) del comma 1 dell’art.1, DLGS 121/2011.

Nota: Quella qui riportata rappresenta solo la prima versione sintetica del Rapporto completo scientifico-ecologico-naturalistico, che corredato di tutti gli Allegati, sarà poi tradotto, pubblicato e largamente diramato alle Organizzazioni e ai Media internazionali.

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Salviamo la pineta http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2018/03/salviamo-la-pineta/ Fri, 30 Mar 2018 20:44:41 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=11907 Il Gruppo “Salviamo le pinete!” ha lanciato questa petizione indirizzata alla Regione Toscana affrontando un tema che tocca molte altre zone d’Italia: https://www.change.org/p/regione-toscana-salviamo-la-pineta

 

Noi sottoscritti cittadini, ringraziando la Regione Toscana che ha approvato e finanziato un Processo partecipativo che ha portato al TAVOLO PERMANENTE PER LA SALVAGUARDIA DELLA PINETA da Castiglione della Pescaia all’Uccellina, e ringraziando la Pro Loco per la bella iniziativa e per aver ravvivato l’interesse della popolazione riguardo a questo bene prezioso, ricordiamo innanzitutto che l’intera Pineta per la legge italiana è una Invariante Strutturale: cioè non si può modificare, i pini vivi non possono essere tagliati, e quelli morti vanno tutti sostituiti.

Inoltre, da Marina a Castiglione è integralmente protetta come Sito SIC SIR NATURA 2000 ZSC ZPS; da Marina a Principina è Area di Rilevante Pregio Ambientale; a sud di Principina è Parco.

Soprattutto, costituisce il Paesaggio identitario tipico e ammirato della Maremma.

Invitiamo inoltre tutti i cittadini, associazioni ed enti pubblici e privati a partecipare alle riunioni del Tavolo permanente, che si terranno ogni due mesi, la prossima il 13 aprile 2018 p.v., dalle 10 alle 13, nella Sala del Consiglio Comunale di Grosseto (saranno presenti i 3 Comuni di Grosseto, Castiglione della Pescaia, Magliano in Toscana e gli Assessori Regionali Bugli e Remaschi).

INOLTRE CHIEDIAMO:

1) il massimo rispetto dell’integrità dell’habitat, come indicato dalle direttive europee per le dune con Pinus pinea e Pinus pinaster. Il rispetto della Pineta non solo come insieme di alberi e sottobosco, bensì come complesso sistema ricco di biodiversità vegetale e animale, tra cui numerose specie rare e protette da leggi comunitarie, italiane e regionali. Ogni progetto dovrà basarsi sulla conoscenza e integrità dell’ecosistema, con attenzione a tutte le eccellenze faunistiche e floristiche, promuovendo una gestione sistemica e comunque sempre accuratamente sostenibile, escludendo stravolgimenti della struttura del bosco naturalizzato, e tassativamente vietando l’accesso impattante di grandi macchine operatrici.

2) visti gli innumerevoli incendi del 2017, tutti dolosi: che sia disincentivata la cosiddetta “industria degli incendi”. Se malauguratamente se ne verificassero ancora, recintare l’area lasciando fare alla Natura (in pochi anni tutto rinasce) vietando di tagliare, cippare, ripiantare e senza nulla spendere. Viceversa se non ci sono incendi, all’opposto investire molto denaro: manutenzione, rimozione rifiuti, zonazione con fruizione controllata delle Zone B e C da parte della popolazione, ma Zona A lasciata completamente alla natura.
Inoltre, realizzare antincendio attivo: un operatore h/24 ogni 6-10 ettari (giovane disoccupato, adeguatamente formato), con torri di rilevamento, ripristino delle telecamere già esistenti, mini-robot e droni di rilevamento precoce; autobotti, bacini idrici ed elicottero antincendio vicini; volontariato; educazione ambientale con Centro Fuoco (Museo attivo) senza tagli di sottobosco (che gli scienziati dimostrano ha l’effetto di rallentare gli incendi), né di alberi (cesse ecc.: rimedi ottocenteschi utili solo a devastare la Pineta e fare cippato per Biomasse);

3) quanto alle malattie dei Pini, premesso che una certa quantità di parassiti è fisiologica in tutti gli essere viventi, esigiamo di condividere, costantemente e nella massima trasparenza, con la cittadinanza e i nostri esperti le valutazioni, sia generali (ad esempio, nel 2014 sopralluoghi e perizie commissionate dai cittadini indicavano solo una piccola percentuale di pini malati, ben diversa dalla infestazione generalizzata che altri sostenevano: solo una totale trasparenza e continui confronti potranno evitare rischi di tagli inutilmente distruttivi) sia sui singoli Pini malati, condividendo la scelta dei rimedi: evitando tagli eccessivi che distruggerebbero una splendida pineta, e privilegiando trattamenti conservativi quali endoterapia, trappole ormonali ecc., sempre restando comunque eventuali l’ultima ratio;

4) per gli interventi selvicolturali, privilegiare quelli “Cauti, Continui e Capillari” (prof. Orazio Ciancio, Presidente Accademia Italiana di Scienze Forestali) e finalizzati a mantenere l’invariante della Pineta come Sistema complesso ricco di Biodiversità animale e vegetale, di grande importanza sia per il benessere delle persone, sia per la fruizione turistica dei luoghi: senza la Pineta i turisti non verrebbero più a Marina di Grosseto o a Principina a Mare! Perciò bisogna esserne attenti Custodi, moderando la pressione antropica e resistendo alla forte pressione delle Centrali a Biomasse, sempre avide di cippato da bruciare.

La nostra pineta non deve finire in fumo!

 

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Principina a Mare (GR): residenti e turisti insieme per la difesa del patrimonio turistico-ambientale http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2014/09/principina-a-mare-gr-residenti-e-turisti-insieme-per-la-difesa-del-patrimonio-turistico-ambientale/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2014/09/principina-a-mare-gr-residenti-e-turisti-insieme-per-la-difesa-del-patrimonio-turistico-ambientale/#comments Tue, 02 Sep 2014 20:56:21 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=10098 120820147064 (2)

Dalla località della costa Maremmana un efficace esempio di mobilitazione per la salvaguardia delle peculiarità del territorio e per la lotta al degrado: manifestazioni con il coinvolgimento dei turisti e il progetto di un’associazione consortile per il recupero urbano.

Principina a mare, regalo della natura e piccolo angolo di paradiso affacciato sul Mar Tirreno. Così è descritta la località grossetana nel profilo twitter I Love Principina. Per difendere questa zona turistica, bandiera blu per la qualità delle acque a pochi passi dal Parco Regionale della Maremma con le sue dune e spiagge selvagge, cittadini e turisti hanno manifestato insieme con l’obiettivo di salvaguardare il patrimonio turistico ambientale dal degrado e dall’abbandono.
Nella serata del 12 Agosto scorso una partecipata fiaccolata ha visto più di mille persone animare le strade che, come tutto il centro abitato, sono immerse nella grande e bella pineta. La manifestazione ha avuto riscontro sulla stampa e televisione a livello regionale.

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Quali sono gli obiettivi e a chi si rivolge questa protesta? Quali sono le proposte del comitato? Ne abbiamo parlato alla vigilia della manifestazione con Vitaliano Ulivieri, referente del Comitato Spontaneo “Ultima Chiamata”, tra i promotori dell’iniziativa e commerciante storico della località balneare.
Ci rivolgiamo all’Amministrazione Comunale con cui, inizialmente, c’è stata qualche contrapposizione. A luglio infatti si è già svolta un’iniziativa analoga. La riproponiamo perché abbiamo voluto intercettare tutti i frequentatori della località e far conoscere il problema ai turisti sia di luglio che di agosto dando a tutti la possibilità di partecipare.
Manifestazione quindi confermata anche se ci sono già stati dei risultati: dopo la prima fiaccolata c’è stato un sopralluogo con i rappresentanti del Comune e l’Assessore ai Lavori Pubblici ha pubblicamente preso degli impegni per Principina con una lettera aperta ai residenti e villeggianti.

Il comitato spontaneo “Ultima Chiamata”, che non ha ancora un organico definito, è nato a marzo dall’unificazione di due precedenti comitati per avere maggior attenzione nell’interlocuzione con il Comune. Le iniziative del comitato sono condivise e pubblicizzate sui social nel profilo Twitter e nella pagina Facebook I Love Principina. I promotori notano da tempo che Principina è “più invecchiata” e si sono mossi per sollecitare una maggior partecipazione nelle iniziative di tutela del patrimonio pubblico e della qualità del paese parlandone anche all’interno delle assemblee di condominio.
Non è cattiva pubblicità per la località, ma è una giusta richiesta di maggior attenzione e investimenti che il Comune deve fare anche se qui ci sono principalmente seconde case e quindi pochi residenti votanti. Pur considerando le difficoltà del Comune che, come la sua provincia, è tra i più estesi d’Italia, la fortuna di avere un patrimonio naturalistico di così grande valore rende inevitabile puntare sul turismo e la “piccola” località di Principina non può essere esclusa.

Turismo sostenibile e difesa del territorio

Il calo turistico nella località c’è stato, oltre che per la crisi anche per i mancati adeguamenti. Non vogliamo un turismo intensivo ma sostenibile: la pineta è vincolata come bene ambientale. In altre zone di Grosseto, come Marina, si è costruito troppo e lo si vede ora nel calo dei prezzi degli appartamenti. Qui fortunatamente non sono previste nuove cubature ma sono necessari diversi interventi per combattere il degrado e i problemi.
La pineta di pini marittimi e domestici esisteva prima della nascita della località che si è sviluppata all’interno di questo grande polmone verde senza devastanti spianate. Questo lo si può notare osservando le foto aeree dell’area dove predomina quasi per intero il verde degli alberi.

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A luglio ha suscitato molte polemiche l’abbattimento di alcuni pini lungo via del Tirreno. E’ giusto garantire la sicurezza (in molte aree sono ancora esposti cartelli di pericolo caduta alberi) ma le avvisaglie del problema che ha colpito i pini della località (l’infestazione di matsucoccus feytaudi che fa gocciolare la resina e morire la pianta) c’erano già da tempo. Si poteva agire preventivamente per contenere la diffusione con una manutenzione più attenta e cure alle piante. Ora la pineta non è in sicurezza: c’è stato anche un incendio e si è propagato ancor di più a causa dell’incuria.

La naturalità che domina il paese immerso nella pineta causa purtroppo altri disagi che richiedono interventi: nelle strade le radici emergenti creano notevoli dislivelli e anche la rete fognaria, che non è molto vecchia, ha problemi di intasamento a causa delle radici. Serve anche altro, aggiungono dal comitato: l’illuminazione pubblica, rispetto ai comuni vicini, è vecchia e inefficiente. Sono necessari anche nuovi servizi, misure di sicurezza per tutto l’anno e maggior attenzione per le piste ciclabili – richiesta comprensibile considerato l’alto numero di spostamenti con questo mezzo.

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Il progetto di un’associazione consortile per il recupero urbano

Quali sono le prossime azioni del Comitato? L’idea è quella di intercettare i proprietari dei circa 3000 appartamenti di Principina a mare e proporre la costituzione di una Associazione Consortile di Recupero Urbano. Le finalità sono quelle sopra citate: maggior attenzione al verde pubblico e investimenti su strade e strutture. Stiamo raccogliendo le adesioni per poi ottenere il riconoscimento e poter creare fondi da destinare a Principina. Sarà superato l’attuale sistema di ripartizione dei fondi che consideriamo non equilibrato e sbilanciato verso altre attività e località. Come prevede la legge, parte del gettito di IMU (in questo caso elevato perché a Principina ci sono principalmente seconde case) e TASI proveniente da Principina, deve essere reinvestito sul territorio di provenienza e quindi a Principina. Una sorta di tassa di scopo che garantirebbe fondi certi per opere di interesse pubblico indispensabili per proteggere la località dal degrado.

Luca D’Achille

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Da Lignano al Tagliamento: ancora cemento e riduzione della pineta http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2013/05/da-lignano-al-tagliamento-ancora-cemento-e-riduzione-della-pineta/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2013/05/da-lignano-al-tagliamento-ancora-cemento-e-riduzione-della-pineta/#comments Thu, 02 May 2013 20:43:43 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=7828

Legambiente del Friuli Venezia Giulia denuncia: nuovi progetti di cementificazione da Lignano Riviera fino al Tagliamento con la riduzione del sito di interesse comunitario “Pineta di Lignano” per far posto a 830mila metri cubi di cemento. 

Questa edilizia non crea crescita e non rinnova la proposta turistica.

A Lignano sopravvive ancora qualcosa del particolare ambiente naturale delle dune costiere con le loro vegetazioni endemiche, tanto da aver condotto al riconoscimento di un Sito di interesse comunitario, che fa parte delle Rete europea di Natura 2000 che raccoglie e tutela tutte le migliori caratteristiche ambientali, faunistiche e territoriali europee. A Riviera resistono ancora prati di stipa veneta, specie in via di estinzione ed endemica nella costa friulano-veneta.

Proprio attorno e dentro quest’area si sta progettando una nuova espansione edilizia fino alla riva del Tagliamento, su una superficie di circa 200 ettari per un totale di 830mila metri cubi di nuovo edificato!

Attorno alla proposta di realizzare un nuovo percorso da 18 buche su 40 ettari, si pensa in realtà, come accade già altrove in Friuli, a nuove case per 80mila mc, residenze terra-mare per altri 80mila; un centro termale per 7mila, alberghi per 57mila mc e attività commerciali per 11mila mc. Ed inoltre si progetta una darsena di 35mila mq da collegare al canale di Bevazzana e un nuovo bacino d’acqua di 45mila mq a sua volta collegato con la darsena, perché altrimenti non si possono costruire le residenze terra-mare, che fanno più chic di una casa normale.

Ci sono poi, in altra area, gli “interventi trasformativi” del Sito di interesse comunitario “Pineta di Lignano”, dove si intende “realizzare un parco naturale di 81 ettari, riqualificando l’area SIC”. Peccato che se ne preveda anche la riduzione di superficie e lo si voglia circondare con altri 175mila mc di residenze, 175mila mc di altre residenze terra-mare, 25mila mc di attività commerciali, 15mila mc per un altro centro termale, 55mila mc di alberghi e 125mila mc di residenze turistiche alberghiere, probabilmente con alcune torri di 20 piani ciascuna.

Anche qui è indispensabile un ulteriore bacino di circa 35 ettari e, infine, si prevede una nuova viabilità, non quantificata in chilometri, per nuovi collegamenti con la viabilità esistente e con 9 rotatorie ed un bel ponte di 30 metri sopra la darsena, comprensivo questo di una bella pista ciclabile protetta.

Chi lo presenta, un pool di sei società, descrive il progetto come “un programma che sarà in grado di contribuire al rilancio del sistema turistico non solo comunale attraverso la messa a sistema delle risorse naturali, ambientali ed infrastrutturali presenti in un’area strategica della fascia litoranea dell’alto Adriatico”, per il quale, quindi, sarà necessario anche qualche investimento pubblico, per quanto ancora da definire. A gente semplice come noi di Legambiente sembra, invece, una presa in giro. Non solo perché strumentalizza l’esistenza degli ultimi brandelli di naturalità e biodiversità ancora rintracciabili a Lignano, prevedendo pure di ridurli ulteriormente.

Anche perché è l’ennesima speculazione edilizia inutile che arricchirebbe solo chi costruisce senza migliorare l’offerta turistica complessiva dell’area, non aggiungendo nulla di nuovo, di moderno, di caratteristico e di competitivo. A Rimini, ad esempio, in realtà simili risulta che l’attuale Sindaco abbia impostato la propria attività con l’obiettivo della crescita zero in campo edilizio.

L’ampliamento della stagione turistica sulla costa regionale e la ricerca e creazione di un nuovo target turistico può essere ottenuto con investimenti molto minori, e senza nessun nuovo metro cubo di cemento, con una semplice gestione coordinata, pochi miglioramenti strutturali e una forte adeguata promozione della rete di riserve ambientali lagunari e delle loro risorse ambientali uniche, a cui agganciare le risorse di ospitalità e di offerta culturale, archeologica ed enogastronomica del territorio.

Per ora risulta che questo progetto sia fermo nei cassetti del Comune e che non ci siano gli entusiasmi che i proponenti probabilmente si aspettavano. Questo potrebbe essere un segnale di cambio di marcia per tutto l’arco costiero regionale, viste le altrettanto imponenti cascate di cemento che si annunciano a Grado con il quasi raddoppio della capacità abitativa, e che si comincia a pensare che il futuro non possa essere il semplice proseguimento del recente passato, ma debba essere animato da idee e proposte nuove. E che l’attività edilizia sia orientata, piuttosto che a nuovi progetti di ulteriore ampliamento edilizio dei due poli turistici marini, al recupero ed alla riqualificazione dell’ampio patrimonio esistente.

Si spera in qualche segnale concreto, dai Comuni e dalla Regione, per l’approvazione dei Piani di gestione dei Sic, primo di tutti quello della Laguna, e per la gestione e promozione delle riserve regionali esistenti. Progetti semplici ma nuovi ed utili, che potrebbero usufruire, a Lignano, di percentuali del 75% di contributo comunitario se si avviasse un progetto LIFE per il ripristino naturalistico dell’area, visto che quel Sic è l’unico in regione ad ospitare una specie prioritaria su un habitat, le dune grigie, a sua volta prioritario. Ci potrebbero essere, visti i precedenti in regione, ben oltre un milione di euro di disponibilità.

Legambiente FVG

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Montesilvano (Pescara): disboscamento della pineta nella riserva di Santa Filomena http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/06/montesilvano-disboscamento-pineta-santa-filomena/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/06/montesilvano-disboscamento-pineta-santa-filomena/#comments Tue, 12 Jun 2012 19:15:27 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=5043

Il disboscamento nella riserva naturale di Santa Filomena, Montesilvano (PE) ha sconvolto i cittadini residenti nella zona: come è possibile che questo si verifichi in una riserva naturale? Le motivazione addotte non convincono e lasciano molti dubbi. Nel frattempo la pineta risulta pesantemente danneggiata.

Incuria prolungata negli anni

Dopo anni di incuria, con la motivazione di intervenire per eliminare situazioni di pericolo, è stato effettuato un massiccio intervento di sfoltimento nella pineta della riserva naturale di Santa Filomena, un’area di circa 20 ettari, al confine tra i comuni di Pescara e di Montesilvano.

Il risultato è estremamente pesante: numerosi pini abbattuti che per di più verranno solo in parte compensati, secondo le informazioni ricevuti dagli abitanti del quartiere, da noccioli e querce. Perché questa scelta? Perché cancellare l’ecosistema pineta che nel si estendeva lungo tutto il litorale circostante?

Senza risposta i cittadini constatano e testimoniano con alcuni video l’azione delle motoseghe ed i risultati generati: tronchi a terra e uno sconvolgente spazio vuoto dove prima regnava l’ombra della pineta. Uno sfoltimento così pesante sembra a molti eccessivo quanto incomprensibile: numerosi esemplari abbattuti infatti sembravano sani ma sono stati ritenuti pericolosi, mentre i rami secchi presenti lungo i tronchi di altri pini non sono stati tolti.

Un colpo duro che si abbatte sull’habitat di numerosissimi volatili che nidificano in quelle zone (nelle vicinanze è inoltre presente il Centro Recupero Rapaci di Pescara).

Il preoccupante degrado dei boschi in Italia

Questo esempio sottolinea la gravità dello stato di incuria in cui versano i boschi italiani.

La situazione è grave in quanto l’importanza ecologica e paesaggistica di questi ecosistemi non viene compresa dagli amministratori. In realtà i boschi e le aree naturali vengono considerati pesanti fardelli in termini di manutenzioni. In realtà, se sfruttato con i principi della sostenibilità, il bosco può anche diventare produttivo: gli sfalci delle potature di manutenzione possono trasformarsi in preziosoe cippato per produrre energia. Non va inoltre dimenticato il valore turistico ricreativo delle aree.

Disboscamento e cambio di destinazione dell’area?

L’intervento sulla riserva di Santa Filomena non può certo essere giustificato dall’esigenza di rimediare ad anni di incuria e mancanza di potature o manutenzione degli alberi. E’ vero che in altre aree con regolare manutenzione non si è verificata caduta alberi e quindi non son stati necessari tagli preventivi. Ma quello attuato sembra un intervento che nasconde altre motivazioni che vanno ben oltre quelle agronomiche.

Ci si chiede infatti: c’è forse altro dietro la distruzione di questa splendida area verde nel cuore della città? Lo sblocco di alcuni interventi di edificazione nell’area? L’avvio dei lavori per la costruzione di una strada, la “Strada Parco”, che qualcuno vuol far passare proprio da lì?…

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