ptcp – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Sat, 12 Oct 2013 12:31:42 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.6 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg ptcp – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 La variante al PTCP di Cremona: allentati i vincoli per i geositi http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2013/10/la-variante-al-ptcp-di-cremona-allentati-i-vincoli-per-i-geositi/ Sat, 12 Oct 2013 12:31:42 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=8594 20131011_melottaLa Provincia di Cremona ha adottato ad inizio agosto la variante di adeguamento al Piano Territoriale Regionale (PTR) del proprio Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP).

Numerose associazioni hanno presentato le proprie osservazioni, contestando in particolar modo l’allentamento dei vincoli per i “geositi”.

I geositi sono particolari aree sottoposte a tutela, definiti e regolamentati dall’art.22 del PTR della Regione Lombardia. Le province hanno facoltà di procedere alla loro più precisa perimetrazione e di individuare ulteriori geositi di rilevanza locale.

La Provincia di Cremona, se da un lato ha incrementato la superficie complessiva di tali aree tramite la loro riperimetrazione e l’identificazione di geositi di interesse locale, dall’altro ha effettuato un azzonamento che prevede tre differenti livelli di tutela.

Per le zone caratterizzate dal minore livello di tutela è espressamente prevista la possibilità di modificazioni morfologiche e di predisposizione di elementi intrusivi permanenti quali bonifiche agricole, escavazioni per attività estrattiva, opere di canalizzazione: tutto ciò appare in contrasto con la normativa sovraordinata del PTR, che esclude gli interventi che possano alterare e compromettere la riconoscibilità e l’integrità dei geositi causando sbancamenti o movimenti di terra che modifichino in modo permanente l’assetto geomorfologico, nonché l’introduzione di elementi di interferenza e la cancellazione dei caratteri specifici.

Il confronto tra normativa e cartografie della variante al PTCP e del Piano Cave provinciale, anch’esso recentemente adottato, evidenzia come tra le aree minacciate vi sia il Pianalto della Melotta, un sito di particolare rilevanza geomorfologica e paesistica.

Si tratta infatti del più meridionale dei pianalti europei, relitto degli antichi livelli della pianura, un altopiano solcato da una vallecola formata dal Naviglio della Melotta, caratterizzato dalla presenza di numerose aree boscate e strategico per quanto riguarda la conservazione della biodiversità.

Secondo il parere delle associazioni osservanti (oltre al nostro coordinamento locale vi sono ACLI, Circolo Ambiente Scienze, Coordinamento Comitati Ambientalisti della Lombardia, Coordinamento dei Comitati contro le autostrade Cr-Mn e Ti-Bre, FAI, LUCI, Italia Nostra, Legambiente, WWF, LIPU) la variante è quindi improntata all’allentamento dei vincoli, talvolta perseguito attraverso sottili artifici normativi.

La perimetrazione dei geositi e la delimitazione delle aree soggette ai differenti livelli di tutela appaiono arbitrarie e di dubbia attendibilità scientifica: la normativa presenta poi diverse conflittualità con quella del PTR, puntualmente evidenziate in sede di osservazione. Si citano ad esempio la possibilità di modifica dell’andamento delle scarpate morfologiche e l’assenza di una vincolistica che abbia effetti concreti sul mantenimento della maglia centuriale romana e sulla conservazione dei campi baulati.

Oltre alla tematica dei geositi sono stati evidenziati altri passaggi controversi, come l’ambiguità dell’articolo relativo alla rete irrigua, per la quale le associazioni hanno richiesto la preservazione in via prioritaria del fondo naturale. Tra le altre richieste riportiamo l’aggiunta di alcuni tratti stradali alle strade panoramiche di interesse regionale e una norma a tutela degli edifici di archeologia industriale. E’ stata infine suggerita la stesura di un articolo che regolamenti i campi fotovoltaici sui terreni agricoli, le centrali a biogas e biomasse, le stazioni radio base.

Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori
Comitato Cremonese, Cremasco, Casalasco

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Monza e Brianza: nonostante gli appelli, il territorio è ancora inascoltato http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2013/02/monza-e-brianza-nonostante-gli-appelli-il-territorio-e-ancora-inascoltato/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2013/02/monza-e-brianza-nonostante-gli-appelli-il-territorio-e-ancora-inascoltato/#comments Mon, 04 Feb 2013 21:41:03 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=7337

La Provincia di Monza e Brianza, secondo il rapporto di Legambiente Lombardia presentato a dicembre, ha un territorio cementificato all’84%. Poche le risposte al Censimento del Cemento. Manca la volontà di arginare il problema nonostante la criticità della situazione.

Dopo gli appelli, si contano presenti e assenti

Ad inizio 2013 questa è la situazione delle risposte al Censimento del Cemento proposto da Salviamo il Paesaggio per la Provincia di Monza e Brianza, la più urbanizzata d’Italia.

Su 55 comuni 7 questionari consegnati con 2 risposte giudicate positive e complete (Mezzago e Vimercate) e ben 5 valutate parziali (Agrate Brianza, Biassono, Camparada, Lentate sul Seveso e Seveso).

A distanza di 4 mesi dal precedente punto della situazione e dopo qualche sollecito inviato direttamente ai comuni da associazioni e singoli individui che hanno compreso l’importanza del tema, l’aumento di risposte è comunque limitato a solo 4 schede consegnate.

Tra le assenze spicca soprattutto il capoluogo, Monza. Qui dopo le elezioni dello scorso anno, che hanno portato un cambio alla guida della città, non sono mancate le polemiche su scelte fatte in termini di tutela del territorio.
Lo spostamento previsto di un centro commerciale che verrà chiuso e riaperto ancora più grande, con palazzi per uffici, su un’area agricola, a poca distanza da un altro centro commerciale esistente ha suscitato molta discussione.
Le associazioni, che più delle amministrazioni hanno compreso la gravità della situazione, speravano che le priorità e le scelte dell’amministrazione fossero altre.

Mancano all’appello tanti comuni del vimercatese, tra cui Bernareggio, da tempo protagonista in negativo. A dicembre è scoppiata la polemica a seguito dell’adozione di un PGT  (Piano di Governo del Territorio) che, nonostante il notevole sviluppo urbanistico degli anni passati, prevede ulteriore consumo di suolo. Rimangono inascoltati gli appelli per tutelare il territorio e per non essere più l’unico comune che non aderisce a nessun Parco locale.

Anche dalla fascia ovest della Provincia, fortemente cementificata, in cui il degrado ambientale, misurato attraverso il progetto ACI (Antropentropia Comuni Italiani), fa segnare i risultati più elevati e preoccupanti, sono arrivati pochi riscontri.
Vedano al Lambro (cementificata al 90% secondo il già citato rapporto di Legambiente), Lissone, Bovisio-Masciago, Muggiò, Verano Brianza e Villasanta fanno registrare valori molto alti di alterazione dell’ambiente a causa dell’edificazione.
Considerando che il valore massimo della misura dell’alterazione è 1, in tutti questi comuni siamo oltre lo 0,9.

Nonostante questo non si agisce e ancor peggio, non si vuole affrontare il tema neanche tramite la compilazione del censimento.

Chi ha risposto cosa dice

Apriamo i questionari e diamo una prima ed indicativa lettura dei dati che saranno ovviamente oggetto di analisi più dettagliate.

Cominciamo da Mezzago, comune che da subito si è dimostrato sensibile al problema con il tentativo di riunire più amministrazioni in una sorta di carta d’intenti per la tutela del paesaggio. A Mezzago questa è la situazione : su 1576 unità immobiliari di qualsivoglia destinazione risultano vuote o non utilizzate 121. Nello specifico per le unità abitative risultano non occupate 93 su 1482. Si apprende inoltre che sono 52 gli ettari di verde in previsione rispetto ai 45 già presenti.

Vimercate, uno dei comuni più grandi della provincia, comunica invece questa situazione: su 29701 unità immobiliari di diversa destinazione sono 677 quelle vuote. Per le unità abitative invece le non occupate sono più di 2000 sulle 13000 totali circa.

Restando nel vimercatese, questa è la situazione ad Agrate Brianza: non è disponibile il dato delle non occupate, ma si apprende che sono ancora da costruire 317063 mq di superficie lorda già prevista dal PGT (Piano di Governo del Territorio) di cui 33078 mq a destinazione abitativa. In aumento le aree a verde già previste: 52,42 ettari rispetto a 31,77 già disponibili. Si rileva anche che 1,58 ettari di superficie sono utilizzati per fotovoltaico “a terra”.

Dai Comuni alla Provincia: è fondamentale capire il territorio prima di decidere

Queste situazioni locali si incrociano con quanto sta succedendo ad un livello di pianificazione più alto, quello provinciale. Questo incrocio evidenzia ancor di più la notevole distanza tra associazioni e politica.

Nelle osservazioni al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P) sono tante infatti le richieste di nuova edificazione presentate da privati e dalle stesse amministrazioni comunali, in direzione totalmente contraria a quelle presentate dalle associazioni che chiedono disperatamente di scegliere la tutela del territorio.

Per quest’ultime sembra veramente un’impresa disperata quella di far superare gli interessi e le diverse priorità che la politica, provinciale e non solo, continua ad avere e che continuano a prevalere.
Proprio i Comuni, l’ente che dovrebbe essere più vicino alle richieste della cittadinanza e attento nella gestione di un bene pubblico così prezioso, chiedono di edificare ancora nonostante la crisi del mercato immobiliare, la disponibilità di case sfitte e la possibilità di recuperare aree dismesse.

Le entrate provenienti dagli oneri di urbanizzazione ingolosiscono ancora troppo le casse delle amministrazioni locali che continuano così a scegliere il cemento peggiorando ulteriormente la situazione.

Manca ancora la consapevolezza, o peggio, la volontà di trovare quella convergenza di intenti tra la difesa dell’interesse pubblico e la corretta scelta politica che rappresenta l’unica possibilità di salvezza per il nostro territorio.

Luca D’Achille

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Piano Territoriale della Provincia di Milano: ai comuni licenza di cementificare il territorio agricolo http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/09/piano-territoriale-della-provincia-di-milano-ai-comuni-licenza-di-cementificare-il-territorio-agricolo/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/09/piano-territoriale-della-provincia-di-milano-ai-comuni-licenza-di-cementificare-il-territorio-agricolo/#comments Thu, 20 Sep 2012 20:56:18 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=6467

Presentate numerose osservazioni ad piano molto elaborato che però non pone nessun vincolo al consumo di suolo: a rischio superfici equivalenti a 1 miliardo di piatti di riso all’anno.

In questi giorni scadono i termini concessi a cittadini e associazioni per presentare osservazioni al Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Milano (PTCP), il grande ‘piano direttore’ che deve orientare le trasformazioni del territorio e del paesaggio del milanese negli anni a venire. La Provincia ha compiuto un notevole sforzo per leggere le dinamiche del territorio e immaginare le tendenze future, e l’esito è quello di uno strumento con una buona struttura e accessibilità, che ha anche recuperato i molti studi preparatori e i contenuti già sviluppati dalla precedente amministrazione, come quelli sulla valutazione qualitativa delle aree agricole, sul progetto MiBici, sulla Dorsale Verde Nord. E’ anche apprezzabile che nella redazione del Piano siano state contenute le spese in consulenze esterne, valorizzando le competenze interne all’Ente. Sarebbe dunque un bel piano, se valutato sotto il profilo tecnico. E’ però sui contenuti prescrittivi, quindi quelli che producono effetti concreti, che esso è estremamente debole.

Secondo Legambiente, si è realizzato un grande sforzo compilativo ma, in definitiva, non si sono introdotte norme efficaci per fermare la grande piaga che dilaga nella pianura milanese: il consumo di suolo. E’ per questo entrato in azione il soccorso degli ambientalisti, che hanno redatto un vero e proprio dossier di oltre 60 pagine di osservazioni per correggere il piano.

Purtroppo il PTCP non ha il coraggio di mettere in discussione le cattive intenzioni di comuni che continuano ad espandersi sul suolo agricolo – rileva Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – la Provincia di Milano è una delle più cementificate d’Italia, il PTCP non pone freno al consumo di suolo, e ciò è inaccettabile. Per questo con le nostre osservazioni abbiamo proposto modifiche sostanziali sia alle norme che alle delimitazioni degli ambiti agricoli strategici: se il Consiglio Provinciale le accoglierà, allora la provincia potrà avere un piano non solo bello, ma anche utile”.

Tra le previsioni urbanistiche più abnormi, Legambiente segnala quelle di comuni come Segrate e Gorgonzola, dove i PGT ipotizzano trasformazioni di suoli agricoli dell’ordine dei 200 ettari, mentre tra gli ambiti agricoli di cui il PTCP si è dimenticato si segnalano in particolare quelli di Lacchiarella, comune che continua a battere record di cementificazione, e in cui sono ancora presenti 200 ettari di suolo agricolo che prossimamente rischiano di entrare nel mirino degli speculatori, e di altri comuni del Parco Agricolo Sud Milano (a Rozzano 55 ettari agricoli mancano all’appello, a Mediglia 62, a Melegnano 40, e a Milano Legambiente chiede la tutela dei 42 ettari agricoli presenti a Pontelambro, dove già incombono nuove edificazioni).

In tutto, sono quasi 1000 gli ettari coltivati su cui Legambiente lamenta la totale assenza di qualsiasi tutela, e per i quali chiede di apporre uno specifico vincolo di uso agricolo, senza il quale nulla potrà evitare la cementificazione. Il problema maggiore resta quello dell’inerzia del PTCP rispetto alle abnormi previsioni urbanistiche dei comuni, molti dei quali stanno ancora ultimando l’iter di approvazione del PGT.

Il laissez faire della Provincia legittimerà l’urbanizzazione di enormi stock di terreni agricoli – denuncia Di Simine – oggi la cementificazione della Provincia di Milano è altissima e prossima al 45% del territorio, ma il PTCP e i piani dei comuni hanno in pancia espansioni che, se attuate, porterebbero addirittura a superare il 55%”.

Alle previsioni dei vecchi PRG – oltre 100 kmq di nuove urbanizzazioni previste – bisogna infatti sommare le ulteriori espansioni tracciate dai Piani di Governo del Territorio approvati dal 2008 ad oggi, e si tratta, secondo le stime di Legambiente, di almeno altri 70 kmq. A questi incrementi si sommano quelli previsti dal PTCP. In pratica, secondo quanto dichiarato dall’assessore provinciale, i nuovi ampliamenti ammessi dovrebbero essere contenuti tra i 32 e i 63 ettari, ma in realtà lo stock di suoli persi potrà essere da 4 a 7 volte maggiore, in virtù delle previsioni dei piani comunali su cui il PTCP si guarda bene dall’intervenire. Il PTCP consentirà nuove espansioni dal 2 al 4%: un limite che però, nella realtà, potrà essere ampiamente superato in forza delle possibilità di deroga contenute nelle norme di attuazione.

La nostra stima è che, come effetto dell’attuazione del PTCP e della mancanza di controllo sulle trasformazioni comunali, la Provincia di Milano potrebbe perdere oltre 20.000 ettari di suolo agricolo: una superficie sufficiente a produrre 1 miliardo di piatti di riso all’anno! Altro che nutrire il pianeta, questo ci pare uno scenario estremamente grave, che deve mobilitare la politica in un grande sforzo di prevenzione e riduzione di un danno irreversibile”.

(Fonte: Legambiente Lombardia)

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