roma – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Fri, 09 Feb 2024 09:50:49 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.6 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg roma – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 Grave allarme per gli alberi e le alberate di Roma http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/02/grave-allarme-per-gli-alberi-e-le-alberate-di-roma/ Thu, 01 Feb 2024 11:00:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16344 di Italia Nostra Roma

DOCUMENTO SULLO STATO DEGLI ALBERI E DELLE ALBERATE DI ROMA

Pubblicato il 26.1.2024

In un pessimo quadro generale, a fronte delle stagioni sempre più calde che si attendono, della necessaria opera di forestazione urbana, dell’imminente Giubileo e della necessità di avere sempre più ombra e sempre più alberi nelle strade, tra i palazzi e nei giardini, a Roma si pota con metodi sempre più decisi e demolitori e si tagliano alberi oltre ogni limite mai visto prima.

E questo dopo la tragedia dei Pini e delle Pinete di Roma, sui quali si è abbattuta la pandemia portata dal parassita Cocciniglia Tartaruga (Toumeyella parvicornis). Una tragedia urbana paesaggistica ed ambientale: di cui ci si è fatto carico con grave ritardo. Dopo la applicazione di cure endoterapiche, obbligatorie per legge, giunte troppo tardi, in modalità incerte, (raramente con endoterapia messe in atto da uomini esperti a iniettare il farmaco) e non programmate in maniera totalitaria e ripetuta puntualmente ogni anno.

Oggi commemoriamo la perdita totale della Pineta di Castelfusano. Perfino degli esemplari più iconici lungo i viali. Di tagli e abbandoni di pinete e filari lungo tutto il litorale. La perdita di centinaia di Pini a Villa Ada-Monte Antenne (300), a Villa Glori (150), a Villa Pamphili (100) e un diradamento per l’intera città e in luoghi topici della Città Monumentale, che sta diventando sempre più visibile. Con palesi atteggiamenti di contrasto e sostanziale tentativo di sostituzione del Pino, ogni volta che sia possibile (esemplare la trasformazione di Villa Balestra da pineta a cimitero ornato di soli cipressi).

Ora un nuovo inspiegabile attacco al patrimonio vegetale urbano. La città continua a vivere con sempre nuove temute perdite, si aggiunge ora un nuovo flagello. Per ora episodi puntuali, ma che se proseguiranno aggiungeranno ulteriore carenza di alberi, alberate, decoro, ombra, mitigazione della temperatura, bellezza ed ornamento per quartieri che con questi alberi hanno raggiunto una loro propria maturità, dignità e gradevole fisionomia. Accade dunque che improvvisamente da un giorno all’altro una qualsivoglia alberata di 30, 40, 60 anni, di acero negundo, di robinie, di olmi, di albero di giuda etc. viene delimitata dalle usuali strisce di plastica rosse e bianche che preannuncia un transitorio divieto di sosta per un prossimo giorno a venire della settimana. Quel giorno arriva una squadra di “giardinieri” attrezzata ed armata di seghe, ed alla fine della giornata dal 40 al 70% degli alberi sarà stato eliminato per sempre, segato alla base a circa 60 cm di altezza. * A volte dal taglio si vede un legno perfetto. A volte all’ interno è di colore più scuro, a volte all’ interno c’è un vuoto.

Ma li tagliano tutti indistintamente e non sai perché, né per quali difetti: perché erano malati gravi o irreversibili o perché semplicemente non erano perfetti! Per ora non lo sapremo mai, perché non c’è alcuna volontà di farlo sapere per tempo e motivatamente, albero per albero. Con quel censimento digitale che chiediamo da 2 anni. I rimanenti vengono potati a più non posso. E questi sono in genere esemplari assai giovani. I vecchi devono tutti morire. Questo è quello che vediamo, questo è quello che possiamo raccontare.

Sostituzioni incongrue e risibili. Una cosa è certa: prima di ora non era mai successo! A Roma! Ma non finisce qui, poiché subito dopo accade il peggio, che rasenta l’offesa per il diritto alla trasparenza, alla conoscenza, al paesaggio per migliaia di cittadini che vivono gli interessi collettivi urbani e il rispetto per i beni comuni. Passano due giorni e al posto di alberi alti 7/ 9/ 11 metri con belle chiome adeguate a tali misure, compaiono alberini di 2 metri e mezzo metro diametro alla chioma. Alti 2 metri, sottilissimi e sono sempre dei miserabili ligustri giapponesi. La strada appare vuota, fredda, spogliata dei suoi begli alberi e la festa di una città verde cui eravamo abituati è così per sempre finita. E si impongono alla città alberate ridicole, arlecchinate per un arredo urbano e per un verde di arredo che sono l’esempio più evidente di un degrado non arginato. Alleghiamo al nostro comunicato stampa due relazioni sui pini (centro storico e città storica) e sulla città in generale (la città moderna e quanto accade fuori dal raccordo. Quanto di più oggettivo e senza allarmismi. Nello spirito collaborativo di sempre.

Mentre le alberate urbane sono incomplete e abbandonate da anni. Ma ora abbiamo da aggiungere un ulteriore strumento di conoscenza della situazione. Una rilevazione che copre l’ intero Municipio II dello stato delle alberate (storiche tra l’ altro nella maggioranza dei casi). Da anni, da decenni, depauperate, non mai o quasi mai ripopolate degli alberi mancanti, manipolate artatamente per dare spazio ai desiderata di esercizi, distributori, passi carrabili. Con il metodo semplice e truffaldino della asfaltatura delle tazza di contenimento dell’albero, non appena eliminato. Un modo semplice ed efficace affinchè di quell’esemplare se ne perdano per sempre le tracce, e non venga ripiantato a disturbare interessi privati di esercizi e negozi che vogliono apparire senza alcun ostacolo visivo. Abbiamo una rilevazione scientifica. Le alberate storiche del Municipio II sono pari agli archi dentali di poveri vecchi. Più che decoro e bellezza, parlano di abbandono e sciatteria. I frutti di una città che non ha più voluto avere quel Servizio giardini che la aveva resa famosa.

Tutte queste notizie vanno messe insieme e politicamente valutate. Qualcuno politicamente ne dovrà rispondere.

* ecco le Vie della più recente operazione di “persecuzione degli alberi”:Via Tigré, Via di Priscilla, Via di Villa Chigi, Via Sartorio, Via Malta, Villaggio Olimpico, via Donatello, Via Dello Scalo San Lorenzo.

Il consiglio direttivo di Italia Nostra Roma

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Metro C Piazza Venezia, Biblioteca di Palazzo Venezia: due versi della stessa medaglia http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/11/metro-c-piazza-venezia-biblioteca-di-palazzo-venezia-due-versi-della-stessa-medaglia/ Fri, 03 Nov 2023 08:25:14 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16182 di Italia Nostra Sezione Roma

Comunicato Stampa del 2 novembre 2023

La fermata della Metro C di piazza Venezia dice che serve alla diffusione della cultura e intanto si distrugge la meravigliosa biblioteca di Palazzo Venezia che funzionava a meraviglia ed è stato vanto di Roma. L’una e l’altra cosa non sono disgiunte! Si blocca il traffico infatti e si riportano le auto su via dei fori. Si riporta l’archeologia alla luce, ma la si tratta quasi fosse una boutique di soprammobili esposti a piacere dove fa più moda. Il Passato è ridotto ad una quinta secondaria di comodo all’arredo, in un’insensata competizione internazionale alla stazione più Glamour; condizione tipica delle città costrette nei sotterranei in carenza di sole e non per Roma la cui solarità ha sempre accompagnato la vita dei monumenti antichi. Con 700 milioni si sistemava il traffico dell’intera città. Basterebbe fare degli ingressi e delle uscite e si risparmierebbero metà dei soldi e tre quarti del tempo, ma soprattutto si libererebbe Roma dalla lercia atmosfera dei cantieri portuali che la stanno uccidendo!

In questa ultima settimana a Roma è tornata perentoriamente di gran moda la questione del traffico. Motivo sono questa volta i ciclopici lavori di piazza Venezia: il cantiere di una fermata della Metro C che si vorrebbe costruire come una “reception” turistica sottoterra; grande come un terminal di un aeroporto. Qualcuno lo ha già definito il “piccolo Louvre romano” trattandosi di un sistema di ascensori e di scale mobili – come quelle sotto la piramide disegnata dall’architetto Ieoh Ming Pei per il museo parigino – questa volta “rovesciata”.

I numeri sono sconvolgenti: 48 metri di profondità; 4.000 mq di area occupata; 8 livelli di piani interrati; 585.000 metri cubi di materiale scavato; 27 scale mobili. Tra le cose previste vi è anche lo smontaggio di un complesso pluristratificato archeologico: muro dopo muro, pietra su pietra, e la successiva ricostruzione sopra il solettone di cemento armato che chiuderà i tunnel. Questa opera darebbe vita ad una archeostazione: un ibrido di alta tecnologia meccanica e di passato sommerso. “I treni correranno nel cuore di Roma antica” recita una propaganda dei costruttori. Un nuovo “paradigma” tra archeologia e infrastruttura, che mette così “in luce” il passato. E qui è naturale che sorga una battuta: ma quale luce potrebbe rivelarsi, nel confuso e distratto passeggero alle prese con file e biglietterie, in una sotterranea e continua condanna alla rincorsa?

Il risultato che comunque si è già bello che profilato è ancora una volta la “grande confusione”, più della “grande bellezza”, generata da un’arresa a dei programmi di trasformazione i cui autori e le cui finalità non sono mai pubblicamente comparsi.

La trasformazione del cuore di Roma, la piazza del grande palazzo di Venezia, sopravvissuto alle demolizioni e ampiamente ridefinita dalla fine dell’Ottocento, subirà dunque il “colpo decisivo” in favore di una suicida politica turistica che consegnerà definitivamente il luogo simbolico della città, ai flussi del viaggio “guarda e fuggi”. Alla sempre più fitta invasione ed all’allontanamento dei suoi cittadini.

Anche la Biblioteca di Palazzo Venezia, l’ultimo avamposto di una fruizione civica, frequentato da studenti, studiosi e cultori della città, sarà cancellata. Per lei è previsto un nuovo sito in via della Dataria; in un palazzo utilizzato un tempo dal Quirinale per le residenze dei suoi impiegati. Divenuta onerosa la sua sussistenza, si è deciso di “sbolognarlo” al Ministero della Cultura. L’edificio è infatti un caseggiato per abitazioni. Una famosa Archistar chiamata a compiere il miracolo ha gratuitamente prodotto la sua “idea”, trasformandolo in una proposta assai dubbia.

Intanto è da quasi 10 anni che le collezioni bibliografiche, le riviste, non sono più state aggiornate ed il totale abbandono ha distrutto ciò che rimaneva del celebre luogo di studio fondato e voluto da Benedetto Croce. Contenuto e contenitore, unità inscindibili, non sono però separabili. È solo l’ignoranza di una cattiva gestione che li ha desolati così improvvidamente. Una incapacità di cogliere nelle balconate delle straordinarie ebanisterie fatte fare da Pietro Toesca nel 1945, nella luminosità dei grandi finestroni e nei tavoloni dell’arredo raffinato, fin sopra le ordinate scaffalature cosparse di volumi preziosi, l’unicità di un luogo che ha formato generazioni di studiosi.

QUID ERGO

Basterebbe forse che per la metropolitana ci si limitasse ad una semplice stazione di arrivo e partenza. Servita di ogni ausilio di sicurezza per emergere all’aria aperta o per ritombarsi nel circuito della mobilità dura come quella di una metro pesante. Sarebbero sufficienti appena 3 anni (TRE), invece dei 10 (DIECI) previsti che tuttavia potrebbero essere 20 (VENTI) come per le trascorse analoghe sistemazioni vissute. Costerebbe la metà dei 700 milioni previsti invece che le solite quadruplicate sommatorie realizzate. Che senso ha! Tutto questo? Se non, come la celebre espressione latina ci insegna: l’ostinata, grande e inevitabile MENTULATA!?

Pensate: bisognerà riaprire la via dei Fori Imperiali al traffico delle automobili! Per chissà quanti anni depositare d’accapo le scorie delle combustioni degli autoveicoli, sui monumenti appena adesso salvati dalle alterazioni delle superfici marmoree; vivere in mezzo ad una disastrata atmosfera megalopolitana, sottoposta all’inferno di uno stress incontrollabile.

roma@italianostra.org

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Emergenza verde: assemblea pubblica a Roma per prendersi cura del verde esistente http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/05/emergenza-verde-assemblea-pubblica-a-roma-per-prendersi-cura-del-verde-esistente/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/05/emergenza-verde-assemblea-pubblica-a-roma-per-prendersi-cura-del-verde-esistente/#comments Fri, 19 May 2023 13:49:09 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15951 a cura del comitato “Salviamo il Paesaggio – Roma“.

La vera, grande rivoluzione per il patrimonio botanico di Roma deve essere: prendersi cura del verde esistente. Roma è la città italiana con la più grande estensione di verde pubblico, il comune agricolo più grande d’Europa, la città che con la sua Regione detiene il record nazionale di biodiversità.

Già da due anni Roma si è dotata di un Regolamento del Verde e del Paesaggio urbano, uno strumento condiviso ed elaborato nel corso di una decina di anni da cittadini consapevoli e informati, tecnici, botanici e naturalisti, architetti del paesaggio e pubblici amministratori. Tuttora, però, le sue norme rimangono inattuate per una cattiva gestione del verde. Manca ancora una Tabella delle Sanzioni che difenda la ricchezza ambientale della nostra città da interventi sbagliati, dannosi e incompetenti.

Calano dall’alto, invece, appalti milionari per tagliare, abbattere e sostituire questo unicum arboreo e botanico ereditato dal passato, senza che sia delineato un piano di vera tutela e di sviluppo, né sia prevista una gestione di lungo respiro. Ridurre la manutenzione e la cura agli interventi in emergenza è inaccettabile, così come sono inutili gli annunci roboanti di riforestazioni urbane a suon di milioni per alberi fantasma. Nel frattempo il patrimonio verde è maltrattato nell’assenza di ogni buona pratica arboricolturale e giardiniera. Persino le Ville Storiche versano in condizioni pietose.

Le norme contenute nel Regolamento del Verde non vengono applicate! Per far cessare tutto questo stiamo organizzando una grande ASSEMBLEA PUBBLICA in Sala Ovale del Parco delle Energie in Via Prenestina 175 – Roma Sabato 20 maggio 2023, dalle 10.30 alle 14.00 + pranzo/festa nel parco e nel pomeriggio avvio dei Tavoli operativi

Partecipiamo tutti con l’obiettivo di tutelare e curare insieme gli alberi e il verde di Roma. Per chi desidera partecipare alla preparazione dell’Assemblea rivolgersi a coordregverde@gmail.com o contatti per info: 320 629 4865 – 06 446 8302

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Roma è con il Lago che combatte contro la speculazione edilizia http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/01/roma-e-con-il-lago-che-combatte-contro-la-speculazione-edilizia/ Tue, 24 Jan 2023 09:10:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15779 Domenica 22 gennaio gli abitanti hanno inviato un segnale forte e chiaro alle Istituzioni: “no alla cementificazione dell’ex SNIA“. Quattromila persone hanno risposto all’appello per difendere e avvolgere in un abbraccio il Monumento Naturale.

Dalla mattina fino a tarda sera, si è svolta la manifestazione di protesta e di festa, con il supporto di decine di artisti, tra cui Giulia Anania, Muro del Canto, Assalti Frontali, Giancane, Elio Germano.
Un lungo cordone umano, che ha coinvolto anche centinaia di bambini, ha percorso il perimetro di cui ha bisogno l’ecosistema del Lago Bullicante, contro il pericolo delle ruspe per la costruzione di un polo logistico, licenza rilasciata dal Comune di Roma. Con i corpi si è composta la scritta “esproprio subito!”.
La lotta continua.

Il 25 gennaio alle ore 10.00 il Forum del Parco delle Energie lancia la mobilitazione al di fuori della sede della Regione Lazio, in Piazza Oderico da Pordenone, per rivendicare la firma dell’allargamento del Monumento Naturale prima delle elezioni.

Portiamo tutta la nostra forza e la voce delle 4 mila persone che hanno manifestato domenica, davanti alla sede istituzionale per ottenere dall’assessora Lombardi e dal Presidente Leodori i passaggi necessari per l’estensione della tutela ambientale.

Lo stesso palazzo dove ancora è in carica l’assessore D’Amato, candidato ora alla presidenza della Regione; le promesse fatte da chi è ancora al governo vanno confermate ora con i fatti.

Il Forum continuerà a manifestare le proprie rivendicazioni finchè tutta l’ex snia non sarà divenuta monumento naturale.

Contatti Forum:
https://www.facebook.com/lagoexsnia
https://www.instagram.com/lagobullicante.exsnia/
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Salviamo il Fosso delle Campanelle, salviamo un’area naturale dentro Roma http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/06/salviamo-il-fosso-delle-campanelle-salviamo-unarea-naturale-dentro-roma/ Mon, 27 Jun 2022 15:10:05 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15422 A cura del Gruppo d’Intervento Giuridico.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), raccogliendo le segnalazioni di un nutrito nucleo di cittadini romani, ha inoltrato (24 giugno 2022) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti riguardo il “Progetto di riqualificazione  ambientale e valorizzazione naturalistica di una porzione del Fosso delle Campanelle – Orti  urbani  e  percorsi  attrezzati” predisposto dalla Città metropolitana di Roma Capitale per modificare radicalmente il Fosso delle Campanelle – Valle Fontana.

Coinvolti i Ministeri della Cultura e della Transizione Energetica, la Regione Lazio, il Comune di Roma capitale, la Città metropolitana di Roma Capitale, la Soprintendenza per Archeologia, belle Arti e Paesaggio di Roma, il XIV Municipio, informata per opportuna conoscenza la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma.

L’area del Fosso delle Campanelle – Valle Fontana è un vero e proprio pezzo di natura rimasto ancora sostanzialmente integro dentro l’area urbana: il contesto della Valle e delle vallecole laterali rappresenta un lembo superstite di Agro Romano e costituisce un vero  e  proprio  corridoio naturalistico e paesaggistico tra la Riserva naturale dell’Insugherata e le aree verso sud/sud-est verso la Tenuta Massara e il Parco agricolo di Casal del Marmo.

Presenze botaniche come la Quercia da suighero, presenze faunistiche quale il Gruccione costituiscono valori naturalistici di grande importanza.

L’area, ampia circa 33 ettari, è oggetto di un progetto di riqualificazione che sembrerebbe destinarla a divenire un banale giardinetto di quartiere con qualche orto urbano annesso.

L’area è comunque tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e ai sensi del vigente piano territoriale paesistico del Lazio.

Ben 800 cittadini han chiesto al Comune di Roma Capitale di mantenere le caratteristiche ambientali del sito.

In ogni caso, il progetto dev’essere assoggettato al preventivo procedimento di verifica di assoggettabilità a V.I.A. (art. 19 e dell’Allegato IV alla Parte II, punto 7, lettera b , del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.).

Stop alle ruspe, via libera al buon senso.

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Italo Insolera, l’intellettuale sedotto da Roma ricordato nel decennale della sua scomparsa http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/05/italo-insolera-lintellettuale-sedotto-da-roma-ricordato-nel-decennale-della-sua-scomparsa/ Fri, 13 May 2022 10:08:08 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15346 Dall’11 Maggio all’11 giugno Roma ricorda Italo Insolera, a dieci anni dalla scomparsa, all’archivio storico Maria Baccante di Via Prenestina 175. Un ciclo di incontri, proiezioni e riflessioni per celebrare l’intellettuale “sedotto da Roma” ma torinese di nascita (1929-2012), urbanista, architetto, storico e studioso.“Una storia che parla al presente”Scarica

“Il libro Roma moderna”si legge nella nota stampa dell’iniziativa, “il suo capolavoro uscito la prima volta nel 1962, è un saggio ineguagliato sulla storia urbana della Capitale per la denuncia del peso della rendita e degli appetiti fondiari che, con poche eccezioni, hanno governato l’espansione dell’Urbe e la devastazione dell’Agro. Delle numerose edizioni e ristampe, l’ultima del 2011 presenta novità di rilievo. L’inizio del racconto è anticipato al 1811, quando Napoleone I adotta il decreto imperiale sul’embellissement de Rome per la realizzazione di una Passeggiata archeologica tra i Fori e l’Appia”.

Nelle giornate dedicate all’intellettuale torinese viene anche analizzato “il sodalizio di una vita con Antonio Cederna, per il rapporto che entrambi ebbero sempre con le associazioni ambientaliste e culturali, e più in generale con il mondo della partecipazione e della protesta, lasciandoci l’eredità più difficile che tutti dobbiamo raccogliere: saper stabilire un legame fecondo fra l’alta cultura e i fermenti autentici e profondi della società”.

All’Archivio storico di Via Prenestina 175 “Maria Baccante”, che conserva la memoria del lavoro alla Snia Viscosa e la Resistenza che ne scaturì, il ricordo di Insolera “ci deve interrogare sulla trasformazione della città contemporanea, le battaglie che ancora ne agitano i quartieri, le criticità ambientali che pone l’inarrestabile consumo dei suoli”.
“Insolera guardava all’inquietudine delle periferie alla ricerca di nuove, più eque traiettorie di sviluppo”, conclude la nota. “I vecchi documenti della fabbrica affiancati alle foto dell’Istituto Luce, della Fondazione Gramsci e agli scatti di Insolera in giro per la Roma degli anni 60-70, ripercorrono il fermento e la storia che lui considerava patrimonio comune”.

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Il centro storico di Roma è tutelato con vincolo paesaggistico o no? http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/04/il-centro-storico-di-roma-e-tutelato-con-vincolo-paesaggistico-o-no/ Mon, 04 Apr 2022 07:22:32 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15277 A cura del Gruppo d’Intervento Giuridico odv.

Sembra davvero incredibile, ma sussistono dubbi sul fatto che il centro storico di Roma sia integralmente tutelato con vincolo paesaggistico specifico (artt. 136 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

Certamente numerosi singoli luoghi, palazzi, monumenti sono individuati singolarmente ai fini della tutela paesaggistica, così come di fatto sostanzialmente quasi l’intero centro storico beneficia del vincolo culturale (artt. 10 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), ma non risulta esistere un provvedimento statale o regionale di individuazione organica del centro storico romano con specifica disciplina di tutela.

Eppure fin dal 1980 (IV sessione della Commissione, Parigi 1-5 settembre 1980) il centro storico di Roma è incluso nel Patrimonio mondiale dell’umanità sotto l’egida U.N.E.S.C.O. e dovrebbe vedere un puntuale piano di gestione per garantirne la conservazione attiva.

Con deliberazione del Commissario straordinario di Roma Capitale (con i poteri della Giunta) n. 62 del 29 aprile 2016 è stato adottato il piano di gestione e inviato all’Ufficio Patrimonio mondiale UNESCO del Ministero della Cultura, ma non risulta l’approvazione definitiva.

Addirittura, nel recente passato, un parere emanato dalla Regione Lazio (nota Dipartimento Territorio prot. 94875 del 19 giugno 2009) escludeva la necessità di autorizzazione paesaggistica (art. 146 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) per gli interventi nel centro storico, mentre la competente Soprintendenza era tenuta a esprimere un parere obbligatorio non formalmente vincolante in base al piano regolatore generale (P.R.G.) di Roma (art. 24, commi 12° e 19°, delle norme tecniche di attuazione, N.T.A.).

Complessa la situazione sotto il profilo della pianificazione paesaggistica:

– il piano territoriale paesistico (P.T.P.) n. 15/12 “Valle della Caffarella, Appia antica ed Acquedotti (approvata con deliberazione Consiglio regionale Lazio n. 70 del 10 febbraio 2010) include il centro storico tutelato quale sito UNESCO e prevede all’art. 46 delle norme tecniche di attuazione (N.T.A.) “espressamente l’obbligatorietà del procedimento di autorizzazione paesaggistica di cui all’art. 146 del Codice” (vds. Cons. Stato, Sez. VI, 28 dicembre 2021, n. 8641);

– il piano territoriale paesistico regionale (P.T.P.R.) del Lazio (beni paesaggisticitavole + allegatideliberazione Consiglio regionale Lazio n. 5 del 2 agosto 2019), all’art. 44 delle norme tecniche di attuazione ha affermato che “all’interno di tale perimetro (il centro storico, area UNESCO, n.d.r.)  le valutazioni in ordine alla conformità e compatibilità paesaggistica degli interventi sono esercitate dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per il Comune di Roma, secondo quanto stabilito dal Protocollo d’Intesa tra Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Comune di Roma” dell’8 settembre 2009, richiedendo un parere obbligatorio, ma non formalmente vincolante alla Soprintendenza, così ritenendo di superare  il rinvio al futuro piano di gestione UNESCO.

La giurisprudenza amministrativa, viceversa, ha adottato un’interpretazione tesa a superare l’evidente carenza di disciplina di tutela paesaggistica: Il T.A.R. Lazio l’ha chiaramente bollato come “pericoloso ‘vuoto di tutela’ proprio per aree di maggior valore, addirittura di livello ‘universale’ – dichiarate ‘Patrimonio Comune dell’Umanità’ proprio in base al riconoscimento della loro assolutamente ‘eccezionale’ importanza (quindi di un’importanza di grado superiore rispetto all’importanza di grado solo ‘notevole’ richiesto nell’ordinamento interno per la sottoposizione a vincolo paesistico ai sensi dell’art. 136 del d.lgs. n. 42/2004) – con evidenti risultati paradossali, inammissibili sul piano logico, ancor prima che giuridico” (T.A.R. Lazio, Sez. II quater, 29 maggio 2020, n. 5757).    Sulla stessa linea il Consiglio di Stato, che ha confermato la precedente pronuncia del T.A.R. (Cons. Stato, Sez. VI, 28 dicembre 2021, n. 8641) e T.A.R. Lazio, Sez. II quater, 22 settembre 2020, n. 9688.

Dopo il noto annullamento del P.T.P.R. del Lazio operato dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 240 del 17 novembre 2020 per “violazione del principio di leale collaborazione” con lo Stato, a fugare ogni incertezza, finalmente, dovrebbe esser giunto il nuovo P.T.P.R. del Lazio (deliberazione Consiglio regionale Lazio n. 5 del 21 aprile 2021), che prevede fra i beni paesaggistici individuati ai sensi dell’art. 134 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i. “i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri e nuclei storici” (art. 8, comma 1°, lettera c, delle N.T.A. del P.T.P.R.).

Nel caso di specie, “ogni modificazione allo stato dei luoghi nell’ambito dei beni paesaggistici di cui all’articolo 134 del Codice, è subordinata all’autorizzazione di cui all’articolo 146 del Codice” (art. 11, comma 1°, delle N.T.A. del P.T.P.R.) e “ai sensi dell’articolo 146 del Codice l’autorizzazione paesaggistica non può essere rilasciata in sanatoria successivamente alla realizzazione, anche parziale, degli interventi, fatto salvo quanto previsto dagli articoli 167 e 181 del Codice” (art. 11, comma 7°, delle N.T.A. del P.T.P.R.).

Allo stato attuale, quindi, ogni intervento nel centro storico (area UNESCO) di Roma deve obbligatoriamente esser autorizzato ai sensi dell’art. 146 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i., con il prescritto parere endoprocedimentale della competente Soprintendenza, per cui ogni intervento avviato o concluso in assenza di parere e autorizzazione sarebbe abusivo e sanzionabile (artt. 167 e 181 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

Sarà davvero così?

Il centro storico della Città Eterna è finalmente tutelato in modo più efficace con il vincolo paesaggistico?

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), proprio per sgombrare il campo da ogni possibile dubbio, ha coinvolto (2 aprile 2022) il Ministero della Cultura, la Soprintendenza speciale per Roma, la Regione Lazio e il Comune di Roma Capitale perché forniscano in proposito il loro autorevole avviso.

Basta con piccoli e grandi abusi, con piccoli e grandi scempi nel centro storico della Città Eterna, sarebbe davvero ora di voltar pagina.

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A Roma una cittadinanza attiva per la cura degli alberi http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/01/a-roma-una-cittadinanza-attiva-per-la-cura-degli-alberi/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/01/a-roma-una-cittadinanza-attiva-per-la-cura-degli-alberi/#comments Sat, 29 Jan 2022 07:20:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15091 A cura del Coordinamento per il Regolamento del Verde.

Le numerose segnalazioni che ci sono arrivate nelle recenti settimane da parte di cittadini preoccupati per gli interventi di potatura e per gli abbattimenti di alberi che non sembrano corrispondere a corrette tecniche d’esecuzione, né a obiettive necessità di sicurezza e cura delle piante, testimoniano un diffuso interesse per la salvaguardia dell’ambiente e l’esigenza di vigilare su un bene che è patrimonio di tutti.

Questa risvegliata sensibilità è tanto più opportuna dopo l’approvazione del Regolamento del Verde e del Paesaggio urbano di Roma Capitale che mette espressamente il cittadino al centro del programma di difesa del verde cittadino “da qualsiasi azione che vada contro i principi della tutela ecologico-ambientale, biologica, paesaggistica, urbanistica ed estetica”.

Programma che ci ha spinto, infatti, a creare una Scheda di segnalazione di abbattimenti e potature attraverso la quale chiunque può comunicare e documentare interventi che non giudica rispondenti a criteri tecnici e ad esigenze adeguate. Le segnalazioni così ricevute, corredate dalla documentazione fotografica necessaria, saranno valutate così da inserirle in un dossier di ‘casi’ da portare all’attenzione del Dipartimento Tutela Ambientale del Comune di Roma per le verifiche tecniche necessarie e per l’adozione degli eventuali provvedimenti a carico degli esecutori.

Pubblico e privato

Le segnalazioni possono riguardare tanto gli interventi sugli alberi di proprietà pubblica che quelli sulle piante dei privati perché il Regolamento, che considera il patrimonio arboreo un bene collettivo, disciplina le modalità con cui vanno effettuati gli interventi in entrambe le situazioni (art. 1, c. 5b). È comunque interessante esaminare le ragioni che giustificano gli interventi sul verde arboreo della nostra città e, in particolare, su quella sua cospicua parte che è rappresentata dai 330 mila esemplari di varie specie e dimensioni di proprietà pubblica, ubicate sia all’interno di aree verdi che lungo la viabilità stradale.

Manutenzione delle alberature pubbliche

Il Comune di Roma il 24 febbraio 2021 ha approvato un “Accordo quadro triennale” che destina complessivi 48 milioni di Euro (suddivisi in 8 Lotti) alla manutenzione del verde verticale di proprietà pubblica. Nonostante il bando per l’assegnazione degli appalti sia stato redatto nell’autunno del 2019, quindi ben prima dell’approvazione del Regolamento del Verde, le norme tecniche d’esecuzione delle lavorazioni anticipano le buone prassi agronomiche cui il Regolamento stesso dedicherà non soltanto numerosi articoli, ma addirittura un intero allegato (All. 9).

Le buone pratiche agrotecniche

È interessante osservare che la manutenzione delle alberature, in questa fase limitata a circa 20.000 piante, chiaramente prevede che gli interventi effettuati abbiano le caratteristiche seguenti.
I servizi di manutenzione previsti, saranno ordinati dal Direttore dell’esecuzione del contratto (DEC) con appositi ordini di servizio e consisteranno nelle seguenti operazioni: potature, abbattimenti, eventuali verifiche fitostatiche …” . “Tutte le operazioni sulla pianta dovranno essere eseguite a regola d’arte … e comunque esclusivamente finalizzate alla riduzione del rischio, ove ritenute necessarie dal DEC, sulla base delle attente verifiche svolte dal personale tecnico …“ . “I tagli dovranno essere fatti a regola d’arte, la superficie dei medesimi dovrà pertanto risultare liscia rispettando l’anello di cicatrizzazione alla base del ramo… Inoltre tutti i tagli delle potature dovranno risultare obliqui rispetto al piano stradale e possibilmente rivolti verso il centro della pianta senza lasciare tronconi sporgenti dallo stesso e la corteccia intorno alla superficie del taglio dovrà rimanere sana ed integra senza slabbrature…”.

Informazione ai cittadini

È il caso, infine, di ricordare che “sono a carico delle imprese tutte le opere provvisorie (segnaletica di cantiere a norma di legge sulla sicurezza e del codice della strada, transennamenti, comunicazioni alla vigilanza, cartelli da collocarsi con congrui tempi preventivi) ed ogni forma di informazione preventiva alla cittadinanza, nonché tutte le incombenze istituzionali relative all’agibilità del traffico veicolare e pedonale. …”, mentre resta a carico dell’Amministrazione il compito di pubblicare con un congruo anticipo sul sito istituzionale del Dipartimento Tutela Ambientale un idoneo preavviso degli interventi programmati (art. 32, c. 1 del Regolamento).

Scheda di segnalazione

L’istituzione di una Scheda (scaricabile qui), attraverso cui raccogliere le segnalazioni dei cittadini per gli interventi che non sembrano rispondere alle modalità descritte nei punti precedenti, appare quindi un mezzo necessario sia per raccogliere informazioni tempestive sulle pratiche d’esecuzione non conformi sul verde cittadino che l’Amministrazione stessa ammette di non essere sempre pronta ad acquisire e sia per mantenere vigile l’attenzione, la conoscenza e la sensibilità dei cittadini alla tutela di un bene collettivo fondamentale.

ALTRI SPUNTI UTILI:

Finalità degli interventi

Scorrendo la relazione illustrativa del bando si comprendono meglio gli obiettivi che l’Amministrazione comunale si ripropone di conseguire con il notevole investimento effettuato:

  • rinnovare il modo di gestire il sistema del patrimonio arboreo cittadino, orientando il processo di cura e manutenzione verso la sostenibilità ambientale e socio-economica …”
  • “realizzare gli interventi di cura in un’ottica funzionale all’ottenimento dei minimi requisiti prestazionali e di sicurezza e cioè in misura tale da massimizzare l’efficienza della vegetazione, minimizzando i rischi connessi alla interferenza fra le alberature, i manufatti ad esse afferenti e le attività della popolazione …”
    “sulla base dei rilievi tecnici … si è evidenziato che una parte delle alberature cittadine presenta caratteristiche complessive compatibili con una condizione prossima al fine ciclo vegetativo, cosa che impone l’avvio di interventi di monitoraggio sempre più frequenti e tempestivi, ed i relativi interventi di riduzione del rischio mediante interventi di potatura ed abbattimento…”
  • che gli interventi necessari, limitati in questa fase a circa 20.000 selezionate alberature, “in considerazione delle limitate risorse umane e di mezzi operativi reperibili all’interno dell’organico capitolino” giustificano il fatto che il Dipartimento Ambiente abbia ritenuto necessario appaltare l’esecuzione di “potature ed abbattimenti nelle alberate cittadine e nelle maggiori ville storiche” e prevedere “tutte le attività necessarie per garantire la manutenzione ordinaria ed alcune attività straordinarie” indicate negli elaborati tecnici.

Interventi sulle alberature

Le operazioni di cura ordinaria consistono in interventi di potatura che dovranno essere svolti secondo le seguenti metodologie:

a) “potatura di diradamento che mira a mantenere l’ingombro volumetrico della chioma esistente che non deve venir ridotta, né in altezza né in larghezza, ma soltanto alleggerimento mediante attenta selezione e rimozione delle branche e del rami in sovrannumero e di quelli essiccati. L’intensità del diradamento non può superare il 30% della densità iniziale onde non intaccare le capacita di ripresa della vegetazione … In nessun caso devono essere lasciali monconi, né creati ‘gomiti’ ad angolo acuto aperto verso il centro della pianta…”

b) “potatura di rinnovo che ha il duplice scopo di contenere lo sviluppo di soggetti squilibrati o eccessivamente vigorosi per l’ambiente in cui sono inseriti e di stimolare l’emissione di nuova vegetazione in modo da mantenere relativamente ‘giovane’ una pianta. … La potatura non deve essere tale da compromettere la capacita di ripresa della vegetazione; la pianta deve cioè mantenere un’equilibrata dotazione di branche primarie secondarie e rami d’ordine inferiore in modo da conservare la potenzialità della propria conformazione tipica e una sufficiente vigoria…

c) “potatura di rimonda del secco che ha come scopo ‘ripulire’ l’albero di tulle le sue parti non più vitali. l’intervento deve essere eseguito in modo rigoroso e completo, evitando di danneggiare accidentalmente le parti verdi. In nessun caso devono essere lasciati monconi.”

d) “spalcatura, ovverosia la rimozione dei rami bassi costituenti il palco più basso della pianta, al fine di rendere agevole il passaggio a persone e mezzi sottostanti la chioma dell’albero, oppure nel caso dei Pinus, la rimozione di uno o più palchi bassi, da effettuare esclusivamente nel caso di rami tendenzialmente decombenti…”
Le operazioni di cura straordinaria sono principalmente gli abbattimenti che dovranno essere eseguiti secondo le seguenti modalità:
“Abbattimento, ovverosia l’eliminazione delle piante secche e/o risultanti in classe (di rischio) D ad una precedente verifica VTA, o in alternativa da un conclamato cedimento parziale o in corso delle piante …,” deve avvenire “effettuando il taglio del tronco radente il piano del marciapiede o sede stradale e/o asportando l’apparato radicale con idonea macchina per l’estirpazione delle ceppaie”.

Interventi aggiuntivi

Va osservata la speciale importanza che rivestono le migliorie aggiuntive che tutti gli appaltatori hanno garantito per ottenere una premialità in sede di assegnazione dei bandi che, a parte il rispetto delle modalita d’esecuzione già indicate, costituiscono un indubbio vantaggio per l’Amministrazione, non richiedendo ulteriori oneri. Si tratta di:

a) “Compilazione schede di analisi speditiva delle piante …, eseguita da tecnico abilitato,…, per tutte le piante interessate dagli interventi manutentivi.”

b) “Deceppamento delle piante abbattute …”

c) “Sostituzione delle piante abbattute …. e piantagione di nuovi alberi, con manutenzione biennale e garanzia di attecchimento, comprensiva del ristoro degli eventuali danneggiamenti dei marciapiedi, cigli e strade …”.

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A Roma i cittadini combattono contro la cocciniglia tartaruga http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/01/a-roma-i-cittadini-combattono-contro-la-cocciniglia-tartaruga/ Wed, 27 Jan 2021 22:11:36 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14288 Roma, la cocciniglia tartaruga e i cittadini che salvano i pini. E’ microscopico l’insetto che sta mettendo in pericolo gli alberi simbolo della città eterna. Dopo un’estate trascorsa ad assistere ad un’evidente colonizzazione delle strade e delle pinete della capitale a macchia di leopardo, cittadini attivi della zona di Saxa Rubra decidono di sperimentare un trattamento endoterapico in grado di salvare i pini del proprio ambito di territorio. Un’operazione coraggiosa e importante messa in campo in primis dall’arch. Paolo Salonia al quale qui abbiamo rivolto alcune domande.

A Roma grazie ai cittadini si sperimentano cure innovative contro la cocciniglia tartaruga. Può tracciare un quadro più ampio del fenomeno all’interno del quale Lei in prima persona ha deciso di intervenire?

Sul termine “innovative” vorrei fare subito una precisazione. In realtà il trattamento endoterapico, così come lo stesso fitofarmaco utilizzato, l’abamectina, sono ampiamente conosciuti, normati e utilizzati nella lotta alla processionaria. L’innovazione sperimentale risiede nella loro applicazione come contrasto alla Toumeyella Parvicornis. Gli Organi preposti alla stesura della normativa che certifichi la validità di metodo e di fitofarmaco nei protocolli ufficiali per la lotta di questo parassita non si decidono ad emettere il tanto atteso provvedimento, nonostante la presenza della cocciniglia tartaruga nel nostro Paese risalga ormai al 2015. Inoltre, questi stessi Organi non tengono minimamente nel debito conto gli esiti più che soddisfacenti delle sperimentazioni condotte dalle Università che dimostrano la validità del sistema con i suoi esiti positivi. Il tanto atteso “protocollo” permetterebbe agli Enti territoriali di intervenire, tranne poi insabbiarsi nelle secche della mancanza di risorse, il più delle volte assurdamente distolte per faraonici progetti di ripiantumazione.

La mancanza di una normativa nazionale, autorizzativa di metodo e di fito-farmaco ammesso, sembrerebbe in pratica diventata il gigantesco alibi dietro al quale nascondere questo inaccettabile e colpevole immobilismo. Così accade che a Roma la pubblica amministrazione sia latitante nella difesa del patrimonio verde, mentre viceversa si tagliano quindici pini a via Flaminia senza che i cittadini possano conoscere i motivi di tale scempio. Tanto meno è dato conoscere chi ha concesso il benestare per l’abbattimento della quinta storica di pini domestici di via di San Gregorio. Qui si apre anche la questione dell’informazione al cittadino.

Piccola ma micidiale. Tale il ritratto della cocciniglia tartaruga, l’insetto che rischia di mettere in scacco per sempre le pinete della capitale. Per far fronte ad una situazione che potrebbe diventare sempre più grave, i cittadini della zona di Saxa Rubra hanno iniziato prima degli altri a prendere provvedimenti.

Non sono d’accordo su “…l’insetto che rischia di mettere in scacco per sempre le pinete della capitale…”. Sicuramente devastante, infatti, è l’attività con la quale la cocciniglia tartaruga (Tourneyella parvicornis) sta “democraticamente” uccidendo i pini romani dovunque si trovino, da quelle stesse via Appia Antica e Villa Borghese a San Basilio o a Mostacciano. Dimostrando, con una velocità esponenziale, di essere “tartaruga” solo di nome. Ma lei – anche se odiosa e criminale – si limita semplicemente ad agire come Madre Natura l’ha programmata con una missione biologica assassina da assolvere. Il vero nemico dei pini, e di Roma, è l’immobilismo di tutti coloro che non svolgono il compito per il quale sono pagati con i soldi dei cittadini.

Ci può riassumere le tappe di questa sua coraggiosa ed importante iniziativa?

Ho promosso un’iniziativa civica, lanciando e sostenendo tra i residenti della zona una libera raccolta dei fondi necessari a realizzare un massiccio intervento di trattamento endoterapico per i 500 pini infestati. Alla fine del mese di luglio 2020, a fronte dell’attacco violentissimo del parassita che in pochissimo tempo ha devastato diverse centinaia di pini sull’intero territorio e della particolare situazione della pineta di Saxa Rubra dove abito, ho reiteratamente inviato denunce e richieste di interventi tempestivi ad un ampio spettro di “decisori” pubblici, direttamente responsabili sulla materia, ma queste sono rimaste totalmente inascoltate e prive della benché minima risposta. Ho, quindi, ritenuto di farmi parte diligente, coinvolgendo tutti i residenti dell’area in una azione civica con la finalità di realizzare un progetto di intervento privato sui beni comuni, e quindi pubblici. A questo scopo contattando direttamente una Ditta specializzata in trattamenti endoterapici per ottenere da questa un preventivo di spesa, da suddividere tra i cittadini “di buona volontà” e liberi di aderire o meno. L’idea è stata quella di dare vita ad un intervento che si configurasse come esercizio del fondamentale diritto costituzionale sancito dall’Art. 118 della Costituzione sulla “sussidiarietà”. Per poi farlo diventare modello di governo del verde urbano esportabile in altre zone della città, in forme che potrebbero rappresentare anche un innovativo modello di governo del bilancio pubblico. Per affrontare con intraprese analoghe l’emergenza in tutta la città, ho contestualmente sviluppato un progetto per creare un vasto movimento d’opinione attraverso la formazione di un network di associazioni. Ho lanciato un appello a quante più possibili di esse per coagulare un numero rilevante di persone, singole o associate, che rappresentano ancora quello che resta della coscienza civile, della difesa del patrimonio, antropico e naturale, del paesaggio, in una parola della cultura. Ma anche per riuscire ad organizzare una class-action contro i cosiddetti “decisori” (ir)responsabili, denunciandoli, se esistono i presupposti, anche alla Corte dei Conti per danno erariale (quali saranno i costi per il taglio di migliaia di piante, per la discarica speciale e a norma di legge della legna infetta tagliata, il danno ambientale, paesaggistico e culturale, le necessarie ripiantumazioni di nuovi alberi, ecc. ecc.?), oltre alle normali “omissioni di atti d’ufficio”.

Allargando, come è giusto fare, il tema dal locale al globale, l’emergenza e la diversa visione di città che questa impone sono state inquadrate all’interno di una cornice nazionale di progetti e documenti che sono rimasti unicamente parole sulla carta e non fatti agiti sul territorio. Verso la fine di dicembre 2020, dopo mesi di email continue, solleciti, appelli, alla fine sul c/c appositamente aperto si era raggiunta la cifra necessaria per sostenere l’intero trattamento (parliamo di decine di migliaia di € che al momento sono in cassa a meno di pochissime centinaia di € attualmente in arrivo).

E il 13 gennaio scorso sono iniziati i trattamenti endoterapici con abamectina contro la Toumeyella Parvicornis per i 500 pini di Saxa Rubra, esplicitamente dichiarati nella richiesta di autorizzazione immediatamente concessa da parte del Dott. Messina del Dip. Tutela Ambientale del Comune di Roma. Ma non finisce qui……

I cittadini dunque hanno fatto le veci degli amministratori. Ci può dire quale potrebbe essere l’evoluzione di un progetto così particolare?

Come detto, l’intervento è interamente a carico dei privati cittadini e nulla è rimasto a carico del Comune o del Servizio Giardini. Ritengo che simili iniziative possano – e debbano – svolgere un ruolo significativo di sensibilizzazione e di stimolo per l’opinione pubblica nei confronti di queste problematiche e come segno tangibile ed esplicito di condanna verso l’immobilismo colpevole della Pubblica Amministrazione. Quindi, piuttosto che lasciarsi andare alle sterili e troppo spesso piagnucolose lamentationes, riempire di azioni concrete la giusta protesta, denuncia e condanna.

Come primo obiettivo futuro, spero che questo “modello” possa produrre effetti emulativi in altre parti della città. A questo proposito, rimango a completa disposizione di quanti, singoli cittadini, Comitati e Associazioni, volessero attivarsi nella loro parte di città, o in altri territori, con analoghe intraprese.

Passando dal “globale” al “locale”, nello specifico di Saxa Rubra, non avrebbe senso l’operazione testardamente portata al suo esito se poi tutto si concludesse con l’ultima “siringata” di abamectina.

Dopo di che… il diluvio, nel senso che la Toumeyella Parvicornis, se lo desidera, tra un paio di anni è libera di tornare a fare il suo comodo e la Pubblica Amministrazione, già da subito, può continuare a disinteressarsi del problema e non agire tempestivamente – e soprattutto p r e v e n t i v a m e n t e come i suoi diversi obblighi e competenze imporrebbero. Penso ad un diverso rapporto pubblico/privato, per cui i residenti di Saxa Rubra, che oggi hanno dato dimostrazione di senso civico, senza soluzione di continuità assumano in “adozione” la pineta oggi da loro curata. Ma non nel ristretto perimetro previsto dallo strumento che il Comune possiede (https://www.comune.roma.it/web/it/scheda-servizi.page?contentId=INF51478), piuttosto mettendo in atto una serie di azioni di osservazione preventiva e di segnalazione tempestiva alle Autorità preposte, svolgendo un ruolo di “sentinelle sul territorio”.

Potrebbe indicare chi sta eseguendo il trattamento e con quali prodotti?

Il trattamento endoterapico utilizzando il fitofarmaco abamectina viene eseguito dalla Ditta specializzata La Farmacia del Verde, leader in Italia per la grande esperienza in questo tipo di trattamenti endoterapici e partner dell’Università di Napoli Federico II nelle sperimentazioni che da tempo vengono condotte anche in Roma all’Eur e finalizzate alla definizione scientifica dei metodi migliori per la lotta contro la Toumeyella Parvicornis. I lavori saranno supervisionati dalla Dottoressa Agronoma Sara Sacerdote che garantirà lo svolgimento e il buon esito delle operazioni.

Dalle notizie di cronaca abbiamo contezza del fatto che il Vaticano ha usato tali metodi e anche l’Eur Spa. Da questo punto di vista i cittadini di Saxa Rubra hanno dimostrato di essere allo stesso livello di istituzioni cariche di storia come queste. Qual’e il suo commento su tutta la vicenda?

Come prima considerazione, mi riallaccio al discorso precedente sull’”evoluzione” del progetto realizzato, osservando che sarà fondamentale fornire ai residenti di Saxa Rubra la più ampia consapevolezza di quanto la loro iniziativa possegga un valore straordinario che la pone “allo stesso livello di istituzioni cariche di storia come” il Vaticano e l’EUR SpA che hanno “ usato tali metodi”.

Sono a conoscenza delle iniziative del Vaticano (vero e proprio intervento) e di EUR SpA (sperimentazione insieme all’Università Federico II di Napoli e la Ditta La Farmacia del Verde). Il Vaticano, Stato Estero, agisce con le proprie normative e non è incastrato nell’immobilismo italiano, e dunque può rappresentare un eccellente esempio di come si debba (e si possa) intervenire sul patrimonio arboreo e specificatamente contro questo parassita. La sperimentazione promossa dall’Ente EUR rappresenta un altro valido esempio di un diverso modus operandi, direi di una “buona pratica” che, virtuosamente, unisce ricerca scientifica e, contestualmente, azione di cura con l’obiettivo di validare metodi e procedure in attesa di ulteriori sviluppi migliorativi, in primis l’antagonista biologico.

A fronte di queste due realtà, risulta evidente che l’apertura di un dialogo tra loro finalizzato al tema, mediante i loro scienziati, tecnici e decisori, sia altamente auspicabile perché foriero di situazioni di contesto (non più solamente nazionale, bensì di un internazionale particolare perché appartenente alle stesse latitudini e sistemi ecologici) sia in grado di attivare un processo che contribuisca alla creazione di un diverso approccio e ad una maggiore tempestività decisionale. Quanto in via di realizzazione sui 500 pini di Saxa Rubra grazie all’iniziativa civica dei cittadini residenti, indubbiamente si posiziona all’interno di questo solco.

Nel piccolo (neanche tanto, è questione di fattori di scala) rappresenta ulteriore contributo, sia alla risoluzione del problema locale, sia come produzione di altro dato scientifico (il monitoraggio delle risultanze del trattamento su un campione significativo di 500 pini), sia come testimonianza di una manifesta volontà di partecipazione da parte dei cittadini. Dunque, si può affermare che si tratti di un esempio che sarebbe bene emulare. Per concludere, richiamo quanto scrissi in un articolo comparso sul numero 36 del 4 settembre 2020 del settimanale Left, per contestualizzare l’intera operazione promossa nel mese di luglio passato in un contesto più ampio relativo al significato di partecipazione e di sviluppo armonico della società e degli ambienti urbani.

Si tratta di azioni fortemente armonizzate con l’insieme dei più importanti documenti e raccomandazioni cogenti nel panorama internazionale e ai quali gli Stati si dovrebbero allineare, dalla Carta di Aalborg sulle Città Europee a quella di Lipsia fino all’Obiettivo 11 dell’Agenda 2030 sulla sostenibilità, dalla New Urban Agenda Habitat III dell’ONU alle Raccomandazioni UNESCO sull’Historic Urban Landscape.

Ascoltiamo l’ammonimento di Salvatore Settis quando scrive: “…o il nostro patrimonio nel suo insieme, nel tessuto vivente della città e del paesaggio ridivengono un luogo di coscienza di sé del cittadino e un centro generatore di energia per la polis, o il loro destino è perire…”.
Questo è il punto. Si tratta di una battaglia di civiltà.

Tratto da: https://www.italianostra.org/a-roma-i-cittadini-combattono-contro-la-cocciniglia-tartaruga-intervista-a-paolo-salonia/

Paolo Salonia è un architetto, Past Director of Institute for Technologies Applied to Cultural Heritage of Italian National Research Council – ITABC CNR, Director of Research Associate of Institute Sciences Cultural Heritage – ISPC CNR, ICOMOS IT Advisor and Executive Board member, International Committee of Architectural Photogrammetry – CIPA Expert Member.

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Riserva del Litorale Romano, la magistratura si attiva contro i tagli indiscriminati http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2020/03/riserva-del-litorale-romano-la-magistratura-si-attiva-contro-i-tagli-indiscriminati/ Sat, 14 Mar 2020 20:56:10 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=13656 Dal sito di Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

Roma, Pineta litoranea di Procoio, cartello di sequestro preventivo (9 marzo 2020)

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma ha ottenuto il sequestro preventivo (9 marzo 2020) della pineta mista (Lecci, Pini, macchia mediterranea) in località Procoio, nella Riserva naturale statale del Litorale Romano, in Comune di Roma Capitale, oggetto di tagli più volte denunciati da associazioni e comitati ambientalisti.

Nel gennaio 2020 i Carabinieri Forestale avevano inviato in proposito una specifica informativa di reato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, che – al pari di altre associazioni e comitati ambientalisti (es. i G.U.F.I., Comitato Salviamo Procoio) – ne aveva richiesto l’intervento con l’istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti inoltrata (4 novembre 2019) alle amministrazioni pubbliche, alla polizia giudiziaria e alla magistratura competenti, esprime la propria soddisfazione per i controlli svolti e il provvedimento di sequestro adottato, finalizzato a impedire ulteriori danni al patrimonio ambientale.

Riserva naturale statale del Litorale Romano, tagli boschivi (nov. 2019)
(Foto Gruppo Intervento Giuridico Onlus)

Coinvolti dall’azione ecologista il Ministero per i beni e attività culturali e il Ministero dell’ambiente, la Regione Lazio, la Soprintendenza per archeologia, belle arti e paesaggio di Roma, i Carabinieri Forestale, il Comune di Roma Capitale, l’Organo di gestione della Riserva naturale statale del Litorale Romano, informata per opportuna conoscenza la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma.

Si tratta di uno dei pochi lembi di bosco misto mediterraneo sopravvissuti lungo la costa laziale, scampato a speculazione immobiliare, bonifiche, realizzazione dell’aeroporto internazionale di Roma-Fiumicino.

Il taglio boschivo in corso sembra in relazione con un piano di prevenzione incendi proposto dalla Proprietà Aldobrandini e approvato con nullaosta dell’Organo di gestione della Riserva naturale statale del Litorale Romano del febbraio 2019, previ vari pareri positivi condizionati da parte della Commissione di riserva della Riserva naturale statale del Litorale Romano al termine di lunga e complessa procedura.

La Regione Lazio – D.G. Politiche Abitative, Pianificazione Territoriale, Paesistica e Urbanistica aveva comunicato (nota prot. n. 892902 del 6 novembre 2019) che la Città metropolitana di Roma Capitale, delegata in materia di risorse agro-forestali (regio decreto legge n. 3267/1923 e s.m.i.; legge regionale Lazio n. 39/2002 e s.n.i.; regolamento regionale n. 7/2005) aveva autorizzato l’intervento di diradamento e messa in sicurezza antincendio nel bosco misto con determinazione dirigenziale n. 6/1122 del 25 luglio 2019, previa conferenza di servizi semplificata in modalità asincrona durante la quale sono stati acquisiti i pareri di legge.

Riserva naturale statale del Litorale Romano, tagli boschivi (nov. 2019)
(Foto Gruppo Intervento Giuridico Onlus)

I Carabinieri Forestale – Comando per la Tutela della Biodiversità e dei Parchi avevano ribadito l’urgenza degli interventi a fini di salvaguardia antincendio (nota prot. n. 322380 del 26 aprile 2019), mentre il Parco archeologico di Ostia antica (organo delegato in tema di tutela paesaggistica) aveva espresso il proprio parere positivo con nota prot. n. PA-OANT 2579 del 6 giugno 2019.

Fondamentale, quindi, accertare se i lavori fossero o meno rispettosi di autorizzazioni e prescrizioni.

La Riserva naturale statale del Litorale Romano è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), rientra nel sito di importanza comunitaria (S.I.C.) “Macchia Grande di Focene e Macchia dello Stagneto” (codice IT6030023) ai sensi della direttiva Habitat (n. 92/43/CEE).

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus esprime il proprio plauso per i provvedimenti finalizzati al rispetto della legalità ambientale

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