San Bellino – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Mon, 21 Oct 2019 09:31:12 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.6 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg San Bellino – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 Difendere gli alberi e conservare il suolo: due sfide con un obiettivo comune http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2019/10/difendere-gli-alberi-e-conservare-il-suolo-due-sfide-con-un-obiettivo-comune/ Mon, 21 Oct 2019 09:29:35 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=13217

Da tutelare e aumentare in numero, gli alberi assumono un ruolo essenziale per la salute ma anche per la conservazione del suolo. Una sintesi degli interventi all’assemblea nazionale di Salviamo il Paesaggio del 12 ottobre 2019 sul punto dedicato alla difesa del patrimonio arboreo.

Francesco Cancellieri (Presidente Associazione Centro Educazione Ambientale Cea Messina onlus) ha ribadito nel suo contributo che l’importante legge 10 del 2013, quella sulle Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani, in generale conosciuta come legge sugli alberi, necessita a distanza di 6 anni di un “tagliando”. La legge è sicuramente positiva in diversi punti: il riconoscimento degli alberi monumentali, la rivitalizzazione dell’obbligo di posa alberi per ogni bambino nato o adottato e anche per gli obblighi di controllo e informazione che definisce attraverso il censimento delle alberature pubbliche e il bilancio arboreo da pubblicare ogni fine mandato amministrativo.

Ma serve altro, in particolare per disciplinare come gli alberi devono essere mantenuti. Questo è l’obiettivo di una proposta di legge sull’argomento introdotta da Cristiana Mancinelli Scotti che ricorda come anche il d.p.r. n. 31/2017 ha purtroppo semplificato e agevolato gli interventi di sostituzione di alberi e quindi il taglio.

La manutenzione degli alberi è fondamentale. Considerando l’importante correlazione tra la presenza del patrimonio arboreo e la salute pubblica sembra indiscutibile che l’obbligo per un’amministrazione pubblica locale è quello di incrementare il verde nel proprio territorio. Un incremento indispensabile, pensando anche alla necessità di compensare le continue perdite e diminuzioni.

Nel dettaglio a livello locale sono ancora molti i comuni che non hanno soddisfatto gli adempimenti, ad esempio sul censimento e sul bilancio arboreo. Scadenze e obblighi che sarebbe importante sollecitare. Ci sono poi regolamenti comunali di tutela del verde e del paesaggio che andrebbero costruiti e adeguati seguendo le linee guida del comitato sviluppo verde urbano.

Un caso emblematico di problema collegato agli alberi è quello delle capitozzature. A Roma sono molti gli esempi di questa pratica dannosa e pericolosa perchè indebolisce gli alberi.

Serve quindi un’accelerazione della proposta nazionale per la corretta gestione degli alberi nelle città , già presentata al precedente Governo, in particolare contro le capitozzature.
La proposta, spiegata nel dettaglio dal referente della LIPU, Massimo Soldarini, è sostenuta da 13 associazioni firmatarie della lettera. L’appello ai comitati locali, particolarmente sensibili e attenti, è quello di sostenere questa proposta con attività di comunicazione e informazione.

Un esempio di azione concreta ed efficace di aumento del patrimonio arboreo a livello locale è quella del comune di San Bellino (Rovigo), presentata dal Sindaco Aldo D’Achille. Ricordando che ogni anno in Pianura Padana ci sono 80.000 morti per inquinamento dell’aria, il primo cittadino ha raccontato che per ridare il sorriso a questa terra e migliorare le condizioni dei cittadini, dieci comuni veneti aderenti all’iniziativa hanno regalato alberi, da mettere a dimora in aree private. L’obiettivo è quello di aumentarli di un numero pari a quello dei cittadini residenti, anticipando a livello locale il recente appello “Un albero in più” di Comunità Laudato si’, Slow Food, Wwf e altri. Un’azione già avviata e replicabile facilmente grazie anche al basso impatto economico: gli alberi sono forestali e la cura dell’albero messo a dimora sarà garantita da chi ha ricevuto il dono. Con l’impiego sperimentale di alberi micorizzati a tartufi l’iniziativa ha assunto ulteriore originalità e importanza.

Tommaso Chiarella, referente dell’associazione comuni virtuosi Lombardia, ha parlato dell’iniziativa che prende il nome di “bosco del tempo”. Il primo esempio è stato realizzato lo scorso aprile a Colorno (PR), con alberi del bosco e alberi da frutta, in particolare frutta antica e da riscoprire. Un luogo didattico e d’incontro che ogni comune virtuoso dovrebbe avere, riconoscendone i benefici ambientali collegati soprattutto alla conservazione del territorio.

Alberi in difesa del suolo

L’importanza sanitaria e ambientali degli alberi è ben nota. A questa si aggiunge un importante ruolo nella conservazione del suolo.

Seppur sia viva l’attenzione a livello locale (sono tanti gli esempi di mobilitazione da parte di comitati e associazioni per problematiche collegate al patrimonio arboreo) manca ancora qualcosa. Non sempre infatti gli abbattimenti ritenuti inevitabili per ragioni di sicurezza sono ben valutati e, nel caso di intervento eseguito, non sempre sono adeguatamente compensati. In più nella progettazione sul territorio manca troppo spesso una concreta valutazione del patrimonio arboreo esistente, opportuna per garantirne la conservazione e magari la rivalutazione dello stesso.

E’ altresì difficile far comprendere ai cittadini che l’albero presente nel giardino di casa ha un importante valore pubblico ed è giusta la regolamentazione anche in quest’ambito per rafforzare gli obiettivi di mantenimento e aumento del numero degli alberi.

Un elemento chiave è quello del sostegno e della promozione di progetti di riforestazione, soprattutto in ambito urbano e nelle aree intercluse. Un obiettivo considerato nel recente DL Clima che, se portato a compimento, consentirà alle nostre città innanzitutto di fare qualcosa nei confronti di una evidente emergenza.

Nel valutare i 17 obiettivi dell’ Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile agenda delle Nazioni Unite, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ASviS – ha sottolineato che sul goal 15 quello che sostiene “Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologicasiamo in peggioramento. E’ l’obiettivo su cui abbiamo più difficoltà.

Aumentare il numero di alberi non ha, quindi, solo un valore simbolico. Riempire le aree intercluse, le fasce di rispetto autostradali e le aree abbandonate consente di migliorare nell’immediato la vivibilità e gli obiettivi di sostenibilità specificati sopra. Nel lungo periodo aiuta l’azione di contrasto al consumo di suolo perché la loro presenza mantiene l’area naturale. Futuri intenti di trasformazioni e urbanizzazione inoltre si troverebbero di fronte una difesa ancor più forte da parte dei cittadini.

Luca D’Achille @LucaDAchille

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Ridare un sorriso alla Pianura Padana con una semplice ricetta: piantare alberi! http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2019/05/ridare-un-sorriso-alla-pianura-padana-con-una-semplice-ricetta-piantare-alberi/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2019/05/ridare-un-sorriso-alla-pianura-padana-con-una-semplice-ricetta-piantare-alberi/#comments Sun, 12 May 2019 21:25:54 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=12897

Un innovativo ed interessante progetto di tutela del territorio e miglioramento della salute pubblica arriva dall’esperienza di dieci comuni veneti che hanno deciso di donare alberi da mettere a dimora con l’obiettivo di averne in numero uguale a quello dei propri abitanti. Abbiamo intervistato Aldo D’Achille, sindaco di San Bellino (RO), comune aderente e promotore di questo progetto che ha già ottenuto importanti riconoscimenti e che continua a crescere.

Una proposta dal grande impatto ma caratterizzata da regole semplici che la rendono facilmente replicabile. “Vietato non copiare”, dicono i promotori, sperando di raggiungere ogni angolo della grande Pianura Padana gravemente “malata” e bisognosa di alberi.

Quando e come nasce questo progetto? Quando è stato piantato il “seme” e dove?

Il progetto nasce in modo abbastanza fortuito nell’estate del 2014 nel dialogo tra due comuni (San Bellino e Carceri in provincia di Padova, in particolare con il Sindaco Tiberio Businaro). Entrambi, senza esserci parlati, nel programma elettorale abbiamo inserito la piantumazione di un numero di piante pari al numero degli abitanti. Coinvolgendo poi altri comuni della provincia di Padova, di Rovigo e di Vicenza abbiamo messo a punto un progetto che ha previsto la donazione ai privati delle piante.

Vi siete ispirati a qualche iniziativa specifica oppure l’origine del progetto è completamente autoctona?

Devo dire che non c’è un’unica fonte di ispirazione ma la consapevolezza dell’inquinamento dell’aria della nostra Pianura Padana. La tensione verso questo problema ci ha stimolato ad immaginare un modo nuovo per ottenere una forestazione urbana, duratura nel tempo. Scrivo questo perché essendo gli alberi donati piantati in proprietà private, pur cambiando i sindaci e le scelte amministrative, non è più possibile tornare indietro. Se qualche privato decidesse di tagliare le piante, risulta un problema marginale perché la distribuzione su tante realtà familiari e su tanti territori privati crea in ogni caso un aumento della superficie arborea nel territorio comunale.

Il sorriso, nel nome e nel simbolo del progetto, fa pensare ad una persona che sta bene: la spinta principale è proprio la necessità di fare qualcosa per la nostra salute, giusto?

Certo! L’obiettivo è proprio questo: circondarsi di natura con la piantumazione di alberi da giardino e da campo in base allo spazio che il privato può utilizzare con il vantaggio di scegliere le essenze autoctone e di riceverle gratuitamente. Per l’ente pubblico il vantaggio è quello di azzerare la manutenzione dell’albero, migliorare il decoro urbano e al tempo stesso la capacità di incidere sulle polveri sottili, oltre a svolgere un’educazione all’ambiente verso il privato che dovrà prendersi cura delle piante.

Tra gli obiettivi, c’è anche quello di far “crescere” l’attenzione sul territorio e recuperare, grazie agli alberi, elementi culturali e storici?

Questa sarà una fase successiva. Per ora l’obiettivo è prettamente numerico al fine di incidere il più possibile sulla salubrità dell’aria. C’è anche uno scopo estetico: quello di offrire un aumento del decoro urbano e un miglioramento della vivibilità del territorio

La concretezza e la semplicità sono elementi che hanno aiutato la crescita del progetto. Come è stato possibile attuarlo? Su quali elementi si basa?

Ci siamo messi attorno ad un tavolo per pensare a qualcosa di facilmente riproducibile, a bassi costi e grande impatto. Ne è uscito questo progetto, “Ridiamo il sorriso alla Pianura Padana”, che coinvolge i cittadini rendendoli protagonisti del proprio benessere e con la loro scelta possono incidere sulla qualità dell’aria che ognuno di noi respira e che non segue i confini dei singoli comuni.

Ora si vede già qualche frutto: quanto è cresciuta l’iniziativa e dove è arrivata? Come è stata “curata” la giovane pianta e come è stato possibile farla crescere così tanto?

L’iniziativa è stata sperimentata su 10 comuni collocati in tre province venete dopo aver siglato un protocollo d’intesa e supportato dal patrocinio della provincia di Rovigo, Padova e Vicenza oltreché Legambiente Rovigo e WWF Rovigo e Anci Veneto. Il progetto è stato realizzato in buona parte in molti comuni e si è visto che può essere sviluppato sul larga scala e con qualche adattamento anche in città molto popolose. A tal proposito la città di Verona, che ha 250.000 abitanti, ha deciso di aderire come capoluogo di provincia e di adattarlo per renderlo idoneo per le altre realtà numericamente importante come i capoluoghi di provincia. Tutto si sta evolvendo nel modo migliore e se si arrivasse a una regia regionale potrebbe essere velocemente diffuso in ogni Comune della Pianura Padana. Questa forestazione urbana potrebbe essere una misura insieme a molte altre utile per contrastare l’inquinamento e per rendere più vivibili le nostre città.

San Bellino è stato premiato nel dicembre 2018 a Palazzo Madama nell’ambito dell’iniziativa “100 mete d’Italia” proprio nella categoria “politiche di tutela ambientale e miglioramento della qualità della vita dei cittadini”. Lo scorso febbraio questo progetto è arrivato anche a Bruxelles dove è stato presentato al Parlamento Europeo.

Sempre guardando il logo del progetto, l’albero è una persona: cosa dicono e come hanno risposto i cittadini dei territori coinvolti nel progetto? Si sentono protagonisti, operatori attivi, sostenitori?

È una persona perché è la persona l’obiettivo: la salute della persona. Uno strumento per poter concorrere al mantenimento della salute delle persone è quello di favorire una valorizzazione e tutela dell’ambiente in cui tutti noi viviamo.

La crescita di questo progetto può trascinare con se’ altre iniziative innovative e virtuose in tema di conservazione del suolo, valorizzazione dell’ambiente e sviluppo sostenibile. L’effetto c’è già stato?

Ad oggi il Comune sta sperimentando su un ettaro di terreno pubblico la piantumazione di una tartufaia. Si tratta della piantumazione di alberi, perlopiù querce, con le radici micorizzate a tartufo. Scopo di questa sperimentazione è quella di creare una leva utile per le imprese agricole che ad oggi, purtroppo, vedono l’albero come un limite alle culture estensive. Poter piantare alberi e avere un reddito da tartufo potrebbe essere una leva interessante per aumentare in ogni caso la superficie arborea e non vedere così l’albero solo come legna da ardere.

La tutela del territorio è un obiettivo che a San Bellino è perseguito con convinzione e completezza: è previsto infatti, nel caso di interventi edilizi, l’obbligo del mantenimento di un’area verde non inferiore al 60% dell’area scoperta disponibile.

Guardando in avanti: questi “rami” fino a dove possono arrivare? In contesti cittadini? Oltre la Pianura Padana? Quali sono le prossime azioni?

La volontà di tutti noi che abbiamo iniziato il progetto è quella di cercare nella Regione l’interlocutore più efficace per raggiungere poi i diversi comuni. La regione Veneto, e non solo, ha un vivaio regionale e il nostro obiettivo è che gli alberi vengano prodotti dal vivaio regionale e poi donati ai comuni e di conseguenza ai cittadini che li pianteranno nelle proprie proprietà private. In questo modo la Regione potrebbe avere un controllo diretto del flusso economico con il proprio vivaio e non ci sarebbero soldi tra comuni e produttori di essenze arboree, evitando così intoppi o complicazioni per gli uffici dei piccoli comuni che già sono oberati da scadenze ed elevata burocrazia. Non devono girare soldi ma solo alberi! L’unica cosa che si può fare con un piccolo albero è piantarlo!

Conservazione del suolo e importanza degli alberi, salute dei cittadini e vivibilità di un territorio. Questi sono concetti che troppo spesso risultano presenti solo nelle intenzione di un programma politico. Quella di San Bellino è un’azione semplice ma estremamente concreta. Con passi anche piccoli ma convinti, come quelli che stanno facendo crescere questo progetto, possiamo muoverci veramente verso un miglioramento delle condizioni ambientali e quindi della nostra salute: è la strada che dobbiamo obbligatoriamente percorrere. Luca D’Achille @LucaDAchille


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