Subiaco – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Wed, 29 Dec 2021 08:06:08 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.6 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg Subiaco – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 La scheda di Occhio al paesaggio: Altopiano dei Monti Simbruini (Subiaco) http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/12/la-scheda-di-occhio-al-paesaggio-altopiano-dei-monti-simbruini-subiaco/ Wed, 29 Dec 2021 08:06:05 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15019 di Frederick Bradley.

Vi sono territori che esprimono più di altri un paesaggio la cui interpretazione, quando frutto di una lettura che abbia una visione globale dei processi che lo hanno generato, porta a una conoscenza maggiore di quella conseguibile dalla somma dei singoli componenti. Tale tipo di lettura, definibile olistica, può risultare particolarmente utile nel monitoraggio del territorio ed in particolare nel rilevamento di sue eventuali criticità ambientali. E’ il caso dell’altopiano dei Monti Simbruini il cui paesaggio, apparentemente di facile comprensione, mostra in realtà un sistema complesso che funge da cartina al tornasole per il controllo della qualità delle acque che riforniscono gli acquedotti di Roma.
Buona lettura…

Il paesaggio dell’altopiano dei Monti Simbruini

Il più evidente carattere del paesaggio riguarda la distribuzione ineguale della copertura vegetale dell’altopiano.

Vi si riconoscono due connotazioni tanto nette quanto tra loro antitetiche: il fitto bosco di faggio e le aree prative, localmente note come campi, dove la vegetazione si riduce a una discontinua coltre erbosa inframmezzata alla roccia nuda. I campi sono l’evidenza di fenomeni di tipo carsico dovuti alla natura calcarea delle rocce della zona.

In realtà le forme carsiche sono presenti anche nelle zone coperte dal bosco ma qui risultano mascherate dalla fitta vegetazione, il cui inusuale sviluppo per un’area carsica è verosimilmente dovuto al suolo reso molto fertile dalla presenza di ceneri vulcaniche prodotte dalle eruzioni dei vulcani laziali avvenute tra 350.000 e 50.000 anni fa. La natura carsica dell’altopiano fa sì che le acque meteoriche siano coinvolgiate in profondità e vadano a alimentare sorgenti poste anche a 1000 metri più in basso della quota d’ingresso.

Alcune di queste sorgenti, situate nella Valle dell’Aniene, alimentano a loro volta gli acquedotti che fin da epoca storica portano l’acqua a Roma: una condizione che crea una relazione diretta tra la qualità dell’ambiente naturale dell’altopiano e quella dell’approvvigionamento idrico della Capitale.

Tratto da: http://www.wikitinera.it/index.php/altopiano-dei-monti-simbruini-subiaco-rm-lazio

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La scheda di Occhio al paesaggio: il paesaggio del Sacro Speco (Subiaco, Roma) http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/07/la-scheda-di-occhio-al-paesaggio-il-paesaggio-del-sacro-speco-subiaco-roma/ Tue, 27 Jul 2021 21:13:59 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14659 di Frederick Bradley.

Spesso nella definizione del valore paesaggistico di bene storico-architettonico l’attenzione si focalizza sulla struttura in sé tenendo in scarsa o nessuna considerazione il contesto in cui la stessa si colloca. E’ uno dei problemi storici che l’accezione classica di bene culturale, pur portando alla salvaguardia puntuale del bene, lo priva del significato con il suo rapporto originario con il territorio.

Il paesaggio del Sacro Speco, il monastero costruito sulla grotta in cui San Benedetto concepì la sua Regola, dando vita di fatto al monachesimo occidentale, è un ottimo esempio per comprendere a fondo il valore del contesto nel significato di un edificio storico. Mentre l’interpretazione del paesaggio costituito dal solo edificio eretto sul versante roccioso (quindi senza contesto) porta a un collegamento diretto tra assetto geomorfologico e stratificazione architettonica senza svelarne le ragioni, queste appaiono invece chiare quando l’edificio viene contestualizzato nel paesaggio della Valle dell’Aniene.

Solo così infatti è possibile percepire come l’assoluta naturalità del luogo scelto da Benedetto per il suo ritiro spirituale abbia portato alla trasformazione dello Speco da luogo dello spirito (la grotta) a luogo di culto evoluto nei secoli fino allo stato attuale (il monastero).

Buona lettura…

Il paesaggio del Sacro Speco

La vista dal piazzale davanti all’ingresso del monastero, nel mostrare il valore paesaggistico della valle, ne offre la giusta chiave di lettura evidenziando il rapporto che vige tra i due componenti base del territorio: il monastero, appunto, e la valle selvaggia circostante. La storia ci informa che questi due elementi, così apparentemente distanti tra loro, sono in realtà legati da una stretta correlazione dove la presenza del monastero risulta funzione diretta della natura selvaggia della valle. Se ciò può apparire scontato per un luogo di eremitaggio, nel caso del Sacro Speco e dell’alta Valle dell’Aniene sorprende comunque come, a distanza di oltre un millennio dall’inizio del loro rapporto, i due elementi riescano a esprimersi ancora in forma assoluta: da una parte, le pendici boscose e dirupate colpiscono per la totale mancanza di tracce dell’uomo, dall’altra, l’edificio monastico, nella sua complessità architettonica, appare il frutto di un processo storico che si è attuato lì, e lì solo, in modo del tutto separato dal contesto naturale circostante. E’ una condizione che senz’altro aiuta a capire perché Benedetto, nella sua ricerca dell’ascesi, abbia scelto di ritirarsi in questa zona, e nel contempo giustifica ancora oggi la sensazione avuta ben otto secoli fa dal Petrarca, che, forse colpito dal fulgore oltre le cime boscose, vi vide il Paradisi limen, la “soglia del Paradiso”.

Tratto da: http://www.wikitinera.it/index.php/it/monastero-del-sacro-speco-subiaco-rm-lazio

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