Usmate – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Thu, 08 May 2014 21:11:44 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.6 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg Usmate – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 Tutelare o cementificare? In Brianza è scontro a suon di ricorsi tra Provincia e Comuni http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2014/04/tutelare-o-cementificare-in-brianza-e-scontro-a-suon-di-ricorsi-tra-provincia-e-comuni/ Thu, 24 Apr 2014 20:50:50 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=9578 160320145955

Sul Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale è scontro non solo tra interesse pubblico e privato, ma anche tra Enti. Una Provincia, quella di Monza e Brianza, in piena emergenza territorio e in fase di abolizione, cerca di sostenere l’importanza della pianificazione sovra comunale per poter salvare le ultime aree libere.

Tutelare o costruire: vincoli provinciali in contrasto con decisioni comunali

E’ una lunga battaglia quella sulla trasformazione del territorio in Brianza. Cominciata qualche tempo fa, nel 2012, quando al Piano Territoriale di coordinamento Provinciale, in fase di adozione, furono presentate molte osservazioni. Da quel momento la partita è iniziata. Perché gli obiettivi delle squadre in campo, cioè dei soggetti coinvolti, sono chiaramente inconcigliabili. Da una parte chi “attacca” per avere più possibilità di costruire, dall’altra invece chi spinge per la difesa del territorio. Soggetti privati e qualche Comune nella prima squadra, associazioni ambientaliste nella seconda.

Ma c’è di più. Sul campo, o meglio sui terreni liberi ormai ridotti al lumicino nella provincia più urbanizzata d’Italia, gli enti coinvolti, Provincia e Amministrazioni comunali, si sono ritrovati nei due schieramenti opposti.
Perchè? Perché la Provincia ha definito linee di tutela delle aree agricole e naturalistiche che non concordano con le volontà espansive che diversi comuni. Molti di questi infatti continuato a vedere nei piani urbanistici (PGT) esclusivamente lo strumento espansivo, dimenticando l’importanza di un coordinamento e di una analisi delle effettive esigenze che è quello che serve per garantire uno sviluppo adeguato.
Indipendentemente dalla vicinanza politica delle amministrazioni comunali con l’esecutivo provinciale si è aperto quindi un acceso confronto.

Un primo momento di valutazione dello scontro lo si è avuto con l’approvazione del piano: accolte osservazione dei comitati, respinte quelle di molti Comuni. Le decisioni, autonome, prese con i diversi PGT sono state rimesse in discussione. Un attacco all’autonomia? No, perché le scelte dei comuni sono chiaramente discutibili se si riducono esclusivamente ad una propensione a costruire nonostante l’alto livello di consumo del suolo e il conseguente degrado ambientale del territorio della Brianza. Scelte che diventano sbagliate se prese senza una necessaria una visione d’insieme, che va oltre i confini comunali. Questo è l’effetto del pericoloso attacco all’urbanistica sovra comunale, già denunciato dagli agronomi e dottori forestali Lombardi.

Scontro a suon di ricorsi

E’ iniziato ora il secondo tempo, quello caratterizzato dai ricorsi. Solitamente è il privato che fa ricorso contro l’ente. E’ il consueto scontro tra interesse privato e pubblico. E anche per il PTCP di Monza e Brianza ce ne sono stati: una novantina, soprattutto da parte di aziende.

Si è aggiunto però un altro importante fronte: la contesa tra enti, tra livelli amministrativi, tra diverse concezioni di quello che vuol dire interesse pubblico. Con il territorio che, anche in questo caso, è strattonato tra speculazioni e reali esigenze della comunità.

Ben 10 comuni hanno presentato ricorso al PTCP. Da Vimercate a Concorezzo, Bernareggio e Roncello ed anche Sulbiate, Triuggio Giussano, Usmate, Cornate d’Adda e Veduggio.
Frasi intercambiabili quelle che vengono dagli amministratori locali che hanno deciso tale passo: lo facciamo per mantenere la possibilità di governare il nostro territorio e per l’autonomia decisionale.

I vincoli colpiscono di più chi ha ancora territorio libero rispetto ad altri che hanno già consumato in passato –  qualcuno sostiene. E’ naturale però che sia così: dove intervenire se non dove c’è ancora possibilità di conservazione?

Si aggiunge poi la questione economica. E stato presentato un ricorso anche Confindustria. I vincoli tolgono ossigeno all’economia? Assolutamente no: il rilancio delle aziende e la tutela del territorio non sono alternative inconciliabili. Non serve costruire ancora: sono tanti i capannoni sfitti, le azioni necessarie per creare lavoro sono quindi altre.

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Il futuro ruolo provincia e la volontà dei cittadini

Il terzo, ma probabilmente non ultimo tempo di questa lunga sfida si è aperto con la successiva mossa della Provincia: quella di impugnare i PGT con un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.
Questo avviene in un momento particolare: il Decreto Del Rio ha ridotto poteri e funzioni delle provincie, in attesa di una riforma che le cancelli definitivamente. Le giunte proseguiranno fino a fine anno poi saranno cancellate e a decidere saranno i consigli composti proprio dai sindaci: in questo caso quindi i contendenti potrebbero ritrovarsi nella stessa squadra!
Cosa succederà? Reggerà il piano o avranno la meglio i ricorsi e ogni comune potrà agire senza coordinamento? Sarà possibile tutelare efficacemente il territorio?

In questa incerta battaglia si fanno sentire quelli che vorrebbero e dovrebbero essere i veri arbitri di questa sfida: i cittadini.

A Bernareggio è stata promossa una petizione al Presidente della Repubblica a sostegno della decisione dell’Amministrazione Provinciale di impugnare con ricorso straordinario al P.d.R il Piano di Governo del Territorio perché in contrasto con le prescrizioni del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Un ricorso che rappresenta una speranza per i cittadini che hanno cercato in tutti i modi di convincere l’Amministrazione Comunale a desistere dal sacrificare nuovo territorio per il perseguimento di interessi leciti ma privati.

A maggio in numerosi comuni ci saranno anche le elezioni amministrative. Ci si augura un approccio diverso sul tema del territorio e con il voto si può chiedere maggior attenzione per questa emergenza.

Gli Ecologisti brianzoli hanno diffuso un appello per i futuri amministratori locali. Per una politica che difenda la salute, l’ambiente e la vivibilità: questo è l’obiettivo, che passa inevitabilmente dalla tutela del territorio. Con quali proposte? Sostenendo e attuando una moratoria delle trasformazioni che vuol dire nessuna variante ai piani vigenti, e nessuna previsione nei nuovi piani, che preveda la trasformazione di suolo libero (agricolo, boschivo, verde) in edificabile (sia residenziale che produttivo).

Come risolvere i problemi economici generati dalla crisi anche in Brianza? Incentivando il recupero delle aree dismesse per nuove attività. Aree da censire regolarmente a livello comunale insieme al numero delle abitazioni sfitte. Senza dimenticare due altri importanti aspetti: l’obiettivo di ampliare durante i mandati amministrativi l’estensione delle aree protette all’interno dei diversi comuni e quello del rilancio dell’agricoltura.

Luca D’Achille

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Pedemontana Lombarda: asfaltare il territorio costa caro, in tutti i sensi http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/09/pedemontana-lombarda-asfaltare-il-territorio-costa-caro-in-tutti-i-sensi/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/09/pedemontana-lombarda-asfaltare-il-territorio-costa-caro-in-tutti-i-sensi/#comments Tue, 25 Sep 2012 20:33:27 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=6436 3O SETTEMBRE 2012
Manifestazione contro la Pedemontana a Desio

La partenza del corteo sarà verso le ore 15 da piazza Conciliazione fino all’area di via Molinara, dove ci sarà un presidio fino a sera con dibattiti, spettacolo teatrale etc..

Locandina >

 

 

 

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Crisi interna e difficoltà economiche che per una volta sono ben gradite

Si è dimesso lo scorso 10 settembre l’Amministratore Delegato della società Pedemontana Bruno Soresina, in carica dallo scorso dicembre.

Una carica travagliata (4 Amministratori cambiati in meno di 3 anni) ed un indizio forte: c’è una crisi interna che condiziona il futuro dei cantieri già aperti e la partenza del secondo maxilotto di lavori.

Dissidi e diversità di visione, ma soprattutto una tensione derivata dalla mancanza di nuovi rifornimenti economici che potrebbero spegnere definitivamente il motore dei lavori.

L’opera doveva essere conclusa in tempo per EXPO 2015 con un costo stimato di 5 mld di euro. Ma nelle attuali condizioni i lavori non potrebbero continuare se non per qualche mese.

Gli istituti bancari non intendono concedere il “prestito ponte”  e la Provincia di Milano non riesce a ricapitalizzare. Si tenta di salvare l’opera alzando la percentuale di quella parte dei costi coperta da finanziamenti pubblici fino all’80%, in barba alle promesse di grande opera finanziata da privati. Difficoltà analoghe si registrano per un’altra opera, la Tangenziale Est Esterna di Milano, che pesa anch’essa sulle risorse economiche della Provincia.

Un groviglio di strade devastante

Questa è la rappresentazione dell’opera nel simbolo del movimento NO PEDEMONTANA che ben descrive l’effetto della nuova autostrada e delle opere connesse sul territorio del nord Milano. Da Varese a Bergamo, attraversando un’area densamente popolata tra cui la provincia di Monza e Brianza, la più urbanizzata d’Italia come emerso da un rapporto del Ministero delle Politiche Agricole dello scorso luglio.

Lavori cominziati nel 2010, 87 km di autostrada e 70 km di nuova viabilità provinciale e comunale, tra cui le tratte più critiche e contestate sono:
– La tratta B2 che attraverserà una zona particolare, quella del Bosco delle Querce di Seveso. Un’area bonificata in cui però è dimostrata ancora una consistente presenza di diossina legata al famoso disastro dell’ICMESA del 1976. Gli scavi dell’opera rappresentano quindi un grave rischio;
– La tratta D che si origina dalla Tangenziale Est a Usmate e arriva a Osio Sotto attraversando il Vimercatese e l’Adda.
Nel complesso l’opera appare chiaramente come uno spropositato consumo di suolo e i significativi valori ambientali e paesistici presenti non vengono tutelati a sufficienza dalle mitigazioni previste.

Fronte compatto delle associazioni: no all’opera inutile

INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE, raccoglie 14 associazioni, gruppi e comitati che in un comunicato stampa hanno spiegato perché aderiranno alla manifestazione NO PEDEMONTANA del prossimo 30 settembre a Desio (MB), promossa dal Comitato Beni Comuni.

Da 5 anni il coordinamento è attivo per coinvolgere, informare e sensibilizzare sui rischi di quest’opera, rischi sia economici che ambientali.

Numerose iniziative, incontri e manifestazioni:

– per sottolineare che non c’è nessuna soluzione al problema della mobilità se si punta ancora sul trasporto su gomma di persone e merci, con un’opera di vecchia concezione e costosa

– perché in questo territorio così urbanizzato, le compensazioni ambientali sono necessarie, anche senza il devastante impatto della nuova autostrada.

– perché i terreni limitrofi al tracciato sono a rischio di edificazione pesante e selvaggia a discapito dell’agricoltura, che deve essere tutelata e rilanciata.

– per conservare un bene pubblico, il territorio, le ultime aree a verde ed i boschi. Una risorsa limitata da tutelare con l’istituzione di vincoli forti e nuovi parchi.

– per cambiare prospettiva: no grandi opere inutili ma piccole opere utili, no grandi mostri mangiasoldi ma economia capillare e diffusa, no inquinamento, rumori ed emissioni, ma sostenibilità e green economy.

Luca D’Achille

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