Valpolicella – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Mon, 07 Nov 2022 07:27:14 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.6 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg Valpolicella – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 In Valpolicella cresce la cantina-ecomostro http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/11/in-valpolicella-cresce-la-cantina-ecomostro/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/11/in-valpolicella-cresce-la-cantina-ecomostro/#comments Mon, 07 Nov 2022 07:27:10 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15618 Con l’aiuto di Gabriele Fedrigo, cerchiamo di ripercorrere alcune delle tappe del progetto edilizio in Valpolicella che vede protagonista il gruppo vinicolo Masi Spa.

Il 17 ottobre 2022 sul sito del gruppo vinicolo Masi Spa, nella sezione news, l’azienda ha presentato il suo Monteleone21: “un’innovativa location polifunzionale che sarà punto di riferimento per il settore enoturistico vero ‘entry gate’ nelle terre dell’Amarone. Un progetto architettonico ambizioso nel segno della sostenibilità che rappresenta l’impegno di Masi verso il territorio della Valpolicella Classica”.

Il progetto, si legge ancora nella news, “è stato studiato per una perfetta integrazione con il paesaggio della Valpolicella, reinterpretato in chiave contemporanea nei suoi elementi più caratteristici”.
In merito a questo progetto, tutt’ora in fase di realizzazione, si era espresso duramente lo storico dell’arte Tomaso Montanari sul Fatto quotidiano del 23 maggio 2022. Il titolo dell’articolo, scritto in occasione della visita dell’ex Presidente del Consiglio Mario Draghi in Valpolicella all’azienda Masi Spa, avvenuta il 20 maggio 2022, diceva già tutto: “Pugnalata alla Valpolicella. La cantina è un ecomostro”.

La prima segnalazione indirizzata al sindaco del Comune di Sant’Ambrogio, Roberto Albino Zorzi, sulla nascita di questo ecomostro che ha compromesso in modo irreversibile uno degli ultimi coni panoramici rimasti sulla strada provinciale SP4 che percorre la Valpolicella, sottoposta a vincolo paesaggistico fin dal 1957, risale al 16 febbraio 2022. A scriverla è stato Gabriele Fedrigo, autore di “Negrarizzazione. Speculazione edilizia, agonia delle colline e fuga della bellezza“, noto per aver ricostruito la storia del saccheggio del paesaggio nel comune di Negrar di Valpolicella.

A questa prima lettera ne sono seguite altre scritte dalle associazioni del territorio e indirizzate sia al sindaco di Sant’Ambrogio che al Soprintendente di Verona, Vincenzo Tiné, cui si chiedeva in data 8 aprile 2022, come fosse stata possibile l’approvazione di un progetto così impattante e lesivo del paesaggio, qual è appunto quello che ora l’azienda Masi Spa si perita di vendere come “perfettamente integrato con il paesaggio della Valpolicella”.

Di fatto, come dimostra la ricostruzione dell’iter di approvazione del progetto, a firma inizialmente dello studio Libero e Vittorio Cecchini di Verona e poi anche dello studio di Giovanna Mar di Venezia (già ricordata da Tomaso Montanari in un precedente articolo sul Fatto quotidiano del 15 agosto 2020 per un progetto di mega lotizzazione a Venezia), da parte della Soprintendenza di Verona in data 24/06/2022, risulta che lo stesso progetto, nelle sue quattro varianti, sia stato approvato, per così dire, sempre con il silenzio-assenso della Soprintendenza.

Ciò che risulta sconcertante è non solo il silenzio degli organi di stampa locali su quanto sta avvenendo (ricordiamo che “L’Arena”, del gruppo Athesis, è controllata da Confindustria Verona il cui presidente, Raffaele Boscaini, è il figlio del patron Masi, Sandro Boscaini); è non solo la risposta del sindaco di Sant’Ambrogio di Valpolicella Zorzi, già assessore all’urbanistica dal 2004-2014 e poi sindaco dal 2014, per il quale la cantina Masi “ha ottenuto tutti i pareri e le autorizzazioni dal parte degli enti preposti” (24 marzo 2022); inquietante è il parere post hoc espresso dal Soprintendente Tiné in data 24/06/2022 secondo cui: “il lungo e complesso iter progettuale, attraverso le diverse varianti in corso d’opera, ha conseguito un apprezzabile miglioramento della qualità paesaggistica dell’attuale intervento rispetto a quanto inizialmente autorizzato nel 2012, connotando il fabbricato con soluzioni architettoniche contemporanee e non banali, adeguatamente studiate al fine di migliorarne l’inserimento nel contesto”.

Insomma, la nuova “location Masi” sta diventando un caso esemplare di come funzionano le cose nel nostro Belpaese dove molti elementi (potremmo rubricarli come denaro, ignoranza, affarismo, arroganza, mancato esercizio di tutela?…) hanno di fatto permesso la nascita di questo ecomostro del vino in barba alla storia e alla bellezza della Valpolicella.

A buon intenditore poche parole.

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In Valpolicella si continua a costruire, anche in zona a vincolo paesaggistico http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/03/in-valpolicella-si-continua-a-costruire-anche-in-zona-a-vincolo-paesaggistico/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/03/in-valpolicella-si-continua-a-costruire-anche-in-zona-a-vincolo-paesaggistico/#comments Thu, 03 Mar 2022 18:18:06 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15209 Pubblichiamo il testo di una lettera inviata da un cittadino al Sindaco del Comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella, Roberto Albino Zorzi. L’oggetto è, tanto per cambiare, l’ennesima incomprensibile colata di cemento in una zona che dovrebbe invece essere scrupolosamente tutelata per mantenere l’integrità del suo paesaggio.

Oggetto: segnalazione su costruzione cantina gruppo Masi S.p.A. in località Monteleone (Sant’Ambrogio di Valpolicella).

Signor Sindaco,
mi chiamo Gabriele Fedrigo. Sono nato a Negrar dove abito. Da molti anni sono impegnato nello studio e nella difesa di ciò che resta della bellezza della Valpolicella sempre di più messa in pericolo dagli energumeni del cemento, da scriteriati interventi di sistemazione dei fondi agricoli e da costruzioni pretenziose delle cantine del vino che nulla hanno da spartire con la storia di questa nostra terra.

Vi scrivo la presente per esprimere tutto il mio sconcerto e la mia delusione per quanto sta avvenendo in località Monteleone con la costruzione della nuova cantina del gruppo Masi S.p.A.
Mi chiedo come sia stata possibile l’approvazione di un progetto così visivamente impattante e senza alcuna relazione con la storia del territorio circostante, nella fattispecie con il borgo di Montolon, con la villa Serego-Alighieri, con le colline di Gargagnago. La costruzione orba uno degli ultimi scorci panoramici posti su quel cordone cementizio di case che si snoda lungo la Strada Provinciale 4.

Non è ora di finirla con una concezione del territorio che lo assimila, come ricordava lo scrittore Vitaliano Trevisan, al disco rigido di un pc dove si fanno girare i software che si vogliono? Mi potrebbe dire il senso di un progetto che non solo non contribuisce alla valorizzazione estetica della zona ma che la depaupera? Potrebbe dirlo ai cittadini della Valpolicella?…

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Terra e cemento, l’Italia al bivio http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/05/terra-e-cemento-litalia-al-bivio/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/05/terra-e-cemento-litalia-al-bivio/#comments Mon, 07 May 2012 09:08:23 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=4366 Il terzo post di Roberto Burdese su ilfattoquotidiano.it

La Valpolicella è uno dei tanti bellissimi territori vitati del nostro paese dove capannoni, centri commerciali e abitazioni civili continuano a sorgere come se non ci fosse crisi e la “benedetta” crescita non si fosse mai arrestata.

Ormai quasi tutto il nostro paese soffre di questa soffocante aggressione del cemento, che si divora ogni giorno 75 ettari di suolo agricolo (secondo l’ultimo dossier di FAI e WWF), una risorsa non rinnovabile che in questo modo viene definitivamente perduta.

In Valpolicella questo scontro tra il cemento e la terra assume però un connotato particolare, molto simbolico: più che contro il “cemento utilizzato” qui, infatti, si lotta contro il “cemento prodotto”.

A Fumane, uno dei sette Comuni del territorio, sorge sin dai primi anni ’60 un grande cementificio. Per anni è stata una delle risorse economiche più importanti dell’area, anche in termini di occupazione. La sua presenza, già di per sé molto ingombrante anche se “utile”, diventa non più sostenibile dalla fine degli anni ’90 quando una richiesta di escavazione della collina di Marezzane prima e il progetto di ampliamento del cementificio poi, fanno sollevare i cittadini che si costituiscono in Comitati (Fumane Futura e Valpolicella 2000 in particolare).

Dopo oltre dieci anni di battaglie, sono arrivate nelle ultime settimane un’importantissima sentenza del Consiglio di Stato e un parere della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, che costituiscono un successo per i Comitati e sembrano segnare irrevocabilmente il destino del cementificio. Vignerons e agricoltori della Valpolicella, che negli ultimi anni hanno mostrato una crescente attenzione per il biologico e il rispetto dell’ambiente in generale, hanno oggi la possibilità di vincere la scommessa più importante: creare ulteriori nuovi posti di lavoro e dimostrare fino in fondo che questa è la vera vocazione economica del territorio.

Questa storia rappresenta idealmente il bivio di fronte al quale si trova oggi un po’ tutto il nostro paese: da un lato un modello economico/industriale cosiddetto “capital intensive”, dove di lavoro se ne crea poco, l’impatto ambientale è diventato non più sostenibile, le popolazioni subiscono le conseguenze anche sulla loro salute, la delocalizzazione è sempre lì dietro l’angolo. Dall’altro lato un modello “labour intensive”, che passa per l’agricoltura di qualità e il suo indotto, il turismo, l’artigianato, ma anche una rivisitazione profonda dei settori che hanno più pesato nell’economia italiana dall’ultimo dopoguerra a oggi. Ad esempio proprio l’edilizia, che invece di continuare a realizzare nuove costruzioni destinate a rimanere vuote (ma capaci di consumare il bene più prezioso che è il suolo fertile), può dedicarsi alle ristrutturazioni e al recupero di efficienza energetica dei tantissimi edifici esistenti che hanno un bisogno estremo di interventi di questa natura.

A proposito di edifici vuoti (civili, commerciali, industriali) segnalo il censimento che il Forum Italiano dei Movimenti per la terra e il paesaggio sta promuovendo in questi mesi in tutti i Comuni d’Italia.

Nel nostro bellissimo e malandato paese, bonifiche e ristrutturazioni offrono grandissime opportunità di lavoro per almeno due generazioni. Gli amministratori di destra e di sinistra sembrano incapaci di cogliere queste occasioni, forse nemmeno le vedono. L’idea di un nuovo modello di sviluppo che nasce dal basso, dalla società civile, è mortificata continuamente da scelte inspiegabili (come il decreto annunciato dal Ministro dell’Ambiente per permettere l’impiego di rifiuti come combustibile per i cementifici).

Non ci salverà un bicchiere di Amarone ma è evidente che le due economie non possono più convivere e una scelta diventa obbligata: non si possono bruciare rifiuti per fare cemento e pensare che si possano poi esportare le produzioni alimentari nate sotto i camini di inceneritori e cementifici.

La Valpolicella ha fatto la sua battaglia e sta ora cercando di fare la sua scelta ma tutti i territori d’Italia dovrebbero leggere quella storia come se fosse la loro.

di Roberto Burdese

ilfattoquotidiano.it

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