In un piccolo comune della provincia di Udine la variante al piano regolatore prevede di insediare oltre 3.000 abitanti.
Il Consiglio comunale di Pozzuolo del Friuli, su proposta della maggioranza di centro sinistra, e nonostante l’accanita opposizione di un (1!) valoroso consigliere comunale, ha votato pochi giorni fa la variante urbanistica “non sostanziale” n°45.
La non sostanzialità per l’Amministrazione sarebbero ben 18 ettari di terreno agricolo da sacrificare al cemento in aggiunta ai 50 ettari edificabili già esistenti fino ad oggi rimasti liberi. Teoricamente, aggregando le zone di espansione, potrebbe sorgere nel territorio comunale un altro paese, più grande e abitato dello stesso capoluogo che conta 1.670 domiciliati .
Infatti Pozzuolo oggi ha 6.900 residenti, mentre lo strumento urbanistico li porterebbe ad oltre 9.000, ovvero il 30% in più. Tradotta i termini pratici, le ricadute sul territorio comunale risulteranno profondamente sostanziali!
Il lavoro sulla variante sembra sia consistito unicamente nell’individuare nuove aree insediative in zone C (di espansione che richiedono una pianificazione) e zone B1 (subito edificabili previa semplice concessione edilizia). Solo un cenno a servizi, commercio, e al mondo produttivo. Non una considerazione sulla viabilità, o sulla mobilità, o sulle aree verdi, ecc. Nemmeno le aree di espansione vengono qualificate con i criteri impiegati usualmente.
Inoltre supponendo costante il seppur lieve incremento demografico in corso (del 7 per mille negli ultimi 10 anni), per saturare l’insediabilità ipotizzata, serviranno diverse decine di anni. Impossibile capacitarsi di come si siano potute concepire simili espansioni mentre la crisi economica avanza, la demografia provinciale è pressoché stazionaria se non in decremento.
Siamo dunque alle solite. La logica perversa usata dall’Amministrazione pare essere quella di sperare di ricavare dall’ipotizzata espansione edilizia maggiori introiti ICI/oneri di urbanizzazione. Non importa a quale prezzo per un territorio ancora profondamente rurale e di considerevole valore paesaggistico. Lo stupore è grande. Pare uno scherzo. Non si era mai sentito di una variante “non sostanziale” che rivoluzioni l’insediabilità di un comune e ne stravolga l’identità!
Come se non bastasse – benché Pozzuolo abbia aderito ad Agenda21 locale – nessun processo partecipativo è stato avviato per coinvolgere la popolazione ed i vari portatori di interesse. Quest’ultimo atteggiamento è un’altra grave mancanza di questa variante. L’imperativo è: “DECISIONISMO”. Ossia i cittadini sono considerati un’impiccio, un perditempo da evitare. Per lor signori, i cittadini possono solo compiacersi, a lavori ormai ultimati, delle loro roboanti presentazioni infarcite di frasi fatte sulla “salvaguardia dell’ambiente”, sul “contenimento dell’espansione edificabile”, ma la realtà si rivela ben altra.
Per loro chi non applaude è considerato “nemico”. Anche la Giunta regionale di centro destra, con la sua dottrina liberista e la sua passività, si assume gravi colpe lasciando la nostra regione priva di una legislazione che regolamenti la gestione del territorio (il piano territoriale regionale vigente è del 1978), consentendo così che si sviluppino situazioni gravi come quella presentata.
Per Legambiente FVG
Emilio Gottardo
Purtroppo non c’è coscienza di paesaggio da parte della popolazione tutta. La regione non ha ancora approvato il piano paesaggistico previsto dal codice Urbani, né ha intenzione di farlo. In effetti solo legambiente si spende in questo senso. I partiti, di dx e di sx, seguono solo la logica clientelare. C’è da insistere in conoscenza, educazione, formazione.