Dimenticare Marzabotto? Lo scempio ambientale nei luoghi della memoria (Epika Edizioni)
Un paese di poche migliaia di abitanti nella morsa di infrastrutture e impianti tossici, realizzati o progettati: la variante di un valico autostradale, una centrale turbogas, un inceneritore, una condotta idraulica a servizio di mezzo milione di persone. E poi cemento residenziale, commerciale, una cava più grande dell’abitato del capoluogo e, sotto la terra che un tempo dava nutrimento, la ricerca di idrocarburi. Un racconto di brutta politica e sfruttamento del territorio nell’Emilia del “buongoverno”: una vicenda che sarebbe solo deprimente se non fosse stata riscattata dai cittadini. Una storia incredibile, ma così comune nell’Italia del terzo millennio da poter essere ignorata o dimenticata in fretta. Se non avesse avuto luogo a Marzabotto, dove tutto è memoria.
“Dimenticare Marzabotto? Lo scempio ambientale nei luoghi della memoria” racconta di una terra e delle persone che la vivono, di chi la governa, di chi la prosciuga e di chi la difende. L’area è quella delle colline attorno a Monte Sole, teatro nel 1944 dell’eccidio nazifascista noto come strage di Marzabotto.
L’autore scopre e racconta di disastri ambientali consapevolmente perpetrati dietro l’alibi dell’emergenza, della tutela della salute, della salvaguardia dell’occupazione. La reazione attraverso l’uso della parola che vuole salvare la memoria contro l’indifferenza individuale e collettiva.
La prima grande opera realizzata è la Variante di Valico, giustificata come indispensabile risposta alle esigenze infrastrutturali del trasporto su gomma. Nonostante le polemiche e la contrarietà degli amministratori degli enti locali, accusati – come da tradizione – di quell’ideologismo ambientale che sembra remare contro l’idea del progresso a tutti i costi, la Regione si dimostra sorda all’ascolto e incapace di predisporre nuove e diverse politiche di mobilità sostenibile. A modellarsi e a reiterarsi è uno schema che prevede infrastrutture che richiama ad altre infrastrutture, ad opere che portano ad altre opere. Tutto con fondi naturalmente pubblici.
Stesso destino, peraltro, per il “tubino”, ossia per la condotta idraulica realizzata per evitare di prelevare l’acqua dalla Setta, inquinata a causa degli sversamenti tossici collegati alla Variante di Valico, e prenderla direttamente dal Reno. Attraverso il tubino l’acqua viene inviata al potabilizzatore della valle di Setta, gestito da una società privata. La quale, è stato documentato, ha aumentato i propri profitti con la collaborazione di quei Comuni che hanno indotto le comunità locali a rifornirsi di acqua direttamente da questo impianto.
Altra storia è quella che riguarda la riconversione della Cartiera Burgo di Lama di Reno in una Centrale Turbogas, spacciata per indispensabile dal partito unico degli affari e della speculazione, in nome della nuova occupazione garantita. Ma la pacifica e determinata insurrezione popolare, a ragione del diritto alla salute e di quello di salvaguardare il territorio, minacciato nel frattempo anche dall’ipotesi di un inceneritore, ha obbligato il Primo Cittadino a rinunciare a sottoscrivere il protocollo di intesa che avrebbe autorizzato la riconversione dell’area dell’ex cartiera.
Biografia:
Wolf Bukowski, membro del Movimento Stop al Consumo di Territorio, ha pubblicato “Dov’è il monumento? Una conversazione con Luigi Fontana attorno a Monte Sole” e numerosi articoli in rete sullo sprawl, la TAV, la Variante di Valico, il greenwashing, il nucleare nonché sulla sovranità alimentare e la decrescita – tutti reperibili a partire da indexlupi.blogspot.com
Dimenticare Marzabotto? Lo scempio ambientale nei luoghi della memoria
di Wolf Bukowski
Pagine: 120
Prezzo: 13,50 euro
Dimenticare Marzabotto? Lo scempio ambientale nei luoghi della memoria