Valpiana (Maremma): come i beni culturali aiutano a salvare il territorio dall’alluvione

Dalla Toscana la segnalazione di un bene in pericolo, ma anche una proposta di riflessione sll’importanza della manutenzione del territorio e dei beni culturali come risorsa preziosa per le comunità locali.

Il gruppo FAI della Val Piana presenta l’esperienza delle Giornate di Primavera dedicate alla pulizia e alla manutenzione delle Gore delle Ferrerie, attività che hanno contribuito a salvare le Gore e il paese dall’alluvione; ma molto rimane ancora da fare.

Il torrente Ronna che forniva l’energia necessaria per muovere mantici, magli e ruote idrauliche alle Ferriere Granducali in Maremma, richiedeva un complesso ed efficace sistema di regimazione delle acque programmata secondo precise esigenze produtuve. Le acque arrivavano ai forni attraverso un sistema di steccaie per mezzo delle quali venivano imbrigliate in canali artificiali o gore ed avviate attraverso una fitta rete di canali più piccoli e di chiuse fino ai forni fusori. Un sistema, che ha dato origine e caratterizzato il territorio della Val Piana dal medioevo fino ad oggi.

In occasione della Giornata di primavera del FAI, che si è svolta a Valpiana il 25 marzo scorso, il reticolo delle Gore, fossi, sponde, canali, chiuse e bottacci sono stati ripuliti dalle piante e dai rifiuti che ostacolavano il deflusso delle acque e la vista dei resti archeologici delle Ferriere. Una manutenzione straordinaria che ha consentito di riportare l’acqua nell’antico percorso della Gora delle Ferriere facendo riscoprire il nucleo storico di Valpiana, ancora fortunatamente intatto, un impianto urbanistico lineare che configura il territorio come struttura di relazione tra le colline e il mare.

Le forti piogge che il 12 novembre hanno causato l’alluvione in Maremma, provocando purtroppo vitume e gravi danni nella zona sud, non hanno risparmiato il territorio delle Colline Metallifere e provocato una serie di situazioni pericolose. Anche a Valpiana la Gora era minacciosamente colma, in particolare nei pressi del ponte che unisce le due parti del centro abitato, ma per fortuna l’acqua è defluita senza che nessun ostacolo di rilievo osteggiasse il deflusso delle acque.

Forse per questa volta, grazie anche alla manutenzione straordinaria di primavera, si è evitato l’allagamento del centro del paese.

Ma purtroppo, il sistema delle acque della Gora non più funzionale alla produzione del ferro, rende fragile il reticolo idrografico della Valle, che a questo punto necessita di una reinterpretazione in funzione della filiera agricola locale. Una nuova graduale riatiivazione idraulica e paesaggistica del sistema Gore, che solca la piana con i suoi oliveti e vigne curati come fossero giardini, dove poter creare nuovi percorsi culturali per immergersi alla scoperta delle antiche fabbriche del ferro. Così è oggi possibile ripensare alle Ferriere Granducali come elementi qualificanti per una nuova stagione urbanistica della Valle Piana.

Ma innanzitutto è urgente salvare il patrimonio archeologico che ancora in questi giorni ha subìto altri crolli. Occorre capire che se le murature portanti di queste antiche fabbriche monumentali continueranno ad assorbire acqua, saranno inevitabili i crolli dei possenti archi che per miracolo reggono ancora i resti delle Ferriere. È quindi necessario agire per mettere in sicurezza il bene culturale che costituisce una testimonianza unica in Europa.

La partecipazione sentita, appassionata e spontanea di centinaia di persone per la Giornata di primavera del FAI sono a dimostrare una presa di coscienza personale e colletuva verso il sistema monumentale dalle Fonderie e Ferriere di Valpiana. Ora sta all’Ente locale e al Parco Minerario delle Colline Metallifere mettere in campo tutu gli strumenti necessari per tutelare questo patrimonio colletuvo oggi così gravemente minacciato.

Altre foto disponibili sulla pagina facebook Ferrierevalpiana.

Diego Accardo e Sandro Petri
Gruppo progetto evento FAI Ferrerie