Milioni di giovani, ancora una volta, sfileranno il prossimo venerdì 27 settembre lungo le strade di ogni angolo del mondo per manifestare il loro diritto al futuro e chiedere perentoriamente alla “Politica” di intervenire – ora e subito – per cambiare la rotta di un mondo che sta sprofondando inesorabilmente verso una crisi climatica di cui possiamo solo immaginare le drammatiche conseguenze.
In questo scenario di assoluta emergenza rientra a pieno titolo la necessità di tutelare il paesaggio e i territori e di combattere senza tregua né tentennamenti il sistematico consumo del suolo, che rappresenta anche per l’Italia un problema grave e impellente. I recenti dati forniti dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale-Ispra ci ricorda che solo nel 2018 abbiamo perso 24 metri quadrati per ogni ettaro di area verde, in particolare nelle aree urbane. La cementificazione avanza senza sosta soprattutto nelle aree già compromesse: il valore è 10 volte maggiore rispetto alle zone meno consumate e il fenomeno non procede di pari passo con la crescita demografica. Il consumo di suolo in città ha un forte legame anche con l’aumento delle temperature: dalla maggiore presenza di superfici artificiali a scapito del verde urbano, infatti, deriva anche un aumento dell’intensità del fenomeno delle isole di calore. La differenza di temperatura estiva delle aree urbane rispetto a quelle rurali raggiunge spesso valori superiori a 2°C nelle città di maggiori dimensioni.
Ma il consumo di suolo cresce anche nelle aree protette (+108 ettari nell’ultimo anno), nelle aree vincolate per la tutela paesaggistica (+1074 ettari), in quelle a pericolosità idraulica media (+673 ettari) e da frana (+350 ettari) e nelle zone a pericolosità sismica (+1803 ettari).
Negli ultimi sei anni l’Italia ha perso superfici che erano in grado di produrre tre milioni di quintali di prodotti agricoli e ventimila quintali di prodotti legnosi, nonché di assicurare lo stoccaggio di due milioni di tonnellate di carbonio e l’infiltrazione di oltre 250 milioni di metri cubi di acqua di pioggia.
Complessivamente sono oltre 23 mila i chilometri quadrati di suolo italico ormai ricoperto da cemento e asfalto, una superficie pari a quella di una regione come l’Emilia Romagna. Il 7,7% della superficie del nostro paese è ormai antropizzata, cioè non più naturale: un dato grave se pensiamo che la superficie del nostro Paese è per circa il 35 % di carattere montuoso e dove risulta pertanto impossibile (fortunatamente…) edificare. Siamo nel pieno di una emergenza: l’emergenza suolo!
Che corre di pari passo con la tragica tendenza in atto ovunque: più del 75% del suolo sul pianeta risulta gravemente degradato, con conseguenze drammatiche per la sopravvivenza di oltre 3 miliardi di persone: territori trasformati in deserto, inquinati, disboscati, convertiti per far spazio alla produzione agricola, diventando anche la causa principale dell’estinzione di molte specie.
La nostra società dei consumi mostra i suoi limiti, anche per il consumo di suolo.
Per questo (anche per questo) tutte le oltre 1.000 organizzazioni e le decine di migliaia di persone che compongono la Rete nazionale del Forum Salviamo il Paesaggio saranno al fianco dei giovani, come sempre. Ma questa volta con la certezza che il muro dei tentennamenti dei nostri decisori politici inizierà a mostrare i primi cedimenti.
Tutti assieme per costruire il futuro: l’unica nuova costruzione che oggi possiamo e vogliamo concederci…