Nella lettera a FIFA, UEFA e FIGC lanciano l’allarme: la scomparsa di 30 ettari di terreno mai urbanizzato produrrebbe una quantità eccessiva di emissioni di CO2 in atmosfera
Alla attenzione dei presidenti di FIFA, UEFA, FIGC
Egr. Presidenti,
ritenendo encomiabile il riconoscimento da parte di FIFA e UEFA dell’importanza della promozione della sostenibilità nel settore calcistico, e considerando parimenti lodevole l’iniziativa della FIGC di seguire le loro indicazioni per ridurre l’impronta di carbonio del settore, Vi scriviamo per portare alla vostra attenzione il caso dello stadio del Milan a San Donato che ci preoccupa molto.
Nel contesto delle crescenti aspettative che si pongono su vari settori produttivi per creare un fronte comune nel contrasto al cambiamento climatico, siamo pienamente convinti che il calcio, uno sport seguitissimo, possa diventare il motore di un cambiamento che ispiri altre discipline sportive a seguirne l’esempio.
Tuttavia, pur riconoscendo lo sforzo delle vostre Federazioni nel diffondere e attuare questi principi tramite la stesura di linee guida pragmatiche, inclusa quella sulla sostenibilità delle infrastrutture, riteniamo essenziale portarvi all’attenzione una questione che potrebbe compromettere significativamente l’efficacia di tali sforzi: la costruzione di nuovi impianti su terreni precedentemente non edificati e, in alcuni casi, su terreni agricoli.
Questa pratica può portare infatti a un aumento significativo della CO2 rilasciata in atmosfera a causa della perdita delle capacità di assorbimento e stoccaggio del carbonio dei suoli edificati. Inoltre, costruire su un’area non urbanizzata implica la necessità di dotarsi di infrastrutture a servizio del futuro impianto e di ulteriori attività di costruzione con ulteriore perdita di suolo non edificato.
I terreni non edificati e i campi agricoli svolgono infatti un ruolo cruciale nel mantenimento dell’equilibrio tra emissioni (carbon sources) e processi di assorbimento e stoccaggio della CO2 (carbon sinks), rappresentando insieme a mari e oceani il nostro miglior alleato per il raggiungimento dell’equilibrio tra emissioni e assorbimento necessario perché la CO2 atmosferica non continui ad aumentare alimentando il cambiamento climatico. Quando la costruzione di infrastrutture comporta la perdita di terreni non urbanizzati, la diminuzione di queste funzioni del suolo può vanificare completamente gli sforzi di riduzione delle emissioni ottenuti tramite la messa in pratica delle buone pratiche suggerite dalle vostre organizzazioni.
Un esempio significativo è il progetto attuale dell’A.C. Milan di costruire un nuovo stadio da 70.000 posti in un’area che fino ad ora è stata utilizzata esclusivamente per scopi agricoli. Questo progetto prevede anche l’espansione dell’area di trasformazione nelle vicine aree del Parco Agricolo Sud Milano, un’importante riserva naturale dedicata alla protezione e valorizzazione dell’ambiente agricolo e naturale che comprende al suo interno terreni agricoli, boschi, corsi d’acqua e zone di rilevanza naturalistica e storico-culturale.
Nelle immediate vicinanze del sito proposto per lo stadio, a meno di 1 km di distanza, si trova un antico villaggio medievale che ospita l’Abbazia di Chiaravalle, fondata nel 1135 e tutt’oggi meticolosamente mantenuta da una comunità di monaci, un luogo molto amato dai milanesi e dalle comunità circostanti.
La costruzione di uno stadio qui cambierebbe drasticamente il carattere dell’area e costituirebbe una grave violazione delle linee guida della FIFA che affermano chiaramente che per valutare l’idoneità di un sito per un nuovo stadio si debba considerare se vi siano edifici considerati di interesse storico e/o protetti dalla legge e se l’area abbia una designazione di patrimonio ambientale e storico-culturale che possa rendere lo sviluppo dello stadio inappropriato.
Il nuovo progetto dello stadio del Milan comporterebbe la trasformazione di circa 30 ettari di terreno mai urbanizzato, che ha un valore significativo come serbatoio di carbonio, sequestrando dall’atmosfera circa 20 tonnellate di CO2eq all’anno e avendo immagazzinato nel tempo circa 3.000 tonnellate di CO2eq (stime effettuate in base allo studio Pendall et al., 2018[1]).
Un recente studio di Life Cycle Assessment (LCA), condotto dalla Scuola Superiore Sant’Anna (Progetto LIFE Tackle), sulla base dell’esame di diversi casi di studio ha stimato l’emissione degli equivalenti di CO2 emessi per singola partita di calcio in ca. 70 tonnellate CO2eq. Se si applicasse questa emissione media all’intera serie di eventi di una stagione calcistica (es. una trentina di eventi), la somma di queste emissioni (carbon footprint) costituirebbe più dei 2/3 del quantitativo stoccato nel suolo non edificato pre-esistente. In altre parole, la costruzione dello stadio su un’area non edificata, oltre a determinare un’emissione diretta di più di 2.000 t/anno di CO2eq, ne comporterebbe un’altra indiretta, dovuta alla perdita del suolo naturale dello stesso ordine di grandezza.
Se poi si immaginasse di compensare questa perdita indiretta di CO2eq piantando degli alberi, ad esempio facendo riferimento alle stime di Magnani & Raddi[2], sarebbe necessario piantare circa 19 ettari di bosco e più di 32.000 alberi per arrivare in 20 anni a compensare quanto perduto a causa del consumo di suolo.
Sappiamo che FIFA, UEFA e FIGC operano su scala globale e regionale e che generalmente evitano di intervenire nelle questioni locali. Tuttavia, riteniamo che l’attuale progetto della Società A.C. Milan a San Donato, qualora andasse in porto, rappresenterebbe una significativa macchia nell’encomiabile processo di riduzione delle emissioni e degli impatti intrapreso. Auspichiamo pertanto che le federazioni calcistiche possano assumere una posizione netta contro la costruzione di nuove infrastrutture su terreni non urbanizzati, al fine di non compromettere quei principi di sostenibilità che ispirano le strategie globali di contrasto al cambiamento climatico, incoraggiando il riutilizzo e la ristrutturazione delle strutture esistenti, con l’obiettivo di ridurre significativamente l’impatto ambientale.
Vi ringraziamo per la vostra attenzione, fiduciosi nel fatto che FIFA, UEFA e FIGC continueranno a progredire nel promuovere un futuro più sostenibile per il calcio e per il pianeta.
Cordiali saluti,
Arianna Azzellino, Politecnico di Milano
Giorgio Vacchiano, Università Statale di Milano
Antonella Abbà, Politecnico di Milano
Adriana Angelotti, Politecnico di Milano
Anna Anzani, Politecnico di Milano
Luca Bascetta, Politecnico di Milano
Gianfranco Becciu, Politecnico di Milano
Marco Belan, Politecnico di Milano
Paolo Biagioni, Politecnico di Milano
Alberto Luigi Brambilla, Politecnico di Milano
Enrico Gianluca Caiani, Politecnico di Milano
Maria Rita Canina, Politecnico di Milano
Roberto Canziani, Politecnico di Milano
Giuliana Cardani, Politecnico di Milano
Andrea Francesco Castelletti, Politecnico di Milano
Andrea Castoldi, Politecnico di Milano
Andrea Cattoni, Politecnico di Milano
Annamaria Cividini, Politecnico di Milano
Marco Colombetti, Politecnico di Milano
Grazia Concilio, Politecnico di Milano
Giovanni Consolati, Politecnico di Milano
Antonella Contin, Politecnico di Milano
Alessandro Dama, Politecnico di Milano
Anna Caterina Delera, Politecnico di Milano
Roberto De Paolis, Politecnico di Milano
Fabio Dercole, Politecnico di Milano
Elisabetta Di Nitto, Politecnico di Milano
Ilenia Epifani, Politecnico di Milano
Carlotta Fontana, Politecnico di Milano
Aldo Frezzotti, Politecnico di Milano
Giuseppe Gibertini, Politecnico di Milano
Giancarlo Gioda, Politecnico di Milano
Elena Granata, Politecnico di Milano
Mario Grosso, Delegato della Rettrice ai rapporti con la RUS (Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile), Politecnico di Milano
Giorgio Guariso, Professore Emerito, Politecnico di Milano
Chiara Guazzoni, Politecnico di Milano
Stefano Longhi, Politecnico di Milano
Marco Lucchini, Politecnico di Milano
Roberto Maja, Politecnico di Milano
Stefano Mambretti, Politecnico di Milano
Clelia Marchionna, Politecnico di Milano
Stefano Miccoli, Politecnico di Milano
Stefano Micheletti, Politecnico di Milano
Gianfranco Pertot, Politecnico di Milano
Lorenza Petrini, Politecnico di Milano
Lucia Rigamonti, Politecnico di Milano
Umberto Sanfilippo, Politecnico di Milano
Elena Sezenna, Politecnico di Milano
Giovanna Sona, Politecnico di Milano
Giancarlo Storti Gajani, Politecnico di Milano
Alberto Tagliaferri, Politecnico di Milano
Antonello Vicenzo, Politecnico di Milano
Attilio Zilli, Politecnico di Milano
Marco Vivarelli, Direttore del Dipartimento di Politica Economica, Università Cattolica del Sacro Cuore
Marco Acutis, Università Statale di Milano
Roberto Ambrosini, Università Statale di Milano
Valerio Bini, Università Statale di Milano
Stefano Bocchi, Delegato per la Sostenibilità, Università Statale di Milano
Marco Stefano Caccianiga, Università Statale di Milano
Alice Giulia Dal Borgo, Università Statale di Milano
Caterina Anna Maria La Porta, Università Statale di Milano
Luciano Pilotti, Università Statale di Milano
Diego Rubolini, Università Statale di Milano
Paolo Carlo Maria Tremolada, Università Statale di Milano
Daniela Basso, Università di Milano Bicocca
Giancarlo Capitani, Università di Milano Bicocca
Sandra Citterio, Università di Milano Bicocca
Antonio Finizio, Università di Milano Bicocca
Rodolfo Gentili, Università di Milano Bicocca
Marco Grasso, Università di Milano Bicocca
Barbara Leoni, Università di Milano Bicocca
Elisa Malinverno, Università di Milano Bicocca
Alessandra Savini, Università di Milano Bicocca
[1] Pendall E., D. Bachelet, R. T. Conant, B. El Masri, L. B. Flanagan, A. K. Knapp, J. Liu, S. Liu, and S. M.Schaeffer, 2018: Chapter 10: Grasslands. In Second State of the Carbon Cycle Report (SOCCR2): A Sustained Assessment Report [Cavallaro, N., G. Shrestha, R. Birdsey, M. A. Mayes, R. G. Najjar, S. C. Reed, P. Romero-Lankao, and Z. Zhu (eds.)]. U.S. Global Change Research Program, Washington, DC, USA, pp. 399-427, https://doi.org/10.7930/SOCCR2.2018.Ch10.
[2] Magnani F., Raddi S. Afforestazione e fissazione della CO2 atmosferica: qualche cifra indicativa dalla ricerca scientifica. Forest@ (2021) 18: 60-63. doi: 10.3832/efor3928-018